corrente, forse le acque provenienti dall’affluente erano responsabili della sua andatura perpendicolare, ma non riusciva ad immaginare come un pilota in gamba lo avrebbe permesso. «Sta soltanto aggirando un tronco d’albero o una secca,» disse Marsh, ma il suo tono di voce era incerto. Mentre la osservava, la nave sembro girare ancora di piu, ormai praticamente perpendicolare all’Eli Reynolds. Alla luce della luna, Marsh pote leggere le lettere sulla timoniera. Sembrava quasi che stesse andando alla deriva, ma il fumo e le scintille uscivano ancora dai fumaioli. Ed ora cominciava ad esser visibile persino la prua. «Dannazione,» grido Marsh. Si senti gelare, come se avesse appena fatto un altro tuffo nel fiume. «Sta virando. Dannazione, per tutti gli inferni! Sta virando!»

«Cosa devo fare, Capitano?» chiese il pilota.

Abner Marsh non rispose. Stava osservando il Fevre Dream con timore. Un battello come l’Eli Reynolds, dotato di una ruota poppiera, aveva due modi per cambiare direzione, entrambi goffi. Se il canale era abbastanza largo, poteva virare ad U, ma cio richiedeva un mucchio di spazio e di spinta. Altrimenti, doveva fermarsi e invertire il senso di rotazione delle pale, indietreggiare e girare, fermarsi di nuovo, e ripartire per completare la virata. Entrambi i sistemi richiedevano tempo, e Marsh non sapeva neppure se, in quel luogo, potevano girare. Un battello a ruota laterale era molto piu manovrabile. Poteva semplicemente invertire la rotazione di una delle ruote e mantenere costante la rotazione dell’altra, virando con la facilita di una ballerina che piroetta sulla punta dei piedi. Ora Abner Marsh poteva vedere il castelletto del Fevre Dream. Alla luce della luna, le sue passerelle, ritirate, sembravano due lunghi denti bianchi, e figure dai volti pallidi e vestiti in abiti neri erano raggruppate sulla parte anteriore del ponte di coperta e del ponte di passeggiata. Il Fevre Dream incombeva sull’altro battello piu imponente e piu formidabile che mai. Aveva quasi completato la virata adesso, e l’Eli Reynolds stava ancora avanzando verso di lui, whapwhapwhap, verso quei volti da larve, verso l’oscurita, verso occhi fiammeggianti.

«Tu, dannato pazzo!» muggi Marsh. «Ferma! Indietro tutta, dannazione e vira! Ma non li avete gli occhi? Ci stanno inseguendo!»

Il pilota gli lancio uno sguardo dubbioso, arresto la ruota e inizio a virare, ma proprio mentre eseguiva quella manovra, Abner Marsh si rese conto che era troppo tardi. Non avrebbero mai virato in tempo, e anche se l’avessero fatto, il Fevre Dream sarebbe piombato loro addosso in pochi minuti. E allora sarebbe entrata in gioco la sua potenza, quando entrambe le navi si sarebbero trovate a lottare contro corrente. Marsh afferro il braccio del pilota. «No!» ordino, «mantieni la rotta! Piu veloce! Cerca di girare loro intorno a buona distanza. Aggiungete dell’altro lardo, dannazione, dobbiamo passargli davanti come un lampo prima che ci siano addosso, capito?» Ora, il Fevre Dream li stava sfiorando, con i ponti affollati dalla gente della notte. Il fumo eruttava dalle sue ciminiere, e Marsh pote quasi contare le figure in attesa. Il pilota allungo la mano verso la leva del fischio, ma Marsh lo afferro di nuovo dicendo, «No!»

«Ci scontreremo!» disse il pilota. «Capitano, dobbiamo fargli sapere che direzione stiamo prendendo.»

«Lasciaglielo indovinare. Tu sia dannato, e la nostra unica occasione. E gettate quel lardo nelle fornaci!»

Attraverso le scure acque illuminate dalla luna, il Fevre Dream fischio, trionfante. Sembrava un lupo indemoniato, penso Abner Marsh, che ululava all’inseguimento della preda.

CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

A bordo dell’Ozymandias FIUME MISSISSIPPI Ottobre 1857

«Bene, bene,» disse Billy Tipton la Serpe, «stanno venendo verso di noi spontaneamente. Non e carino da parte loro?»

«Sei sicuro che si tratti di Marsh?», chiese Damon Julian.

«Date voi stesso un’occhiata,» disse Billy la Serpe, porgendo il cannocchiale a Julian. «Proprio lassu, nella cabina di pilotaggio di quella vecchia carretta. Nessun altro e cosi grasso e verrucoso. E stato un bene che abbia cominciato a chiedermi perche ci stavano cosi alle calcagna.»

