sette volte al giorno se lo desiderate.

«Voi siete un uomo pratico, Capitano. Voi non condividete le illusioni religiose della vostra razza. Riflettete su cio che vi viene offerto. Avreste il potere di punire i vostri nemici e proteggere i vostri amici, uno stomaco pieno, denaro, donne. E tutto lo otterreste per fare cio che desiderate disperatamente: comandare questo battello. Il vostro Fevre Dream.»

Abner Marsh emise un suono sprezzante. «Non e piu mio. L’avete insudiciato.»

«Guardatevi intorno. Le cose stanno poi cosi male? Abbiamo navigato tra Natchez e New Orleans regolarmente, il battello e in buono stato, centinaia di passeggeri sono saliti senza mai notare la mancanza di qualcosa. Pochi sono scomparsi, la maggior parte di essi e a terra, nei villaggi e nelle citta che tocchiamo. Billy dice che e piu sicuro cosi. Soltanto una minima parte e morta sul battello, quelli la cui bellezza e giovinezza erano particolarmente eccezionali. Molti piu schiavi muoiono ogni giorno a New Orleans, eppure voi non fate nulla contro la schiavitu. Il mondo e pieno di malvagi, Abner. Non vi chiedo di perdonare o di partecipare. Solo di guidare il vostro battello, e di riprendere i vostri affari. Abbiamo bisogno della vostra esperienza. La presenza di Billy fa scappare i passeggeri, e cosi, ad ogni viaggio, perdiamo del denaro. Perfino i fondi di Joshua non sono inesauribili. Suvvia, Abner, datemi la mano. Dite di si. Lo volete. Lo leggo nei vostri occhi. Voi rivolete indietro questo battello. In voi vi e una sete, una passione. Prendetelo, allora. Bene e male sono delle stupide bugie, delle assurdita inventate per affliggere gli uomini onesti e sensibili. Vi conosco, Abner, e io posso darvi quello che desiderate. Unitevi a me, servitemi. Prendete la mia mano, e insieme sconfiggeremo l’Eclipse.» I suoi occhi scuri turbinavano e fiammeggiavano, abissi senza fine, che raggiungevano l’intimo piu profondo di Marsh, lo scuotevano, lo sondavano, impuri eppure seducenti, invitanti, invitanti. La sua mano era tesa. Abner Marsh inizio ad allungare la sua. Julian sorrideva cosi gentilmente, e le sue parole sembravano cosi sensate. Non stava chiedendo a Marsh di far qualcosa di orribile, ma soltanto di comandare il battello, di aiutarlo a proteggere se stesso e i suoi amici. Per l’inferno, aveva protetto Joshua, non era forse anche lui un vampiro? E vero, c’erano stati degli omicidi sulla nave, ma un uomo era stato strangolato sul Sweet Fevre nel ’54 e due giocatori d’azzardo erano stati uccisi sul Nick Perrot, quando Marsh era stato al comando di quel battello; non aveva avuto alcuna responsabilita in quei due episodi, si era limitato a prendersi cura dei propri affari, a comandare i suoi battelli, non era come se fosse stato lui ad uccidere quella gente. Un uomo puo proteggere i suoi amici ma non il mondo intero, inoltre gli pareva che Billy la Serpe avrebbe avuto quello che si meritava. Tutto gli suonava eccezionale, un affare dannatamente ottimo. Gli occhi di Julian erano neri e affamati, la sua pelle era fresca, dura come quella di Joshua, come Joshua quella notte sull’argine… e Abner Marsh tiro indietro la mano di scatto. «Joshua,» disse ad alta voce. «E cosi. Non lo avete ancora sconfitto, vero? Gli avete dato una bella batosta, ma e ancora vivo, e non siete riuscito a fargli bere sangue, non lo avete cambiato. Ecco perche.» Marsh senti il sangue montargli alla testa. «Non vi importa di quanto dannato denaro produca questo battello. Se domani affondasse, non ve ne importerebbe un accidente, vi limitereste ad andarvene da qualche altra parte. E Billy la Serpe, forse volete sbarazzarvene, e usare me al posto suo, ma non e questo il punto. E Joshua. Se io mi unisco a voi, cio distruggera quel po’ di forza d’animo che lo sostiene, e sara la prova che avete ragione. Joshua ha fiducia in me, e voi mi volete perche sapete cosa questo gli provocherebbe.» La mano di Julian era ancora tesa, gli anelli luccicavano debolmente sulle pallide dita affusolate. «Dannazione a voi!» ruggi Marsh, afferro il bastone da passeggio e lo batte con violenza. «DANNAZIONE A VOI!» Il sorriso mori sulle labbra di Julian e il suo viso divenne qualcosa di inumano. Non c’era nient’altro nei suoi occhi che tenebre e passato e deboli fiamme guizzanti che bruciavano di antica malvagita. Si alzo, torreggiando su Abner Marsh, e strappo via il bastone dalla mano di Marsh, quando quest’ultimo tento di colpirlo sul viso. Lo spezzo a nude mani, tanto facilmente quanto Marsh avrebbe potuto spezzare un fiammifero consumato, e lo getto da un lato. I pezzi colpirono il muro e ricaddero sul tappeto.

