Charles e il ragazzo percorsero il corridoio ciascuno immerso nei propri pensieri. Charles guardava Justin, che appariva chiaramente infelice. Ma non spaventato. Questa volta il ragazzo fece strada per la scala a chiocciola fino alla stanza di sotto, attratto da quel che restava dello Spettacolo di Magia Itinerante di Maximillian Candle. Justin entro per primo, senza aspettare la luce della sfera per cominciare le sue esplorazioni. La luce fioca catturo il ragazzo che vagava per la stanza e proietto un'ombra sfuocata che si muoveva sui bauli colmi di oggetti di scena e costumi.
«Fantastico!» disse Justin dall'altra parte del paravento cinese. E Charles seppe che il ragazzo aveva scoperto la ghigliottina. Tuttavia quando giro attorno ai pannelli di carta di riso, si rese conto che ad attirare l'attenzione di Justin erano stati i coltelli. Charles tocco un'altra sfera e si accese un'altra luce, mentre il ragazzo fissava incantato la rastrelliera con i coltelli.
Guardo Charles e poi il vecchio bersaglio rosso e bianco pieno di buchi, appoggiato su un vecchio cavalietto. Una mano si mosse verso la rastrelliera con i coltelli, poi esito prima di afferrarne uno. Gli occhi di Justin cercarono quelli di Charles per chiedergli il permesso.
Assenti. «Starai attento, vero?»
Justin afferro il primo coltello e manco il bersaglio, nonostante fosse grande e vicino.
«Non preoccuparti. Ci vuole un po' di pratica. Max aveva molti anni di esperienza.»
«Si vede» disse il ragazzo, avvicinandosi al bersaglio, costellato di sfregi. Il suo dito traccio il contorno di un corpo umano che racchiudeva la zona priva di buchi. «E qui che si metteva la sua assistente, vero?»
«Si.»
«Li lanciava molto vicini al suo corpo. Si vedono i buchi dei coltelli tra le dita. Lei saprebbe farlo?»
«Una volta, quando avevo la tua eta, mi misi al centro del bersaglio. Fu un regalo di compleanno di Max.»
«Sta scherzando. Non aveva paura?»
«No. Poi Max mi passo i coltelli e lui si mise al centro del bersaglio.»
«Allora lo sa fare? Davvero?»
«Davvero.»
Il ragazzo si sposto al centro del bersaglio e si appiatti contro di esso. «Lo faccia. Mi fido. Avanti.»
«Aspetta, ti spiego come funziona: le lame spuntano dal bersaglio stesso, non lo colpiscono dall'esterno. Si finge di lanciarlo, ma in realta il coltello cade in questa tasca.»
Giro un tavolino perche Justin potesse vedere la borsa di velluto nera che pendeva dal piano del tavolo. Indico la leva nera accanto a una gamba del tavolo e il tracciato dei fili che andava dal tavolino verso il bersaglio.
«La levetta per i coltelli e nel pedale. Vedi? Una molla caricata in precedenza fa scattare le lame. Ma il pubblico vede cio che e stato
Justin si allontano dal bersaglio, verso il quale aveva perso ogni interesse. Guardo la ghigliottina. «E anche quella e solo un trucco, giusto?»
«Si, spiacente. L'aspetto e orribile, ma e innocua.»
Charles ricordo che da bambino erano i trucchi a incantarlo, non il pericolo. Justin era l'opposto. Sembrava che a deluderlo fosse la mancanza di pericolo. Forse l'illusionismo non gli interessava. Dunque quale membro della famiglia vi si cimentava? La matrigna? Il padre?
«Justin, so che ti hanno detto qual e il tuo quoziente intellettivo. Hai mai pensato al futuro, a cosa potresti fare del tuo potenziale, a come potresti svilupparlo?»
«Cosa c'e da sviluppare? Un cervello e un cervello. E se lei mi crede quando le dico che non faccio volare gli oggetti per casa, allora non ho alcuno speciale talento.»
«Be', potresti avere talento per l'osservazione e per il ragionamento deduttivo. Ecco qualcosa che possiamo controllare. E potrebbe persino essere divertente. Immagina che io ti aiuti a capire come volano gli oggetti. A quel punto saprai cosa cercare. Lavorerai con me per un po', e ci aiuteremo a vicenda. Affare fatto?»
