abbastanza vicini da toccarsi. E cio gli parve una gentilezza da parte sua. Porto loro anche un pasto caldo.

Lui mangio dopo ed annaffio la sua cena con cio ch’era rimasto della seconda bottiglia di brandy che avevano aperto i Johnston. Aveva quasi finito quando Alain entro in cucina. Il sangue si era seccato sulla camicia ed un buco nero e bruciacchiato era rimasto la dove il proiettile lo aveva trapassato. A parte cio, l’incidente non aveva avuto altre conseguenze sulla sua persona. «Abbiamo finito,» disse Alain a Billy. «Julian vuole che lo raggiunga nella biblioteca.»

Billy la Serpe spinse via il piatto e ando immediatamente da colui che lo aveva convocato. La sala da pranzo necessitava di una pulizia radicale, lo noto mentre l’attraversava. Nel cupo silenzio che vi regnava, Adrienne, Kurt e Armand degustavano calici di vino — i corpi, o cio che di essi era avanzato, giacevano a pochi metri da loro. Qualcun altro era nel salotto, a conversare.

Nella biblioteca era buio pesto. Billy pensava di trovarvi Damon Julian da solo, invece, quando entro, scorse tre figure indistinte confuse tra le ombre, due sedute, una in piedi. Non riusci a capire chi fossero. Aspetto sulla soglia finche Julian non parlo. «In futuro non portare mai piu gente simile nella mia biblioteca,» disse infine la voce. «Erano lerci. Hanno lasciato un lezzo ripugnante.»

Una breve fitta di paura pugnalo Billy. «Si, signore,» disse, fronteggiando la poltrona da cui Julian aveva parlato. «Vi chiedo scusa, Mister Julian.»

Dopo un attimo di silenzio, Julian disse, «Chiudi la porta, Billy. Entra. Puoi accendere la lampada.»

Una rossa vernice sgargiante imporporava il paralume di vetro; e la fiamma che vi ardeva soffondeva nella stanza polverosa la tinta rugginosa del sangue secco. Damon Julian sedeva su una sedia dall’alto schienale, le dita lunghe e delicate congiunte a guglia sotto il mento, le labbra atteggiate ad un fievole sorriso. Valerie sedeva alla sua destra. La manica della veste si era strappata nella foga della colluttazione, ma non pareva essersene accorta. Agli occhi di Billy essa apparve ancor piu pallida del solito. Qualche metro piu in la c’era Jean, in piedi dietro un’altra sedia, e con aria nervosa e circospetta tormentava il grosso anello d’oro che portava al dito.

«E proprio necessario che lui stia qui?» chiese Valerie rivolgendosi a Julian. Getto quindi una fulminea occhiata a Billy, e dai grandi occhi purpurei sgorgo un fiotto di disprezzo.

«Sai, Valerie,» replico Julian, e le prese la mano. Essa tremo e serro le labbra strettamente. «Ho fatto venire qui Billy per rassicurarti,» continuo Julian.

Jean raduno tutto il suo coraggio e fisso Billy la Serpe dritto in faccia, accigliandosi. «Questo Johnston aveva una moglie.»

Difatti l’aveva, penso Billy. «Vi spaventa l’idea?» chiese a Jean in tono beffardo. Jean non era uno dei favoriti di Julian, cosicche poteva schernirlo senza correre rischi. «Aveva una moglie,» disse Billy, «ma non c’e da preoccuparsene. Non le parlava mai molto del suo lavoro, non le diceva mai dove stesse andando ne quando sarebbe tornato. Quella donna non verra a darvi la caccia.»

«Questa storia non mi piace, Damon,» mugugno Jean.

«Quanto agli schiavi?» domando Valerie. «Sono stati via due anni. Hanno raccontato delle cose ai Johnston, cose pericolose. Devono aver parlato anche con altra gente.»

«Billy?» incalzo Julian.

Billy la Serpe si strinse nelle spalle. «Immagino che abbiano spifferato tutto quanto ad ogni negro che hanno incontrato da qui all’Arkansas,» disse. «Ma la cosa non mi preoccupa per niente. Frottole di negri, nessuno vi dara credito.»

«Chissa,» fece Valerie. Si rivolse quindi a Damon Julian con voce supplice. «Damon, ti prego. Jean ha ragione. Stiamo qui da troppo tempo. E pericoloso. Ricordi cosa fecero a quella donna, a quella Lalaurie di New Orleans, quella che torturava i suoi schiavi per provarne piacere? Col passare del tempo si venne a sapere, e quel che faceva lei non era nulla al confronto…» Esito, inghiotti ed aggiunse, sommessamente, «delle cose che facciamo noi. Le cose che dobbiamo fare.» Distolse il viso da quello di Julian.

Lentamente, dolcemente, Julian protese una mano bianca, le tocco la guancia; un dito scivolo lungo un lato del viso sfiorandolo in una tenera carezza, poi la mano si chiuse delicatamente sotto il suo mento e glielo sollevo per far si che lei lo guardasse a viso aperto. «Sei dunque cosi timorosa adesso, Valerie? Devo rammentarti chi sei? Hai di nuovo dato ascolto alle ciarle di Jean? E lui il tuo Signore adesso? E lui il Signore del Sangue?»

