campo e il vento era pungente. Il suo sarebbe stato un viaggio disagevole, ma era deciso a trovare la donna del dweomer che sembrava possedere la maggiore affinita con l’anello, perche sapeva che la curiosita non gli avrebbe permesso di riposare fino a quando non avesse scoperto se esso apparteneva davvero al giovane Rhodry ap Devaberiel, che si credeva ancora un Maelwaedd.

Sospinta da un vento gelido, la pioggia si abbatteva sferzante sulle grigie strade di Cerrmor, per cui Jill e Rhodry non potevano fare molto di piu che starsene rintanati come volpi nella locanda presso le porte settentrionali. Dal momento che avevano soldi a sufficienza per trascorrere tutto l’inverno al caldo e senza patire la fame, Jill si sentiva felice e ricca quanto un nobile, ma Rhodry era invece scivolato in un umore nero che poteva essere descritto soltanto con l’intraducibile termine di hiraedd… un doloroso e malinconico desiderio per qualcosa d’irraggiungibile.

Il giovane se ne stava seduto per ore nella sala comune della taverna, accasciato in avanti con lo sguardo fisso sul suo boccale di birra mentre dentro di se continuava a riflettere sul suo disonore. Nulla di cio che Jill diceva o faceva sembrava in grado di riscuoterlo da quello stato d’animo e alla fine, sebbene le dolesse il cuore ad agire cosi, la ragazza si decise a lasciarlo al suo silenzio.

Se non altro di notte, quando salivano nella loro camera, poteva usare baci e carezze per rincuorarlo. Dopo che si erano amati, lui rimaneva felice per un po’ e parlava con lei tenendola stretta a se; infine scivolava nel sonno, e spesso Jill restava sveglia a fissarlo come se fosse stato un rompicapo da risolvere. Rhodry era un uomo alto e muscoloso ma snello dalle spalle ai fianchi, con lunghe mani sensibili che tradivano il suo sangue elfico; anche se i capelli corvini e gli occhi azzurri erano tipici degli uomini di Eldidd, non c’era pero nulla di tipico nel suo volto avvenente dai lineamenti cosi perfetti che sarebbero parsi quasi femminei se non fosse stato per le varie piccole cicatrici che lui aveva collezionato combattendo. Avendo avuto modo di incontrare qualche uomo degli Elcyion Lacar, Jill sapeva che anche loro erano altrettanto avvenenti, e spesso si poneva interrogativi su quella vena di sangue elfico che, secondo quanto Nevyn garantiva, era improvvisamente riaffiorata in Rhodry. Da un punto di vista logico, la cosa sembrava improbabile.

Una notte, poi, le sue lunghe riflessioni le portarono infine la risposta a quel problema. Di tanto in tanto, le capitava di fare sogni permeati di verita, che erano in effetti visioni scaturite dal dweomer e sottratte al controllo della sua sfera cosciente. Di solito, proprio come in questo caso, quei sogni si presentavano quando lei stava da tempo riflettendo su qualche problema.

Quella particolare notte, in cui la pioggia batteva contro le imposte e il vento ululava intorno alla taverna, lei si addormento nelle braccia di Rhodry e sogno gli Elcyion Lacar. Nel sogno le parve di volare al di sopra delle praterie occidentali, in una giornata in cui il sole si faceva vedere soltanto a tratti fra le nubi. Molto piu in basso, sotto di lei, un gruppetto di tende elfiche che splendevano come gemme colorate spiccava in mezzo al verde mare d’erba.

All’improvviso, si venne a trovare dentro al campo. Un uomo alto avvolto in un mantello rosso le passo accanto ed entro in una tenda tinta di azzurro e di porpora. D’impulso, Jill lo segui. La tenda era elaboratamente decorata con arazzi intrecciati, sacche ricamate appese alle pareti e tappeti del Bardek stesi a coprire il terreno; seduta su un mucchio di cuscini di cuoio c’era una donna elfica con i capelli biondi raccolti in due lunghe trecce dietro gli orecchi allungati e delicatamente appuntiti come due conchiglie. Il visitatore s’inchino congiungendo le mani in segno di rispetto, poi si libero del mantello e sedette sul tappeto piu vicino alla donna. I suoi capelli erano chiari come la luce lunare, i suoi occhi di un azzurro intenso erano tipici occhi elfici, tagliati verticalmente con la pupilla simile a quella dei gatti. Nonostante quelle stranezze, Jill penso che nel suo modo alieno l’uomo era avvenente quanto il suo Rhodry, e aveva anche un’aria stranamente familiare.

— Molto bene, Devaberiel — esordi la donna, e Jill si accorse di riuscire a comprenderla anche se si era espressa nella lingua elfica. — Ho studiato le pietre, ed ho la risposta che cerchi.

— Ti ringrazio, Valandario — rispose l’uomo, protendendosi in avanti.

In quel momento Jill si accorse che fra i due era steso un panno ricamato con simboli geometrici e che in svariati punti di quella ragnatela di triangoli e di quadrati giacevano gemme sferiche: rubini, berilli gialli, zaffiri, smeraldi e ametiste. Al centro del panno giaceva invece un semplice anello d’argento. Valandario comincio a spostare le gemme lungo svariate linee, fino a disporne una di ciascun colore in modo da formare un pentagono intorno all’anello.

