Ricyn si getto di sella nel momento in cui la sua cavalcatura crollava, e nonostante le difficolta causate dai movimenti nervosi del cavallo si affretto a montare dietro Gweniver, che continuava intanto a parare e a colpire quasi alla cieca. Un uomo di Eldidd si scaglio contro di loro ma subito lancio un urlo e si contorse quando un guerriero di Cerrmor lo colpi alle spalle. Imprecando con quanto fiato aveva, Dannyn si fece quindi largo in mezzo alla confusione e afferro le redini del cavallo bianco del principe mentre intorno a loro la marea di morte si placava lentamente e gli ultimi razziatori venivano inseguiti lungo la strada. All’improvviso Gweniver senti la Dea abbandonarla e scoppio in pianto come una bambina che si fosse addormentata fra le braccia della madre e al risveglio di fosse ritrovata sola in un letto sconosciuto.
— Per tutti gli inferni! — scatto Dannyn. — Sei ferita?
— No. Un momento fa la Dea aveva le sue mani su di me, ma adesso e scomparsa.
— Io l’ho vista — affermo Ricyn, con voce debole. — Quando vai in battaglia, Gwen, tu sei la Dea.
Gweniver si giro a guardarlo: il giovane aveva una mano premuta contro un taglio sanguinante che gli solcava il volto e i suoi occhi erano socchiusi per il dolore, ma la tranquilla convinzione che gli permeava la voce faceva paura.
— Dico sul serio — insistette Ricyn. — Tu
DUE
Circa quattro settimane dopo esserne partita per intraprendere la sua prima campagna, Gweniver torno a Dun Cerrmor come guerriera ormai provata. Dal momento che voleva tenere la maggior parte delle sue truppe lungo il confine di Eldidd ancora per qualche tempo, Dannyn aveva incaricato lei e la sua banda di guerra di scortare a Cerrmor la loro preda, che era risultata essere il Principe Mael di Aberwyn, il figlio piu giovane della casata di Eldidd. Nell’entrare nel cortile, Gweniver sollevo lo sguardo verso l’incombente complesso della rocca e si rese conto di appartenere adesso a quel luogo che ormai non la intimidiva piu con il suo splendore, in quanto costituiva soltanto un posto dove vivere fra una campagna e la successiva.
Indirizzando appena un cenno del capo allo sciame di servi e di paggi venuto ad accoglierli, Gweniver smonto di sella e aiuto Ricyn a tagliare i legami che assicuravano alle staffe i piedi del loro prigioniero. Il Consigliere Saddar usci a precipizio dalla rocca proprio mentre Mael scendeva di sella, e il principe degno tanto la fortezza quanto il dignitario che s’inchinava di un tenue sorriso pieno di disprezzo.
— Il nostro signore e nella camera delle udienze, Vostra Santita — avverti Saddar. — Abbiamo ricevuto i tuoi messaggi e Sua Altezza e estremamente ansioso di vedere il principe.
— Bene. Ti garantisco che saro dannatamente lieta di liberarmi di lui, perche e stato una compagnia davvero noiosa per tutto il viaggio.
Quattro uomini della guardia personale di Glyn li accompagnarono nella camera delle udienze, all’interno dell’edificio principale della rocca. Ad un’estremita della camera c’era una piccola piattaforma coperta di tappeti, alle cui spalle erano appesi due enormi arazzi, il primo raffigurante Re Bran nell’atto di fondare la Citta Santa e il secondo rappresentante quello stesso sovrano mentre guidava una carica. Re Glyn era in attesa su un seggio dall’alto schienale, abbigliato con gli abiti da cerimonia: una tunica candida riccamente decorata, una spada d’oro al fianco e il plaid reale fissato su una spalla con l’enorme spilla regale che indicava in lui il sovrano. Schiariti da poco, i capelli biondi gli si allargavano rigidi intorno al volto come se un vento personale stesse soffiando su di esso. Il sovrano accolse l’ingresso di Mael e di Gweniver, entrambi laceri e sporchi per il viaggio, con un piccolo cenno della mano adorna di anelli, in risposta al quale Gweniver si inginocchio. Mael rimase invece in piedi, fissando con espressione tranquilla Glyn, che in fin dei conti era un suo pari per rango.
