barista notturno durante il viaggio alla volta di New Orleans.
Il piu delle volte, Marsh vedeva il suo socio durante la cena, che Joshua York aveva l’abitudine di consumare nella sala grande insieme agli altri ufficiali prima di ritirarsi nella sua cabina o di rinchiudersi nella biblioteca a leggere i giornali che quotidianamente gli venivano consegnati a pacchi dai battelli che giungevano continuamente all’approdo. Vi fu una volta in cui York annunzio la sua intenzione di andare in citta ad assistere alla rappresentazione teatrale di un gruppo di attori. Invito Abner Marsh e gli altri ufficiali a fargli compagnia, ma Marsh non era particolarmente incline a questo genere di passatempi, cosicche alla fine York ripiego su Jonathan Jeffers. «Drammi e poesie,» borbotto Marsh al suo secondo Mike Dunne il Peloso mentre i due si allontanavano a passo allegro. «Viene da chiedersi che fine stia facendo questo fiume.» In seguito, Jeffers incomincio ad insegnare a York il gioco degli scacchi.
«Che testa c’ha quello, Abner,» disse Jeffers a Marsh un paio di giorni dopo, il mattino dell’ottavo giorno di ferma a St. Louis.
«Joshua, naturalmente. E chi, senno? Gli ho insegnato le mosse solo due giorni fa, e ieri sera l’ho trovato nel salone ad esercitarsi con uno di quei rompicapi per scaccofili sopra un giornale, di quelli che si fa arrivare da New York. Un uomo strano. Quanto ne sapete di lui?»
Marsh aggrotto le sopracciglia. Non voleva che la gente s’incuriosisse piu del dovuto sulla persona di Joshua York; faceva parte dell’accordo. «A Joshua non piace parlare molto di se stesso. Ed io non gli faccio troppe domande. Il passato di un uomo non e affar mio, io la penso cosi. Dovreste regolarvi anche voi alla stessa maniera, Mister Jeffers. Anzi, fate in modo di riuscirci.»
Il commissario di bordo arcuo le sopracciglia brune e sottili. «Se lo dite voi, Capitano,» replico. Ma sul suo volto si disegno un sorriso freddo che Abner Marsh trovo inquietante.
Jeffers non fu l’unico a porgli domande. Anche Mike il Peloso lo interpello dicendogli che gli scaricatori e i fuochisti andavano divulgando strane voci su York e i suoi quattro ospiti, e cosi voleva sapere se Marsh desiderava un suo intervento al proposito.
«Che genere di voci?»
Mike il Peloso scrollo eloquentemente le spalle. «Sul fatto che lui si fa vedere solo di notte. E pure su quei suoi amici, dei tipi cosi strani. Avete presente Tom, il fuochista di babordo? Ecco, state un po’ a sentire cosa racconta quello li — dice che la notte in cui partimmo da Louisville, beh, vi ricordate che zanzare ci ronzavano intorno? — delle bestie grasse cosi! — Tom dice di aver visto quel Simon giu sul ponte di coperta, stava la a guardarsi attorno senza far niente, e una zanzara gli si e posata su una mano, allora lui l’ha schiacciata con l’altra mano. L’ha spiaccicata ben bene. E sapete come sono piene a volte le zanzare, cosi quando si schiacciano il sangue esce fuori a zampilli. Tom dice che questo accadde con la zanzara sulla mano di Simon, e cosi, quando quello la schiaccio, la mano s’imbratto tutta di sangue. Solo che, questo lo dice Tom, quel Simon si mise a guardar fisso la mano insanguinata per un bel pezzo, poi finalmente la sollevo e che possa dannarsi se non lo vide leccarsela.»
Abner Marsh si rabbuio. «Dite a questo Tom che la piantasse di raccontare storie simili, se non vuole andare a gettar legna nel forno di babordo sul battello di qualchedun altro.» Mike il Peloso annui, passo nell’altra mano la spranga di ferro sbattendovela con mal garbo, e si avvio ad andarsene. Ma Marsh freno il suo passo. «No,» disse. «Aspettate. Ditegli di non sciorinare storie a destra e a manca. Ma se vedra qualche altra stranezza, dovra venire a riferirla a voi, o a me. Ditegli che gli daremo mezzo dollaro.»
«Mentira per quel mezzo dollaro.»
«Gia, dimenticate allora il mezzo dollaro, ma ditegli il resto.»
Quanto piu Abner rimuginava la storia di Tom, tanto piu essa lo crucciava. L’apprendere che Joshua York fosse intenzionato a sistemare Simon dietro il banco del bar, esponendolo cosi all’occhio del pubblico e dove un uomo avrebbe potuto controllarne la condotta, lo rese immensamente lieto. Marsh non aveva mai avuto simpatia per i becchini, e Simon, allorche non gli rammentava i clienti di costoro, gli rammentava comunque qualcosa di empio. Sperava solo che non si sarebbe messo a leccar zanzare mentre stava servendo dei drink ai passeggeri delle cabine di lusso. Un affare del genere avrebbe rovinato la reputazione di un battello in quattr’e quattr’otto.
