«Non ha portato un'arma sul luogo del delitto» disse Mallory. «Non aveva previsto di uccidere la Bosch quella mattina. Si e fatto prendere dal panico ed e scappato. Gli ci e voluta piu di mezz'ora per riprendersi. Lo avrebbe saputo se avesse letto la nota del medico legale che parlava del corpo spostato.» Si lascio cadere le pallottole in grembo, poi reinseri un proiettile nella pistola e rimise il tamburo al suo posto con uno scatto.

La mosca atterro sulla guancia di Hafner.

Mallory sorrise.

«Credo che l'assassino le assomigli un po', Hafner… a suo agio in una situazione controllabile. Incline al panico quando perde il controllo delle cose.»

Mallory punto la pistola sulla mosca che adesso strisciava sul muro, a pochi centimetri dal dottore.

Sparo.

Hafner scatto all'indietro. Una macchia umida andava allargandosi sul davanti dei suoi pantaloni. Ci vollero alcuni secondi perche l'uomo si rendesse conto di non essere stato colpito.

La mosca non c'era piu.

Coffey fisso il muro nudo con stupore. La mosca era volata via o giaceva sotto al battiscopa, morta per un attacco di cuore? Mallory fece dondolare la pistola per un momento e se la poso in grembo, la canna puntata verso l'uomo sconvolto nella sedia accanto alla sua.

Gli occhiali di Hafner, resi scivolosi dal sudore, planarono lungo il suo naso per atterrare sul pavimento.

«Non l'ha inseguita di nascosto, la conosceva» disse Mallory. «Ecco perche e tornato a spappolarle le dita, per cancellare le impronte digitali. Immaginava che questo gli avrebbe dato il tempo necessario per pulire l'appartamento, per eliminare le sue stesse impronte. Anche un dodicenne tardo di mente l'avrebbe capito.»

Mallory si sporse in avanti.

«Lei e un buono a nulla, vero, Hafner?» Assentiva lentamente, e il dottore imito il movimento della testa di Mallory, assentendo a sua volta.

«E non avra l'ardire di pretendere un compenso per i suoi vaneggiamenti, vero?» Hafner fece segno di no.

«Bene. Adesso puo andare.»

Hafner non si mosse, ne batte ciglio.

«Grazie per essere venuto, dottore» disse Coffey, alzandosi mentre congedava l'amico personale del sindaco. Distolse lo sguardo dalla macchia scura sui pantaloni di Hafner. Non vide la pistola, che peraltro avrebbe negato di aver visto, scivolare nuovamente nella fondina.

Coffey sorrise alla schiena di Hafner. Mallory ne sarebbe uscita pulita.

Quante possibilita esistevano che Hafner raccontasse a qualcuno di essersi pisciato nei pantaloni?

L'uomo non era ancora uscito dalla porta che Mallory si alzo in piedi e disse: «Faro venire il mio strizzacervelli. Il Dipartimento lo paghera con quello che vi ho appena fatto risparmiare».

«Siediti. Non ho ancora finito con te.»

Si sedette.

«Cominciamo dalla pistola giocattolo che Heller ha trovato nella spazzatura. Se appartiene all'assassino, potrebbe aver premeditato l'omicidio. E possibile che l'abbia usata per portarla in un posto sicuro, dove l'ha uccisa.»

«Era un…»

«Taci, Mallory. Stai usando qualunque elemento per supportare la tesi che hai costruito a priori. Non puoi essere certa del fatto che non avesse in mente di ucciderla. I fatti di questo caso sono pochissimi.»

«Hafner non sa…»

«Me ne frego di Hafner. Mi rivolgero al tuo strizzacervelli. Ma considera la possibilita che l'assassino abbia pianificato il delitto e che possa avere ucciso in passato. E quale movente ipotizzi? La Bosch avrebbe scoperto qualche sua truffa? E questa la storia che vuoi che racconti al procuratore distrettuale?»

«Era una ricercatrice. Ha indagato sul padre del suo bambino e ha scoperto qualcosa sul suo conto. Se l'ha scoperto lei, posso scoprirlo anch'io.»

«Non sai neanche se lui fosse il padre del bambino. Mi ascolti quando ti parlo?»

No, lei non vedeva ne sentiva. Coffey stava parlando al vento.

«Sottovaluta un assassino e rischi di lasciarci la pelle. Sei da sola la fuori.» E per quello ci voleva fegato, o forse no. Forse Mallory era semplicemente, pericolosamente immune dalla paura.

