shirt. Poi si guarda allo specchio per controllare di non essere ingrassata o invecchiata troppo. Ma non ha ancora compiuto trent’anni ed e in forma perfetta: e muscolosa, ma non mascolina. Insomma, non puo proprio lamentarsi. Tuttavia, nel guardarsi allo specchio prova una strana sensazione, come se il corpo riflesso fosse di qualcun altro. Si sente diversa da come e. Ne piu brutta ne piu bella: diversa. Le viene in mente che, per quante volte si possa fare l’amore con un’altra persona, non si puo mai sapere che effetto fa sull’altro il proprio corpo. Da una parte le piacerebbe saperlo, dall’altra e meglio cosi.
Smette di guardarsi allo specchio, abbastanza soddisfatta di se, ed entra nella doccia. Non le serve essere bella, oggi. Non la accarezzera nessuno, oggi. Apre l’acqua e si dice che probabilmente non la accarezzera nessuno neanche domani, ne il giorno dopo ancora. «Oddio, come faro?» dice a voce alta mentre il getto di acqua calda colpisce il marmo e schizza sulla porta a vetro. «Che cosa ho fatto, Rudy? Che cosa ho fatto? Ti prego, non mi abbandonare. Ti giuro che non succedera piu.»
Lucy ha l’abitudine di piangere nella doccia. L’ha presa quando ha cominciato a lavorare per l’FBI, a meno di vent’anni, grazie alla sua influente zia. Andava a sparare nel poligono di tiro di Quantico e faceva esercitazioni con agenti che non si lasciavano mai prendere dal panico o dallo sconforto. Credeva che gli agenti dell’FBI non provassero mai ne paura ne dolore. Era giovane e inesperta e si faceva un sacco di illusioni, allora, ma si e programmata a pensare in un certo modo e adesso le e difficile cambiare. Se piange, cosa che le capita molto di rado, lo fa in solitudine. Se e sconfortata, si nasconde.
Ha quasi finito di vestirsi quando si rende conto che c’e troppo silenzio. Improvvisamente agitata, tira fuori il cellulare dalla tasca della giacca a vento. La batteria e scarica. Ieri sera era troppo stanca e infelice per pensare al telefonino e se lo e dimenticato in tasca. Non e da lei, assolutamente. Rudy e sua zia non sanno dove e andata. Non sono al corrente del falso nome con cui ha preso alloggio al St Regis e possono contattarla solo tramite cellulare. Soltanto Benton sa dove trovarla e sotto quale identita. Tagliare fuori cosi Rudy e molto poco professionale. Anzi, e inaccettabile. Chissa come e arrabbiato, pensa Lucy, chissa se questa sara la goccia che fara traboccare il vaso. Che cosa farebbe senza di lui? Non si fida di nessuno come di Rudy. Mette in carica il cellulare e lo accende: ha undici messaggi, la maggior parte dei quali lasciati da lui.
«Credevo fossi sparita dalla circolazione» sbotta Rudy, appena riconosce la sua voce al telefono. «Sono tre ore che ti cerco. Che cosa stai facendo? Da quando non rispondi piu al telefono? E non dirmi che non prendeva, perche non ci credo. Il tuo cellulare prende dappertutto. Ho provato a rintracciarti anche via radio, ma ho trovato spenta pure quella.»
«Calmati, per favore» lo supplica Lucy. «Avevo la batteria scarica e senza batteria non funzionano ne il telefono ne la radio. Scusa.»
«Non hai il caricatore?»
«Ti ho chiesto scusa, Rudy.»
«Be’, ho delle informazioni da darti. Sarebbe meglio che tornassi qui prima che puoi.»
«Che cosa succede?» Lucy si siede per terra, vicino alla presa in cui ha inserito il caricatore.
«Purtroppo non sei l’unica ad aver ricevuto un regalo dal nostro amico. Anche un’anziana signora e stata omaggiata di una bomba, ma non e stata altrettanto fortunata.»
«Gesu» esclama Lucy, chiudendo gli occhi.
«E la cameriera di un locale di Hollywood che si chiama Other Way ed e di fronte a un distributore della Shell in cui vendono bibite alla spina in bicchieri del Gatto e il cappello matto. La poveretta ha riportato ustioni gravi, ma ce la fara. Pare che Pogue andasse spesso in quel locale. Tu l’hai mai sentito nominare?»
«No» risponde Lucy con un filo di voce, pensando alla povera cameriera ustionata. «Povera crista.»
«Stiamo setacciando la zona. Ho mandato in giro parecchi dei nostri. Non le reclute: non mi sembrano ancora pronte.»
«Gesu!» continua a esclamare Lucy. «Possibile che non ce ne vada una dritta?»
«Non essere cosi negativa: la situazione si sta sbloccando. Devo dirti altre due cose. Secondo tua zia, Pogue potrebbe avere una parrucca. Di capelli veri, lunghi e ondulati, neri, tinti. Se e cosi, con la prova del DNA risaliremo a qualche puttana che si e venduta i capelli a una fabbrica di parrucche per una dose di crack.»
«Una parrucca? E perche me lo dite solo adesso?»
