Per le prime due ore, tutto ando liscio. Oltrepassarono Warrenton, Hard Times e Grand Gulf. Tre o quattro battelli piu grandi li sorpassarono, ma questo c’era da aspettarselo; l’Eli Reynolds non era fatto per la competizione. Abner Marsh era abbastanza soddisfatto dei suoi progressi, tanto che rimase sottocoperta per una trentina di minuti, abbastanza a lungo per controllare e pulire il suo fucile, assicurarsi che fosse carico e consumare una rapida colazione di frittelle, mirtilli e uova fritte. Tra St. Joseph e Rodney, il cielo inizio a coprirsi di nuvole, cosa che Marsh non gradi affatto. Poco tempo dopo, scoppio sul fiume un breve temporale. Non ci furono ne tuoni, ne fulmini, ne pioggia che potesse far male a una mosca, penso Marsh, ma il pilota fu tanto prudente da farli ormeggiare per un’ora, mentre Marsh si aggirava sulla nave, inquieto ed impaziente. Framm o Albright si sarebbero semplicemente spinti nel temporale, ma, su una nave come quella, non ci si poteva aspettare che ci fosse un abile pilota. La pioggia era fredda e grigia. Quando finalmente smise, tuttavia, ci fu un delizioso arcobaleno in cielo, che Marsh si godette a lungo, ancor piu della possibilita di raggiungere Natchez prima di notte.

Quindici minuti dopo essere nuovamente salpato, l’Eli Reynolds ando ad incagliarsi contro un banco di sabbia.

Fu un errore stupido e frustrante. Il giovane pilota, a stento poco piu di un principiante, aveva cercato di recuperare il tempo perduto infilandosi in un braccio infido del fiume, invece di rimanere nel canale principale, che descriveva un’ampia curva verso est. Un paio di mesi prima, avrebbe potuto dimostrarsi un’abile mossa di pilotaggio, ma in quel momento il livello del fiume era troppo basso, anche per un battello piccolo quanto l’Eli Reynolds.

Abner Marsh impreco e percorse il ponte a grandi passi, adirato oltremisura, specialmente quando divenne chiaro che non potevano tirare il battello fuori dal banco soltanto invertendo la rotazione delle pale. Cat Grove e i suoi uomini presero gli argani e le pertiche e le sistemarono. Un paio di volte si rimise a piovere, giusto per rendere le cose piu difficili, ma dopo quattro ore e mezza umide e faticose, il pilota rimise in moto la ruota e l’Eli Reynolds si disincaglio con uno spruzzo di fango e sabbia, vibrando come se stesse per cadere a pezzi. E poi galleggio. Il fischio risuono in trionfo.

Percorsero il braccio con cautela per un’altra mezz’ora, ma una volta riguadagnato il fiume, la corrente si impadroni del battello e il Reynolds acquisto velocita. Discese lungo il fiume a velocita incredibile, fumando e sferragliando come il diavolo in persona, ma non c’era modo di recuperare il tempo perduto.

Abner Marsh sedeva sul divano giallo scolorito nella cabina di pilotaggio quando avvistarono per la prima volta la citta, alta sulle scogliere. Poso la sua tazza di caffe sulla sommita della panciuta stufa e si mise dietro il pilota, che era occupato a tagliare trasversalmente la corrente. Marsh non gli presto attenzione; i suoi occhi erano puntati sull’approdo lontano, dove venti o piu battelli si affollavano contro Natchez-sotto-la-collina.

Il Fevre Dream era li, come aveva previsto.

Marsh lo riconobbe subito. Era la nave piu grande nell’approdo, e superava di buoni quindici metri il suo piu vicino rivale, e anche i suoi fumaioli erano i piu alti. Mentre l’Eli Reynolds si avvicinava, Marsh constato che, tutto sommato, il suo battello non era cambiato poi molto. Era ancora quasi completamente blu, bianco e argento, sebbene avessero dipinto la timoniera di un vistoso rosso brillante, come le labbra di una prostituta di Natchez. Il nome era scritto a grandi lettere gialle che seguivano rozzamente la curva del tamburo; OZYMANDIAS diceva la scritta. Marsh si acciglio. «Vedi quel grande battello laggiu?» disse al pilota, indicandolo con un dito. «Accostati il piu possibile, capito?»

«Si, Capitano.»

Marsh osservo con disgusto la citta che gli stendeva davanti. Le ombre stavano gia allungandosi nelle strade, e le acque del fiume vestivano le tinte scarlatte e oro del tramonto. In piu, il cielo era nuvoloso, troppo dannatamente nuvoloso. Avevano perso troppo tempo allo scalo e in quel braccio del fiume, penso, e, in ottobre, il crepuscolo calava prima, rispetto all’estate. Il capitano Yoerger era entrato nella cabina di pilotaggio. Lo raggiunse ed espresse a parole quel che Marsh stava pensando. «Non potete andare questa sera, capitano Marsh. E troppo tardi. Fara buio in meno di un’ora. Aspettate fino a domani.»

«Ma per chi mi avete preso, per un pazzo?» esclamo Marsh. «Certo che aspettero. Ho commesso quel dannato errore una volta, non lo rifaro certo di nuovo.» Per la frustrazione, batte forte sul ponte la punta del bastone da passeggio. Yoerger fece per aggiungere qualche altra cosa, ma Marsh non lo ascolto. Stava ancora studiando il grande battello ormeggiato al molo. «Per l’inferno,» esclamo improvvisamente. «Cos’e che non va?» Marsh indico con il bastone in noce. «Fumo. Siano dannati, hanno acceso le macchine! Stanno partendo.»

