devo rispondere, spero che se ne renda conto.»

Nel tornarsene verso l’ambulatorio, David si sentiva piu depresso che mai. Kelley lo irritava con le sue intromissioni, ma per certi aspetti aveva ragione. Denaro e risorse non dovevano essere buttati via con i pazienti terminali, quando potevano essere meglio utilizzati altrove. Ma era davvero quella la questione in ballo?

Piu confuso e mortificato che mai, David apri la porta del suo ambulatorio e vide una sala d’aspetto strapiena di pazienti scontenti che guardavano furiosi gli orologi e sfogliavano rumorosamente le riviste.

A casa Wilson, la cena si svolse in silenzio e in un’atmosfera tesa. Persino Nikki aveva passato una brutta giornata a causa del nuovo maestro, il signor Hart, che era gia odiato da tutta la classe. Il problema maggiore per lei era stato che non le aveva permesso di svolgere i suoi esercizi per i polmoni.

Dopo cena, David tento di rallegrare la serata proponendo un bel fuoco, ma quando scese in cantina e vide i nastri gialli messi dalla scientifica per delimitare il luogo del delitto, gli ritorno alla mente la macabra immagine del cadavere del signor Hodges.

Raccolse in fretta un po’ di legna e torno rapidamente di sopra. In genere non era un tipo superstizioso o fifone, ma in seguito ai recenti eventi lo stava diventando.

Dopo avere acceso il fuoco nel salottino, si mise a parlare con entusiasmo dell’inverno che stava arrivando e di tutti gli sport che avrebbero potuto praticare: lo sci, la slitta e il pattinaggio. Era quasi riuscito a coinvolgere moglie e figlia, rimettendole di buon umore, quando i fari di un’auto illuminarono la parete della stanza.

«E una macchina della polizia di Stato», annuncio David, che era andato alla finestra. «Che cosa diavolo vorranno a quest’ora?»

«Oh, me n’ero completamente dimenticata!» esclamo Angela. «Stamattina mi hanno chiesto se potevano ritornare con il buio per cercare le macchie di sangue.»

«Macchie di sangue? Ma Hodges e stato ucciso mesi fa!»

«Dicono che vale la pena provare.»

Erano gli stessi investigatori della mattina. Quillan sembrava il responsabile delle indagini e Angela lo presento a David, che gli chiese subito come funzionava il test che dovevano fare.

«A contatto con il ferro residuo del sangue, il Luminol diventa fluorescente», spiego Quillan.

«Interessante», mormoro David, rimanendo pero scettico.

I tre tecnici non vedevano l’ora di finire quella lunga giornata di lavoro, cosi David e Angela si misero in disparte e li lasciarono lavorare.

Cominciarono dallo stanzino dietro la cucina, quello dove si lasciavano gli stivali e i cappotti e che fungeva da ingresso posteriore. Piazzarono un treppiedi, su cui sistemarono una macchina fotografica e spensero la luce, poi spruzzarono il Luminol con un flacone simile a quelli che si usano per pulire i vetri.

«Qui ce n’e un po’», si udi la voce di Quillan nell’oscurita. David e Angela si affacciarono nello stanzino e scorsero una debole chiazza fluorescente.

«Non e abbastanza per scattare una foto», disse uno degli altri due tecnici.

Passarono al vaglio tutta la stanza, ma non trovarono altre tracce e allora spostarono la macchina fotografica in cucina. Quillan fece spegnere anche le luci della sala da pranzo e del corridoio.

I Wilson rimasero sulla soglia e all’improvviso videro che alcune zone della parete vicino allo stanzino posteriore cominciavano a divenire fluorescenti.

«E debole, ma ce n’e parecchio», osservo Quillan. «Io continuo a spruzzare, voi aprite l’otturatore della macchina fotografica.»

«Mio Dio, stanno trovando macchie di sangue per tutta la mia cucina!» sussurro Angela.

Degli uomini al lavoro si potevano distinguere soltanto le sagome e udire i loro movimenti nell’oscurita. Quando si avvicinarono al tavolo che i Wilson avevano comprato da Clara Hodges e che usavano per mangiare in cucina, le sue gambe cominciarono a emanare una luminescenza spettrale.

«Suppongo sia questo il luogo del delitto», disse uno dei tecnici. «Proprio qui, vicino al tavolo.»

Dopo che la polizia se ne fu andata, i Wilson ritornarono davanti al camino, ma erano ancora piu depressi di prima e nessuno tento di rendere l’atmosfera meno pesante.

