che probabilmente il modello e li per bellezza. Se Marcus lo usasse, probabilmente avrebbe perso qualche pezzo.

Kay Scarpetta non conosce nessuno dei presenti, a parte il vicedirettore dell’istituto, Jack Fielding, il quale evita deliberatamente il suo sguardo. Nota che ha un disturbo della pelle che non aveva, quando lavorava con lei. Stenta a credere che nel giro di cinque anni il suo collega, un tempo superpalestrato, si sia ridotto cosi. Non era molto bravo sul fronte amministrativo, ricorda, ne particolarmente preparato dal punto di vista professionale, ma era affidabile, rispettoso e attento. Nei dieci anni in cui ha lavorato per lei, non ha mai cercato di farle le scarpe o di metterla in cattiva luce ma, quando i suoi detrattori hanno cominciato a farle la guerra, non ha mosso un dito per difenderla. Poi osserva che ha perso molti capelli e si e imbruttito. Ha la faccia gonfia e arrossata, gli occhi lucidi, e tira continuamente su con il naso. Kay non crede che si droghi — anzi, ne e sicura — ma e pronta a scommettere che si sia messo a bere.

«Ti e venuta qualche allergia, Jack?» gli domanda. «Un tempo non ne soffrivi, mi pare. O sei raffreddato?» In realta dubita che Fielding abbia il raffreddore, l’influenza o qualche altra malattia contagiosa.

Probabilmente ha bevuto troppo ieri sera. O forse e allergico a qualcosa. Ha uno sfogo rossastro sul collo, fino alla scollatura a V del camice. Gli guarda le mani e nota che la pelle e ruvida e irritata. La sua massa muscolare e diminuita visibilmente: adesso Fielding e inagrissimo e chiaramente sofferente. Kay Scarpetta e convinta che le dipendenze rendano piu vulnerabili ad allergie e dermatiti. Fielding non sta bene. E forse e meglio cosi, perche se fosse al massimo della forma, sarebbe costretta a concludere che la Virginia e l’umanita intera stiano molto meglio senza di lei. Da un certo punto di vista e sollevata nel vedere che Fielding e in condizioni peggiori di una volta. Si vergogna di questo pensiero e lo scaccia dalla mente, preoccupata e angosciata. Cerca di incrociare il suo sguardo, ma lui continua a evitarla.

«Prima che riparta, spero che troviamo un momento per parlare» gli dice dal fondo del tavolo, come se nella stanza ci fossero solo loro due. Un tempo era cosi, quando lei dirigeva l’Istituto di medicina legale della Virginia ed era talmente rispettata e autorevole che a volte gli studenti piu ingenui e i poliziotti piu giovani, incontrandola nei corridoi, le chiedevano addirittura un autografo.

Si sente addosso lo sguardo di Marcus. Non la sorprende che non si sia messo il camice: e evidente che fa parte di quella categoria di anatomopatologi che non amano il proprio lavoro e appena possono lasciano ad altri le autopsie.

«Vogliamo cominciare?» dice Marcus. «Purtroppo stamattina abbiamo molti casi da esaminare. Come vedete, abbiamo ospiti. La dottoressa Scarpetta e il capitano Marino… O e tenente? O ispettore… Lavora a Los Angeles, adesso?»

«Anche» risponde Marino sempre con il berretto calcato sulla fronte e la sigaretta spenta in mano.

«E in quale veste si trova qui?» Marcus gli sta facendo notare che non ha dato spiegazioni. «Mi scusi, ma non ricordavo che la dottoressa Scarpetta mi avesse annunciato la sua presenza.» Insiste, e per di piu davanti a terzi.

Kay capisce che vuole metterla in cattiva luce, vuole fargliela pagare per le provocazioni in biblioteca. Ripensando alle telefonate che Marino ha fatto, le viene il sospetto che Marcus sia venuto a saperlo.

«Peccato» risponde Marino. «Ma le avra detto che lavoriamo insieme, immagino.»

«Certo che gliel’ho detto» interviene Kay Scarpetta dal lato opposto del tavolo.

«Comunque sia, adesso passeremo in rassegna i casi di oggi» dice Marcus, rivolto a lei. «Se voi due volete andare a prendervi un caffe o a fumarvi una sigaretta — purche fuori dall’edificio — fate pure. Non sentitevi in obbligo di restare. Voglio dire, se volete rimanere, naturalmente siete i benvenuti, ma se preferite andare…»

Lo dice a beneficio del suo staff, che non e al corrente del colloquio avvenuto in biblioteca, e con un tono che a Kay sembra vagamente minaccioso. Vuole farle fare la figura dell’invadente. E un politico, e nemmeno tanto in gamba. Forse e finito a dirigere l’Istituto di medicina legale perche qualcuno lo riteneva malleabile e innocuo, il contrario di quel che lei e sempre stata. Ma Marcus non e ne malleabile ne innocuo.

Il nuovo direttore si volta verso la donna alla sua destra, grande e grossa, con la faccia da cavallo e i capelli grigi e cortissimi. Dev’essere l’amministratrice dell’istituto. Marcus le fa segno di cominciare.

