portare Gweniver al dweomer, perche lo studio della magia richiedeva il possesso della piu sana fra le menti, in quanto coloro che iniziavano a studiare il dweomer con la mente meno che equilibrata si trovavano ben presto lacerati dai poteri e dalle forze da essi stessi invocati. Ora sapeva che in quella vita Gweniver non avrebbe mai raggiunto il suo vero Wyrd, e mentre passeggiava per la camera fu assalito da un tremito improvviso. Lasciatosi cadere su una sedia si chiese se si stesse ammalando, e soltanto dopo un momento si rese conto che stava piangendo.
Le piogge estive avevano trasformato la fortezza del clan del Lupo in una pozza di melma, e la rocca sventrata e senza tetto sorgeva adesso fra il fango, le ceneri e le travi carbonizzate che giacevano sull’acciottolato, intasavano il pozzo e generavano un puzzo dolciastro di materia bruciata e in decomposizione. Qua e la, all’ombra delle pareti, si scorgevano chiazze di muffa simili a macchie di neve malsana. Fermi in sella nell’apertura che era stata un tempo la porta principale, Gwetmar e Gweniver stavano contemplando tanto sfacelo.
— Ecco — commento infine Gweniver, — adesso sei senza dubbio un grande signore.
— Vuole Vostra Santita accettare l’ospitalita della mia splendida sala? — replico lui, con un finto inchino. — Tanto vale andare a dare un’occhiata al villaggio.
— D’accordo. Del resto non avrai il tempo di ricostruire Dun Blaedd prima dell’inverno.
I due ridiscesero la collina in direzione dell’esercito in attesa. Insieme alla banda di guerra del Lupo che contava in tutto una settantina di uomini, c’erano circa duecento uomini del re guidati da Dannyn. La generosita di Glyn si era estesa anche ad un lungo convoglio di provviste e ad un contingente di esperti artigiani incaricati di fortificare qualsiasi edificio trovato ancora intatto.
Mentre si avviavano attraverso le terre del Lupo, Gweniver comincio a chiedersi se la tenuta potesse essere salvata, perche i servi che lavoravano nei campi erano fuggiti tutti: due volte il contingente passo accanto a gruppi di rozze capanne che erano state bruciate, quasi i servi avessero deciso di mostrare in questo modo il loro disprezzo per gli antichi padroni prima di fuggire. Il villaggio vero e proprio, che era stato abitato da uomini liberi, era invece intatto anche se gli occupanti se ne erano andati, in questo caso per timore non del Lupo ma del Cinghiale. Le erbacce crescevano folte e verdi intorno al pozzo del villaggio e lungo i sentieri, mentre sotto i meli i frutti che non erano stati raccolti giacevano marci al suolo come pozze di sangue e le case parevano strette le une alle altre, con le finestre sbarrate che come occhi tristi fissavano con rimprovero chi le aveva abbandonate.
— Saro davvero un grande signore, senza nessuno da governare — commento Gwetmar, con una falsa nota di allegria nella voce.
— Con il tempo gli abitanti torneranno. Manda dei messaggeri a sud e ad est, dove hanno dei parenti. Quanto alle tue terre, amico mio, credo che ti dovrai accontentare di affittarle agli uomini liberi… ammesso che tu trovi qualcuno disposto a stabilirsi qui.
Senza troppe cerimonie, Gwetmar spezzo il chiavistello che sprangava la casa del fabbro e la reclamo come propria per il semplice fatto che era la piu grande. Dal momento che non c’era il tempo per costruire un adeguato muro di pietra, il capo muratore e il capo carpentiere decisero di ricorrere ad un terrapieno e ad un fossato con cui circondare una palizzata di tronchi. Mentre il lavoro si avviava con lentezza, le truppe presero a pattugliare costantemente il confine fra le terre del Cinghiale e quelle del Lupo, ma fu soltanto quindici giorni piu tardi che si ebbero le prime avvisaglie di guai. Gweniver era al comando di una pattuglia e stava attraversando un prato deserto quando vide in lontananza sulla strada una nuvoletta di polvere che indicava un gruppo di uomini diretto verso di loro. Immediatamente mando un messaggero a Dannyn e al grosso delle truppe, poi fece schierare la sua pattuglia in formazione di battaglia attraverso la strada.
A poco a poco la polvere rivelo dieci cavalieri che stavano sopraggiungendo ad un trotto pacato. Non appena videro la squadra gli uomini si arrestarono e formarono una linea irregolare. Dal momento che ciascun gruppo si trovava dalla propria parte del confine la situazione rimase in sospeso per qualche istante, mentre il capo dei dieci uomini spingeva in avanti il cavallo per incontrare Gweniver a mezza strada.
— Siete Lupi, vero? — chiese.
— Infatti. A te che importa?
