«Ti sto sempre a sentire.»
«Non ho mai detto il contrario. Ho detto che non mi avresti creduto. Nel caso specifico, ne sono abbastanza sicuro.»
«Puo darsi. Quanto manca, secondo te? Quanti pali segnaletici abbiamo passato?»
«Solo tre, purtroppo. Abbiamo ancora qualche chilometro» risponde Benton. Alza gli occhi verso la tempesta di neve. La cima della montagna e invisibile, ormai, e il vento si sta alzando. «Il tempo e cosi da quando sono arrivato» spiega. «Nevica quasi tutti i giorni, di solito la sera. Quando sei coinvolto, non riesci a essere obiettivo. Inoltre, e piu facile giudicare il nemico quando lo attacchi, piuttosto che quando e lui ad attaccare te. Nel caso specifico, tu sei la vittima e Henri il carnefice. Ti ha preso di mira dal primo istante: l’hai colpita, voleva averti. A tutti i costi. Anche Pogue ti ha preso di mira, a modo suo. Per ragioni diverse da quelle di Henri, naturalmente. Lui non voleva venire a letto con te o vivere la tua vita, identificarsi con te. Lui voleva solo farti del male.»
«Pensi davvero che ce l’abbia con me e non con Henri?»
«Si. La vittima designata sei tu.» Continua a camminare, aiutandosi con le racchette da sci. «Ti spiace se ci fermiamo un attimo?» le chiede. In realta non e stanco, ma intuisce che Lucy non ce la fa piu.
Si fermano e si appoggiano ai bastoncini, soffiando sbuffi di aria bianca, e guardano le nuvole che avvolgono le montagne alla loro destra. Il maltempo si sta avvicinando.
«In meno di mezz’ora saremo alle macchine» dice Benton, togliendosi gli occhiali da sole e riponendoli in una tasca della giacca a vento.
«La tempesta si avvicina» osserva Lucy. «Non solo metaforicamente.»
«E una delle cose che mi piacciono di piu della montagna e del mare» commenta Benton. «La natura mette tutto in una prospettiva diversa.» Guarda le nuvole che si avvicinano e pensa che e vero: la tempesta di neve sta per raggiungerli. «Hai ragione, comunque: Pogue sta per colpire ancora. Uccidera di nuovo, se non lo fermeremo in tempo.»
«Spero che provi a uccidere me.»
«Non dirlo, Lucy.»
«Lo spero veramente» ribatte lei, riprendendo a camminare. «Sarebbe la cosa migliore. Se si azzarda, sara l’ultima volta che prova a far fuori qualcuno.»
«Henri e addestrata a difendersi, eppure ha rischiato grosso» le fa notare Benton allungando il passo.
«Non e brava quanto me. Neppure lontanamente. Ti ha raccontato che cosa ha combinato al campo di addestramento?»
«Non mi pare.»
«Simuliamo combattimenti alla Gavin de Becker, piuttosto feroci» spiega Lucy. «I ragazzi non sanno che cosa li aspetta. Giustamente, a mio avviso, visto che nella vita e cosi. Dopo tre attacchi con i K-9, si trovano una piccola sorpresa. Arriva una muta di cani senza museruola. Henri aveva il giubbotto antiproiettile, ma quando ha visto il primo cane senza museruola e uscita di testa. Si e messa a correre e a gridare, e stata colpita, e scoppiata in lacrime e ha dato in escandescenze. Diceva che voleva piantare li tutto, che voleva andare via…»
«Peccato che non l’abbia fatto. Ecco il secondo palo segnaletico.» Alza un bastoncino e le indica il palo con un grosso numero 2 dipinto sopra.
«Invece ha superato la crisi» spiega Lucy camminando sulle impronte che hanno lasciato all’andata. «Si e beccata anche qualche proiettile di gomma senza fare troppe scene. Ma le simulazioni non le sono mai piaciute.»
«Lo credo. Solo ai pazzi possono piacere» commenta Benton.
«Ne ho conosciuti diversi. Forse faccio parte anch’io della categoria. Voglio dire, i proiettili di gomma fanno male, ma l’emozione e forte. Perche dici che e un peccato che non abbia piantato li tutto? Pensi che sarebbe stato meglio per lei? Comunque lo so, la devo licenziare.»
«E con che scusa? La mandi via perche si e fatta aggredire a casa tua?»
«Lo so, se la licenzio mi fa causa.»
«Infatti» replica Benton. «Dovrebbe andarsene lei. Cerca di convincerla.» La guarda e continua a camminare. «Quando l’hai assunta, eri obnubilata, annebbiata.» Indica le nuvole che si avvicinano minacciose. «Eri come quella montagna la. Sara anche stata una poliziotta in gamba, ma di certo non e al vostro livello. Voi svolgete operazioni delicatissime e non mi sembra che lei sia all’altezza. Spero che se ne vada, prima che succeda qualcosa di veramente brutto.»
