— Come ti chiami? Dove sei nata? Ti togli mai il trucco di scena dal viso?

— No — disse lei. E poi: — Be’, a volte. Ma mai e poi mai in presenza di qualcuno. Sai come si chiama il Mago?

— Si, ma ho giurato di mantenere il segreto.

— Be’, io no. Non gliel’ho mai chiesto. Non e importante. Come per Nebraska. Una volta gli chiesi dove si trovava il Nebraska, quando aveva ancora questo nome, e lui mi disse che era da qualche parte nel Settore Costa Orientale. Viene da pensare che sia nato li, in quello che era il Nebraska pre-GLM, non e vero? Ma per i lunghi baffi e la pronuncia strascicata si e ispirato a qualche antico telefilm, e il luogo che lui riteneva il Nebraska era invece la Virginia Occidentale. Pero qualcosa va perso, se si conosce tutta la storia, non credi? Qualcosa di piccolissimo, ma importante. A modo suo.

— Tu dove sei nata?

— Sulla Luna.

— Ah… — Sidney alzo una spalla, coperta da un velo di sudore che di colpo fece svanire ogni pensiero coerente dalla mente di Aaron. — Mi hai rivolto una domanda. Ti ho risposto.

Nel suo subconscio la cercava, come cercava guai nella citta irrequieta; ogni pulsazione di cubi che udiva sembrava provenire da lei. In qualsiasi cosa fosse impegnato — servizio di aeropattuglia, dispacci, rapporti, risse per le strade o inseguimenti all’impazzata — finiva inevitabilmente per entrare nel Constellation Club nelle ore in cui c’erano i Nova. Sono come drogato, penso disperatamente. Intossicato da una cubista con il viso d’oro. Lei non pretendeva nulla: abitava nella sua mente ma non interferiva con il suo lavoro. Si limitava a essere presente nei suoi pensieri, perche lui lo voleva, fino al momento in cui entrava nel club e scorgeva i suoi occhi esplorare le luci e le ombre finche non lo trovava e smetteva di cercare.

Aaron salto l’ultima seduta di prove. Incidenti e rapporti da redigere con cura lo tennero lontano finche, quasi all’alba, entro stancamente nel club. Sidney c’era ancora, in quell’ora perduta, non reclamata ne dalla notte ne dal mattino. Aaron si uni a lui. Sul palco il Mago, colorandosi di verde, scosse la tastiera in un ultimo accordo. Un fiotto di luce schizzo dall’arpa a canne. La Regina di Cuori incornicio il proprio viso con le bacchette e le calo con uno schianto. Il palco si oscuro. Ci fu un attimo di silenzio. Poi dal buio provenne un unico, dolce fraseggio di Bach.

Aaron e Sidney applaudirono. Nebraska riaccese le luci del palco. Quasar si lascio cadere sulla rampa, scosse selvaggiamente i capelli riempiendo l’aria di bagliori.

— Merde - disse raucamente. — Che ore sono?

La risposta di Nebraska si muto in uno sbadiglio. Il Mago lancio un’occhiata al polso, ma la sua mente sembrava ancora avvolta dai colori e non registro niente. Sidney disse: — Le quattro e mezzo. Buon giorno, Aaron. Chi ti ha strappato le tasche?

— Merde - ripete Quasar. Si giro, rivolse un ghigno maniacale pieno di riflessi argentei alla Regina di Cuori. — Hai suonato magnificamente.

La Regina di Cuori fece per appoggiarsi alla parete, poi si ricordo che non c’era nessuna parete. I suoi occhi avevano trovato Aaron, oltre la luce. Lui inspiro silenziosamente perche, come quando l’aveva vista per la prima volta, si sentiva pietosamente in balia e del passato e del futuro. Ecco l’assuefazione, penso, la liberazione dai ricordi, da se stessi. Ecco che lei lo riportava con forza al limitare del territorio nascosto dietro i suoi occhi. Lei non sorrise; i suoi occhi, sopra i cubi luminosi che si raffreddavano lentamente, acquistarono una sfumatura piu cupa.

Il Mago si avvicino al banco del bar. — Com’e andata? — chiese a Sidney. — Siamo all’altezza di Averno?

— Probabilmente provocherete una disgregazione permanente delle sue onde sonore.

— Non e quello che vogliono? — Allungo la mano oltre Aaron per prendere una salvietta. — Cos’e successo ai tuoi calzoni?

— Non sono stato abbastanza veloce — disse distrattamente Aaron, guardando la Regina di Cuori che scendeva dal palco. Il Mago gli lancio uno sguardo incuriosito. Nascose dietro la salvietta il sorriso improvviso che gli saliva alle labbra. Sidney, amabile stregone del suo stesso reame, ando dietro il banco a versare birra.

