versi, sono estremamente deboli. La loro forza e strabiliante, tuttavia non possono entrare in una casa dove non siano stati invitati, e non possono farlo ne in forma umana, ne in quella animale e neppure se si disintegrano in una evanescente nebbiolina. Essi, d’altro canto, esercitano un possente magnetismo animale, la forza di cui scrisse Mesmer, e spesso possono obbligare le loro vittime ad invitarli ad entrare nella propria dimora. Ma una croce li mette in fuga, l’aglio ne sbarra il cammino, e non possono attraversare l’acqua in movimento. Per quanto assai simili d’aspetto a voi e a me, non possiedono anima, e per tale ragione la loro immagine non si riflette negli specchi. L’acqua santa provoca loro ustioni, aborriscono l’argento, la luce del giorno puo distruggerli se lo spuntar dell’alba li sorprende fuori delle loro bare. E segando loro la testa dal corpo, e conficcando un paletto di legno nel cuore di queste creature, e possibile disinfestare permanentemente il mondo dalla loro presenza.» Joshua si abbandono nella poltrona, prese il bicchiere, sorseggio e sorrise. «Quei vampiri, Abner,» disse. Picchietto sul libro un lungo dito. «Questa storia riguarda pochi di loro. Essi esistono realmente. Esseri antichi, eterni, reali. Un odoroten del sedicesimo secolo scrisse questo libro per narrare la storia di coloro che lo avevano preceduto. Un vampiro.»
Abner Marsh resto muto.
«Voi non mi credete,» disse Joshua York.
«Non e facile,» ammise Marsh. Si tiro i peli ispidi e duri della folta barba. V’erano altre cose ancora che non disse. Il racconto di Joshua a proposito dei vampiri non lo turbava neppure la meta di quanto invece lo inquietava il pensiero di quale fosse il ruolo di Joshua in quella storia. «Che io ci creda o no, non ha importanza,» disse Marsh. «Se riesco a bermi le storie di Mister Framm, posso almeno ascoltare le vostre. Continuate.»
Joshua sorrise. «Siete un uomo intelligente, Abner. Dovreste poter immaginare voi stesso il seguito.»
«Non mi reputo cosi intelligente,» disse Marsh. «Ditemelo voi.»
York bevve, alzo le spalle. «Sono i miei nemici. Esistono, Abner, realmente, e sono qua, lungo tutto il vostro fiume. Attraverso libri come questo, attraverso ricerche nei giornali, e grazie ad un lavoro capillare e scrupoloso li ho rintracciati e li ho inseguiti dalle montagne dell’Europa Orientale, dalle foreste dei tedeschi e dei polacchi, dalle steppe della Russia. Li ho braccati fino a qui. Dalla vostra valle del Mississippi, fino al nuovo mondo. Io li conosco, io porro fine a cio che sono ed a tutto cio che sono stati.» Sorrise. «Adesso capite il significato dei miei libri, Abner? E del sangue sulle mie mani?»
Abner Marsh riflette alcuni istanti prima di rispondere. Poi alla fine disse, «Ora mi spiego la ragione per cui avete voluto tutti quegli specchi sulle pareti e sul soffitto del salone al posto di dipinti ad olio ed altri addobbi simili. Per… protezione?»
«Esattamente. E l’argento. Avete mai saputo di un battello cosi ricco d’argento?»
«No.»
«E poi, naturalmente, abbiamo il fiume. Questo vecchio diabolico fiume. Il Mississippi. Acqua in movimento, acqua che corre come in nessun altro luogo al mondo! Il Fevre Dream e un santuario. Io posso dar loro la caccia, capite, ma essi non possono avvicinarsi a noi.»
«Strano che non abbiate detto a Toby di condire con l’aglio ogni pietanza,» disse Marsh.
«Ci avevo pensato,» ribatte Joshua. «Ma in verita l’aglio non mi piace.»
Marsh tacque per alcuni istanti, rimuginando tutto cio che aveva udito. Poi, «Facciamo conto che io vi creda,» disse. «Non sto dicendo che sia cosi, ma accetto tutto quanto per i fini della discussione. Cio nondimeno, ci sono delle cose che non mi convincono. Come mai non me ne avete parlato prima?»
«Se ve lo avessi detto al Planters1 House, non avreste mai accettato di entrare in societa con me. Ho bisogno di forza per giungere la dove devo giungere.»
«E perche uscite solo di notte?»
«Loro cacciano di notte. E piu facile trovarli quando si aggirano allo scoperto in cerca di prede di quando sono rinchiusi al sicuro, nascosti nei loro santuari. Conosco bene le abitudini di coloro che inseguo. E mi adeguo ai loro orari.»
«E quegli amici vostri? Simon e compagnia?»
«Simon collabora con me da lungo tempo. Gli altri si sono aggregati piu di recente. Conoscono la verita e mi assistono nella mia missione. Come spero vorrete fare voi, d’ora in poi.» Joshua ridacchio. «Non crucciatevi, Abner, io ed i miei amici siamo semplici mortali, almeno quanto lo siete voi.»
Le dita di Marsh tormentavano la folta barba. «Datemi da bere,» disse il Capitano. E quando York si protese in avanti, si affretto ad aggiungere, «No, non quella roba, Joshua. Qualcos’altro. Avete del whiskey?»