— Il Destino di tuo figlio e racchiuso da questo anello — disse, — ma io non so di quale Destino si possa trattare. So soltanto che esso si trova alquanto a nord e che aleggia nell’aria. Senza dubbio ogni cosa ci sara rivelata a tempo debito.

— Come gli dei desiderano. Hai i miei solenni ringraziamenti per il tuo aiuto. Faro in modo che Rhodry abbia questo anello: puo darsi che decida di andare io stesso fino a Dun Gwerbyn per dare un’occhiata a questo mio figlio.

— Non sarebbe saggio dirgli la verita.

— E ovvio. Non voglio interferire con la successione politica in Eldidd, voglio soltanto vederlo. Dopo tutto, e una notevole sorpresa scoprire di avere un figlio adulto di cui si ignorava l’esistenza… anche se Lovyan non avrebbe certo potuto avvertirmi, essendo ancora sposata al suo potente condottiero.

— Comprendo il tuo punto di vista — comincio Valandario, poi sollevo improvvisamente lo sguardo e lo fisso su Jill. — Ehi! Chi sei tu che vieni a spiarmi in spirito?

Quando tento di rispondere, Jill scopri di non poter parlare. Esasperata, Valandario sollevo una mano e traccio un sigillo nell’aria, e subito Jill si ritrovo sveglia e seduta nel letto, con Rhodry che le dormiva accanto. Dal momento che la stanza era fredda, la ragazza si affretto a sdraiarsi e a infilarsi sotto le coperte.

Era un sogno vero, penso intanto fra se. Oh, per la Dea della Luna, il mio uomo e per meta un elfo!

Rimase a lungo sveglia a riflettere sul sogno… era ovvio che Devaberiel avesse avuto un aspetto familiare, considerato che era il padre di Rhodry. Jill era alquanto sconvolta dal fatto che Lady Lovyan, che lei ammirava molto, avesse tradito il marito, ma del resto Devaberiel era un uomo eccezionalmente attraente… per un momento, penso di parlare a Rhodry del sogno, ma l’avvertimento di Valandario la dissuase dal farlo. Inoltre, scoprire di non essere un vero Maelwaedd ma un bastardo avrebbe avuto soltanto l’effetto di spingere ancor piu profondamente Rhodry nel suo stato di hiraedd, e gia cosi lei era in difficolta a tenere a freno le sue crisi di depressione.

E c’era anche quell’anello d’argento: quella era un’altra prova di cio che Nevyn le aveva detto, e cioe che il Wyrd di Rhodry era profondo e nascosto. Alla fine, Jill decise che se mai avesse rivisto il vecchio gli avrebbe parlato di quei presagi. Quando gia stava scivolando di nuovo nel sonno, si chiese se le loro strade si sarebbero incrociate ancora: sebbene il dweomer la spaventasse, voleva molto bene a Nevyn… ma il regno era vasto e chi poteva sapere in quale direzione il vecchio avrebbe indirizzato i suoi vagabondaggi?

L’indomani, Jill si rese conto appieno dell’importanza del sogno fatto mentre lei e Rhodry sedevano nella sala comune della taverna. Ancora una volta, infatti, il dweomer fece irruzione nella sua mente e s’impadroni di lei senza preavviso. Per un momento, Jill si ritrasse in se stessa, come una lepre che si accoccolasse immobile fra i cespugli nel sentire l’abbaiare dei cani.

— C’e qualcosa che non va, amor mio? — chiese subito Rhodry.

— Nulla, nulla. Stavo soltanto… oh, stavo pensando alla guerra scatenata da Loddlaen la scorsa estate.

— Di certo e stata una cosa strana — convenne Rhodry, abbassando la voce fino a ridurla a un sussurro. — Tutto quel dannato dweomer! Prego ogni dio che il dweomer non ci tocchi mai piu di nuovo!

Jill annui esteriormente, ma dentro di se sapeva che questo era impossibile. Nel momento stesso in cui Rhodry parlava, il piccolo gnomo grigio si manifesto sul tavolo e si sedette accanto al suo bicchiere. Durante tutta la sua vita Jill era sempre stata in grado di vedere il Popolo Fatato, e quel particolare gnomo ossuto dal naso grosso era un suo grande amico.

Oh, mio povero Rhoddo, penso, il dweomer e tutt’intorno a te dovunque vai.

E si senti al tempo stesso rabbiosa e spaventata, combattuta fra il desiderio che i suoi particolari talenti svanissero e il timore che essi non se ne andassero mai.

Una volta, l’estate precedente, Nevyn le aveva detto che se avesse rifiutato di usarli, con il tempo quei talenti sarebbero avvizziti e scomparsi, ma pur sperando che il vecchio avesse ragione… e di certo ne sapeva assai piu di lei in materia… Jill nutriva i suoi dubbi al riguardo, soprattutto quando indugiava a riflettere su come il

Вы читаете L'incantesimo dei druidi
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату