«Vuole che venga io li o preferisce venire lei?»

Angela ci penso per un attimo. Non voleva che David scoprisse che cosa stava combinando, non ancora.

«Verro io.»

«Allora l’aspetto», disse Calhoun, dopo averle spiegato come arrivare da lui.

Angela scrisse un biglietto per David e Nikki, in cui annunciava di essere andata a fare la spesa, e corse via.

Trovo facilmente la casa di Calhoun, che fungeva da studio e da abitazione. Nel vialetto d’ingresso era parcheggiato un camioncino semicabinato con la rastrelliera per il fucile dietro la cabina. Sul paraurti posteriore c’era un adesivo: QUESTO VEICOLO E SALITO SUL MONTE WASHINGTON.

Calhoun non corrispondeva affatto all’immagine romantica dell’investigatore privato che si era fatta Angela. Era si alto e robusto, ma eccessivamente sovrappeso e inoltre era piu anziano di quanto la voce rivelasse. Il viso aveva un colorito terreo, ma gli occhi erano vivaci. Una camicia scozzese, un paio di pantaloni da lavoro retti da bretelle e un berretto da baseball con il nome di una ditta scritto sulla visiera, costituivano il suo semplice abbigliamento.

«Le da fastidio se fumo?» chiese ad Angela, dopo averla fatta accomodare su un divano piuttosto liso e avere preso in mano una scatola di sigari.

«Siamo a casa sua», rispose lei.

«Allora, questo omicidio?»

Angela riassunse i fatti di cui era a conoscenza.

«Mi pare un caso interessante», commento Calhoun. «Sarei felice di occuparmene, con compenso orario. Se vuole sapere qualcosa di me, sono un poliziotto statale in pensione, vedovo. Ha domande da farmi?»

Angela lo soppeso. Era un tipo laconico, come quasi tutti gli abitanti del New England, e pareva schietto, cosa che lei apprezzo. Oltre a questo, non aveva modo di giudicarlo o di valutare la sua competenza.

«Come mai ha lasciato la polizia?» gli chiese.

«Pensionamento obbligatorio.»

«Ha mai seguito un caso di omicidio?»

«Non da civile.»

«Che genere di casi segue, di solito?»

«Problemi matrimoniali, furti nei negozi… quel genere di cose.»

«Pensa che saprebbe cavarsela con questo caso?»

«Non c’e dubbio», affermo Calhoun. «Io sono cresciuto in una cittadina del Vermont molto simile a Bartlet. Ho familiarita con l’ambiente, conosco persino alcune delle persone che ci vivono. So come sono le rivalita che covano per anni sotto la cenere e com’e la mentalita della gente. Sono l’uomo adatto per questo lavoro, perche posso porre domande senza farmi notare.»

Durante il breve viaggio di ritorno a casa, Angela continuo a chiedersi se avesse fatto bene a ingaggiare Phil Calhoun e quando e come l’avrebbe detto a David.

A casa trovo Nikki da sola perche David aveva fatto un salto in ospedale, e le chiese come mai non avevano chiamato Alice.

«Papa ha detto che sarebbe tornato subito e che probabilmente tu saresti arrivata prima di lui», rispose la bimba.

Angela non era d’accordo che sua figlia rimanesse sola in quella casa, anche per poco tempo, e considerando incauto il comportamento di David si rassicuro di avere fatto bene a ingaggiare l’investigatore privato.

Mando Nikki a controllare che tutte le porte fossero chiuse a chiave e intanto le preparo uno spuntino. Quando David torno a casa, lo prese in disparte e discusse con lui sul fatto che aveva lasciato Nikki da sola. Lui dapprima rimase sulla difensiva, poi promise che in futuro non lo avrebbe piu fatto.

Padre e figlia si misero di nuovo a tramare qualcosa insieme, ma Angela non ci fece caso, presa com’era dalla preparazione della cena. Il sabato pomeriggio si divertiva a sfogliare libri di cucina e a sbizzarrirsi in qualche piatto particolare, per rifarsi della fretta con cui doveva cucinare per il resto della settimana.

