— Il nostro bastardo e di certo un po’ troppo suscettibile, vero? — Stranamente, Oldac sembrava deluso. — Bene, ero soltanto curioso.
Quando torno nella sala, Ricyn scopri che Nevyn se ne era gia andato. Imprecando mentalmente contro Oldac, chiese informazioni ad un paggio e apprese che il vecchio si era ritirato nella sua stanza. Per un momento Ricyn esito, timoroso di disturbare un uomo che a detta di tutti possedeva il dweomer, ma alla fine riflette che se non avesse placato la Dea ne sarebbe andato della sua vita e si reco nella camera di Nevyn, dove trovo il vecchio intento a suddividere le sue erbe alla luce di una lanterna.
— Buon signore — esordi, — potrei scambiare qualche parola con te?
— Ma certo, ragazzo. Entra e chiudi la porta.
Dal momento che nell’alloggio di Nevyn c’era soltanto una sedia, Ricyn rimase in piedi vicino al letto, a disagio, e abbasso lo sguardo sulle erbe dall’aroma dolce.
— Non ti senti bene o qualcosa del genere? — gli chiese Nevyn.
— Oh, non sono venuto per le tue erbe. Senti, tu mi sembri un uomo veramente saggio… sai se la Dea Oscura sia disposta ad accettare anche le preghiere di un uomo?
— Non vedo perche non dovrebbe. Dopo tutto, Bel ascolta anche le preghiere delle donne, giusto?
— Bene. Sai, non potevo chiederlo alla mia signora perche sono dannatamente certo di averla offesa e temo di aver offeso anche la Dea. Cosi ho pensato che forse avrei potuto fare ammenda alla Dea per conto mio, perche non voglio morire nella prossima scorreria a cui partecipero. Fare ammenda e pero dannatamente difficile, considerato che la Dea non ha neppure un tempio adeguato in cui potersi recare.
Nevyn lo fisso con un’espressione sconcertante che esprimeva al tempo stesso esasperazione e ammirazione.
— Ecco, senza dubbio la Dea lo capisce — rispose infine. — In un certo senso, non ha bisogno di un tempio, perche la notte e la sua casa e l’oscurita il suo altare.
— Dimmi, signore, un tempo eri un prete?
— Oh, no, ma ho letto molti libri di sapere sacro.
— Benissimo, allora… ma non le dovrei sacrificare qualcosa? Sembra che gli dei lo gradiscano.
— Infatti. — Nevyn riflette per un momento, assumendo un’espressione volutamente solenne. — Ti daro un pezzetto di radice di mandragola, perche e biforcuta come un uomo e possiede il dweomer. Recati in riva al fiume nel cuore della notte, gettala nell’acqua e prega la Dea di accettare la radice al tuo posto e di perdonarti.
— Ti ringrazio, signore, ti sono davvero grato. Lascia che ti paghi per il pezzo di radice.
— Non ce n’e bisogno, ragazzo. Non voglio vederti commettere un errore da tensione in battaglia e finire ucciso soltanto perche pensi che la Dea si sia rivoltata contro di te.
Ricyn avvolse la preziosa radice di mandragola in un pezzo di stoffa e la nascose nella propria camicia, facendo quindi ritorno agli alloggiamenti dove si distese sulla sua cuccetta e prese a riflettere su cio che avrebbe dovuto dire alla Dea, perche voleva trovare le parole piu adatte. Sapere che anche lui la poteva adorare lo aveva pervaso di una pace solenne: l’oscurita e il suo altare… gli piaceva il modo in cui il vecchio Nevyn si era espresso. Un giorno, quando il suo Wyrd lo avesse raggiunto, si sarebbe abbandonato fra le braccia della Dea per riposare nella pace del buio, lasciandosi alle spalle l’agitazione e la sofferenza di quell’interminabile guerra.
— Dagwyn! — chiamo Gweniver. — Dov’e Ricyn?
Dagwyn lascio vagare in fretta lo sguardo per le stalle.
— Che io sia dannato se lo so, mia signora — rispose quindi. — Era qui appena un minuto fa.
Gweniver lascio subito le stalle sbucando sotto la luce vivida del mattino, e aggiro l’edificio. La sua supposizione che Ricyn la stesse evitando di proposito si rivelo esatta quando finalmente lo trovo, perche lui le lancio un’occhiata sorpresa e subito abbasso lo sguardo verso il terreno.
— Fa’ due passi con me, Ricco.