«Perche? Trovi che quello che e successo finora non sia veramente brutto?» fa Lucy sbuffando.
«Non e morto nessuno.»
«Be’, certo» replica Lucy. «Uffa! Non ce la faccio piu. Ma tu cammini sempre cosi tanto?»
«Tempo permettendo.»
«A correre una mezza maratona si fa meno fatica.»
«Se la corri a bassa quota» osserva Benton. «Ecco il palo numero 1. Fra il primo e il secondo c’e meno distanza, come vedi.»
«Pogue non ha precedenti penali. E uno psicopatico all’apparenza normalissimo. Non posso credere che lavorasse per mia zia» dice Lucy. «Ma perche ce l’ha con me? Che cosa gli ho fatto? Forse in realta ce l’ha con zia Kay. Magari la incolpa della sua malattia. Chissa cos’ha nella testa…»
«No» la contraddice Benton. «Ce l’ha con te.»
«Ma perche? E una follia!»
«Si, e una follia, ma sono certo che sei tu il suo bersaglio. Ti vuole punire per qualcosa che hai fatto. Ha aggredito Henri per fare dispetto a te, ci giurerei. Non sappiamo che cos’ha nella testa, segue una logica tutta sua, che noi non riconosciamo. Ti posso dire che e psicotico, non psicopatico, che agisce d’impulso piu che con premeditazione, che e maniacale e pensa di poter modificare la realta con il pensiero. Non so dirti altro. Ecco, ci ha raggiunti» dice poi, quando i primi fiocchi di neve cominciano a mulinare intorno a loro.
Lucy si mette gli occhiali, mentre il vento si alza, scuotendo gli alberi grigi. I fiocchi sono piccoli, asciutti, agitati da raffiche di vento forte. Lucy e Benton continuano il cammino lungo la strada gelata.
50
Gli alberi sono coperti di neve. Lucy guarda dalla finestra della sua stanza al secondo piano del St Regis Hotel, che e di mattoni rossi e sembra un drago accovacciato ai piedi del monte Ajax. La neve sulla strada scricchiola sotto gli scarponi da sci dei villeggianti. Gli impianti di risalita non sono ancora in funzione, a quest’ora, ma alcuni si sono gia messi in moto. Il sole e nascosto dietro le montagne e il cielo e di un azzurro metallico. Il silenzio e assoluto, a parte i suoni prodotti dagli sciatori piu mattinieri, in marcia verso skilift e pullman.
Dopo la passeggiata lungo Maroon Creek Road, ieri pomeriggio, Benton e Lucy hanno preso le loro rispettive macchine e sono andati ciascuno per la propria strada. Benton non voleva che Lucy venisse ad Aspen, cosi come non voleva che Henri si piazzasse in casa sua. Pero e andata cosi, la vita e strana e spesso riserva molte sorprese: Henri e in casa sua e Lucy e ad Aspen. Benton le ha chiesto di prendere alloggio in un hotel, perche non vuole mandare a monte il lavoro fatto con Henri, per quanto i progressi siano stati scarsi. Oggi Henri e Lucy si vedranno, quando Henri se la sentira. Sono passate due settimane e Lucy non puo piu rimandare l’incontro. E oppressa dai sensi di colpa e vuole cercare di dare una risposta a molte domande. Ha bisogno di capire, di fare chiarezza.
Stamattina, il comportamento tenuto ieri da Benton le appare piu comprensibile. Voleva stancarla, toglierle il fiato, in maniera che le fosse piu difficile parlare e dare sfogo alla rabbia, per poi mandarla a letto come una bambina, benche Lucy sia una donna fatta. Sa che Benton le vuole bene, non ne ha mai dubitato. E sempre stato buono con lei, anche quando lei lo odiava.
Cerca nella valigia un paio di pantaloni da sci, tira fuori maglione, biancheria di seta e calzettoni, e li posa sul letto accanto alla Glock nove millimetri con mirino al trizio e caricatore da diciassette colpi. E l’arma che utilizza quando il problema e l’autodifesa in spazi chiusi ed e preferibile non avere troppa potenza di fuoco. Lucy non userebbe mai proiettili calibro .40 o .45 in una stanza d’albergo.
Non ha ancora deciso che cosa dira a Henri, ne sa che cosa provera nel vederla.
Non ha grandi aspettative: prevede che Henri non fara i salti di gioia incontrandola e forse non rispettera neppure le piu elementari regole dell’educazione. Si siede sul letto, si toglie i pantaloni della tuta e si sfila la T-