«Come mai?»

La faccia di Robertson divento rossa quando sciorino nuovamente la sua litania contro il dottor Dennis Hodges.

«Da quello che sento, non era l’uomo piu popolare della citta», commento Calhoun e si senti rispondere da una risata sarcastica. «Vi date molto da fare su questo caso?» domando poi, con l’aria di pensare ad altro.

«Bah! Quando e scomparso abbiamo fatto vedere che andavamo in giro di qua e di la, tanto per dare l’impressione di fare qualcosa. Non gliene importava niente a nessuno, nemmeno a sua moglie. Praticamente la sua ex moglie, si era gia trasferita a Boston prima che lui scomparisse.»

«E adesso? Il Boston Globe ha detto che la polizia di Stato sta investigando.»

«Anche loro fanno soltanto finta di darsi da fare. Il medico legale ha chiamato il pubblico ministero, che ha mandato una giovane assistente a controllare. Quest’assistente ha chiamato la polizia di Stato, che a sua volta ha mandato sul posto qualche tecnico della scientifica. Ma poi mi ha telefonato un tenente della polizia di Stato e io gli ho detto che non valeva la pena che sprecassero il loro tempo e che ci avremmo pensato noi. E come tu sai anche meglio di me, la polizia di Stato prende l’imbeccata da noi locali, quando si tratta di un caso come questo, a meno che non ci siano pressioni da qualche parte, come l’ufficio del pubblico ministero o qualche uomo politico. Diavolo, hanno casi ben piu urgenti a cui badare e noi pure. E poi, sono trascorsi otto mesi, la pista e fredda, ormai»

«In questo periodo a che cosa state lavorando?» domando ancora Calhoun.

«C’e stata rata serie di stupri e aggressioni nel parcheggio dell’ ospedale,»

«Non siete riusciti a pizzicare lo stupratore?»

«Ancora no.»

Calhoun usci dalla stazione di polizia e si avvio lungo Main Street, fermandosi alla libreria. Jane Weincoop, la proprietaria, era stata amica di sua moglie e appena lo vide lo invito nel proprio ufficio. Lui le disse che passava di li per caso e, dopo che ebbero parlato per un po’ del piu e del meno, riusci a portare la conversazione su Dennis Hodges.

«La scoperta del cadavere ha destato sensazione a Bartlet, non c’e che dire», ammise Jane.

«Ho sentito che non era un tipo molto popolare. Chi e che ce l’aveva con lui, in particolare?»

Jane soppeso il suo interlocutore con lo sguardo, poi gli chiese se si trattasse di una domanda professionale o personale.

«Pura curiosita», rispose lui, «ma apprezzerei molto che tenessi per te le mie domande.»

Mezz’ora dopo, Calhoun era di nuovo in Main Street e stringeva in mano un elenco di piu di venti persone che, per un motivo o per l’altro, non avevano avuto Hodges in simpatia. L’elenco comprendeva il presidente della banca, il proprietario della stazione della Mobil vicino all’interstatale, il ritardato che in citta svolgeva lavoretti vari, il capo della polizia, alcuni negozianti e mezza dozzina di medici.

Calhoun era stupito dalla lunghezza della lista, ma non dispiaciuto: essendo pagato a ore, avrebbe guadagnato di piu.

In Main Street c’era una farmacia, dove entro a fare quattro chiacchiere con il farmacista, Harley Strombell, fratello di un suo ex collega. Anche Harley, come Jane, capi subito che le sue domande avevano uno scopo professionale, ma promise di essere discreto. Aggiunse qualche altro nome alla lista che Calhoun aveva gia in mano, fra cui il proprio, quello di Ned Banks, proprietario della fabbrica di stampelle, quelli di Harold Traynor e di Helen Beaton.

«Perche Hodges non le piaceva?» domando Calhoun.

«Una questione personale», rispose il farmacista e racconto di quando Hodges, senza il minimo preavviso e senza una spiegazione, gli aveva fatto chiudere la piccola succursale della farmacia che gestiva all’ interno dell’ ospedale.

«Capisco che fosse necessario per l’espansione dell’ospedale avere la propria farmacia», aggiunse. «Ma Hodges ha gestito la cosa proprio male.»