Scese in cantina per prendere degli ossi di vitello dal congelatore e, fatto qualche gradino, si rese conto che era la prima volta che andava la sotto da quando c’era stata la polizia. Si accorse di essere un po’ nervosa e fu quasi sul punto di tornare indietro per chiedere a David di accompagnarla, ma non volle rendersi ridicola e prosegui.

Vide con piacere che il luogo in cui era stato trovato il cadavere di Hodges non era piu visibile, perche era nascosto dai telai vuoti dei doppi vetri. Stava per aprire il freezer, quando udi un rumore provenire proprio da sotto la scala. Si giro e vide con orrore che i telai si stavano muovendo. Sbatte le palpebre, sperando che fosse la sua immaginazione, ma i telai si mossero ancora di piu, fino a cadere a terra con un rumore assordante.

Angela cerco di gridare, ma dalla gola non le usci alcun suono. Cerco di muoversi, ma si sentiva le gambe paralizzate. Riusci finalmente a fare qualche passo ma, prima ancora di riuscire a raggiungere i primi gradini, dal sottoscala usci il viso parzialmente scheletrito di Hodges, poi l’uomo tutto intero, che si guardo intorno, come disorientato, quindi le si avvicino tendendo le mani.

Il terrore mise ad Angela le ali ai piedi, ma prima che lei raggiungesse la scala, Hodges l’afferro per un polso.

Questo servi a sbloccarle la voce. Gridando, Angela cerco di divincolarsi, ma poi vide uscire dal sottoscala un altro essere mostruoso piu piccolo, ma con un volto identico. In quel momento si accorse che Hodges stava ridendo.

Non le rimase che fissare ammutolita David e Nikki che si toglievano le loro maschere di gomma, ridendo come forsennati.

Dapprima Angela provo imbarazzo, ma poi l’umiliazione lascio posto alla collera. Non ci trovava niente da ridere in quello scherzo. Spinse da parte David e corse su per le scale.

Padre e figlia continuarono a ridere, ma ben presto le loro risate si attenuarono, a mano a mano che si rendevano conto di quanto l’avevano spaventata.

«Pensi che sia davvero arrabbiata?» chiese Nikki al padre.

«Temo di si. Meglio andare su e parlarle.»

Angela si rifiuto persino di guardarli, mentre si dava da fare in cucina.

«Ma ci dispiace», ripete David per la terza volta.

«A tutti e due», insistette Nikki. Entrambi dovevano sforzarsi di reprimere qualche risatina.

«Eravamo sicuri che non ci saresti cascata, nemmeno per un attimo», torno alla carica David. «Davvero! Pensavamo che te ne saresti accorta subito, era talmente evidente!»

«Ma si, mamma. Sabato prossimo e Halloween. Saranno i nostri costumi per Halloween. Ne abbiamo fatto fare uno anche per te.»

«Potete buttarlo subito nella spazzatura», replico Angela.

Nikki ci rimase proprio male e gli occhi le si riempirono di lacrime.

A quel punto la collera di Angela venne meno. «Su, non prendertela», consolo la figlia, abbracciandola. «Lo so che ho avuto una reazione sproporzionata, ma mi sono spaventata davvero. E non penso che sia uno scherzo divertente.»

Phil Calhoun non vedeva l’ora di buttarsi nel caso piu interessante che gli fosse mai capitato. Cosi, a meta pomeriggio, si diresse a Bartlet, dove parcheggio il camioncino accanto alla biblioteca ed entro con passo deciso nella stazione di polizia.

«Wayne c’e?» chiese all’agente di servizio e questi gli indico il corridoio.

Calhoun lo percorse fino all’ufficio di Robertson che, appena lo vide, lo invito a entrare e a sedersi.

«Lavori fino a tardi anche di sabato», osservo Calhoun, offrendogli un sigaro. «Ci dev’essere un sacco da fare, qui a Bartlet.»

«Mi tocca riempire una montagna di maledette scartoffie e ogni anno e peggio.»

Calhoun annui, poi con tono casuale aggiunse: «Ho letto sul giornale che e saltato fuori il vecchio Hodges».

«Si, ha fatto un po’ di scalpore, ma adesso e morto un’altra volta, finalmente! Era un rompicoglioni.»

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