«Tua zia lo ricorda rosso di capelli e dice di aver trovato capelli rossi nella casa in cui ha abitato fino a poco tempo fa. Tenuto conto che nelle lenzuola di Gilly Paulsson, in camera tua e sul nastro adesivo usato per confezionare la bomba trovata nella tua cassetta delle lettere sono stati rinvenuti capelli lunghi, ondulati e tinti di nero, e ovvio pensare a una parrucca. La parrucca spiegherebbe molte cose. Stiamo cercando la macchina, adesso. Pare che la vecchia morta nella casa in cui Pogue abitava a Richmond, tal signora Arnette, avesse una Buick bianca del 1991, che nessuno sa che fine abbia fatto. I familiari della signora Arnette non ne sanno niente. Potrebbe averla presa Edgar Allan Pogue. Risulta ancora intestata alla Arnette. Senti, sarebbe meglio che tornassi qui appena possibile. E che evitassi casa tua.»
«Non ti preoccupare» risponde Lucy. «Non voglio mettere piu piede in quella casa.»
51
Edgar Allan Pogue chiude gli occhi, seduto sulla sua Buick bianca in un parcheggio vicino alla AIA, e ascolta quello che chiamano “adult rock”. Tiene gli occhi chiusi e si sforza di non tossire, perche quando tossisce gli bruciano i polmoni e gli gira la testa. Il weekend e volato e lui non sa nemmeno piu che cosa ha fatto, ma va bene cosi. Il DJ dice che e lunedi mattina, che e l’ora di punta. Pogue tossisce e gli si riempiono gli occhi di lacrime. Cerca di respirare profondamente.
Si e buscato un raffreddore. Deve averlo preso dalla cameriera con i capelli rossi all’Other Way. Quando lui se ne stava andando, venerdi sera, gli e andata vicino e si e soffiata il naso. Gli e andata vicino solo ed esclusivamente perche aveva paura che lui uscisse senza pagare. Prima, pero, si era disinteressata di lui, che avrebbe voluto prendere un altro Bleeding Sunset, ma non e riuscito a ordinarlo perche lei non lo considerava. Cosi ha preparato una bella “arancia” anche alla rossa dell’Other Way e tanti saluti. Era quello che si meritava.
Il sole scalda il parabrezza e Pogue se lo sente sulla faccia, seduto al volante con il sedile reclinato e gli occhi chiusi. Il sole dovrebbe fargli passare il raffreddore. Sua madre lo diceva sempre, che il sole manda un sacco di vitamine e fa bene, motivo per cui le persone anziane si trasferiscono in Florida. Cosi diceva sua madre. Un giorno, Edgar Allan, ci andrai anche tu. Adesso sei giovane, ma prima o poi anche tu diventerai vecchio e stanco come me e vorrai andare a stare in Florida. Se solo avessi un lavoro rispettabile, Edgar Allan. Con quello che guadagni, dubito che ti potrai mai permettere di trasferirti in Florida.
Sua madre gli rompeva sempre le scatole con la storia che guadagnava poco. Gli metteva ansia. Quando e morta, lui ha ereditato abbastanza soldi per trasferirsi in Florida. Poi ha smesso di lavorare e ha cominciato a ritirare la pensione ogni due settimane. L’ultima rata deve essere ancora alla posta, a Richmond, perche non e potuto andarla a ritirare. Ma un po’ di soldi ce li ha, pensione o non pensione. Per ora, gli bastano. Puo continuare a permettersi i suoi sigari costosi, e quindi non si lamenta. Se ci fosse sua madre, adesso gli romperebbe le scatole anche con la storia della tosse, gli direbbe che se ha la tosse non deve fumare. Intanto lui fuma lo stesso. Pensa al vaccino antinfluenzale che non ha fatto: aveva appena saputo che il palazzo dove aveva lavorato tanti anni stava per essere demolito e che il Pesce Grosso aveva aperto un ufficio a Hollywood, Florida.
All’Istituto di medicina legale della Virginia c’era un nuovo direttore, ormai, e la vecchia sede stava per essere demolita perche era in programma la riapertura della vecchia stazione ferroviaria. Lucy Farinelli era in Florida. Se Kay Scarpetta non lo avesse abbandonato a Richmond, non ci sarebbe stato bisogno di nominare un altro direttore, sarebbe rimasto tutto come prima e non avrebbero buttato giu la vecchia sede dell’istituto, cosi lui avrebbe richiesto per tempo il vaccino antinfluenzale e sarebbe riuscito a procurarselo. Demolire la vecchia sede dell’Istituto di medicina legale della Virginia senza chiedergli un parere era un’azione ignobile e ingiusta: lui aveva lavorato in quel palazzo! Riceveva ancora la pensione ogni due settimane, aveva ancora la chiave della porta di servizio e continuava a frequentare la divisione di Anatomia, specie nottetempo.
Ci andava tutte le volte che voleva, prima di venire a sapere che stavano per buttare giu il palazzo. Era l’unico ad andarci, ormai. Si erano dimenticati tutti di quello che c’era la dentro. Saputo della demolizione, Edgar Allan Pogue aveva dovuto portare via tutto. Tutte quelle persone, tutte quelle urne ammaccate da spostare in