accanto a lui, ma ho pensato a te… ecco, a te e alle altre donne… e cosi ho ritenuto che sarebbe stato meglio morire difendendovi.

— Lo stesso vale per noi — intervenne Dagwyn. — Pero siamo arrivati troppo tardi. Abbiamo dovuto stare dannatamente attenti, con le strade che pullulavano di quei dannati uomini del Cinghiale, e quando finalmente abbiamo raggiunto la fortezza stava gia bruciando. Per un momento ci siamo quasi sentiti impazzire, pensando che foste state uccise, ma poi Ricco ha detto che potevate essere riuscite a raggiungere il tempio.

— Quindi ci siamo diretti qui — riprese Ricyn, — e quando abbiamo trovato quei dannati del Cinghiale accampati davanti alle porte del tempio abbiamo capito che dovevate essere al suo interno.

— E infatti era cosi — confermo Gweniver. — Benissimo, adesso voi ragazzi prendete i cavalli e il carro con le provviste e portateli quassu. Sul retro ci sono alcune capanne riservate ai mariti delle donne che vengono in visita soltanto per un paio di giorni e potrete sistemarvi li fino a quando non avremo deciso sul da farsi.

Dagwyn si affretto ad allontanarsi per obbedire agli ordini ma Ricyn indugio, massaggiandosi il volto sporco con il dorso di una mano ancora piu sporca.

— Sara meglio seppellire quegli uomini, mia signora. Non possiamo lasciare questo compito alle sante donne del tempio.

— Hai ragione. Uh… mi chiedo cosa avra da dire la somma sacerdotessa in merito a tutto questo, ma del resto e una preoccupazione che riguarda soltanto me. Vi ringrazio per avermi salvata.

Ricyn rispose con un accenno di sorriso che gli increspo appena le labbra, poi si affretto a seguire gli altri.

Pur non essendo soddisfatta che quattro uomini fossero stati uccisi davanti alle porte del suo tempio, Ardda si mostro rassegnata e giunse perfino a commentare che forse la Dea aveva inteso punire l’atteggiamento irreligioso avuto dai Cinghiale in quella circostanza.

— Non ne dubito — convenne Gweniver, — perche e stata lei ad uccidere quell’uomo davanti alle porte. Io sono stata soltanto una spada in sua mano.

Ardda le lancio uno sguardo penetrante. Le due donne erano sedute nel suo studio, una nuda stanza di pietra con uno scaffale contenente i sei libri sacri inchiodato ad una parete e un tavolo cosparso della contabilita del tempio addossato a quella opposta. Anche adesso che la decisione cominciava a prendere forma con chiarezza nella sua mente, Gweniver continuo a nutrire qualche dubbio, ricordando come un tempo la sua massima ambizione fosse stata quella di diventare lei stessa somma sacerdotessa e di avere quello studio per se.

— Ho pregato la Dea per tutto il pomeriggio — prosegui. — Sto per lasciarti, mia signora: e mia intenzione votarmi alla Luna e cedere a Macla il comando del clan. Fatto questo prendero i miei uomini e mi rechero a Cerrmor per presentare al re la petizione del Lupo. Una volta che avro il tatuaggio il Cinghiale non avra piu motivo di farmi del male.

— Senza dubbio, ma e comunque pericoloso. Detesto pensarti in viaggio con appena tre cavalieri di scorta… chi puo sapere cosa gli uomini siano capaci di fare di questi tempi, perfino ad una sacerdotessa?

— Non saranno soltanto tre, mia signora. Io saro il quarto.

Quando comincio a capire cosa Gweniver avesse inteso dire, Ardda s’immobilizzo sulla sedia, leggermente incurvata in avanti.

— Non ricordi di avermi parlato del quarto volto della Dea? — prosegui Gweniver. — Il lato oscuro, quando la luna e cupa e tinta di sangue, la madre che divora i suoi figli.

— Gwen. Non questo.

— Questo. — Scuotendo il capo, Gweniver si alzo in piedi e prese a passeggiare per la stanza. — Intendo prendere i miei uomini e partecipare alla guerra. E trascorso troppo tempo dall’ultima volta che una guerriera votata alla Luna ha combattuto in Deverry.

— Sarai uccisa — protesto Ardda, alzandosi a sua volta. — Non lo permettero.

— Spetta forse a te o a me dare o negare permessi quando e la Dea a chiamarmi? Oggi ho sentito le sue mani su di me.