Julian abbasso il cannocchiale. «Si» Sorrise. «Cosa mai faremmo senza di te, Billy?» Poi il suo sorriso si spense. «Ma, Billy, mi avevi assicurato che il capitano era morto. Quando e caduto nel fiume. Sono sicuro che te ne ricordi. Vero, Billy?»

Billy la Serpe lo guardo, improvvisamente cauto. «Questa volta ce ne assicureremo, Mister Julian.»

«Ah,» continuo Julian. «Si. Pilota, quando li incroceremo, voglio che avvenga il piu vicino possibile. Mi capisci, pilota?»

Joshua York distolse brevemente lo sguardo dal fiume, senza lasciare la sua presa sicura sulla ruota del timone nero e argento. I suoi gelidi occhi grigi incontrarono quelli di Julian attraverso l’oscurita della cabina di pilotaggio, poi si abbassarono di scatto. «Sara cosi,» disse con voce spenta. Sul divano dietro la stufa, Karl Framm si agito debolmente, si alzo, e raggiunse York, fissando il fiume con occhi opachi, smorti. Si muoveva lentamente, traballando come un ubriaco o un debole vecchio.

Guardandolo, era difficile ricordare quanti problemi il pilota aveva causato in precedenza, penso Billy. Pero, Damon Julian si era preso cura di Framm in maniera appropriata; quel giorno era ritornato spensierato alla nave, non capendo quanto fossero cambiate le cose. Il magro pilota aveva raccontato una serie di sciocche vanterie sulle sue tre mogli in presenza di Julian. Damon Julian ne era rimasto divertito. «Dal momento che non potrete piu vedere le altre tre,» aveva detto Julian a Framm, «avrete tre nuove mogli, a bordo del nostro battello. Un pilota ha i suoi privilegi, dopo tutto.» Ed ora Cynthia, Valerie e Cara si nutrivano di lui a turno, facendo attenzione a non bere tutto in una sola volta, ma succhiando con regolarita. Poiche era il solo pilota fornito di brevetto a bordo, non si poteva permettere a Framm di morire, anche se, adesso, era York a condurre per la maggior parte del tempo la nave. Framm non era piu allegro e imponente, ne turbolento. Parlava a stento, e quando camminava, quasi si trascinava, aveva segni di denti e ferite lungo le braccia ossute e un’espressione febbricitante negli occhi. Ammiccando per seguire l’avvicinamento del tozzo battello di Marsh, Framm sembro quasi riprendersi un tantino. Sorrise addirittura. «Vicino,» mormoro, «potete scommetterci, che passera vicino.»

Julian lo fisso. «Cosa intendete dire, Signor Framm?»

«Proprio nulla, eccetto che quel battello vi speronera». Sogghigno. «Scommetto che il vecchio Capitano Marsh ha rimpinzato il ponte macchina di quella dannata nave con dell’esplosivo. E un vecchio trucco del fiume.»

Julian giro di colpo lo sguardo verso il fiume. Il battello si stava dirigendo dritto sul Fevre Dream, vomitando fumo e fuoco come niente fosse.

«Sta mentendo,» disse Billy la Serpe, «mente in continuazione.»

«Guardate a che velocita sta arrivando,» insiste Framm, ed era vero. Con la corrente a favore, le pale giravano furiosamente, il battello si stava precipitando su di loro come il diavolo in persona.

«Il signor Framm ha ragione,» disse Joshua York, e mentre parlava giro l’enorme timone, facendolo scorrere tra le mani, con agile e fluida grazia. Il Fevre Dream giro violentemente la prua a babordo. Un istante dopo, il battello in arrivo devio nell’altra direzione, allontanandosi a tutta velocita da loro. Poterono cosi leggerne il nome, a grosse lettere sbiadite, sulla fiancata: ELI REYNOLDS.

«E un dannato trucco!» grido Billy la Serpe. «York sta tentando di farci sorpassare!»

Julian disse gelidamente, «Non c’e esplosivo. Avviciniamoci,» e York immediatamente inizio a far ruotare il timone nella direzione opposta, ma era troppo tardi; la nave di Marsh aveva sfruttato l’occasione ed era guizzata in avanti con sorprendente velocita, mentre il vapore usciva sibilando dai fumaioli in alti pennacchi bianchi. Il Fevre Dream rispose rapidamente, la prua si raddrizzo, ma gia l’Eli Reynolds era trenta metri a tribordo e li aveva superati, ormai al sicuro, discendendo il fiume. Mentre si allontanava, si udi uno sparo, e il suono si udi nonostante il battito tuonante dei motori del Fevre Dream e il rumore delle pale, ma non provoco alcun danno.

Damon Julian si giro verso Joshua York, ignorando il ghigno di Framm. «Li prenderai per me, Joshua. Oppure ordinero a Billy di gettare le tue bottiglie nel fiume, e cosi soffrirai la Sete come noi altri. Mi sono spiegato?»

«Si.» Joshua avverti di fermare i motori, poi fece ruotare lentamente le pale di babordo in avanti, mentre

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