Nel lasciare la farmacia, Calhoun si domando di quanto si sarebbe ancora allungata quella lista, prima che potesse cominciare a circoscrivere le sue indagini su poche persone veramente sospette. Era arrivato a venticinque nomi e doveva ancora attivare altri contatti utili.

Dal momento che i negozi stavano chiudendo, si diresse all’Iron Horse Inn, il ristorante preferito di sua moglie, dove aveva festeggiato con lei anniversari di matrimonio e compleanni. Appena vi mise piede, si senti sommergere da piacevoli ricordi.

Carleton Harris, il barista, lo riconobbe subito e gli verso un bicchierino di whisky, poi si riempi un boccale di birra per brindare insieme.

«Stai lavorando a qualcosa d’interessante in questo periodo?» gli domando dopo avere bevuto.

«Penso di si», rispose Calhoun, chinandosi sul bancone. Carleton fece istintivamente la stessa cosa.

Mentre si preparavano per andare a letto, Angela non disse una sola parola a David ed evito persino di guardarlo. Lui, pero, non sopportava i musi lunghi e cerco di chiarire le cose.

«L’ho capito che sei ancora arrabbiata con me per lo scherzo delle maschere», le disse. «Non potremmo parlarne?»

«Che cosa ti fa pensare che sia arrabbiata?»

«Dai, Angela. Mi stai rifilando la punizione del silenzio da quando Nikki e andata a letto.»

«Sono stata male nel vederti fare una cosa simile, quando sapevi benissimo come sono rimasta sconvolta per quel cadavere. Pensavo che fossi piu sensibile.»

«Ti ho detto che mi dispiace. Non avrei mai pensato che ti saresti spaventata cosi tanto e poi non era solo uno scherzo per divertirsi. L’ho fatto per Nikki.»

«Che cosa vuoi dire?»

«Con gli incubi che aveva, ho pensato di aiutarla a superare questo momento con un po’ di humour. Era un trucco per farla scendere di nuovo in cantina senza che avesse paura e ha funzionato: era talmente eccitata all’idea di farti una sorpresa che non ha avuto paura.»

«Potevi almeno avvertirmi.»

«Ripeto: non pensavo che ti saresti spaventata cosi e poi, era la cospirazione alle tue spalle a divertire Nikki.»

Angela capi che David era colto dai rimorsi e la sua collera svani del tutto. Appoggio lo spazzolino e gli ando vicino, abbracciandolo. «Mi dispiace di avere reagito in quel modo», mormoro. «Devo essere stressata. Ti amo.»

«Anch’io ti amo. Avrei potuto dirtelo e tu avresti potuto far finta di non saperlo, ma non ci ho pensato. Ultimamente sono distratto e stressato, anch’io. Mary Ann Schiller sta per morire, lo so.»

«Suvvia, non si puo mai esserne sicuri.»

«Non so che cosa fare», ammise David, e poi racconto alla moglie del suo ex professore che era venuto espressamente da Boston e che non aveva scoperto niente.

«Sei ancora depresso?»

«Si. Stamattina mi sono svegliato alle quattro e un quarto e non sono piu riuscito a dormire. Continuo a pensare che ci sia qualcosa che mi sfugge nei miei pazienti; forse sono colpiti da un virus sconosciuto, ma e come se avessi le mani legate. E frustrante dover pensare a Kelley e al CMV ogni volta che ordino un’analisi di laboratorio o un consulto e dover fare in fretta quando visito i pazienti in ambulatorio.»

«Sei costretto a visitare piu pazienti?» domando Angela, mentre dal bagno passavano in camera da letto.

David annui. «Il CMV fa forti pressioni su di me tramite Kelley e cosi devo smettere di parlare con i miei pazienti e rispondere alle loro domande. Non e difficile farlo, perche per noi medici e facile trattarli dall’alto in basso, ma a me non piace. Molti indizi per arrivare alla diagnosi giusta vengono proprio dai commenti spontanei che i pazienti fanno quando passiamo un po’ di tempo con loro.»

«Devo confessarti una cosa», disse Angela all’improvviso.

«Di che cosa stai parlando?»

«Anch’io oggi ho fatto qualcosa di cui avrei dovuto parlarti, prima di farla.»

«Che cosa?»

Scivolando sotto le coperte, Angela rivelo a David di avere ingaggiato Calhoun per indagare sull’omicidio di Hodges.

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