«Non ha abbandonato la nave,» disse Joshua, mentre, muovendo la testa, perlustrava la cabina con i suoi occhi — migliori di quelli di Marsh.
«Immaginavo che non l’avesse fatto,» commento Marsh. Improvvisamente, un’aria gelida invase la cabina. Gelida e immobile, come il respiro che usciva da una tomba chiusa da lungo tempo. Era troppo buio. Marsh non riusciva a vedere nulla, se non ombre vagamente minacciose. «Ho bisogno di un po’ di dannata luce,» annuncio. Alzo il fucile e sparo un colpo contro l’osteriggio. La detonazione echeggio sordamente, in quello spazio chiuso, e il vetro si disintegro. Piovvero giu schegge e scintille di luce. Marsh prese un’altra cartuccia per ricaricare il fucile. «Non vedo nulla,» disse, avanzando con il fucile sotto il braccio. La cabina era totalmente calma e deserta, almeno a quanto poteva constatare lui.
Un vago tintinnio gli arrivo all’orecchio, il tintinnio di cristalli che si agitano nel vento. Abner Marsh aggrotto la fronte.
E Joshua urlo. «
Marsh guardo in alto, proprio mentre Damon Julian lasciava la presa sul grande lampadario oscillante e piombava verso di lui. Marsh cerco di sollevare e puntare il fucile, ma era troppo tardi, e lui era cosi dannatamente lento. Julian atterro proprio sopra di lui, fece roteare il fucile lontano dalla presa di Marsh ed entrambi caddero al suolo. Marsh cerco di liberarsi. Qualcosa lo afferro, lo spinse. Marsh sferro alla cieca un pugno massiccio. Il colpo di risposta venne dal nulla e quasi gli stacco la testa. Per un attimo, giacque stordito. Qualcuno gli afferro il braccio e glielo torse contro la schiena. Marsh urlo. La pressione non gli permetteva di alzarsi. Cerco di rimettersi in piedi, e il braccio fu piegato verso l’alto con forza terribile. Lo senti spezzarsi e urlo di nuovo, piu forte, mentre il dolore lo martellava. Fu spinto brutalmente sul ponte, con il viso premuto sul tappeto ammuffito. «Fate resistenza, mio caro Capitano, e io vi rompero l’altro braccio,» gli disse la voce melliflua di Julian. «Restate fermo.»
«Allontanatevi da lui!» intervenne Joshua. Marsh alzo gli occhi e vide che York era in piedi, a venti passi di distanza.
«Non la penso cosi,» replico Julian. «Non muoverti, caro Joshua. Se ti avvicinerai, tagliere la gola del Capitano Marsh prima che tu sia a cinque passi. Rimani dove sei e lo risparmiero. Capito?» Marsh cerco di muoversi e si morse il labbro dal dolore.
Joshua si blocco, le mani a mezz’aria come artigli di fronte a lui. «Si,» disse, «Capisco.» Gli occhi grigi erano animati da una luce mortale, mannello stesso tempo, tradivano la sua incertezza. Marsh cerco con lo sguardo il fucile. Era a cinque passi, ben oltre la sua portata.
«Bene,» disse Damon Julian. «Ora, perche non ci mettiamo comodi?» Marsh senti Julian afferrare una sedia. Si sedette proprio dietro a Marsh. «Mi siedero qui, nell’ombra. Tu puoi sederti sotto quella striscia di luce che il capitano ha cosi gentilmente lasciato entrare nel salone. Avanti, Joshua. Fai come ti dico, a meno che tu non voglia vederlo morto.»
«Se lo uccidi, non ci sara piu nulla a separarci,» disse Joshua.
«Forse voglio correre questo rischio,» replico Julian. «E tu?»
Joshua York si guardo intorno lentamente, aggrotto la fronte, prese una sedia e si diresse sotto l’osteriggio rotto. Si sedette al sole, a buoni quindici passi da loro. «Togliti il cappello, Joshua. Voglio vedere il tuo viso.» York fece una smorfia, si tolse il cappello a falda larga e lo lancio nell’ombra. «Molto bene,» disse Damon Julian. «Ora possiamo aspettare insieme. Per poco, Joshua.» Rise leggermente. «Fino a sera.»
