«Damon,» disse Jean con voce stentata, «non puoi dire sul serio…»

Nella stanza cupa intrisa di quel lucore vermiglio l’atmosfera era rovente. Billy comincio a sudare. «Neville e — vi prego Mister Julian, non potete prendervi Neville. Non potete continuare a prendere la gente di qui e a comprarvi belle ragazze al mercato degli schiavi.»

«Una volta tanto la tua creatura ha ragione,» interloqui Valerie in un filo di voce. «Dagli ascolto.» Anche Jean approvava con cenni del capo, avere altri schierati dalla sua parte lo aveva reso piu audace.

«Perche non vendere l’intera baracca?» suggeri Billy. «Ormai la proprieta cade a pezzi. Ci trasferiamo a New Orleans, tutti quanti. Laggiu le cose dovrebbero andar meglio. Con tutti quei creoli e negri liberi, per non parlare dell’accozzaglia che bazzica sul fiume, chi volete che s’accorga se qualcuno sparisce dalla circolazione?»

«No,» disse Damon Julian. E fu glaciale. La sua voce disse loro che non avrebbe tollerato ulteriori discussioni. Billy s’azzitti all’istante. Jean ricomincio a giocherellare con l’anello, la bocca arcuata da un’espressione di cupa amarezza e di timore.

Ma Valerie, sbalorditivamente, prese la parola. «Andiamocene noi, allora.»

Julian giro il capo languidamente. «Noi?»

«Io e Jean,» fece lei. «Mandaci via. Sara… meglio. Lo sara anche per te. E meno rischioso quando siamo in pochi. Le tue ragazze da letto dureranno di piu.»

«Mandarti via, mia cara Valerie? Oh, ma mi mancheresti terribilmente. E sarei anche in pena per te. Dove andresti mai, mi chiedo?»

«Da qualche parte. Ovunque.»

«Speri ancora di trovare la tua Citta Oscura in una grotta?» le disse Julian, schernendola. «La tua fede e commovente, bambina. Hai forse scambiato il povero Jean, cosi debole e gracile, per il tuo pallido Re?»

«No,» disse Valerie. «No. Cio che vogliamo e la pace, la tranquillita. Ti prego, Damon. Se restiamo tutti qui, ci scopriranno, ci perseguiteranno, ci uccideranno. Lasciaci andare.»

«Tu sei cosi bella, Valerie. Cosi deliziosa.»

«Ti supplico,» disse lei, tremando. «Lontano. La pace.»

«Povera piccola Valerie,» disse Julian. «Non esiste pace. Ovunque tu vada, la tua sete viaggera con te. No, tu rimarrai.»

«Ti supplico,» ripete lei, pervasa da una sorta di torpore che la stordiva. «Mio Signore del Sangue.»

Gli occhi oscuri di Damon Julian si socchiusero appena, e il sorriso si spense. «Se brami tanto andartene, forse ti daro cio che chiedi.»

Valerie e Jean lo guardarono con occhi carichi di speranza.

«Forse dovrei lasciarti andare,» riflette Julian. «Si, tutti e due. Ma non insieme, no. Tu sei cosi bella, Valerie. Jean e poco per te, meriti di meglio. Cosa ne pensi, Billy?»

Billy fece un sorrisetto malizioso. «Mandateli via tutti, Mister Julian. Non avete bisogno di nessuno di loro. Avete me. Mandateli via, cosi vedranno come sara starsene da soli.»

«Interessante,» disse Damon Julian. «Ci pensero sopra. Adesso lasciatemi solo, tutti quanti. Billy, tu vai a vendere i cavalli. Senti cosa dice Neville a proposito del terreno.»

«Senza invitarlo a pranzo?» chiese Billy con sollievo.

«No,» rispose Julian.

Billy fu l’ultimo a raggiugere la porta. Dietro di lui Julian soffio sulla lampada ed il buio inondo la stanza. Ma Billy esito sulla soglia, poi torno a voltarsi.

«Mister Julian,» disse, «la vostra promessa — sono passati degli anni ormai. Quando?»

«Quando non avro bisogno di te, Billy. Di giorno tu sei i miei occhi. Tu fai le cose che io non posso fare. Come potrei fare a meno di te adesso? Ma non temere. Non dovrai aspettare a lungo. E quando sarai uno dei nostri il tempo non avra per te alcun senso. Gli anni e i giorni sono la medesima cosa per chi possiede la vita eterna.» La promessa colmo Billy di rassicurazione. Usci per eseguire i compiti affidatigli da Julian.