«Non siate impetuoso,» lo ammoni Yoerger. «Se parte, pazienza, la raggiungeremo altrove lungo il fiume.»

«Viaggiano di notte,» disse Marsh, «e attraccano durante il giorno. Avrei dovuto immaginarlo.» Si volto verso il pilota. «Mister Norman, non attraccate piu. Continuate a discendere il fiume, fermatevi al primo scalo che avvistate e aspettate li fin quando quella nave non vi sorpassera. Poi seguitela, meglio che potete. E dannatamente piu veloce del Reynolds, cosi non preoccupatevi se la perderete, limitatevi a discendere il fiume e a starle vicino il piu possibile.»

«Come volete, Capitano,» rispose il pilota. Ruoto la logora ruota di legno del timone, facendola scorrere tra le mani, e l’Eli Reynolds cambio bruscamente direzione e inizio a ritornare verso il canale principale, descrivendo una stretta curva.

Erano rimasti ormeggiati allo scalo gia da novanta minuti ed era ormai notte fonda da circa venti, quando il Fevre Dream li supero. Marsh rabbrividi, quando lo vide avvicinarsi. Il grande battello si muoveva sul fiume con una grazia liquida e terribile, una tranquilla scioltezza che a Marsh ricordo, in qualche modo, l’andatura di Damon Julian. Il battello era quasi del tutto buio. Il ponte di coperta riluceva di un fioco bagliore roseo-rossastro, proveniente dalle fornaci, ma soltanto alcune finestre che davano sul ponte di passeggiata erano illuminate, mentre il ponte del Texas era completamente buio, come la cabina di pilotaggio. Marsh credette di aver visto una figura solitaria, in piedi al timone, ma era troppo lontano per esserne sicuro. La luna e le stelle splendevano pallide sulla vernice bianca e le rifiniture color argento e l’oscena timoniera rossa. Quando sorpasso l’Eli Reynolds, le luci di un altro battello apparvero sulla sua rotta, provenienti dalla parte opposta, e i due battelli si salutarono nella notte. Avrebbe riconosciuto il fischio del suo battello ovunque, penso Marsh, ma ora gli sembro che avesse un suono gelido e triste che non aveva mai udito prima, un gemito malinconico che raccontava di sofferenza e disperazione.

«Tieniti a distanza,» disse al pilota, «ma seguilo.» Un mozzo lascio andare la cima che li teneva attraccati al palo di ormeggio dello scalo, e l’Eli Reynolds ingoio una bella quantita di catrame e di tronchi di pino e si getto all’inseguimento del piu grande, e veloce, cugino. Un paio di minuti dopo, un battello sconosciuto, che stava risalendo il fiume in direzione di Natchez, incrocio il Fevre Dream e continuo la rotta avvicinandosi all’Eli Reynolds, ed emettendo un sonoro segnale su tre toni. Il Reynolds rispose, ma il loro richiamo risuono cosi fievole ed incerto, rispetto al selvaggio e penetrante fischio del Fevre Dream, che Marsh provo una sensazione di disagio. Si era aspettato che il Fevre Dream li distanziasse in pochi minuti, ma cosi non fu. L’Eli Reynolds rimase sulla sua scia per ben due ore. Perse la nave piu grande una mezza dozzina di volte, nelle anse descritte dal fiume, ma dopo qualche minuto ritornava sempre ad avvistarla. La distanza tra i due battelli aumento, ma tanto gradualmente che era difficile accorgersene. «Stiamo viaggiando alla velocita massima, o quasi» disse Marsh al capitano Yoerger, «ma loro stanno semplicemente oziando. A meno che non svoltino in direzione del Red River, suppongo che si fermeranno a Bayou Sara. E li che li prenderemo.» Sorrise. «Un posto adatto, vero?»

Con diciotto caldaie da alimentare e una bella stazza da muovere, il Fevre Dream consumava molta piu legna della sua piccola ombra. Si fermo e carico legna piu volte, e ogni volta l’Eli Reynolds gli si avvicino furtivamente un pochino di piu, sebbene Marsh si fosse preoccupato di far ridurre al pilota la velocita ad un quarto, in modo che non raggiungessero l’altro battello mentre stava facendo rifornimento di legna. Lo stesso Reynolds si fermo una volta per caricare sul suo ponte di coperta mezzo vuoto venti cubiti di faggio tagliato di fresco, e quando riprese la navigazione, le luci del Fevre Dream erano divenute un vago chiarore rossastro sulle nere acque del fiume. Ma Marsh ordino che gettassero nella fornace un barile di lardo, e con quell’esplosione di calore e di vapore fecero ben presto riguadagnare all’Eli Reynolds la distanza perduta. Vicino al punto in cui il Red River confluiva nel piu ampio Mississippi, soltanto un miglio separava i due battelli. Marsh aveva appena portato una caraffa di caffe appena fatto nella cabina di pilotaggio, e stava aiutando il pilota a berlo, quando l’uomo socchiuse gli occhi e disse «Date un’occhiata qui, capitano, sembra che la corrente lo stia spingendo di traverso. Ma qui non bisogna tagliare la corrente.» Marsh poso la tazza e guardo. Improvvisamente il Fevre Dream appariva molto piu vicino, penso, il pilota aveva ragione, si poteva scorgere una buona parte della sua fiancata sinistra. Se non stava tagliando la

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