La Regina di Cuori si uni a loro. Non guardo Aaron, ma gli si fermo vicino, e lui capi con un sussulto quanto poco mancava alla partenza. La domanda di lei, genericamente indirizzata all’universo, era rivolta a lui: — Ti e piaciuto? — Finalmente lo guardo. Nelle ombre fumose e ingemmate i suoi occhi erano color dell’aria.

— Immensamente — disse Aaron.

Lei sorrise. — Ma tu non c’eri!

— C’ero io — disse Sidney. — Sei stata fantastica.

Il Professore si drappeggio sopra il banco. — Sono morto e sulla strada dell’Averno. Signora dei Cuori, ci hai trascinati a tal punto che temevo che la mia arpa si schiantasse.

— Siete stati voi a trascinare me — disse lei. Si alzo i capelli sulla nuca, se li raccolse sulla testa. — In occasioni come questa santificherei chi ha inventato la vernice per il viso a prova di sudore.

— L’agenzia si e messa in contatto con te? — chiese Sidney al Mago.

Il Mago scosse la testa da sopra il boccale di birra. — Perche?

— Oggi mi hanno detto che il tuo concerto a Helios sara registrato via satellite e trasmesso sulla rete NSBC.

Nebraska resto a bocca aperta. — Scherzi! Noi? — Batte un colpo sulla schiena del Mago. — Andiamo in onda!

Il Mago si scosse dalle dita gocce di birra. — I Nova sono un complesso da club. Come diavolo hai ottenuto che i mass-media ci prendessero in considerazione?

— Interesse umano. Il primo complesso che suona su Averno, l’effetto sui detenuti nello spazio, eccetera. Imbastiranno una storia sul programma di riabilitazione, ma non sono riusciti a ottenere il permesso di portare una troupe su Averno, per cui vi filmeranno a Helios.

— Sidney, sei un genio.

— Lo so — disse Sidney, imperturbabile. Aaron si giro verso la Regina di Cuori, con il desiderio di guardare ancora i suoi occhi. Ma lei non era piu al suo fianco. Si guardo attorno stupito e la ritrovo sul palco, intenta a vagare senza scopo intorno ai cubi. Si stupi del suo insolito silenzio, del distacco che aveva improvvisamente messo fra se e gli altri. Fece per muoversi verso di lei, si fermo accanto al banco, poi comprese quanto era grande il vuoto che si lasciavano dietro le parole non dette, le azioni solo contemplate. Avverti l’attenzione del Mago come un faro puntato addosso. Il vecchio impulso familiare di proteggere le proprie azioni, di nascondere la propria vita, lo trattenne ancora un istante al banco, a sorseggiare birra, senza ammettere niente.

E poi penso: “Al diavolo tutto quanto.”

Poso la birra e attraverso il locale, sali la rampa fino al palco dove la Regina di Cuori continuava a fissare i suoi cubi. Quasi freddi, sfolgoravano ancora confusamente di tanto in tanto dall’interno, come stelle in via di estinzione.

Fermo accanto a lei, incerto, disse la prima cosa che gli venne in mente. — Hai gia aggiustato la ricevente?

Lei scosse la testa all’improvviso, quasi con rabbia, come se rispondesse a una domanda rimasta inespressa. Forcine a cuore scivolarono via; lei le raccolse. Lui l’aiuto. Le sue dita le sfiorarono una volta la guancia, e il viso di lei segui la carezza, cercandola. Incrocio lo sguardo di lui, d’un tratto turbato, vulnerabile. Aaron le prese la mano, le apri le dita, le riempi il palmo di cuori.

— No — disse lei. Inspiro profondamente. — E piu complicata di quanto credevo.

— Io ho accesso alle informazioni sulle spaziomobili da pattuglia, ai manuali di manutenzione per veicoli venduti a privati. Le otterresti egualmente dalla banca dati della biblioteca, ma cosi non dovrai pagare la tariffa di consultazione. Il Mago lo apprezzera.

Lei sorrise debolmente. Il sorriso non le arrivava agli occhi. — Non voglio… E tardi. Ossia, presto. Sei ancora in servizio.

— Fra 30 minuti ho l’intervallo per la colazione. Aspettami qui.

— Aaron… — Si interruppe, scosse ancora la testa. Ma non sottrasse la mano, non si mosse. Lui infilo la mano nell’unica tasca non strappata, le apri l’altra mano e le mise sul palmo una rosa, sbiadita fino a diventare di un polveroso color borgogna e tuttavia ancora lievemente profumata. Lei fisso il fiore; Aaron vide che deglutiva.

Вы читаете Voci dal nulla
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату