Marsh bevve il whiskey d’un sol fiato e quando il suo tocco ardente si espanse in tutto il suo petto mando un lunghissimo «Aaaaaaah.» Il liquore gli rischiaro un poco le idee. Aveva diversi modi per scoprire di piu riguardo a quella faccenda, ma anche stavolta si trattava di cose che non gli appartenevano, non era affar suo qual genere di articoli Joshua York preferisse leggere sui suoi giornali. Inoltre, aveva dato la sua parola di non intrigarsi nei fatti privati di York, e Abner Marsh si reputava un uomo di parola. Animato da una risoluta determinazione, Marsh mise giu il bicchiere e si allontano dal bar. Discese a passi pesanti la sontuosa scalinata che s’incurvava fino a posarsi sul ponte di coperta e getto tutti e due i giornali nella bocca oscura di uno dei forni. I manovali lo guardarono con aria perplessa, ma Marsh si senti immediatamente ripreso. Un uomo non doveva covare sospetti sul proprio socio, specie se costui era un uomo generoso e cortese come Joshua York. «Cos’avete da guardare?» sbraito agli uomini che lo fissavano. «Non avete niente da fare? Andro a cercare Mike il Peloso perche vi trovi subito un’occupazione!» In un batter d’occhio i lavoranti si rimisero all’opera. Abner Marsh ritorno nel salone e bevve un altro bicchiere.

Il mattino seguente il Capitano Marsh si reco in Pine Street, all’ufficio principale della sua impresa e vi resto parecchie ore per adempiere a diverse incombenze. Pranzo al Planters’ House, attorniato da vecchi amici e vecchi rivali, e si senti magnificamente. Non fece economia nell’elogiare il suo battello la cui superiorita si sfreno a sciorinare con fiumi di parole; dovette pero subire altrettante millanterie da parte di Farrell ed O’Brian, che non mancarono di sperticarsi in lodi dei loro battelli, ma sopportarli non gli costo gran fatica, e cosi si limito a sorridere e a dir loro, «Bene, ragazzi, forse c’incontreremo sul fiume. Non sara grandioso?» Non vi fu un’anima che alludesse alla sua passata sventura, e tre uomini si succedettero al tavolo di Marsh per domandargli se avesse bisogno di un pilota esperto nella navigazione sul basso Mississippi. Insomma, trascorse un bel paio d’ore.

Nel tornare al fiume di buon passo, Marsh capito per caso davanti alla bottega di un sarto. Esito, tirandosi pensosamente la barba mentre rimuginava un’idea che gli era balenata in mente tutto d’un tratto. Poi si decise ed entro, illuminato da un largo sorriso, e ordino una nuova giacca da comandante. Bianca, con una doppia fila di bottoni d’argento, uguale a quella di Joshua. Marsh lascio due dollari d’acconto e concordo di andare a ritirare la giacca quando il Fevre Dream sarebbe ritornato a St. Louis. Usci dalla bottega pervaso da un piacevole senso di autocompiacimento.

Il lungofiume era caotico. Una consegna di merci solide era arrivata in ritardo e gli scaricatori stavano sudando sette camicie per caricarla in tempo. Whitey aveva gia fatto alzare il vapore; alte piume candide fioccavano dai tubi di scappamento, e scuri pennacchi di fumo si srotolavano dalle cime fiorite dei fumaioli. Il battello alla sinistra del Fevre Dream stava uscendo dal porto accompagnato da potenti sbuffi di fumo e da un coro di fischi e grida. E il battello posto a destra, uno grande con le ruote laterali, stava scaricando merci sulla sua scialuppa, il guscio vecchio e decrepito di quello che un tempo era stato anch’esso un battello e che adesso era permanentemente ormeggiato alla calata. In su e in giu per l’intero lungofiume si allineavano battelli in numero incalcolabile, si susseguivano a perdita d’occhio in ciascuna direzione, e Marsh stentava a tenerne il conto. Nove battelli piu su c’era il lussuoso John Simonds che stava imbarcando i passeggeri. Piu giu seguiva il Northern Light, con un’immagine dell’Aurora dipinta a tinte sgargianti sulle ruote laterali; questo era un battello nuovo fiammante dell’alto Mississippi, e la Northwestern Line asseriva che fosse il battello piu veloce che avesse mai navigato in quelle acque. In arrivo dal basso fiume c’era il Grey Eagle, che il Northern Light avrebbe dovuto assolutamente raggiungere se intendeva difendere la fama di cui si faceva vanto. C’era poi il Northerner ed il rozzo, potente St. Joe con la ruota poppiera, e il Die Vernon II, e il Natchez.

Marsh li guardo uno alla volta, osservo le intricate figure ornamentali sospese tra i fumaioli, gli elaborati trafori e la vivida verniciatura, il vapore sibilante e mugghiante, la potenza delle loro ruote. E poi guardo il suo battello, il Fevre Dream, tutto bianco, blu e argento, e gli parve che il suo vapore si innalzasse piu in alto di quello degli altri, che la sua sirena avesse una tonalita piu dolce, piu chiara, che la sua vernice fosse piu pulita e che le sue ruote fossero piu for-mi-da-bi-li. E lo vide svettare sopra ogni altro battello, tranne che su tre o quattro, e lo vide piu lungo di tutti gli altri. «Li vinceremo tutti quanti,» disse a se stesso, e prosegui lungo il fiume, verso la sua creatura.