«No,» rispose lei, i profondi occhi violetti piu grandi che mai, la voce tremula di paura. «No.»

«Chi e il Signore del Sangue, mia diletta Valerie?» le chiese Julian. I suoi occhi gravidi la lambirono per poi penetrare direttamente in lei.

«Sei tu, Damon,» sussurro. «Tu.»

«Guardami, Valerie. Credi davvero ch’io debba temere le storie messe in giro da una coppia di luridi schiavi? Che m’importa cosa dicono di me?»

Valerie apri la bocca. Nessuna parola ne sorti.

Soddisfatto, Damon Julian abbandono la presa. Profondi segni rossi le marchiavano la carne la dove le sue dita avevano premuto. Sorrise a Billy mentre Valerie si tirava indietro.

«Tu cosa ne pensi, Billy?»

Billy Tipton abbasso gli occhi a terra e strascico nervosamente i piedi. Sapeva bene cos’avrebbe dovuto dirgli, ultimamente vi aveva ragionato sopra, e c’erano cose che avrebbe dovuto dire a Julian ma che Julian non avrebbe gradito ascoltare. E cosi aveva rinunciato, ma ora non gli sembro che avesse molte possibilita di scelta. «Non lo so, Mister Julian,» rispose flebilmente.

«Non lo sai, Billy? Cos’e che non sai?» Il tono era freddo e vagamente minaccioso.

Al che Billy, superata ogni esitazione, si lancio nella esposizione delle sue considerazioni. «Non lo so quanto ancora potremo andare avanti, Mister Julian,» disse con audacia. «Ci ho pensato su parecchio, e ci sono cose che non mi garbano. Questa piantagione fruttava un mucchio di quattrini quando c’era Garoux a governarla, ma adesso non vale un soldo. Voi sapete se io sono capace di cavar lavoro dai negri, dannazione se non lo so fare, ma da cio che e morto o abbandonato non posso far fruttare un bel niente. Quando voi e i vostri amici cominciaste a prendere i ragazzini dalle capanne o a ordinare che vi portassi delle ragazze negre su in casa per non uscirne mai piu, ecco, quello fu il principio dei nostri guai. E piu di un anno ormai che non avete piu schiavi, tranne quelle ragazze da letto, e quelle di certo non si vedono a lungo in giro.» Sbotto in un riso nervoso. «Non abbiamo piu visto l’ombra di un raccolto. Abbiamo venduto meta della piantagione, tutti i lotti migliori. E quelle meticce da letto, Mister Julian, quelle costano. Siamo in una situazione finanziaria catastrofica.

«E questo non e tutto. Prendere i negri e un conto, ma usare gente bianca per placare la sete, questo e assai pericoloso. Forse a New Orleans non si corrono grossi rischi, ma io e voi sappiamo che fu Cara ad uccidere il figlio minore di Henri Cassand. Si tratta di un nostro confinante, Mister Julian. Tutto il vicinato sa che c’e qualcosa di strano in questa proprieta, manca solo che i loro schiavi e i loro figli comincino a morire e per noi saranno guai seri.»

«Guai?» disse Damon Julian. «Siamo forti di venti elementi, e ci sei tu. Cosa puo farci quella sporca mandria?»

«Mister Julian,» disse Billy, «e se venissero di giorno?»

«Non accadra,» disse Julian accompagnando le parole con un gesto casuale, «se dovesse accadere, allora li serviremo come meritano.»

Billy la Serpe fece una smorfia di disappunto. Julian poteva permettersi di non preoccuparsi, dopotutto i rischi maggiori era lui a correrli. «Io penso che forse Valerie ha ragione, Mister Julian,» disse con aria afflitta. «Credo che dovremmo andare da qualche altra parte. Abbiamo esaurito questo posto. E pericoloso rimanerci.»

«Io ci sto bene qui, Billy,» disse Julian. «Quella marmaglia mi da nutrimento, perche dovrei fuggirne?»

«I soldi, allora. Dove troveremo il danaro per mantenerci?»

«I nostri ospiti hanno lasciato dei cavalli. Domani portali a New Orleans e vendili. Potresti anche vendere un altro pezzo di terra. Neville di Bayou Cross sara felice di acquistare ancora. Prova a sentirlo, Billy.» Julian sorrise. «Potresti addirittura invitarlo a cena, per discuterne. Chiedigli di portare con se la sua adorabile mogliettina e quel loro figlio tanto giovane e delicato. Sam e Lily serviranno a tavola. Sara tutto uguale a prima, quando gli schiavi non erano fuggiti.»

Stava scherzando; non poteva essere altrimenti. Ma non bisognava mai commettere l’errore di prendere alla leggera le parole di Julian. «La casa,» obietto Billy. «Verranno qui a mangiare e vedranno in quale stato pietoso e ridotta. E rischioso. Quando se ne andranno racconteranno quel che avranno visto.»

«Se se ne andranno, Billy.»

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