David la fisso, poi distolse lo sguardo senza dire niente e lei capi che era in collera.

«Ho seguito il tuo suggerimento; mi hai detto che era pericoloso indagare per conto mio», gli disse. «Ora ci pensa un professionista.»

«Che cosa lo rende un professionista?»

«E un poliziotto in pensione.»

«Speravo che avresti smesso con gli isterismi, riguardo all’affare Hodges. Assoldare un investigatore! E buttare soldi al vento.»

«No, se per me e importante», ribatte Angela. «E dovrebbe essere importante anche per te, se vuoi che io continui a vivere in questa casa.»

David sospiro, spense la luce sul proprio comodino e si tenne il piu lontano possibile dalla moglie.

Lei sapeva che avrebbe dovuto avvertirlo prima di fare un passo simile. Sospiro anche lei e spense la luce. Forse non aveva agito nel modo giusto, ma restava convinta che ingaggiare Calhoun era stata una buona idea.

Si era appena spenta la luce, quando sentirono diversi colpi piuttosto forti, seguiti dall’abbaiare furioso di Rusty.

Entrambi riaccesero le lampade e si alzarono, poi corsero in corridoio, dove David accese la luce. Rusty era in cima alle scale e guardava verso il piano terreno immerso nell’ombra, ringhiando con tutta la ferocia di cui era capace.

«Hai controllato che tutte le porte fossero chiuse a chiave?» domando Angela al marito.

«Si», rispose lui e si avvicino a Rusty. Lo accarezzo sulla testa e gli chiese: «Che cosa c’e, cucciolone?»

Rusty scese le scale e si mise ad abbaiare verso la porta d’ingresso. Mentre Angela rimaneva affacciata alla ringhiera, al piano di sopra, David scese e apri la porta.

«Sta’ attento», lo ammoni lei.

«Perche non metti una di quelle maschere di Halloween?» le disse David. «Chiunque sia, si spaventera a morte.»

«Smettila di scherzare, non c’e niente di divertente.»

David usci sulla veranda, tenendo Rusty per il collare. Il cielo era punteggiato di stelle e il quarto di luna era sufficiente a illuminare lo spazio intorno alla casa, almeno fino alla strada. Non c’era niente di strano.

David si volto per rientrare in casa e noto che sulla porta era stato inchiodato un biglietto scritto a macchina: PENSATE AI FATTI VOSTRI. DIMENTICATE HODGES.

Quando ritorno di sopra, lo mostro ad Angela che disse: «Lo portero alla polizia».

«Nemmeno per sogno! Magari viene proprio da li», replico lui. Torno a letto e spense la luce, mentre Rusty si diresse verso la camera di Nikki, che per fortuna non si era svegliata.

Dopo pochi minuti il trillo del telefono li fece sobbalzare. Rispose David. Angela lo vide incupirsi a mano a mano che ascoltava.

«Mary Ann Schiller ha avuto un altro attacco epilettico ed e morta», le riferi lui dopo avere riattaccato, poi sollevo una mano e si copri gli occhi. Angela gli si avvicino e lo abbraccio, sapeva che stava piangendo in silenzio.

«Mi chiedo se questo renda le cose piu facili», mormoro lui asciugandosi gli occhi. Quindi comincio a vestirsi.

Angela lo accompagno alla porta sul retro, che poi chiuse di nuovo a chiave. Ritornando in cucina, vide con gli occhi della mente la fluorescenza del Luminol sulle pareti. Rabbrividi. Non le piaceva rimanere sola in quella casa enorme, di notte, senza David.

Appena arrivato in ospedale, David incontro il marito di Mary Ann, il figlio adolescente e qualche altro parente. Tutti lo ringraziarono per gli sforzi fatti.

«E rimasta con noi piu a lungo di quanto avesse previsto il dottor Mieslich», disse Donald, il marito. Aveva gli occhi rossi e i capelli scomposti. «Aveva persino ripreso il lavoro alla biblioteca.»

David gli assicuro che Mary Ann non aveva sofferto, ma dovette ammettere di non conoscere la causa degli attacchi epilettici.

