«Propongo che di quest’uomo si occupi lei, dottor Fielding» dice Marcus. «Si accerti che non abbia avuto un infarto o altri disturbi prima di essere investito. L’elenco delle lesioni riportate sara lunghissimo, ma non c’e bisogno che io le ricordi che in questi casi gli esami devono essere estremamente accurati. Anche se, per certi versi, inutili.» Guarda Kay Scarpetta. «Lei ha lavorato a lungo al 9 di North Fourteenth Street, vero?»
«Si» risponde lei, senza riuscire a togliersi dalla testa l’immagine dell’uomo in pantaloni verdi e giacca nera. «Molti anni. Poi ci siamo trasferiti qui.» Ci tiene a farglielo presente, come se fosse importante.
La dottoressa Ramie riprende a parlare dell’ordine del giorno. Vi sono un detenuto sulla cui morte non ci sono sospetti, ma che va esaminato perche per legge tutti coloro che muoiono in carcere devono essere sottoposti all’esame di un medico legale, poi un uomo rinvenuto cadavere in un parcheggio, forse assiderato, una donna diabetica morta improvvisamente mentre scendeva dalla propria auto, un neonato morto nella culla, un diciannovenne ritrovato in mezzo a una strada e presumibilmente ucciso da un colpo di arma da fuoco.
«Io devo andare a Chesterfield, in tribunale» conclude la dottoressa Ramie. «E avrei bisogno di un passaggio perche la mia macchina e di nuovo dal meccanico.»
«La accompagno io» si offre Marino, facendole l’occhiolino. La dottoressa Ramie assume un’espressione terrorizzata.
Fanno tutti per alzarsi, ma il dottor Marcus li ferma. «Prima di chiudere, vorrei farvi qualche domanda» dice. «Come sapete, il nostro istituto organizza corsi di aggiornamento durante i quali io tengo alcune lezioni sul ruolo del medico legale. Ho pensato di sottoporvi alcuni dei quesiti che intendo porre ai partecipanti e, se non vi dispiace, vorrei farlo stamattina, approfittando del fatto che abbiamo una grande esperta fra noi.»
“Ma che bastardo” pensa Kay Scarpetta. “Vuole farmela pagare. Ce l’ha con me.”
Marcus guarda tutte le persone sedute intorno al tavolo. «Donna, vent’anni, bianca, alla settima settimana di gravidanza» comincia. «Il suo compagno la prende a calci, lei chiama la polizia e finisce in ospedale. Alcune ore dopo abortisce. La polizia chiama il medico legale. Che cosa deve fare costui?»
Nessuno risponde. E ovvio che non sono abituati a questo tipo di interrogazione. Lo guardano senza fiatare.
«Su, coraggio» dice lui con un sorrisetto. «Dottoressa Ramie.»
«Si, dottore?» risponde lei, arrossendo.
«Mi dica, che cosa farebbe, se venisse interpellata dalla polizia su un caso del genere?»
«Un esame necroscopico sul feto abortito?» tira a indovinare la donna.
«Nessun altro vuole buttarsi? Dottoressa Scarpetta?» Marcus pronuncia il cognome lentamente, come per sottolineare il fatto che non la sta chiamando per nome. «Si e mai trovata in questa situazione?»
«Purtroppo si» risponde lei.
«Ci spieghi, allora. Come si e comportata?» le domanda rispettoso.
«Ovviamente picchiare una donna incinta e reato» spiega Kay. «La morte del feto puo essere considerata un omicidio.»
«Interessante.» Marcus si guarda intorno, prima di ripartire all’attacco. «Dunque lei tratterebbe un aborto alla settima settimana di gravidanza come un omicidio. Non le sembra un po’ azzardato?»
“Sei un vero bastardo” pensa Kay, che risponde: «Se la polizia mi interpella, e perche vuole conoscere la causa del decesso. Come lei certamente sapra, la legge e stata modificata alla fine degli anni Novanta, dopo il caso di un uomo che sparo a una gravida, la quale sopravvisse ma perse il bambino. Nel caso che lei ha esposto, io effettuerei l’autopsia sul feto. Per il certificato di morte userei il modulo giallo, perche il feto e nato morto, ma scriverei che la morte e sopravvenuta a livello intrauterino a causa delle violenze subite dalla madre. Archivierei inoltre copia del modulo con la pratica, perche il Bureau of Vital Records, una volta completate le sue statistiche, distrugge la documentazione».
