«No, grazie, professor Kaczynski. Non fumo. Anche io ho letto molto su di lei prima di venire a trovarla… La Rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono state disastrose per la razza umana… » disse Oswald, citando a memoria un brano tratto da un documento noto come «il Manifesto di Unabomber».

L’attentatore aveva diramato il testo nel momento in cui le forze dell’ordine brancolavano nell’oscurita alla ricerca della minaccia nazionale da lui stesso rappresentata. Il Manifesto era stato pubblicato integralmente da alcuni quotidiani americani e la cosa era apparsa come un’ulteriore sfida nei confronti delle autorita.

«Non sono qui per una gara di memoria o un duello sul sapere umano, professore, ma perche sono convinto che le sue conoscenze ci potranno essere utili per la risoluzione di un caso di cui mi sto occupando.»

«Il Giusto in nome di Dio?» lo interruppe Kaczynski e, al cenno di assenso di Breil, riprese. «Non capisco che cosa abbia a che fare un ex primo ministro di Israele con un terrorista che se la prende con i musulmani. In fondo sta facendo il vostro gioco.»

«Non sono d’accordo. I bersagli scelti dal terrorista sono sempre cittadini innocenti. Inoltre le azioni di quello che si fa chiamare il Giusto rischiano di scardinare equilibri gia molto precari. Bisogna fermarlo al piu presto e lei puo darmi una mano, Kaczynski.»

«Al momento non penso di poter esserle d’aiuto, dottor Breil. E questo non perche voglia farmi desiderare. In una precedente occasione, quando ho collaborato con le autorita, il tempo per me si era di nuovo messo a correre. E lei non sa quanto sia importante qui dentro far passare il tempo con la mente impegnata. Ma, rispetto al Giusto, l’attentatore di Oklahoma era un principiante. Mi sono interessato al suo operato sin dalla prima esplosione, basandomi su quel poco che posso sapere rinchiuso in una cella due metri per due. E difficile, dottor Breil… molto difficile riuscire a prenderlo… e furbo, attento, quasi infallibile. Credo sia di diversi gradi superiore al mio modo approssimativo di operare. E se io sono riuscito a tenere in scacco i federali per diciotto anni… Va poi tenuto conto che il Giusto sembra non conoscere confini: spazia per mezzo mondo senza che nessuno sia riuscito a individuare un nesso tra la scelta dei suoi obiettivi.»

«Vedo che ha seguito la faccenda, professor Kaczynski.»

«Deformazione… professionale.» Gli occhi di Unabomber assunsero un’espressione vuota, assente, come se l’uomo si fosse perso nei ricordi di eroici tempi passati.

«Vorrei spendere una parola…» continuo Kaczynski citando un pensatore ottocentesco a cui diceva di essersi ispirato nel redigere il delirante Manifesto.

«…in favore della Natura.» Fu Breil a terminare la frase di Henry David Thoreau. «E nelle nostre mani c’e davvero la sopravvivenza dell’intera natura. Non so quanto questo interessi a lei, professor Kaczynski, ma a me interessa molto. Il Giusto e una grave minaccia per le ripercussioni che le sue azioni possono produrre nei rapporti tra Oriente e Occidente, cristiani e musulmani e cosi via. Conto sul suo aiuto.»

«Vedo che lei non lascia mai nulla al caso, dottor Breil. Cita a memoria anche il mio autore preferito. Mi faro vivo, appena avro qualche cosa da dirle.»

Le dita sottili si mossero veloci sulla tastiera del computer. Quindi la mano destra agi sul joystick con l’abilita di un esperto di giochi elettronici: ma non si sarebbe trattato di un gioco.

Una volta verificata la propria padronanza del sistema di guida, il Giusto torno al programma di scrittura e compose la sua delirante premonizione.

Sura quarta.

E invece tacciano di menzogna la verita che e giunta loro, ed ecco che sono in grande confusione.

Non osservano il cielo sopra di loro, come lo abbiamo edificato e abbellito e senza fenditura alcuna?

Siamo Noi che diamo la vita e che diamo la morte. A Noi ritorna ogni cosa.

Il Giorno in cui la terra si spacchera all’improvviso, Ci sara facile radunarli.

Ben conosciamo quello che dicono: tu non sei tiranno nei loro confronti! Ammonisci dunque con il Corano chi non teme la Mia minaccia.

Quindi il sigillo dell’Anello dei Re calo ancora una volta a suggellare l’identita dell’assassino.