CAPITOLO TRENTATREESIMO
Billy Tipton apri gli occhi e cerco di gridare. Ma solo un fievole piagnucolio sfuggi dalla morsa delle sue labbra. Risucchio un alito d’aria e inghiotti sangue. Ne aveva bevuto a sufficienza di sangue per riconoscerne il sapore. Solo che stavolta era il suo. Tossi e boccheggio spaventosamente, lottando per un soffio d’aria. Stava davvero male. Fiamme gli avvolgevano il petto, e la superficie su cui giaceva era bagnata sotto di se. Sangue, ancora sangue. «Aiutatemi,» guai debolmente. Troppo debolmente perche qualcuno potesse sentirlo a meno che non si trovasse ad un solo metro da lui. Rabbrividi e chiuse di nuovo gli occhi, quasi sperasse di addormentarsi ed allontanare cosi il dolore.
Ma il dolore non lo abbandono. Billy giacque li per un tempo interminabile, con gli occhi serrati, il petto scosso e dilaniato da squarcianti respiri. La sua mente, ormai, era sigillata ad ogni pensiero che non fosse la consapevolezza del sangue che continuava, incessantemente, a stillare dal suo corpo. Bocconi, con la faccia schiacciata sulle dure tavole del ponte non pensava che a quello, e all’odore. Un orribile tanfo che stagnava intorno a lui. Ed infine Billy Tipton lo riconobbe. Aveva defecato nei pantaloni. Non sentiva nulla, ma l’odore si, quello lo avvertiva. Comincio a piangere.
Finche persino piangere gli fu precluso. Non aveva piu lacrime, ed era troppo doloroso. Un dolore indicibile. Cerco di dirottare i suoi pensieri verso qualcosa che superasse il dolore, forse cosi gli avrebbe dato un po’ di tregua. Lentamente gli torno tutto in mente. Marsh e Joshua York, il fucile da caccia puntato in piena faccia. Erano venuti per fare del male a Julian, ricordo, e lui aveva cercato di fermarli. Solo che stavolta non era stato veloce abbastanza. Ancora una volta cerco di gridare. «Julian!» chiamo un po’ piu forte di prima, ma comunque non tanto da poter essere udito.
Non vi fu risposta. Billy Tipton gemette e riapri gli occhi. Era caduto, precipitato dal ponte di passeggiata. Ora si trovava sul castello di prua, ed era giorno. Damon Julian non poteva sentirlo. E seppure gli fosse giunta la sua voce, era cosi chiaro, pieno mattino, Julian non sarebbe venuto da lui, non sarebbe potuto venire fino al tramonto. A quell’ora sarebbe gia morto. «Saro morto prima del tramonto,» disse, e cosi sommessa fu la sua voce che egli stesso riusci a stento a sentirla. Tossi e inghiotti altro sangue. «Mister Julian…» disse in un flebile sussurro.
Riposo alcuni istanti, pensando, o cercando di pensare. Ormai era ridotto ad un colabrodo, ragiono. Tutto sforacchiato dai proiettili, il petto era un’unica grande piaga aperta. A quest’ora doveva essere gia morto. Marsh gli era cosi vicino quando gli aveva sparato. Non c’era dubbio, ormai doveva essere gia morto da un pezzo. E invece non lo era. Billy ridacchio.
Se soltanto non soffrisse cosi tanto. Billy si domando se anche Julian avesse provato quello stesso devastante dolore quando quel dannato damerino, il commissario di bordo, gli aveva affondato la spada in corpo. Eh, ma di sicuro Mister Julian gliel’aveva fatta pagare. Anche lui aveva qualche conto in sospeso con un paio di persone. Si soffermo su quell’idea per alcuni istanti. Penso a tutto cio che avrebbe fatto, dopo. Se ne sarebbe andato a spasso per Gallatin Street ogni volta che ne avesse avuto voglia. E tutti sarebbero stati squisitamente rispettosi con lui. Oh, e le donne! Avrebbe posseduto le piu belle creole della citta. Gia. Basta con le sudicie baldracche delle sale da ballo. Si sarebbe portato a letto le dame piu raffinate, e di esse non avrebbe avuto solo il corpo, si sarebbe saziato anche del loro sangue. Cosi nessun altro avrebbe piu potuto averle, e loro non avrebbero riso di lui, come talora facevano quelle sporche baldracche. Gia. Lo deridevano. Ma ora non piu. Tutto cio apparteneva all’oscuro passato.