— Salute a te — esordi il re. — Pur non riconoscendo e contestando i diritti che il tuo clan avanza sul mio trono, sono perfettamente consapevole dei diritti che tu hai verso il tuo e ti garantisco che durante la tua permanenza qui sarai trattato con ogni cortesia.
— Davvero? — scatto Mael. — In ogni caso si trattera delle cortesie che una corte grezza come questa puo offrire.
— Vedo che il principe ha uno spirito forte — ribatte Glyn, concedendosi un piccolo sorriso. — Presto inviero alcuni araldi presso la corte di tuo padre per annunciare formalmente la tua cattura. Desideri mandare qualche messaggio insieme al mio?
— Si, una lettera per mia moglie.
Gweniver rimase onestamente sorpresa, perche sebbene fosse pratica comune da parte delle casate reali far sposare molto presto i loro eredi, Mael sembrava cosi giovane li in piedi nei suoi abiti sporchi da rendere difficile credere che fosse sposato.
— Mia moglie era prossima al parto quando sono partito, Vostra Santita — spiego Mael, indirizzandole un leggero inchino. — Forse cose del genere sono per te prive d’interesse, ma il suo benessere costituisce per me una notevole preoccupazione.
— Il mio scriba personale verra da te piu tardi — garanti Glyn, — cosi potrai dire alla tua dama cio che preferisci.
— Penna e inchiostro basteranno. Gli uomini della
— Benissimo, allora — replico il re, con un altro sorriso. Era facile essere immuni agli insulti quando non si era nei panni del prigioniero ma del catturatore. — Di tanto in tanto ti terro al corrente dei progressi delle trattative. Guardie.
Come un pugno che si serrasse intorno ad una gemma le guardie circondarono il principe e lo condussero via.
La camera assegnata al principe vicino alla sommita della torre principale era un ampio ambiente rotondo con un suo camino, finestre dotate di vetri, un tappeto del Bardek sul pavimento e un mobilio decente. Ogni volta che andava a fargli visita, Nevyn trovava Mael intento a passeggiare in tondo come un asino legato alla macina di un mulino, e le guardie gli confidarono che il principe trascorreva in quel modo anche buona parte della notte; sebbene in un primo tempo il vecchio fosse andato da Mael soltanto per curargli il polso fratturato, con il trascorrere del tempo continuo a recarsi da lui per pura e semplice compassione: dal momento che il principe sapeva leggere e scrivere gli porto alcuni libri prelevati nella biblioteca degli scribi e ogni volta si fermo per un paio d’ore a discutere con lui del loro contenuto. Quel ragazzo era insolitamente intelligente e possedeva quel genere di acutezza di spirito che si sarebbe potuta evolvere in saggezza se lui fosse vissuto abbastanza a lungo, prospettiva che appariva pero dubbiosa in quanto dietro alla cortesia di Glyn si celava il rischio assai concreto che Mael finisse impiccato se suo padre non si fosse mostrato disposto a pagare un riscatto. Dal momento che lui stesso era stato un figlio terzogenito e quindi un principe sacrificabile, Nevyn dubitava che il sovrano di Eldidd si sarebbe umiliato eccessivamente per salvare la vita di Mael, dubbio condiviso dallo stesso interessato.
— Vorrei aver avuto il tempo di uccidermi prima che mi catturassero — commento infatti Mael, un pomeriggio.
— Sarebbe stata una cosa vergognosa: un uomo che sfugge al suo Wyrd deve poi pagare un aspro prezzo nell’Aldila.
— Piu aspro che essere impiccato come un ladro di cavalli?
— Oh, suvvia, ragazzo, tuo padre potrebbe riscattarti: Glyn non intende essere avido per quanto concerne il riscatto e tuo padre di certo si vergognerebbe di abbandonarti a morire.
Mael si lascio cadere su una sedia con atteggiamento accasciato, protendendo davanti a se le lunghe gambe da puledro e chinando il capo coperto da una massa di arruffati capelli corvini.
— Se vuoi ti posso portare un altro libro — prosegui Nevyn. — Gli scribi hanno appena finito di copiare gli
Il principe scosse il capo in un gesto di diniego e fisso il cielo azzurro che si allargava fuori della finestra.
— Sai qual e stata la cosa peggiore — disse dopo un momento. — Essere catturato da una donna. Ho creduto di morire di vergogna, quando l’ho guardata in volto ed ho visto che era una donna.