Cassandra Ziegler aveva parlato con Breil al telefono e gli aveva inviato il testo dell’ultima missiva del Giusto. I versetti provenivano da due distinte parti di un capitolo che rispondeva al nome di Qaf. La sura Qaf era pero la cinquantesima e non la quarta, come indicato dal Giusto nel suo messaggio. Il quarto capitolo del Corano si intitolava infatti An-Nisa’ («Le Donne») e il suo testo nulla aveva a che fare con quello inviato dal terrorista. Cassandra e Oswald si erano interrogati a lungo, formulando ipotesi sul nuovo obiettivo del Giusto. Nessun elemento sembrava in grado di essere loro d’aiuto. Oswald di una cosa era convinto: l’indicazione di una sura diversa da quella poi riportata non doveva essere imputata a un errore da parte dell’assassino.

La mente di Cassandra non riusciva a fare a meno di pensare a quell’ultimo delirante messaggio. La voce dell’ufficiale dell’Air Force la riscosse, riportandola nella sala riservata dell’aeroporto Dulles di Washington in cui si trovava: «Il Predator e un sistema integrato, non semplicemente un aereo».

Nella saletta l’ufficiale dell’aviazione indicava con una bacchetta una lavagna luminosa sulla quale apparivano foto e schede tecniche che si riferivano al piu recente gioiello della tecnologia aerea teleguidata. Il Predator, una sofisticata macchina volante priva di pilota, veniva utilizzato da molti corpi delle forze armate statunitensi. Si era anche rivelato di massima utilita per alcune missioni della CIA, soprattutto in Afghanistan e in Iraq. L’Agenzia aveva infatti in dotazione da qualche anno una decina di questi aerei e da allora erano state fatte molte pressioni affinche anche l’FBI potesse utilizzarli.

«Il Predator», continuo l’ufficiale, «e lungo quattordici metri e sei e il suo peso a vuoto e pari a quattrocentotrenta chilogrammi, che diventano oltre mille a pieno carico. Ogni aeromobile dispone di due telecamere tradizionali, una delle quali viene usata anche dall’operatore remoto per la guida dell’aereo. A bordo e installato inoltre un sistema a infrarossi per le riprese notturne. Un radar ad alta definizione completa la dotazione standard. L’aereo raggiunge quota settemilacinquecento metri e una velocita massima di duecentotrenta chilometri orari. Ha un raggio operativo di settecentoventi chilometri. Puo essere aviotrasportato in ogni punto del globo terrestre e decollare su piste di poche decine di metri. E alimentato da un motore a quattro cilindri in lega leggera, originariamente impiegato per le motoslitte. Generalmente ogni squadra e composta da quattro aeromobili, una stazione mobile di controllo e una parabola satellitare. Una cinquantina di persone rappresentano la componente umana della squadra ma, una volta in aria, il Predator puo essere teleguidato da qualsiasi ragazzino esperto in simulazione di volo: le uniche fasi per cui e richiesta una certa pratica sono il decollo e l’atterraggio. Se adesso volete seguirmi sulla pista, saro lieto di proseguire la nostra dimostrazione.»

Davanti ai cancelli della Casa Bianca, pareva che le «folle silenziose e protestanti» fossero ormai un elemento stabile dell’arredo urbano: non c’era giorno che qualche associazione di cittadini non si sentisse in dovere di erigere cartelli per esprimere il proprio dissenso davanti alla residenza presidenziale.

Lo sciame di persone di turno quel giorno pareva tutt’altro che silenzioso: facendo ruotare la lingua all’interno della bocca, le donne musulmane producevano un suono stridulo, che oltrepassava i vetri blindati della Sala Ovale e avrebbe potuto raggiungere le orecchie del presidente, qualora fosse stato presente.

Il motivo della protesta era lo stesso che aveva spinto il presidente a esercitare le sue pressioni sugli organi di sicurezza: le azioni terroristiche del Giusto stavano creando grossi problemi al governo non solo a livello internazionale. Adesso ci si metteva anche il sit-in di cinquecento donne musulmane d’America.

Una pubblicita negativa come quella proprio non ci voleva, con la campagna elettorale ormai alle porte.

Gli agenti del servizio d’ordine restavano a guardare le dimostranti con un’aria piu paterna che severa. Due poliziotti a cavallo chiacchieravano in un angolo. C’era una certa confusione, ma tutto sembrava svolgersi in maniera pacifica. La tragedia si manifesto senza preavviso, inattesa come un fulmine a ciel sereno.

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