perdere tempo a parlare. Ma i dolci accenti e gli occhi glaciali di Damon Julian avevano zittito le sue proteste, e cosi Valerie si era infilato l’anello e s’era messa docilmente in ascolto.
Quando Julian aveva terminato il suo racconto, Garoux era scosso da tremiti violenti e gli occhi catarrosi erano pieni di lacrime, di dolore e d’odio. E poi, sorprendentemente, Damon Julian aveva detto a Billy la Serpe di porgere al vecchio il suo coltello. «Ma non e morto ancora, Mister Julian,» aveva protestato Billy. «Vi strappera le budella.»
Al che Julian lo aveva semplicemente guardato, sorridendogli. E cosi Billy la Serpe aveva allungato una mano dietro la schiena ed estratto il coltello lo aveva consegnato nelle mani grinzose e punteggiate da macchie rossastre. Mani che tremavano con una violenza tale da far temere a Billy che il vecchio non avrebbe tenuto la presa sul dannato arnese, il che, invece, non era accaduto. Chissa con quale energia il vecchio era riuscito ad avvinghiare le mani intorno all’arma. Allora Damon Julian si era seduto sulla sponda del letto. «Rene,» aveva detto. «I miei amici hanno sete.» La voce cosi calma, cosi melodiosa.
Non c’era stato bisogno di aggiungere altro. Alain aveva tirato fuori un bicchiere di fine cristallo con l’orlo decorato con lo stemma di famiglia, ed il vecchio Rene Garoux si era tagliato una vena del polso incidendolo con misurata attenzione ed egli stesso aveva riempito il bicchiere col fiotto vermiglio, piangendo e tremando in quel mentre. Valerie, Alain e Adrienne si erano passati il bicchiere di mano in mano, ma a finirlo sarebbe stato Damon Julian, mentre Garoux si dissanguava a morte nel suo letto.
«Begli anni abbiamo vissuto grazie a Garoux,» stava dicendo Kurt, e le sue parole richiamarono Billy la Serpe al presente, allontantanandolo dai suoi ricordi. «Ricchi, al sicuro, soli, e la citta ad un tiro di schioppo, raggiungibile a piacimento. Da mangiare e da bere a volonta, e schiavi negri a servirci. E poi, una squisita sgualdrinella ogni mese.»
«Eppure tutto cio ha avuto fine,» disse Julian con un’ombra di mestizia. «Ogni cosa deve finire, Kurt. Rimpiangi quegli anni?»
«Le cose non vanno piu come una volta,» ammise Kurt. «Polvere e sporcizia ovunque, la casa in rovina, i ratti. Non per questo fremo dall’impazienza di trasferirmi di nuovo, Damon. Sparsi nel mondo non siamo mai al sicuro. Ad ogni caccia segue sempre la paura, il nascondersi, la fuga di chi e braccato. Non voglio provare di nuovo tutto questo.»
Julian gli rivolse un sorriso sardonico. «Scomodo, e vero, ma non privo di stimoli piccanti. Sei giovane, Kurt. Ricorda che ovunque dovessero perseguitarti, tu sei superiore. Li vedrai morti, e cosi i loro figli, e i figli dei loro figli. La proprieta dei Garoux va in rovina. Non badarci. La mandria umana manda sempre in rovina cio che costruisce. Ho visto la stessa Roma ridursi in polvere. Solo noi continuiamo ad esistere.» Scrollo le spalle. «E non e detto che non possiamo trovare un altro Rene Garoux.»
«Fintantoche restiamo con te,» disse Cynthia con voce carica d’ansia. Era una donna minuta e graziosa dagli occhi castani, e da quando Julian aveva lasciato andare Valerie era divenuta la sua favorita, ma anche Billy la Serpe intuiva la caducita della sua posizione. «Quando siamo isolati l’uno dall’altro e piu difficile.»
«Cio significa che non desideri allontanarti da me?» le chiese Damon Julian, sorridendo.
«No,» fece lei. «Ti prego.» In quell’istante anche Kurt ed Armand stavano guardando Julian. Questi aveva cominciato ad allontanare da se i suoi compagni un mese prima, e del tutto inaspettatamente. Valerie era stata la prima ad essere esiliata, com’essa stessa aveva implorato, tuttavia Julian le aveva ordinato di risalire il fiume non in compagnia del molesto Jean, bensi con il bel tenebroso, Raymond, il quale era crudele e forte e — a detta di qualcheduno — figlio dello stesso Julian. Insieme a Raymond sarebbe stata al sicuro — cosi quella notte aveva detto beffardamente Julian mentre Valerie s’inginocchiava dinanzi a lui. Jean era stato congedato la notte seguente, ed era partito solo. A quel punto Billy la Serpe aveva immaginato che non vi sarebbero state altre partenze, ma si era sbagliato. Qualche nuovo progetto aveva preso forma nella testa di Damon Julian, cosicche una settimana dopo era toccato a Jorge di lasciare il gruppo, poi era stato il turno di Cara e Vincent, e cosi di seguito, gli altri erano stati allontanati in coppia o singolarmente. E adesso, coloro che erano rimasti sapevano che nessuno di essi poteva considerarsi al sicuro.