«Va bene» dice la donna. Tutti guardano le fotocopie giallastre del programma della giornata. «Dottoressa Ramie, era di turno lei ieri sera?» domanda la donna.

«Si. La mia solita fortuna.»

Nessuno ride. L’atmosfera e funerea, e non per via dei pazienti in attesa dell’esame piu invasivo che abbiano mai subito.

«Abbiamo Sissy Shirley, nera, novantadue anni, della contea di Hanover. Cardiopatica, trovata morta nel letto della casa di riposo in cui era ricoverata. Gia vista» comincia la dottoressa Ramie consultando i propri appunti. «Poi c’e Benjamin Franklin. Poveretto, si chiamava proprio cosi. Ottantanove anni, nero, anche lui trovato morto nel letto, cardiopatico, nevropatia pregressa…»

«Come, scusi?» la interrompe Marcus. «Ha detto “nevropatia”?»

Alcuni ridono e la dottoressa arrossisce. E bruttina e sovrappeso, giovane. Diventa paonazza.

«E cosa sarebbe, di grazia?» Gigione, Marcus si accanisce contro di lei per conquistarsi il favore del suo pubblico. «Non mi dica che ha ricoverato nel nostro istituto un poveretto perche a suo dire soffriva di “nevropatia” pregressa, per favore.»

Non e spiritoso, e maligno: all’Istituto di medicina legale arrivano i morti e non vengono “ricoverati” dei “poveretti”. E terribilmente poco rispettoso nei confronti di persone chiuse dentro sacchi di plastica o distese su tavoli di acciaio poco lontano da li, in attesa del bisturi e della sega Stryker.

«Scusate, ho letto male» dice confusa la dottoressa Ramie. «Volevo dire nefropatia. Non capisco piu nemmeno la mia scrittura…»

«Dunque il buon Benjamin Franklin non soffriva di nervi. Non e che l’ha colpito un fulmine, per caso?» interviene Marino, giocherellando con la sigaretta spenta. «Avete qualche morto per avvelenamento da piombo, o ferita d’arma da fuoco che dir si voglia?»

Marcus lo fulmina con lo sguardo.

La dottoressa Ramie prosegue. «Ho gia visto anche lui. Poi abbiamo… Finky… No, aspettate. Finder… Cioe…»

«Finky Finder?» interviene Marino, facendo lo spiritoso. «O Finder Finky?»

«E il nome o il cognome?» chiede Marcus, alzando la voce per zittire Marino.

La dottoressa Ramie e talmente paonazza che Kay Scarpetta per un attimo teme che si alzi ed esca dalla sala in lacrime. «Sembrano nome e cognome. Finky Finder» risponde, secca. «Ventidue anni, nera, trovata morta in un bagno con l’ago ancora piantato nella vena del braccio. Probabile overdose di eroina. Sarebbe la seconda in quattro giorni. Questa e ancora da vedere.» Gira un foglio. «Appena prima che cominciasse la riunione e arrivato un quarantaduenne bianco, Theodore Whitby. Si e infortunato sul lavoro.»

Marcus sbatte le ciglia, mentre tutti abbassano gli occhi. Kay Scarpetta implora in cuor suo Marino di stare zitto. Invece lui puntualizza: «Si e infortunato? Vuol dire che e ancora vivo?».

«Per la verita non ho ricevuto io la chiamata» balbetta la dottoressa Ramie. «Dottor Fielding…»

«Nemmeno io» risponde lui brusco.

«Ah, credevo che… Allora e stato il dottor Martin. Dev’essere la sua scrittura» continua la Ramie, sempre piu paonazza e confusa. «La dinamica dell’incidente e ancora da chiarire, ma pare che fosse davanti al suo trattore e un minuto dopo sia stato visto lungo disteso per terra, in fin di vita. E successo alle otto e mezzo di questa mattina, nemmeno un’ora fa. Probabilmente e stato investito in seguito a una caduta o perche ha perso il controllo del mezzo. Quando sono arrivati i soccorsi, era gia morto.»

«Dunque si e ammazzato. E stato un suicidio» interviene Marino, giocherellando con la sigaretta.

«Sfortuna vuole che sia successo davanti alla vecchia sede dell’istituto, nel cantiere di North Fourteenth Street» dice la Ramie.

Questa aggiunta colpisce Marino, che smette subito di scherzare e guarda Kay Scarpetta, la quale ripensa all’uomo in pantaloni verdi e giacca nera che ha visto davanti alla ruota del trattore. Era vivo, e adesso e morto. Quando lo ha visto davanti alla ruota a trafficare con il motore, ha pensato che era un’imprudenza. E adesso quel poveretto e morto.

«Su di lui va effettuata l’autopsia» dice la Ramie, dandosi un contegno.

Kay Scarpetta ricorda di aver guardato l’uomo dietro il trattore finche non e scomparso alla sua vista. Evidentemente, appena lei ha svoltato, il trattore si e messo in moto e lui ci e finito sotto.

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