York si alzo e gli riempi un bicchiere, che Marsh scolo in un’unica sorsata. «Non si puo dire che sia una bella storia, la vostra. Morti, bevitori di sangue, e tutto il resto, non ho mai creduto a queste cose.»
«Abner, il mio e un gioco pericoloso. Non avevo mai inteso coinvolgere voi o alcuno del vostro equipaggio in questa faccenda. Non vi avrei mai detto nulla di tutto questo se non foste stato voi stesso ad insistere. Ad ogni modo, se desiderate restarne fuori, non ho obiezioni in merito. Fate come vi dico, comandate per me il Fevre Dream — non chiedo altro. Io mi occupero di loro. Dubitate forse della mia capacita?»
Marsh osservo il modo tranquillo e disinvolto in cui sedeva, ricordo la forza che si celava dietro quegli occhi grigi, la potenza della stretta di quelle mani. «No,» rispose.
«Molte delle cose che vi avevo detto sono state dettate dalla sincerita,» continuo Joshua. «Il mio scopo non e la mia unica ossessione. Anch’io amo questo battello come lo amate voi, Abner, e condivido molti dei vostri sogni e delle speranze che nutrite per esso. Desidero pilotarlo, desidero conoscere il fiume. Voglio esser presente anch’io il giorno in cui batteremo l’Eclipse. Credetemi quando vi dico…»
Un colpo sulla porta interruppe le sue parole.
Marsh trasali. Joshua York sorrise e si strinse nelle spalle. «I miei amici di Natchez. Vengono a bere con noi,» spiego. «Un momento!» disse ad alta voce. Poi, rivolgendosi a Marsh in tono sommesso e carico d’urgenza, «Ripensate a tutto cio che vi ho detto, Abner. Potremo riparlarne, sempre che lo vogliate. Ma non tradite la mia fiducia, non parlatene a nessuno. Non desidero coinvolgere altre persone.»
«Avete la mia parola,» promise Marsh. «E poi, chi diavolo mi crederebbe?»
Joshua sorrise. «Volete essere cosi gentile da far entrare i miei ospiti mentre io verso loro da bere,» disse.
Marsh si alzo ed apri la porta. Fuori, un uomo e una donna parlottavano scambiandosi tenui bisbigli. Stagliata di la dalle loro sagome, la luna splendeva tra le ciminiere come una fulgida decorazione. Brani di una scurrile canzone di Natchez-sotto-la-collina si udivano fiochi in lontananza. «Entrate,» invito il Capitano.
I due stranieri formavano una coppia di gran bello aspetto, Marsh lo noto non appena entrarono. L’uomo era giovane, quasi piu un ragazzo che un adulto, molto snello, avvenente, moro di capelli e con la pelle chiara su cui sbocciavano labbra carnose e sensuali. Un freddo sguardo feroce gl’infiammo gli occhi neri quando, per un breve istante, si posarono su Marsh. E la donna… Abner Marsh la guardo, e scopri quanto fosse difficile distogliere lo sguardo da lei. Un incanto, un’autentica bellezza. Capelli lunghi e neri come la notte, pelle di seta lattescente, zigomi alteri. La sua vita era cosi sottile che Marsh provo l’impulso di protendere verso di lei le grosse mani per scoprire se fosse riuscito a cingergliela con esse. Ed invece alzo nuovalmente lo sguardo sul suo volto, e la scopri a fissarlo. Occhi incredibili. Marsh non aveva mai veduto occhi di quel colore prima d’allora; un abisso purpureo e vellutato, occhi profondi, gravidi di promesse. Ed in essi gli parve di annegare. Gli rammentavano un colore che aveva visto sul fiume, una volta o due, all’imbrunire, uno strano e quieto lucore violetto, carpito nel fugace spazio di un istante, prima che il buio calasse ad avvolgere ogni cosa definitivamente, inevitabilmente. Marsh sprofondo in quegli occhi, inerme, per un tempo che gli parve durar millenni, finche la donna non vi pose fine offrendogli un enigmatico sorriso e volgendosi altrove con un vivace moto improvviso.
Joshua aveva riempito quattro bicchieri; per Marsh, una coppetta di whiskey, per se e per gli altri, la bevanda della sua riserva personale. «Sono lieto di avervi qui,» disse mentre offriva i bicchieri. «Spero che abbiate trovato soddisfacenti le sistemazioni predisposte per voi.»
«Si, grazie,» disse l’uomo, sollevando il suo bicchiere e guardandolo con un’espressione dubbiosa. Del che Marsh, memore del ripugnante sapore, non pote minimamente biasimarlo.
«Avete uno splendido battello, Capitano York,» disse la donna con una voce calda. «Sara piacevole viaggiarvi.»
«Spero di avere a bordo la vostra compagnia a lungo,» rispose Joshua con grazia e cortesia. «Quanto al Fevre Dream, ne sono molto orgoglioso, ma i vostri complimenti dovrebbero piu giustamente esser diretti al mio socio.» Accompagno le parole con un gesto. «Permettetemi di presentarvi questo formidabile signore, il Capitano Abner Marsh, mio socio armatore nella Compagnia di Navigazione Fevre River Packets, e, a onor del vero, il solo