Quella mattina, David trovo ancora piu difficile concentrarsi sui problemi dei suoi pazienti, rispetto al pomeriggio precedente. Non solo era ancora sottosopra per l’incontro con Kelley, ma si preoccupava per le condizioni di Marjorie Kleber.

A meta mattinata ricevette John Tarlow, il paziente affetto da leucemia, che aveva fatto passare anche se non aveva un appuntamento perche si trattava di un caso di emergenza. Soltanto il giorno prima lo avrebbe mandato al pronto soccorso, ma dopo la lavata di capo di Kelley non se la sentiva.

John aveva mangiato dei frutti di mare crudi, la sera precedente, e ora stava malissimo, con vomito e diarrea. Era disidratato e soffriva di coliche addominali.

David decise di ricoverarlo immediatamente e ordino una serie di analisi per scoprire la causa dei suoi sintomi. Inoltre, gli prescrisse una fleboclisi per reidratarlo. Per il momento, decise di non ricorrere agli antibiotici, preferendo attendere di sapere di che cosa si trattasse. Poteva essere un’infezione batterica o una reazione dell’organismo alle tossine; un’intossicazione alimentare, in parole povere.

Poco prima delle undici, Traynor ricevette la cattiva notizia dalla sua segretaria, Collette: Jeb Wiggins aveva nuovamente riunito il consiglio comunale e la richiesta di autorizzazione per costruire il garage, che Traynor era riuscito a far mettere un’altra volta all’ordine del giorno, non era stata accolta. Ormai, fino alla primavera seguente, non sarebbe stato possibile tentare ancora.

«Maledizione», tuono Traynor, battendo rabbiosamente entrambi i pugni sul tavolo. «Vorrei poterlo prendere per il collo e stringere fino a quando npn diventa blu!»

Collette, ormai abituata alile escandescenze del suo capo, non fece una piega e si limito a uscire con discrezione dalla stanza. Traynor si mise a passeggiare avanti e indietro davanti alla scrivania. Non riusciva a capire come mai il consiglio comunale non vedesse piu in la del proprio naso. Era evidente che l’ospedale era l’azienda piu grande della citta ed era altrettanto evidente che aveva un assoluto bisogno di quel garage.

Incapace di continuare a lavorare, afferro impermeabile, cappello e ombrello e si precipito fuori. Se non avrebbero potuto avere un garage, avrebbe almeno ispezionato di persona l’illuminazione dei parcheggi; non voleva rischiare altre aggressioni.

Trovo Werner Van Slyke nello stanzino privo di finestre che fungeva da sede dell’ufficio tecnico. Come al solito, si sentiva piuttosto a disagio in sua presenza: quell’uomo era troppo tranquillo, troppo solitario e anche un po’ sciatto. Per di piu, lo trovava fisicamente minaccioso, essendo piu alto di lui di parecchi centimetri e molto piu robusto, con i muscoli ben sviluppati, come se nel tempo Ubero praticasse il sollevamento pesi.

«Voglio vedere l’illuminazione dei parcheggi», gli disse.

«Adesso?» chiese Van Slyke, senza dare nessuna intonazione alla voce, come se non fosse una domanda.

«Ho un po’ di tempo libero», spiego Traynor, «voglio assicurarmi che sia adeguata.»

Van Slyke si mise addosso un impermeabile giallo e usci dall’ufficio. Passo da un lampione all’altro, indicandoli senza parlare, e Traynor lo segui, annuendo davanti a ognuno. Mentre procedevano lungo il parcheggio inferiore, Traynor si chiese che cosa facesse Van Slyke quando non lavorava. Non lo si vedeva mai in giro per la citta ed era noto che non partecipava alle attivita sociali dell’ospedale.

«Tutto bene a casa?» gli domando, non sopportando quel silenzio.

«Si.»

«Non ci sono problemi?»

«No.»

Traynor cerco di fargli dire qualcosa di piu di quei laconici monosillabi. «Ti piace di piu la vita civile, anziche quella militare?»

L’altro alzo le spalle e comincio a indicare i lampioni del parcheggio superiore. Sembrava che ce ne fossero abbastanza, ma Traynor penso di passare di li una sera in macchina, per verificare com’era quando faceva buio.

Mentre stavano ritornando verso l’ospedale, Traynor domando ancora: «Li impieghi bene i soldi che guadagni?»