«Potevate essere ricordato come l’uomo che ha superato l’Eclipse,» disse Julian con fredda malizia. «Invece, morirete. E ci metterete molto tempo, capitano Marsh. Siete troppo brutto per me, vi daro a Billy la Serpe, per insegnargli a gustare il sangue. Forse anche il caro Joshua ne vorra un bicchiere. Gli fara bene». Sorrise. «Per quanto riguarda la vostra barca, capitano Marsh, non preoccupatevene. Mi prendero cura di lei dopo la vostra dipartita. Nessuno sul fiume dimentichera mai il Fevre Dream»

CAPITOLO VENTISETTESIMO

A bordo dell’Ozymandias FIUME MISSISSIPPI Ottobre 1857

Stava spuntando l’alba, quando Abner Marsh usci dalla cabina del capitano. La foschia mattutina gravava pesantemente sul fiume, riccioli grigi che, simili a fumo, fluttuavano, si avvolgevano in spire sull’acqua e si intrufolavano attraverso i colonnati e le balaustrate del battello, contorcendosi come se fossero vivi, fino a quando sarebbero stati arsi e consumati dalla luce del sole del mattino. Damon Julian vide il chiarore ad est, e rimase nella penombra della sua cabina. Spinse Marsh attraverso la porta. «Porta il Capitano nella sua cabina, Billy. Tienilo al sicuro fino a sera. Vorreste essere cosi gentile da unirvi a noi per la cena, Capitano Marsh?» Julian sorrise. «Sapevo vi avrebbe fatto piacere.» Lo stavano aspettando proprio li fuori. Billy la Serpe, in abito nero e gile a quadri, stava seduto dondolando la sedia contro la murata del ponte del Texas, mentre si puliva le unghie con il coltello. Si alzo in piedi quando la porta si apri e con destrezza impugno il coltello. «Si, signore, signor Julian,» disse, i suoi occhi color ghiaccio fissi su Marsh. C’erano altri due uomini con lui. Quelli del popolo della notte che avevano aiutato Billy a portar via Marsh dall’Eli Reynolds si erano ritirati nelle loro cabine per sfuggire al tocco della luce del mattino, cosi Billy aveva chiamato alcuni della sua feccia, o almeno cosi sembrava. Appena Julian richiuse la porta della cabina, essi avanzarono verso di lui. Uno di loro era un giovane corpulento con ispidi baffi neri e una mazza di legno di quercia infilata alla cintola. L’altro era un gigante, l’essere piu dannatamente brutto che Marsh avesse mai visto. Doveva essere alto quasi due metri, ma aveva una testa minuscola, occhi strabici, denti di legno e niente naso. Abner Marsh lo fisso.

«Non fissate cosi Senzanaso,» lo rimprovero Billy la Serpe. «Non e educato, Capitano.»

Senzanaso, come se fosse d’accordo, afferro il braccio di Marsh con violenza e lo torse dietro la schiena del capitano cosi forte da fargli male.

«Un alligatore gli ha staccato il naso con un morso» continuo Billy la Serpe. «Non e colpa sua. Tieni ben stretto il Capitano Marsh, Senzanaso. Al Capitano Marsh piace saltare nel fiume, e noi non vogliamo che succeda.» Billy gli si avvicino con andatura spavalda e punto il coltello contro lo stomaco di Marsh, abbastanza forte perche Marsh potesse sentire la pressione della punta affilata. «Nuotate meglio di quanto pensassi, Capitano. Deve essere tutto questo grasso, vi aiuta a stare a galla.» Fece un movimento improvviso col coltello e taglio un bottone d’argento della giacca di Marsh. Il bottone cadde sul ponte e inizio a girare in tondo fin quando Billy non lo fermo. «Niente nuoto oggi, Capitano. Vi sistemeremo in maniera adeguata. Avrete addirittura la vostra cabina. E non pensate di svignarvela da li. Forse il popolo della notte sta dormendo, ma Senzanaso o io staremo in giro per tutto il giorno. Ora, andiamo.» Billy lancio pigramente il coltello in aria, lo rinfodero e si volto. Li condusse verso poppa, con Senzanaso che spingeva Marsh, mentre il terzo uomo si teneva indietro.

Svoltarono un angolo del Texas e quasi andarono a sbattere conto Toby Lanyard. «Toby!,» esclamo Marsh. Cerco di avanzare, ma Senzanaso gli torse il braccio. Marsh grugni per il dolore e si fermo. Anche Billy Tipton la Serpe si fermo. «Cosa diavolo stai facendo qua sopra, negro?» sbotto. Toby non lo guardo. Rimase li nel suo logoro abito scuro, con le mani giunte dietro la schiena, la testa bassa, sfregando uno stivale nervosamente sul ponte.

«Ho detto, cosa stai facendo qui, negro?» ripete minaccioso Billy la Serpe. «Perche non sei incatenato nella tua cucina? Dammi subito una risposta, o ti pentirai di essere un negro.»

«Incatenato!» ruggi Marsh.

A queste parole, Toby finalmente alzo la testa e assenti. «Il signor Billy dice che io sono un vecchio schiavo, che non fa nulla se posseggo documenti che mi danno la liberta. Ci incatena tutti quando non siamo a lavoro.»

Billy Tipton la Serpe si frugo dietro la schiena e tiro fuori il coltello. «Come ti sei liberato?» chiese.

«Ho spezzato io le catene, signor Tipton,» disse una voce che veniva dall’alto. Tutti alzarono lo sguardo. Il

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