I loro sguardi s’incontrarono e si confrontarono in uno scontro di volonta, e Gweniver si rese conto di essere una donna e non piu una bambina quando Ardda fu la prima a distogliere il suo.

— Ci sono dei modi per mettere alla prova simili ispirazioni — affermo infine la sacerdotessa. — Stanotte vieni al tempio. Se la Dea ti concedera una visione non saro io ad oppormi, ma se non dovesse farlo…

— Mi lascero guidare al riguardo dalla tua saggezza.

— Molto bene. Ma se la Dea ti dovesse inviare una visione diversa da quella che tu pensi di volere?

— Allora mi votero comunque a lei, perche il mio momento e giunto, mia signora. Voglio conoscere il nome segreto della Dea e pronunciare i miei voti.

Quella sera Gweniver digiuno per prepararsi alla cerimonia. Mentre la gente del tempio era a cena, ando al pozzo a prendere dell’acqua e la riscaldo nel focolare della cucina per prepararsi un bagno. Quando infine comincio a rivestirsi, indugio ad osservare la camicia di suo fratello, che lei stessa aveva ricamato appena l’anno precedente. Su ciascuno sprone spiccava in rosso il ricamo del lupo in caccia che simboleggiava il clan, circondato da una fascia di ricamo intrecciato realizzato con tanta abilita da dare l’impressione di una catena di nodi realizzata con molti fili, mentre in effetti si trattava di un filo unico e ciascun nodo succedeva inevitabilmente al precedente.

Il mio Wyrd, si disse, e proprio un groviglio del genere.

Quel pensiero fu accompagnato da un senso di gelo, come se quelle parole fossero state piu vere di quanto lei immaginasse, e termino di vestirsi con un senso di paura, anche se a spaventarla non era l’eventualita di poter morire in battaglia. Sapeva bene infatti che un giorno sarebbe stata uccisa, forse presto o forse fra molti anni, perche era tipico della Dea Oscura richiedere alle sue sacerdotesse di fare l’estremo sacrificio soltanto quando lei decideva che il loro momento era venuto. Nel raccogliere la cintura con la spada, Gweniver fu tentata di gettarla al suolo, ma poi fini per affibbiarsela alla vita con una scrollata di spalle.

La struttura lignea e rotonda del tempio sorgeva al centro del complesso, con la porta fiancheggiata ai due lati da due contorti cipressi simili a fiamme verdi, importati fin dal Bardek e curati amorevolmente per piu di un duro inverno; quando passo in mezzo ad essi, Gweniver avverti un’ondata di potere, quasi avesse oltrepassato la soglia che dava accesso ad un altro mondo. Dopo aver bussato nove volte alla porta di quercia, attese fino a sentire nove soffocati colpi di risposta provenienti dall’interno, poi apri il battente e passo nell’anticamera, fiocamente illuminata da una sola candela. La trovo ad attenderla una sacerdotessa vestita di nero.

— Puoi indossare quei vestiti nel tempio e portare con te la tua spada. Cosi ha ordinato la somma sacerdotessa.

Nel santuario interno, le lucide pareti di legno splendevano al bagliore delle nove lampade ad olio, e il pavimento era cosparso di canne fresche. A ridosso della parete piu lontana c’era l’altare, un masso lasciato grezzo tranne che per la sommita, che era stata levigata fino a trasformarla in una sorta di tavolo. Dietro l’altare era appeso un enorme specchio circolare, la sola immagine di se che la Dea tollerasse nei suoi templi. Vestita di nero, Ardda attendeva a sinistra dell’altare.

— Sfodera la spada e posala sull’altare — ordino.

Dopo aver indirizzato un inchino allo specchio, Gweniver fece come le era stato detto, e in quel momento tre anziane sacerdotesse emersero in silenzio da una porta laterale per presenziare alla formulazione dei voti in veste di testimoni.

— Siamo riunite per istruire e ricevere fra noi una donna che vorrebbe servire la Dea della Luna — affermo allora Ardda. — Gweniver del Lupo e nota a tutte noi. Ci sono obiezioni alla sua candidatura?

— Nessuna — risposero all’unisono le tre sacerdotesse. — Ci e nota come una donna benedetta dalla Nostra Signora.

— Benissimo, allora. — La somma sacerdotessa si giro verso Gweniver. — Giuri di servire la Dea in tutti i giorni e tutte le notti della tua vita?

— Lo giuro, mia signora.

— E giuri di non conoscere mai uomo?

— Lo giuro, mia signora.

— Giuri di non tradire mai il segreto del suo santo nome?

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