«Si.»

«Penso che tu stia facendo un buon lavoro qui all’ospedale. Sono orgoglioso di te.»

Van Slyke non reagi e Traynor, osservando il suo profilo sotto la pioggia, si chiese come facesse a essere cosi privo di emozioni, rendendosi conto di non averlo mai capito, nemmeno quando era piccolo. A volte gli riusciva difficile credere che fossero parenti, eppure Werner era il suo unico nipote, il figlio della sua sorella ormai defunta.

Quando raggiunsero il gruppo di alberi che separava i due parcheggi, Traynor si fermo. «Come mai il sentiero non e illuminato?» domando.

«Nessuno ha detto di illuminare il sentiero», rispose l’altro. Era la prima frase vera e oropria che diceva e Traynor ne fu quasi compiaciuto.

«Penso che un lampione o possano bastare», gli disse e Van Slyke annui.

Quando se ne ando, Traynor provo un certo sollievo. Si era sempre sentito in colpa per il senso di estraneita che provava nei confronti di quel suo parente, ma Werner era un enigma. D’altronde, considerati i genitori che aveva, non ci si poteva aspettare nient’altro di diverso. La sorella di Traynor, nonostante si chiamasse Sunny, non aveva nulla di solare: era tranquilla e riservata e aveva sofferto di depressione per quasi tutta la vita. Aveva sposato il dottor Werner Van Slyke pur sapendo che era un ubriacone e, come se non bastasse, si era suicidata.

Traynor aveva proposto al nipote di entrare a lavorare all’ospedale e il suo addestramento in marina come motorista si era rivelato utile.

Arrivato davanti all’ufficio di Helen Beaton, Traynor si riscosse da questi pensieri e chiese alla segretaria di essere annunciato.

«Ho cattive notizie», le comunico non appena fu ricevuto e riferi della decisione del consiglio comunale.

«Spero che non ci siano altre aggressioni», commento lei, delusa.

«Anch’io. Per fortuna i lampioni costituiranno un deterrente. Ho appena fatto un giro dei parcheggi e ho visto che ce ne sono abbastanza, tranne sul sentiero sotto gli alberi. Ho detto a Van Slyke di aggiungerne un paio.»

«Mi spiace di non averli fatti mettere in tutti e due i parcheggi fin dall’inizio», affermo Helen.

«Come vanno le finanze questo mese?»

«Temevo che me lo chiedessi. Ieri Arnsworth mi ha fornito le cifre di meta mese e non sono buone. Ottobre sara decisamente peggio di settembre, se la seconda meta del mese andra come la prima. Gli incentivi sono utili, ma i ricoveri per il CMV continuano a rimanere ben al di sopra del livello previsto. A rendere le cose peggiori, pare che ci siano pazienti piu gravi.»

«Allora dovremmo fare maggiore pressione sull’ottimizzazione delle risorse, e l’unica via d’uscita, oltre agli incentivi. Non prevedo altri lasciti, nel prossimo futuro.»

«C’e qualche altra grana della quale ti voglio mettere al corrente», aggiunse Helen. «Il medico numero 91 ha avuto una ricaduta, Robertson lo ha beccato in stato di ubriachezza mentre guidava la macchina sul marciapiede.»

«Mandalo a spasso», decise Traynor senza esitazioni. «I medici alcolizzati mi hanno provocato troppi grattacapi, finora.» Ancora una volta, penso a quel buono a nulla di suo cognato.

«L’altro problema», continuo Helen Beaton, «e che Sophie Stephangelos, la caposala della sala operatoria, ha scoperto che nell’ultimo anno c’e stata una serie di furti di materiale chirurgico. Pensa che sia stato uno dei chirurghi.»

«E poi che cosa c’e ancora?» chiese Traynor con un sospiro. «A volte penso che gestire un ospedale sia un compito impossibile.»

«Ha un piano per acchiappare il colpevole e vuole la sua approvazione per metterlo in atto.»

«Certo e, se lo prende, gli daremo una lezione che servira come esempio per tutti.»

Uscendo da una delle due salette per le visite, David si stupi nel vedere che il contenitore sulla porta dell’altra era vuoto.

«Niente cartelle cliniche?»

«E in anticipo», rispose Susan. «Si prenda una pausa.»

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