«Affare fatto» disse il ragazzo, infilando la piccola mano in quella di Charles.
«Bene.» Stava sollevando una palla nera costellata di buchi da una scatola ai suoi piedi. «Questa era una delle illusioni volanti nel numero di Max. Ci vuole solo qualche minuto per prepararla.» Dov'era il contenitore del liquido?
Trovo la bottiglia che cercava in una scatola vicina coperta di polvere. Mentre Charles considerava la data di scadenza dei prodotti chimici, Justin esaminava un'altra scatola. Inavvertitamente fece scattare una molla, e dalla scatola usci una pioggia di fazzoletti colorati, che si levarono e si gonfiarono in aria per poi ricadere sul pavimento in un ammasso di seta.
Justin tento di ricacciare le sciarpe nella scatola piu in fretta che poteva. Guardo Charles al di sopra della spalla. Sul volto erano dipinti senso di colpa e anche paura. «Mi scusi.»
«Non c'e problema, Justin. Lasciale dove sono. Non hai fatto danni, davvero.»
«Non e arrabbiato con me?»
«Ma no, naturalmente no.»
«In compenso la sua socia mi detesta.»
«Ne dubito.» Servendosi della pila, esamino un'altra zona del seminterrato, cercando un tracciato. Ah, eccolo, e i fili erano ancora funzionanti. «Perche Mallory dovrebbe odiarti?»
«Mio padre dice che la gente odia gli altri per quello che odia di se stessa.»
«Immagino che a volte sia vero. Ma cosa potrebbe essere nel caso di Mallory?» Fiammiferi? Si. Estrasse una vecchia scatola dalla cassettiera del baule aperto.
«Non lo so. Non so molto di lei.»
«E un tipo solitario, come te» disse Charles, scomparendo nel buio oltre il pallido tondo di luce della sfera, e poi ricomparendo a mani vuote. «Non e a suo agio con gli altri.»
Altre qualita in comune? Effettivamente c'era qualcosa tra lei e il ragazzo, una reciproca comprensione che lui non poteva afferrare.
«Bene, Justin. Sei pronto?»
Il ragazzo assenti.
Ci fu un lampo di luce, e una palla di fuoco luminescente fu scagliata nella loro direzione. Si arresto a circa un metro dai suoi bersagli, l'uomo e il ragazzo, poi si alzo sopra le loro teste e si estinse nell'oscurita dietro di loro.
Justin fischio e batte le mani.
«
«Non so. Forse meno ne so meglio e. Perche tutti pensano che sia io a far volare le matite?»
«Quando le forze dell'ordine vengono chiamate a intervenire in assurde faccende di fantasmi o qualche altro caso di attivita paranormale, generalmente si scopre che la spiegazione ha le sembianze di tre ragazzini che se la fanno sotto dal ridere.»
«Ma nel mio caso non c'e nulla da ridere. Sally e andata fuori di testa. Non posso sedermi nella stessa stanza con lei senza che si agiti tutta. E mi fissa di continuo. Non smette mai. Ogni volta che e volato un oggetto eravamo presenti tutti e tre, ma la colpa e sempre toccata a me.» Justin diede un calcio a una scatola. «Ho bisogno di qualcuno che stia dalla mia parte. Qualcuno deve ascoltarmi.»
Erano uno di fronte all'altro quando udirono un sibilo alla loro sinistra. Charles si volto e vide il coltello conficcato nel bersaglio, la lama che ancora vibrava. Questa volta Justin spalanco gli occhi. «Adesso non mi credera mai» disse. Si giro e comincio a correre. In un attimo fu fuori dal cerchio luminoso e nel buio, lanciato in una spasmodica ricerca di una via di fuga, di una luce che indicasse l'uscita. Le sue braccia sottili si agitavano nel tentativo di evitare scatole e bauli.
La memoria guido Charles nell'oscurita, consentendogli di guadagnare in fretta la porta. La apri e davanti a lui si materializzo un rettangolo di vivida luce. In un attimo il ragazzo lo attraverso e si lancio su per le scale, ma, raggiunto il pianerottolo piu alto, inciampo e cadde. Charles lo fece alzare e lo prese per le spalle.
«Stai bene?» No, era chiaro che il ragazzo non stava affatto bene. I suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime. Justin si abbandono contro il suo petto, e insieme attessero che la crisi passasse.