«E cosa farebbe del feto?» domanda Marcus, molto meno rispettoso di prima.
«Chiederei ai familiari.»
«E un esserino di nemmeno dieci centimetri di lunghezza: non resterebbe niente da seppellire!» ribatte lui in tono sprezzante.
«Be’, allora lo metterei in formalina. Ma lo darei ai familiari, perche ne facciano quello che vogliono.»
«E lo definirebbe un omicidio» ribadisce freddo.
«La legge stabilisce che qualsiasi atto di violenza volto a uccidere un familiare e un reato punibile con la pena capitale. Anche se non si riuscisse a dimostrare l’intento omicida, permane il reato di atti di violenza sulla madre, anch’esso punibile con la morte. Qualora venisse dimostrato che non vi era intenzione di uccidere, si tratterebbe comunque di omicidio colposo o preterintenzionale. Il fatto che il bambino non fosse ancora nato e irrilevante.»
«Obiezioni?» chiede Marcus al suo staff. «Commenti?»
Nessuno risponde, nemmeno Fielding.
«Bene, passiamo a un altro caso» insiste Marcus con un sorriso maligno.
“Come vuoi” pensa Kay. “Te la faccio vedere io.”
«Un giovane ricoverato in un centro riservato ai malati terminali che sta morendo di AIDS chiede al medico di staccare la spina» inizia Marcus. «Se il medico lo accontenta, sul paziente dev’essere effettuata autopsia? Esiste l’ipotesi di omicidio? Dottoressa, ci dia il suo parere.»
«A mio avviso, e morte naturale, a meno che il medico non pianti una pallottola nella testa del paziente» risponde lei.
«Dunque lei e favorevole all’eutanasia…»
Kay Scarpetta non gli risponde nemmeno. «Il consenso informato pone diversi problemi. Spesso a darlo e un paziente depresso, che in quanto tale non e in grado di prendere decisioni meditate. E una questione che andrebbe affrontata a livello sociale…»
«Mi scusi, forse non ho capito bene» la interrompe Marcus.
«Che cosa non ha capito?»
«Abbiamo un malato terminale che un bel giorno si sveglia e decide di morire. Secondo lei il suo medico deve lasciarlo fare?»
«I malati terminali hanno questo diritto» risponde Kay Scarpetta. «Possono decidere di morire comunque: avendo accesso alla morfina per combattere il dolore, possono chiederne un po’ di piu e morire nel sonno. Hanno diritto di indossare il bracciale con la scritta DO NOT RESUSCITATE e rifiutare la rianimazione. E, in questi casi, nessuno deve rispondere di nulla.»
«Il nostro caso, pero, e un po’ diverso» insiste Marcus, stizzito.
«I malati terminali hanno diritto a un’adeguata terapia del dolore e a morire in pace» risponde Kay Scarpetta. «La legge prevede la possibilita di indossare un braccialetto per non essere rianimati e di rifiutare l’accanimento terapeutico. Un malato terminale che muore di overdose di morfina o perche rifiuta il respiratore o la rianimazione non deve essere portato in un Istituto di medicina legale. E, se ci arriva, il direttore deve rimandarlo indietro.»
«Commenti?» chiede Marcus radunando i propri fogli e preparandosi a uscire.
«Si» interviene Marino. «Ha mai pensato di tenere una rubrica su
5
Benton Wesley passeggia da una finestra all’altra della sua casa di Aspen. La voce che gli sta parlando al cellulare va e viene.
«Come hai detto? Scusa, puoi ripetere?» Fa tre passi indietro e, nel sentire piu chiara la voce di Marino, si ferma.
«Ho detto che non e tutto. La situazione e molto piu complicata. Secondo me, quel bastardo voleva farle fare una figura di merda. Non ci e riuscito, naturalmente, pero…»
Benton osserva la neve che si e raccolta sui pioppi e sugli abeti. E la prima bella mattina di sole da diversi giorni e le gazze volano di ramo in ramo. Benton ne segue i movimenti e cerca di capire il motivo di tanta attivita, sforzandosi di trovare un rapporto di causalita biologica in quello svolazzare apparentemente senza senso. Come