«Non se li aspettava?» gli domando Donald.

«Per niente, specialmente considerando che la risonanza magnetica era normale», spiego lui e poi, spinto da un impulso del momento, contravvenne agli ordini di Kelley e domando se la famiglia autorizzava l’autopsia.

«Non lo so», disse Donald, guardando gli altri che sembravano anche loro indecisi.

«Pensateci e domani me lo farete sapere. Terremo il corpo qui.»

Lasciato il reparto di terapia intensiva, David non aveva voglia di andare a casa. Arrivo fino alla stanza delle infermiere del secondo piano e diede un’occhiata alla cartella clinica di Jonathan Eakins. Una delle infermiere di notte gli disse allora che Jonathan era sveglio e stava guardando la televisione.

David arrivo fino alla sua camera e caccio dentro la testa. «Tutto a posto?» gli domando.

«Che dottore sgobbone!» lo accolse Jonathan con un sorriso. «Dovrebbe stare a vivere qui!»

«Come vanno gli ingranaggi del suo cuore, regolari?»

«Precisi come un orologio. Quando me ne posso andare a casa?»

«Probabilmente oggi. Vedo che le hanno cambiato il letto.»

«Eh, si. Non sono riusciti ad aggiustare quell’altro. Grazie per averci pensato di persona. Prima i miei reclami non li aveva ascoltati nessuno.»

«Non e niente, ci vediamo domani.»

Salito in macchina, David mise in moto, ma non ingrano la marcia. Gli erano morti tre pazienti in una settimana e non poteva fare a meno di porsi delle domande sulla propria competenza. Forse, se avessero avuto un altro medico, quei tre sarebbero stati ancora vivi.

Si riscosse, dicendosi che non poteva rimanere tutta la notte nel parcheggio a rimuginare, poi ingrano la marcia e si diresse verso casa. Dal vialetto vide che c’era una luce accesa e se ne stupi. Mentre parcheggiava, apparve sulla soglia sua moglie.

«Stai bene?» gli chiese mentre richiudeva alle sue spalle la porta posteriore.

«Sto meglio. Come mai sei ancora alzata?» David appese il cappotto nello stanzino posteriore e le fece cenno di precederlo in cucina.

«Non riuscivo a dormire, sapendo che tu eri fuori», gli rispose lei. «Non dopo il biglietto che hanno inchiodato alla nostra porta e ho pensato che, se tu devi uscire nel cuore della notte, come adesso, voglio avere una rivoltella.»

David la prese per mano e la fece fermare. «Non ci sara nessuna rivoltella in casa nostra», le disse. «Le conosci anche tu le statistiche sugli incidenti dovuti alle armi da fuoco in case dove ci sono bambini.»

«Quelle statistiche non si riferiscono alle famiglie di medici con un figlio unico e intelligente come Nikki», obietto Angela. «E poi mi assumo io la responsabilita di farle conoscere bene l’arma e di metterla in guardia.»

David le lascio andare il braccio e si diresse su per le scale. «Non ho ne l’energia ne la forza emotiva per mettermi a discutere con te.»

«Bene», commento lei.

David fece una doccia e, quando s’infilo a letto, vide che sua moglie era sveglissima, proprio come lui.

«Ieri sera, dopo cena, mi hai detto che vorresti potermi aiutare, ti ricordi?» le domando.

«Certo.»

«Un’ora fa ho chiesto alla famiglia Schiller se autorizzano l’autopsia. Me lo faranno sapere domani.»

«Purtroppo non dipende dalla famiglia. L’ospedale non fa autopsie sui pazienti del CMV.»

«Ma io ho un’altra idea: potresti fare l’autopsia tu stessa.»

Lei ci penso. «Forse potrei. Domani e domenica e il laboratorio rimane chiuso, tranne per le emergenze.»

«E proprio quello che pensavo.»

«Potrei venire in ospedale con te e parlare con la famiglia.» L’idea sembrava ad Angela sempre piu allettante.

«Se tu potessi scoprire la ragione per cui Mary Ann e morta, credo che mi sentirei molto meglio», le disse

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