«Ah,» disse Julian a Cynthia in tono divertito. «Beh, adesso siamo solo in cinque. Se facciamo un po’ d’attenzione e ci facciamo durare una ragazza per, beh, diciamo un mese o due, consumandola lentamente — in tal caso credo che potremmo arrivare fino all’inverno. Prima d’allora, forse, avremo ricevuto notizie da qualcuno degli altri. Staremo a vedere. Fino a tale scadenza tu potrai restare con me, mia cara, e cosi pure Michelle, ed anche tu, Kurt.»
Armand parve costernato. «Ed io?» esplose. «Damon, ti supplico.»
«E la sete, Armand? E per questo che tremi? Controllati. Morderai e strapperai quando saremo da quegli amici di Billy? Sai quanto mi disgusta.» Gli occhi gli si strinsero. «Sto ancora riflettendo su di te, Armand.»
Armand abbasso gli occhi sulla sua tazza vuota.
«Io restero,» annuncio Billy la Serpe.
«Ah,» fece Damon Julian. «Naturalmente. Perbacco, Billy, come faremmo senza di te?» Il sorriso che Julian esibi in quel momento non piacque molto a Billy Tipton, ma non c’era nulla che potesse fare.
Dopo un po’ s’incamminarono verso il luogo che Billy aveva promesso di mostrare loro. La casa era fuori del Vieux Carre, nella sezione americana di New Orleans, ma vicina abbastanza da poter essere raggiunta a piedi. Damon Julian procedeva in testa, camminando a braccetto con Cynthia attraverso le strette vie illuminate a gas. Sorrideva a se stesso di un sorriso spettrale mentre osservava i balconi di ferro, i cancelli che si aprivano sui cortili con le fiaccole accese e le fontane, le lampade a gas in cima a pali di ferro. Billy la Serpe dirigeva i loro passi. Ben presto si ritrovarono in un quartiere cittadino piu cupo e povero, dove le costruzioni erano di legno o di mattoni striati in disfacimento, ricavati da un impasto di gusci d’ostriche e sabbia. La rete delle condutture del gas non aveva raggiunto questa zona sebbene i lavori per l’illuminazione della citta fossero durati piu di vent’anni. Agli angoli delle strade delle lampade ad olio dondolavano da pesanti catene di ferro sospese diagonalmente da una parte all’altra della strada e sostenute da grossi ganci infissi nelle fiancate degli edifici. Le lampade ardevano irradiando un sensuale lucore fumoso. Julian e Cynthia s’immergevano nelle pozze luminose per poi disparire nuovamente nell’ombra, e da questa nella luce e poi ancora nell’ombra. Billy e gli altri ne seguivano i passi.
Un terzetto d’uomini sguscio fuori da un vicolo e taglio loro la strada. Julian li ignoro, ma uno degli uomini intravide il volto di Billy la Serpe mentre questi passava sotto una lampada. «Voi!» esclamo.
Billy la Serpe rivolse a loro il suo sguardo senza dir nulla. Erano giovani creoli, mezzi ubriachi e percio pericolosi.
«Io vi conosco, monsieur,» disse l’uomo. Usci dal terzetto e si avvicino a Billy la Serpe, la faccia scura infiammata dall’alcol e dall’ira. «Vi siete dimenticato di me? Ero con Georges Montreuil il giorno in cui lo oltraggiaste alla Borsa Francese.»
Billy la Serpe lo riconobbe. «Bene, bene,» disse.
«Monsieur Montreuil spari in una notte di giugno, dopo una serata trascorsa a giocare al St. Louis,» disse l’uomo rigidamente.
«Oh, sono davvero addolorato,» disse Billy la Serpe. «Immagino che dovette vincere troppo e lo si fece rapinare per rimediare al fastidio causato.»
«Aveva perso, monsieur. Erano settimane che continuava a perdere regolarmente. Non aveva nulla che valesse la pena rubargli. No, non credo che si sia trattato di una rapina. Credo invece che siate stato voi, Mister Tipton. Aveva preso informazioni sul vostro conto. Intendeva trattarvi da quel rifiuto che siete. Voi non siete un gentiluomo, monsieur, altrimenti vi avrei chiesto soddisfazione con un duello. Comunque, se oserete mostrare ancora il vostro brutto muso nel Vieux Carre, avete la mia parola che vi frustero per le strade come un negro. Mi avete inteso?»
«Vi ho inteso» rispose Billy la Serpe, e sputo sullo stivale del creolo.
Questi bestemmio e il volto sbianco dalla rabbia. Avanzo di un passo e fece per abbrancare Billy la Serpe, ma Damon Julian si frappose tra essi e fermo l’assalto dell’uomo poggiandogli una mano sul petto. «Monsieur,» disse Julian, e la sua voce era come vino e miele. L’uomo s’arresto, confuso. «Posso assicurarvi che Mister Tipton non ha arrecato alcun danno al vostro amico, signore.»
«Chi siete?» Seppure mezzo ottenebrato dall’ubriachezza, il creolo si accorse subito chiaramente che Julian era tutt’altra persona rispetto al rozzo Billy la Serpe; gli abiti eleganti, i bei lineanmenti, il tono garbato, tutto cio lo distingueva come un gentiluomo. Gli occhi di Julian luccicarono insidiosamente al chiarore della lampada.
«Mister Tipton lavora per me,» disse Julian. «Possiamo discutere di questa faccenda in un luogo che non sia la pubblica strada? Conosco un posto poco lontano dove potremo sederci al chiaro di luna a bere un bicchierino