— Se la mia signora lo ordina.
— Oh, per tutti gli inferni! Piantala di andare in giro strisciando come un cane frustato! Senti, non ce l’ho mai avuta con te neppure per un momento, ma se volevo impartire una lezione a Dannyn dovevo essere giusta con tutti e due, non credi?
Ricyn sollevo lo sguardo e sorrise, un fugace riaffiorare del suo consueto buon umore. Gweniver adorava vederlo sorridere in quel modo.
— Senza dubbio lo hai fatto — replico quindi il giovane, — ma io ho continuato a rodermi il fegato al riguardo.
— Adesso e finita, per quanto mi concerne.
Insieme si aggirarono fra le baracche per le provviste e i carretti vuoti che si trovavano dietro le stalle, fino a trovare un angolo tranquillo e soleggiato a ridosso delle mura della fortezza. Sedutisi con le spalle appoggiate alla parete di una baracca sollevarono lo sguardo sulle grigie mura di pietra che li rinchiudevano al loro interno nella stessa misura in cui tenevano fuori i nemici.
— Sai — affermo quindi Gweniver, — ti dovresti trovare una ragazza nella fortezza, considerato che resteremo qui per il resto della nostra vita.
Ricyn sussulto come se avesse ricevuto uno schiaffo in pieno viso.
— Cosa c’e che non va? — chiese subito Gweniver.
— Nulla.
— Stupidaggini. Fuori il rospo.
Ricyn sospiro e si massaggio la nuca, quasi questo lo aiutasse a riflettere.
— Ecco, supponiamo che io mi trovi una ragazza, tu come la prenderesti? Speravo che tu… ah, dannazione?
— Speravi che la invidiassi? La invidierei, ma questo e il mio fardello e non il tuo, perche sono stata io a scegliere la Dea.
Ricyn sorrise, ma continuo a fissare il terreno davanti a se.
— Davvero la invidieresti?
— Davvero.
— A dire la verita questa e una cosa a cui ho pensato — ammise lui, infine. — Qui intorno ci sono un paio di ragazze che mi piacciono e ce n’e una che mi trova abbastanza interessante. Appena ieri stavo pensando che avrei potuto averla abbastanza facilmente, se non mi fosse seccato di dividerla con un paio di altri, e questa e una cosa che in passato non mi ha mai dato fastidio. Ad un tratto pero mi sono accorto che non m’importava un accidente di averla o meno, e cosi me ne sono andato. — Il giovane scivolo nel silenzio per qualche minuto, poi riprese: — Con un’altra ragazza non funzionerebbe mai, perche ti amo troppo. Ti ho amata per anni.
— Oh, via, e soltanto perche non hai ancora trovato la ragazza giusta.
— Non scherzare con me, Gwen. Non vivro abbastanza a lungo per questo. Tu sei decisa a morire, vero? Posso leggerlo nei tuoi occhi ogni volta che ti getti in una mischia… ebbene, io non vivro un minuto piu a lungo di te: ho pregato la Dea, e l’ho promesso a lei. Di conseguenza — concluse, decidendosi infine a guardarla, — tanto vale che giuri la stessa cosa anche a te.
— Non farlo! Non e necessario, e se mai dovessi infrangere il tuo voto…
— Pensi che abbia meno coraggio di te?
— Non e questo che intendevo. Semplicemente, non c’e ragione che tu prometta una cosa del genere.
— Invece ce n’e una. Cos’e che la maggior parte degli uomini da alla ragazza che ama? Una casa, cibo in abbondanza e magari un vestito nuovo di tanto in tanto. Ebbene, io non ti potro mai donare nulla di tutto questo, quindi intendo darti quello che posso — affermo lui, rivolgendole un sorriso spontaneo e radioso come sempre. — Che t’importi o meno, Gwen, non mi vedrai mai con un’altra ragazza, e neppure sentirai mai dire che ne ho una.
Gweniver si senti come una donna che avesse usato per anni una vecchia pentola soltanto per decidersi un giorno a lucidarla, scoprendo cosi di avere in mano un oggetto di lucente argento.
— Ricco, io non infrangero mai il mio voto. Lo capisci?
— Se non lo capissi, credi che ne pronuncerei uno a mia volta?
Gweniver lo afferro per un braccio e senti che era la Dea a parlare per suo tramite.
— Se mai decidessi di infrangerlo, sarebbe con te, e non con Dannyn. Nonostante il suo rango, tu vali il doppio di lui.