L’uomo sposto lo sguardo sui ventiquattro cavalieri che accompagnavano la ragazza e registro la situazione disperata. Con una scrollata di spalle fece quindi girare il cavallo e si ritiro con i suoi uomini; mentre essi manovravano per seguirlo, Gweniver vide che uno dei cavalieri aveva sullo scudo lo stemma del grifone verde della Citta Santa.
— Adesso — disse a Ricyn, — capisco perche Glyn ha mandato con noi i suoi uomini.
— Proprio cosi, mia signora. Slwmar di Cantrae non si rassegnera a perdere tutta questa terra senza combattere.
— E meglio rientrare e avvertire gli altri.
Al loro rientro a Blaeddbyr scoprirono che il fossato era stato ultimato e il terrapieno abbozzato anche se era ancora da compattare e da rinforzare. I tronchi destinati alla palizzata giacevano all’interno di quelle difese, adagiati in cerchio al suolo come i denti di uno squalo. Gweniver trovo Gwetmar e Dannyn che stavano parlando con il mastro carpentiere e li trasse in disparte per riferire loro le notizie.
— E scommetto che entro il tramonto Burcan sapra che siamo tornati — concluse.
— Proprio cosi — convenne Dannyn. — Sanno che non potremmo mai difendere la fortezza in rovina, quindi sono pronto a scommettere che si dirigeranno direttamente qui. E meglio andare loro incontro sulla strada: se dovessimo risultare disperatamente inferiori di numero potremo sempre ripiegare sul villaggio, dove il terrapieno equilibrera la situazione.
— Nel caso ci si debba ritirare — aggiunse Gwetmar, — sara opportuno farlo non appena dovesse risultare necessario, per evitare di essere tagliati fuori.
— Senza dubbio — replico Dannyn, — ma tu resterai qui a proteggere il villaggio.
— Aspetta un momento! Intendo combattere in difesa delle mie terre!
— Una nobile intenzione, mio signore, ma fondata su poca riflessione: il solo motivo per cui io e i miei ragazzi siamo qui e quello di tenerti in vita.
Gwetmar arrossi di rabbia e Gweniver si affretto ad intervenire.
— Non essere stupido! — scatto. — Come facciamo a sapere se il figlio che Maccy aspetta e un maschio o una femmina? Se tu dovessi cadere il battaglia e il bambino dovesse morire o qualcosa del genere, non ci sarebbe piu un clan del Lupo fino a quando Maccy non si risposasse e noi dovremmo ripassare di nuovo attraverso tutta questa dannata trafila.
— Proprio cosi — aggiunse Dannyn, indirizzando a Gwetmar un sorriso che intendeva essere conciliatorio. — Tu pensa a produrre gli eredi, mio signore, e noi procureremo loro le terre.
Il mattino successivo Dannyn sveglio gli uomini per tempo e li condusse fuori quando il grigiore dell’alba cominciava appena ad apparire, perche se avesse marciato in fretta Burcan avrebbe raggiunto il villaggio nel tardo pomeriggio. A meta mattinata gli uomini attraversarono il confine fra i due domini e si addentrarono in una zona resa deserta dalle costanti lotte fra i due clan. A mezzogiorno arrivarono ad un ampio prato con un folto bosco da un lato e Dannyn mando avanti gli esploratori, permettendo poi al grosso delle sue forze di riposare per qualche tempo prima di formare lo schieramento di battaglia. Due terzi degli uomini presero posizione in modo da sbarrare la strada, mentre gli altri si nascosero fra gli alberi, dove avrebbero aspettato l’inizio della battaglia per poi piombare sul fianco di Burcan.
Le truppe erano in attesa sotto il sole rovente quando gli esploratori tornarono con la notizia di essersi imbattuti nell’avanguardia del Cinghiale. Sentendo quell’informazione, Gweniver si giro verso Ricyn con un sorriso.
— Benissimo. Stanno arrivando. Ricorda di lasciare Burcan a me.
— Lo faro, mia signora. E se non ti rivedro viva stanotte, allora ti cerchero nell’Aldila.
Quando Gweniver impugno un giavellotto gli uomini seguirono il suo esempio e le punte metalliche brillarono come fuoco lungo la strada mentre l’attesa riprendeva nel silenzio piu assoluto, infranto soltanto dal battere di qualche zoccolo contro il terreno. All’improvviso, Gweniver senti un brivido freddo sfiorarle la spina dorsale e nel guardarsi intorno scorse suo padre, i suoi fratelli e i suoi zii in sella a cavalli spettrali privi di sostanza quanto loro, fermi da un lato rispetto allo schieramento di battaglia e intenti a fissarla con espressione grave, silenziosi quanto i guerrieri vivi nella loro attesa di assistere alla vittoria o alla sconfitta del loro clan.
— C’e qualcosa che non va? — le chiese Ricyn.
— Non riesci a vederli? Guarda la.
Assolutamente perplesso, Ricyn sbircio nella direzione indicatagli e gli spettri sorrisero, come se