sua famiglia fosse il piu semplice possibile.

Mentre si avvicinava l’uscita dell’autostrada, Thorne cerco di concentrarsi sugli elementi piu terra terra dell’udienza in tribunale e, mentre metteva la freccia, penso che forse era giunto il momento di radersi la barba che si era lasciato crescere per nascondere la cicatrice e di mandare in tintoria il suo abito. Ah, avrebbe fatto bene anche a ricordare a Phil Hendricks di togliersi tutti gli orecchini, prima di rendere testimonianza.

Il padre di Thorne aveva sparso sul tavolo i pezzi di tre radio diverse. Di tanto in tanto ne buttava giu uno, imprecando. Poi guardava il figlio seduto sul divano e sorrideva come un bambino colto in flagrante.

Thorne stava guardando una foto del padre di trent’anni prima. La maggior parte dei vecchi album erano ingialliti e rovinati. Dalla morte della madre, non erano mai stati tirati fuori dalla credenza. Era lei la fotografa, quella che ricordava sempre di portarsi dietro l’Instamatic, che comprava gli album da Boots e passava le serate incollando le foto…

Thorne sposto lo sguardo dalla foto all’uomo in carne e ossa, dal giovane al vecchio. Noto, come faceva sempre, i capelli che, come i suoi, erano piu grigi su un lato della testa che sull’altro.

«Ti andrebbe un te?» disse suo padre.

Thorne capi il messaggio. «Vado a preparartelo tra un minuto.»

Volto una pagina ingiallita e fisso la foto di una giovane coppia, con le mani sulle spalle di un bambino di sei o sette anni. Erano seduti al sole, in un mare verde di felci.

Thorne sorrise vedendo la lattina di birra nella mano del padre e l’espressione della madre, che doveva aver chiesto a un passante il favore di scattare quella foto. Poi fisso il bambino, che sorrideva felice al fotografo. Gli occhi castani tondi e brillanti, il viso ancora privo di ombre.

Molto prima che qualcuno morisse.

Ringraziamenti

Desidero ringraziare coloro che mi hanno aiutato a portare a termine il libro.

L’ispettore capo Neil Hibberd dell’Unita per i Reati Gravi (ancora una volta), per la sua intuizione, per aver combattuto e vinto la voglia di addormentarsi e per i suoi consigli, come al solito preziosi.

Victoria Jones, per aver risposto a migliaia di domande stupide e, ironia della sorte, per aver aperto la porta giusta.

Il direttore, lo staff e i detenuti del carcere di Birmingham.

Sarah Kennedy, per le parole gentili all’inizio, quando le immagini sono migliori.

Wendy Burns, soprintendente degli assistenti sociali (Ufficio Affidi) e Louise Spanner, responsabile dell’Assegnazione alle famiglie per i Servizi sociali dell’Essex.

E, naturalmente, Hilary Hale, Sarah Lutyens, Susannah Godman, Mike e Alice Gunn, Paul Thorne, Wendy Lee e Peter Cocks.

E mia moglie, Claire. Esigo ancora un resoconto dettagliato…

FINE
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