Quella notte sogno. Nei suoi sogni si vedeva bello e tenebroso al pari di Julian, elegante e predace. Era sempre notte nei suoi sogni, e vagabondava per le strade di New Orleans sotto il pallido plenilunio. Lo guardavano passare dalle finestre e dai piccoli balconi di ferro riccamente decorati, e si sentiva quegli occhi addosso, gli uomini sgomenti dal terrore, le donne attratte dal suo potere oscuro. Si avvicinava furtivamente ad essi nell’oscurita, scivolando muto sui marciapiedi lastricati di mattoni, sentiva il frenetico trepestio, il loro ansimare. Sotto il fuoco oscillante di una lampada ad olio appesa ad un filo, afferro un giovane damerino e gli squarto la gola, ridendo. Una focosa bellezza creola lo guardo di lontano, e lui la segui, dandole la caccia lungo i vicoli e i cortili mentre ella fuggiva davanti a lui. Infine, in una corte rischiarata da una fiaccola di ferro battuto, la bella si volto a guardarlo. Somigliava un poco a Valerie. I suoi occhi erano violetti e ardenti di fuoco. La raggiunse, la sospinse all’indietro e la prese. Il sangue creolo era caldo e ricco al pari dei cibi creoli. La notte era sua, e tutte le notti, per sempre, e la Sete Rossa era in lui.

Quando si desto dal sogno, era caldo, febbricitante, e le lenzuola erano bagnate.

CAPITOLO SETTIMO

ST. LOUIS Luglio 1857

Il Fevre Dream rimase ormeggiato a St. Louis per dodici giorni.

Furono giorni di fervente attivita per l’intero equipaggio, con l’eccezione di Joshua York ed i suoi eccentrici compagni. Abner Marsh si alzava di buon’ora ogni mattina e per le dieci era gia in strada a prendere contatto con spedizionieri e proprietari d’alberghi, a far pubblicita del suo battello e cercare di stipulare qualche buon contratto. Aveva fatto stampare una fiumana di volantini per la Fevre River Packets — ora che possedeva di nuovo piu di un solo battello — e assoldo un gruppo di ragazzi perche li affiggessero in tutta la citta. E quando beveva e mangiava in tutti i posti piu frequentati, Marsh tesseva e ritesseva il racconto di come il Fevre Dream aveva superato il Southerner, per esser sicuro che la voce si spandesse in giro. Fece persino pubblicare degli annunci pubblicitari su tre dei giornali locali.

I piloti esperti che Abner Marsh aveva assunto per navigare sul basso Mississippi salirono a bordo non appena il Fevre Dream approdo a St. Louis, e ricevettero il compenso pattuito per il tempo impegnato nell’attesa. I timonieri esigevano compensi alti, specie quelli del calibro dei due scelti da Marsh, ma il Capitano non lesinava il danaro giacche voleva il meglio per il suo battello. Ricevuta la paga, i due piloti seguitarono ad attendere in ozio il momento di mettersi all’opera. I piloti ricevevano sempre la paga completa, ma non alzavano neppure un dito fino a quando il battello non avesse preso il fiume. Per costoro tutto cio che esulava dal pilotare offendeva la loro dignita.

I due piloti assunti da Marsh avevano trovato ciascuno il suo stile personale di oziare. Dan Albright, taciturno, compassato ed elegante, fece un giro di perlustrazione del Fever Dream il giorno in cui vi sali a bordo — visito il battello da cima a fondo, controllo i motori, la timoniera e annui soddisfatto — dopodiche ando immediatamente ad insediarsi nella sua cabina. Trascorreva le sue giornate leggendo nella fornita biblioteca del battello, e talvolta s’intratteneva nel salone principale in una partita a scacchi con Jonathan Jeffers, sebbene, invariabilmente, Jeffers lo battesse.

Karl Framm, invece, lo si trovava solitamente nelle sale da biliardo del lungofiume, a sorridersi intorno coi suoi denti storti sotto l’ampia tesa del cappello di feltro e a millantare la propria bravura e la potenza del suo battello, avviati entrambi a polverizzare ogni altro navigatore di quel fiume. Non per altro Framm godeva la fama di chiassone e contafrottole. Gli piaceva scherzare sul fatto che avesse una moglie a St. Louis, una a New Orleans e una terza a Natchez-sotto-la-collina.

Abner Marsh, beh, lui non aveva proprio il tempo di preoccuparsi granche di quel che andavano facendo i suoi piloti; era troppo impegnato ad occuparsi di questa o di quella faccenda. Ne aveva modo di incontrarsi sovente con Joshua York e compagni, tuttavia, gli era parso di capire che York fosse solito dedicarsi a lunghe passeggiate notturne nel cuore della citta, spesso in compagnia di Simon, il taciturno. Questo Simon stava anche imparando l’arte di miscelare i liquori, giacche Joshua aveva confidato a Marsh la sua intenzione di utilizzarlo come

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