Ad ogni buon conto, Marsh riusci a togliersi dalla mente il curioso episodio, e si rigetto a capofitto negli affari. Tuttavia, nella notte che precedeva la partenza stabilita in calendario, qualcos’altro intervenne ad angustiarlo. Aveva fatto una capatina nella cabina di Joshua York per rivedere insieme a lui alcuni particolari relativi al viaggio imminente. Aveva trovato York seduto alla scrivania, il sottile temperino dal manico d’avorio in una mano, intento a ritagliare un articolo da un giornale. I due chiacchierarono per alcuni minuti dell’argomento in questione e Marsh stava per congedarsi da York quando noto una copia del Democrat sulla scrivania del socio. «Dovevano pubblicare un nostro annuncio,» disse Marsh, allungando una mano verso il giornale. «Avete finito con questo, Joshua?»
Con un cenno della mano, York acconsenti a che lo prendesse. «Prendetelo pure, se vi fa piacere,» gli disse.
Abner Marsh si reco nella sala grande col giornale sotto il braccio e prese a sfogliarlo mentre Simon gli preparava un drink. Era piuttosto seccato. Non riusciva ad individuare l’annuncio pubblicitario del battello. Non poteva essere stata una dimenticanza, no, naturalmente; il fatto si spiegava cosi: York aveva ritagliato un articolo dalla facciata posteriore a quella nella quale erano pubblicate le notizie relative ai battelli, sicche un bel buco si apriva proprio al posto giusto. Marsh vuoto il bicchiere, ripiego il giornale e si avvio verso la cabina dell’impiegato.
«Avete l’ultimo numero del Democrat?» chiese Marsh a Jeffers. «Sospetto che quel dannato di Blair abbia dimenticato di pubblicare il mio annuncio.»
«E laggiu,» replico Jeffers, «ma non c’e stata nessuna omissione. Guardate alla pagina della navigazione.»
E difatti l’annuncio c’era, un riquadro nel mezzo di una colonna fatta di riquadri simili:
Martedi lo splendido e veloce battello Fevre Dream partira per New Orleans, Louisiana, fermandosi in tutti i porti intermedi. Viaggera spedito sotto la guida e la scorta di un valido equipaggio e di un gruppo di esperti ufficiali. Per l’imbarco di merci o passeggeri rivolgersi all’ufficio di bordo o alla sede amministrativa della compagnia sita alla fine di Pine St.
— Abner Marsh, direttore generale
Marsh controllo l’annuncio, annui e giro la pagina per vedere cos’aveva ritagliato Joshua York. L’articolo sembrava la ristampa di una notizia apparsa in un giornale del basso fiume, e riguardava la morte di un uomo, un poveraccio che lavorava in un deposito di legname trovato morto nel suo casotto sul fiume a nord di New Madrid. Il comandante in seconda di un battello fermatosi per far rifornimento di legna aveva scoperto il cadavere dopo che nessuno aveva risposto alle numerose chiamate. Qualcuno aveva addossato la colpa agli indiani, qualcun altro propendeva maggiormente per l’ipotesi che l’uomo fosse stato aggredito da un branco di lupi, giacche il corpo era praticamente dilaniato e mezzo rosicchiato. Questo era pressappoco tutto quanto diceva l’articolo.
«C’e qualcosa che non va, Capitano Marsh?» gli chiese Jeffers. «Avete fatto una faccia strana.»
Marsh ripiego il Democrat di Jeffers e se lo infilo sotto il braccio accanto a quello di York. «No, niente, su questo dannato giornale ci sono un paio di errori di ortografia.»
Jeffer sogghigno. «Ne siete sicuro? A quel che mi risulta l’ortografia non e proprio il vostro forte, Capitano.»
«Non prendetemi mai piu in giro su questo argomento, Mister Jeffers, o vi gettero fuori bordo,» replico Marsh. «Vorrei tenere il vostro giornale, se non avete nulla in contrario.»
«Fate pure,» disse Jeffers. «Lo avevo gia letto.»
Tornato al bar, Marsh rilesse l’articolo sull’uomo del deposito di legna. Quale ragione poteva aver spinto Joshua York a ritagliare un articolo sulla morte di un povero diavolo aggredito dai lupi? Marsh non riusciva ad approdare ad una spiegazione plausibile, ma la cosa lo turbava. Alzo lo sguardo verso il grande specchio che sovrastava il bar e noto gli occhi di Simon che lo fissavano. Il Capitano si affretto a richiudere il giornale e ad infilarselo in una tasca. «Un bicchierino di whiskey,» ordino.