danno finanziario per gli altri giocatori.»
«Charles, un giorno mi siedo vicino a te e ti insegno come battere quei ragazzi a poker.»
Mallory stava spuntando delle voci dalla lista di cose da fare che aveva scritto su un taccuino. Il programma per il resto della giornata era ancora molto fitto. Charles si giro verso la finestra e guardo la strada, due piani piu sotto. «Il rabbino Kaplan sostiene che il fatto che io perda sempre depone a mio favore.»
«Ti ha spiegato perche?»
«Giammai. Kaplan il Criptico rischierebbe di rovinarsi la reputazione. Temo che si aspetti che ci arrivi da solo.» Lo sguardo sulla strada seguiva l'avvicinarsi di una figura familiare avvolta in un cappotto informe. Si volto verso di lei. «Tu cosa ne pensi?»
«E chiaro. Il rabbino intendeva lodare la tua onesta, Charles. Il poker e un gioco per bugiardi. Domani sera Slope e Duffy ti consegneranno del materiale per me.» E spunto un'altra voce dal suo elenco, che doveva riguardare proprio Charles. «Ho dato a tutti e due una lista della spesa, cose che voglio ottenere senza passare attraverso Coffey o Riker.»
«Sai, Mallory, nella polizia ci sono altri agenti oltre a te. Tendono a considerarsi membri di una squadra.»
«Si, Riker ha la stessa idea.» C'era un che di tagliente nella sua voce, piu impazienza che rabbia. «Crede di essere il mio allenatore.»
Qui Charles avrebbe voluto dire qualcosa in difesa di Riker, poiche aveva grande stima dell'uomo, ma sapeva per esperienza che era molto pericoloso darle motivo di sospettare di non essere al cento per cento dalla sua parte. Con Mallory la cautela non era mai troppa. «Perche non vieni alla partita con me? Il rabbino Kaplan dice che alle carte sei uno squalo nato.»
«Non posso. Quando avevo tredici anni Kaplan e gli altri mi hanno bandita dalle loro partite.»
Una chiave stava girando nella serratura, e quando la porta si apri, il tubo dell'aspirapolvere precedette la piccola testa scura della signora Ortega.
Questo impedi a Charles di approfondire la questione.
La signora Ortega si irrigidi sulla soglia e squadro il gatto, probabilmente progettando di scuoiarlo per farsene una borsa. Il gatto si sfrego contro i jeans di Mallory, e la signora Ortega guardo la giovane donna con meraviglia.
Mallory allungo alla donna un biglietto da venti dollari, sottintendendo con quel gesto di sapere che i peli del gatto avrebbero significato una bella seccatura. La signora Ortega intasco il denaro e lancio al felino uno sguardo piu benevolo.
Suono il campanello, acuto e irritante. Mallory alzo la mano per bloccare Charles che si avviava alla porta.
«Chi e?» gli chiese.
«Riker» disse lui, senza neppure il consueto millesimo di secondo di esitazione.
Apri la porta, nel cui vano comparve Riker in tutta la gloria del suo aspetto trasandato. Mallory contrasse la mascella. Charles si accorse che non l'aveva bevuta. In nessun modo lui avrebbe potuto sapere chi c'era dall'altra parte della porta. Anche Mallory riusciva a riconoscere il suono discreto dei passi di Henrietta Ramsharan del terzo piano, e quello sincopato del musicista del primo. Ma Riker non aveva stile, in nessun senso della parola, in nessun aspetto dell'esistenza.
«Salve, Charles» disse Riker. Fece un cenno del capo a Mallory e un inchino esagerato alla signora Ortega, che con una smorfia ando nell'altra stanza mormorando qualcosa che avrebbe potuto essere 'Dannati sbirri'.
«Hai chiamato Charles per dirgli che stavi arrivando» affermo Mallory rivolta a Riker. Poi guardo Charles in attesa di una conferma.
Charles sorrise e scosse la testa. Aveva visto arrivare il sergente dalla finestra. E quello fu il suo esordio nell'arte del poker, dal momento che aveva deciso di non darle spiegazioni. Mentre Riker sprofondava nel divano imbottito, la mente di Charles giocava con l'insolita speranza di poter vincere alla grande al tavolo dell'indomani.
Riker estrasse dalla tasca interna del cappotto un fascio di carte ripiegate e se le poso in grembo, lisciandole nel tentativo di rimediare al danno. La prima pagina era una mappa di Central Park con linee gialle tracciate in due aree. Guardo in direzione di Mallory, che stava ancora fissando Charles.