Angela si sedette sulle pietre del camino, dando le spalle al fuoco, e fisso David e Nikki che si erano accasciati sul divano. Non le piaceva cio che aveva appena scoperto: la sua cucina conservava le tracce di un orrendo delitto. Quella era la stanza che considerava come il cuore della casa e adesso veniva a sapere che era stata profanata dalla violenza. Era come se sulla sua famiglia gravasse una minaccia diretta.

Condenso il succo dei suoi pensieri in una frase con la quale ruppe improvvisamente il silenzio: «Forse dovremmo traslocare».

«Aspetta un momento», reagi David. «Lo so che sei sconvolta, lo siamo tutti, ma non dobbiamo lasciarci andare all’isterismo.»

«Non sono affatto isterica!»

«Suggerire che dovremmo andarcene a causa di un evento disgraziato che non ci riguarda e che e accaduto quasi un anno fa non e certo una cosa razionale», preciso David.

«E successo nella nostra casa», insistette lei.

«Che e ipotecata dal tetto alle fondamenta. Non possiamo andarcene solo perche ora siamo sconvolti emotivamente.»

«Allora voglio che siano cambiate le serrature, c’e stato un assassino qua dentro.»

«Non abbiamo mai nemmeno chiuso a chiave la porta.»

«D’ora in avanti la chiuderemo e voglio che le serrature siano cambiate.»

«Va bene», acconsenti David. «Cambieremo le serrature.»

Quando Traynor fermo la macchina davanti all’Iron Horse Inn, il suo umor nero era in perfetta sintonia con il tempo: la pioggia aveva riacquistato un’intensita tropicale. Vedendo che l’ombrello non serviva a niente, lo getto sul sedile posteriore e fece una corsa fino all’ingresso.

Helen, Caldwell e Sherwood erano gia seduti in un separe e Cantor arrivo un attimo dopo di lui. Il barista, Carleton Harris, venne subito a prendere le ordinazioni.

«Grazie per essere venuti tutti, nonostante il tempo inclemente», esordi Traynor. «Purtroppo i recenti eventi richiedono una riunione d’emergenza.»

«Questa non e una riunione formale del comitato esecutivo», sbuffo Cantor. «Non sia cosi formale.»

Traynor aggrotto la fronte, irritato, e lo fisso sibilando: «Posso continuare?»

«E su, Harold, per la miseria!»

«Come tutti sapete, il cadavere di Hodges e stato ritrovato in circostanze poco piacevoli.»

«Questa storia ha attratto l’attenzione dei media», aggiunse Helen. «E finito in prima pagina sul Boston Globe.»

«Non vorrei che tutta questa pubblicita negativa nuocesse all’ospedale», disse Traynor. «Gli aspetti macabri della morte di Hodges potrebbero attirare ancora di piu giornali e reti televisive e l’ultima cosa al mondo che desidero e avere un branco di reporter venuti da fuori a ficcare il naso dappertutto. Grazie soprattutto a Helen Beaton, siamo riusciti a non far trapelare la storia dello stupratore, ma giornalisti di grosse testate potrebbero fiutare lo scandalo, se si fermassero in citta. Per noi, sarebbe solo un danno.»

«Ho sentito che la morte di Hodges e stata definitivamente considerata un omicidio», osservo Cantor.

«Certo», sbotto Traynor, «come poteva essere considerata? Il cadavere era murato dietro una parete di cemento. Ma per noi il problema non e se sia stato o non un omicidio, ma se riusciremo a diminuire l’impatto negativo che puo avere sulla reputazione dell’ospedale, in particolare per quanto riguarda i rapporti con il CMV.»

«Non vedo come la morte di Hodges possa costituire un problema per l’ospedale», obietto Sherwood. «Mica lo abbiamo ammazzato noi.»

«Hodges ha gestito l’ospedale per piu di vent’anni», gli spiego Traynor. «Il suo nome e intimamente legato a Bartlet e per di piu molte persone sanno che non era contento di come noi stavamo gestendo le cose.»

«Credo che meno l’ospedale si fa sentire su questa storia e meglio e», fu l’opinione di Sherwood.

«Io non sono d’accordo», intervenne Helen. «Secondo me l’ospedale dovrebbe rilasciare una dichiarazione di cordoglio per la sua morte, sottolineando il rilevante debito che ha verso di lui, senza dimenticare le condoglianze per la famiglia.»

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