«Abbiamo finito?»

«C'e un'altra cosa. Attenta a non disturbare l'uomo sbagliato, Mallory. Potresti ritrovartene addosso piu di uno. Prevedo tonnellate di grane.»

Charles sedeva in poltrona e si preparava ad assistere al rito di famiglia nel corso del quale Robert Riccalo avrebbe rimproverato il ragazzo e la donna.

Riccalo non gli piaceva. Era autoritario, arrogante e supponente. I suoi occhi erano pozzi di acqua nera. Solo Dio sapeva cosa si agitasse sotto la superficie.

Ora l'uomo incombeva su Justin, negandogli qualsiasi spazio personale. Il ragazzino si giro verso la donna. Nessun aiuto da quella parte. Sally Riccalo evitava sempre di guardare Justin direttamente negli occhi.

«Justin, questa sciocchezza deve finire!» stava dicendo l'uomo, minaccioso.

Il gatto arretro in un angolo della stanza. Neanche a Nose piaceva Riccalo. Charles sorrise a Justin, e il ragazzo sembro un poco rincuorarsi.

L'entrata di Mallory fece cessare qualunque conversazione. Il gatto trotterello verso di lei, gli occhi fissi sull'oggetto della sua adorazione. Ma un'occhiata di Mallory lo convinse a sedersi a qualche decina di centimetri da lei, per amarla a distanza di sicurezza. Smise di fare le fusa quando il portamatite di legno sulla scrivania comincio a oscillare. Il gatto si rifugio sotto al divano prima che l'oggetto cadesse di lato. Robert Riccalo avvampo per la rabbia. La sua mano strinse il braccio del ragazzo, che sobbalzo per il dolore.

«Lo lasci andare» disse Mallory, avvicinandosi alla scrivania. Era un ordine, e Riccalo sembro stupito di vedere che la sua mano obbediva, mentre lasciava il braccio del ragazzo e gli ricadeva in grembo.

Mallory raccolse il portamatite e lo raddrizzo.

«Siamo abituati agli oggetti che volano per l'ufficio. Vero, Charles»?

In quel momento una matita volo fuori dal portamatite, mirando alla gola di Charles. La mano di Mallory scatto a intercettarla.

Charles degluti. «Be', alcuni di noi sono piu abituati di altri.» Grandioso. Adesso Mallory aveva aggiunto le matite volanti al suo arsenale privato.

«Succede in continuazione.» Mallory stava fissando il ragazzo, che mostrava solo curiosita. Mallory passo dietro la sedia di Charles e un'altra matita volo dal portamatite dritta nella sua mano. «Non c'e niente di strano».

«Allora e un trucco!» disse Riccalo, girandosi verso il ragazzo con uno sguardo che prometteva qualcosa di sgradevole quando fossero stati soli.

«Non necessariamente» disse Charles. «Ma, vede, moltissime cose nel campo della psicocinetica possono essere riprodotte attraverso l'illusionismo. Ecco perche e cosi difficile accertare le doti di qualcuno. Con questa dimostrazione la mia socia intendeva avvertirvi del fatto che ci vorra un po' di tempo…»

Cerco lo sguardo di Mallory, desiderando che lei assentisse e sorridesse per segnalare che era d'accordo. 'Scordatelo', dissero i suoi occhi. Charles torno a rivolgersi a Riccalo. «Stiamo cercando di mettere a punto un test attendibile. Tornate dopo Natale, e andremo a fondo della questione.»

Quando ebbero fissato un altro appuntamento e la famiglia Riccalo fu uscita dalla porta, Charles si giro e trovo Mallory in piedi dietro di se.

Un altro trucco che lo metteva a disagio. Nessun rumore di passi avvertiva dell'arrivo di Mallory. Nose trotterello nella stanza per sistemarsi ai suoi piedi.

Mallory ignoro le fusa dell'animale e prese posto in un'alta sedia stile Queen Anne. Fece un cenno verso il divano, invitando Charles a sedersi a sua volta. «Non mi chiedi come ho fatto a far volare la matita?»

«Fammi indovinare. Ogni tanto per strada si incontra qualche ambulante che vende certi ragni neri di gomma sospesi a un filo di nylon praticamente invisibile. Il venditore aziona il filo, sembra che il ragno si muova da solo. Quando si forma una grande folla, fa volare il ragno sulla faccia di una vittima, che invariabilmente si mette a urlare e finisce per comprarne dieci. Hai mai visto un ragno del genere?»

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