«Heller ha localizzato il punto dove Amanda e caduta. Ha portato dei campioni di terreno al Dipartimento di Agricoltura. Lo sporco nella ferita era pieno di microscopiche creature che non vivono nella zona ombreggiata dove l'abbiamo ritrovata.»
Riker si appese una sigaretta alle labbra e si frugo in tasca alla ricerca di un fiammifero. «Allora, Mallory, sei pronta per una visita al luogo del delitto?»
Lei prese il foglio con i segni gialli. «E perche? Sono capace di leggere una mappa.»
«Come vuoi, Mallory. Ma alla maggior parte di noi piace farsi una passeggiata sulla scena del crimine, cosi, giusto per dare uno sguardo al posto dove e morta la vittima.»
«Tempo sprecato. Ho letto il verbale. Sul posto ci sono stati quelli della Scientifica e almeno una dozzina di sbirri con i loro giganteschi piedoni. Non riuscirei a vedere niente di niente.»
«Non si sa mai, piccola.» Nella sua mano si accese un fiammifero; la fiamma mori liberando una nuvola di fumo.
«Non chiamarmi piccola.»
La signora Ortega torno nel soggiorno e fece per inserire la spina dell'aspirapolvere. Riker le sorrise.
«Sa, signora Ortega, abbiamo un sospetto che a lei piacerebbe molto. Tutto quello che sappiamo di lui e che vive in un palazzo di lusso, e che sa tirare a lucido un appartamento come un professionista.»
«Quindi non e nato ricco.»
«Come?»
«I bambini dei ricchi sono sempre viziati. Mallory conosce la differenza tra sporco e pulito.» Si giro verso Charles. «Sua madre, invece, la trattava come un principino. In casa sua avevate almeno una domestica a tempo pieno. Come faccio a saperlo? Lei non sa cosa sia una paglietta, ne a cosa serva. Mi accorgo sempre quando e lei a pulire dopo un pasto nella cucina dell'ufficio. Mallory e stata allevata nel modo giusto, lei no.»
«Ma il nostro uomo allevato nel modo giusto e diventato un assassino» fece notare Charles, sulla difensiva.
«Secondo lei Mallory porta la pistola come zavorra contro il vento?» La signora Ortega si chino sull'aspirapolvere e agito un dito verso Charles. «Si distinguono sempre i bambini nati ricchi. Se il marito o la moglie se la squagliano, non mangiano per una settimana. Ti accorgi di quanto sono sconvolti dalla quantita di alcol e di pillole che ingurgitano. Ma se li lascia la donna delle pulizie, gli cade addosso il mondo intero. Tornano a vivere come animali. Per cui e facile che il vostro amico non sia nato con i soldi.»
Mallory assentiva mentre la donna parlava.
«Si capisce molto del carattere di una persona dal modo in cui pulisce e da quello che tiene in casa» aggiunse la signora Ortega, assumendo un inconsueto tono filosofico.
«Sai» disse Riker, rivolgendosi a Charles, «ho chiesto alla signora Ortega di pulire il mio appartamento circa un anno fa. Si e segnata contro il malocchio e mi ha voltato le spalle. Adesso credo che sia stata una fortuna che non l'abbia mai visto.» Un cilindro di cenere grigia cadde dalla sigaretta di Riker, sbriciolandosi sui suoi pantaloni mentre si toglieva il cappotto.
«Non ho bisogno di vedere il suo appartamento, signor Riker.» La signora Ortega esamino con occhio critico il completo spiegazzato e le scarpe logore del sergente. «Lei ha almeno tre sacchi di spazzatura ammucchiati in cucina. Non cambia le lenzuola da un mese, e ci sono delle bottiglie di birra sotto il letto. Nella credenza devono esserci al massimo due piatti puliti. Si trova bene in compagnia dei ragni, e stasera vedra una donna.»
Tre teste si girarono verso la signora Ortega.
«Come fa a sapere della donna?» chiese Riker.
«Stamattina lei ha usato uno smacchiatore da pochi soldi. Lo si capisce da quegli aloni intorno alle macchie. Normalmente non si sarebbe mai preoccupato di tentare di camuffarle.»
Mallory assenti e si diresse alla porta del suo ufficio. «Devo prendere la mia attrezzatura. Torno subito.»
«E bello vederti di nuovo, sergente» disse Charles. «Posso offrirti una tazza di caffe?»
«E ancora mattina?»
«No.»