CAPITOLO OTTAVO

A bordo del Fevre Dream FIUME MISSISSIPPI Luglio 1857

Abner Marsh taglio una fetta di formaggio dalla pezza sul tavolo, la sistemo con modi accorti in cima a quanto rimaneva della sua torta di mele, ed inforchetto entrambe con un lesto movimento della grassa mano rubiconda. Rutto, si puli la bocca col tovagliolo e scrollo via dalla barba qualche briciola impigliatasi, poi si abbandono sullo schienale della sedia con un gran sorriso stampato sulla faccia.

«E buona la torta?» chiese Joshua York, sorridendo a Marsh sopra un bicchiere da brandy.

«Toby non sa cucinarne di cattive,» replico Marsh. «Avreste dovuto assaggiarne un pezzo.» Si scosto dal tavolo e si alzo in piedi. «Bene, finite il vostro brandy, Joshua. E ora.»

«Ora?»

«Volevate imparare a conoscere il fiume, no? Non imparerete di certo standovene seduto a tavola, lasciatevelo dire.»

York fini il brandy, ed insieme salirono alla cabina di pilotaggio. Karl Framm era di turno. Sdraiato sul divano, col fumo che si levava in riccioli dalla sua pipa, si beava nell’ozio mentre il suo apprendista — un giovane alto e con i capelli biondi e lisci che gli ricadevano sul colletto — stava alla ruota del timone. «Capitano Marsh,» disse Framm, annuendo. «E voi dovete essere il misterioso Capitan York. Lieto di fare la vostra conoscenza. Prima d’ora non ero mai stato su di un battello con due capitani.» Sorrise, un largo sorriso obliquo dal quale balugino il lampo giallo di un dente d’oro. «I capitani di questo battello sono quasi tanti quante le mogli che ho io. Naturalmente, ve ne sono buone ragioni. Su questo legno ci sono piu caldaie, piu specchi e piu argenti che in qualsiasi altro battello che abbia mai visto, percio, suppongo che sia giusto che abbia anche piu capitani.» L’allampanato pilota cadetto si sporse in avanti e lascio cadere una pioggerella di cenere dalla sua pipa nella pancia della grande stufa di ferro. Questa era fredda e oscura essendo la notte calda e afosa. «Cosa posso fare per voi, signori?» chiese Framm.

«Insegnateci il fiume,» rispose Marsh.

Le sopracciglia di Framm si sollevarono. «Insegnarvi il fiume? Ho gia un allievo. Giusto, Jody?»

«Certamente, Mister Framm.»

Framm sorrise e si strinse nelle spalle. «Vedete, sto insegnando il mestiere a Jody, ed e gia tutto concordato, ricevero seicento dollari dai primi stipendi che si guadagnera quando lo avro istruito e sara entrato a far parte dell’associazione. Se gli ho fatto questo prezzo cosi economico e perche conosco la sua famiglia. Quanto a voi, pero, non posso dire di conoscere le vostre famiglie, non posso dirlo affatto.»

Joshua York si sbottono il panciotto grigio scuro. Indossava una cintura portasoldi. Ne tiro fuori un pezzo d’oro da venti dollari e lo depose in cima alla stufa, l’oro luccico fievolmente sul ferro nero. «Venti,» disse York, e depose un’altra moneta sopra la prima. «Quaranta,» disse. Una terza. «Sessanta.» Quando ebbe raggiunto la somma di trecento dollari, York si riabbottono il gilet. «Temo che questo sia tutto cio che ho con me al momento, Mister Framm, ma vi assicuro che non sono a corto di fondi. Fissiamo un compenso di settecendo dollari per voi, ed un eguale ammontare per Mister Albright, se entrambi mi istruirete nei rudimenti del pilotaggio, e rinverdirete le conoscenze del Capitano Marsh mettendolo in grado di pilotare il suo battello. Pagamento immediato, beninteso; non dovrete aspettare di detrarlo da futuri compensi. Cosa ne dite?»

A Marsh parve che Framm fosse rimasto un po’ freddo a quell’offerta. Lo vide aspirare pensosamente fumo dalla pipa per qualche istante, come se stesse valutando a dovere la proposta, ed infine allungare una mano sulla pila di monete d’oro. «Non posso parlare per conto di Mister Albright, ma per conto mio, ho sempre apprezzato il colore dell’oro. Vi istruiro. Che ne dite di venir su domani con la luce del giorno, quando inizio il turno?»

«Sara forse una buona soluzione per il Capitano Marsh,» disse York, «ma io preferisco iniziare immediatamente.»

Framm lancio occhiate intorno. «Diavolo,» disse. «Ma non vedete? E notte. E quasi un anno che sto

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