Tirgoviste era in festa: il principe appena eletto aveva voluto che tutti i notabili prendessero parte ai festeggiamenti. I boiari avevano accolto di buon grado l’invito: sia per loro che per le corporazioni mercantili, essere in buoni rapporti con il sovrano equivaleva a godere di notevoli vantaggi. Non erano da meno le alte sfere ecclesiastiche: il metropolita e i vescovi della regione presenziavano al gran completo al banchetto. Tutti si erano parati a festa per l’importante occasione. I boiari portavano vesti variopinte e adorne di ricchi ricami, mentre le dame, al loro fianco, lasciavano intravedere preziosi gioielli fra i drappeggi degli abiti. Tutti volevano mostrare di appartenere a una classe sociale potente e agiata: i nobili erano giunti nei giardini dove avrebbe avuto luogo la festa a bordo di lussuose carrozze, poi, via via, a seconda del ceto sociale, il corteo aveva visto ridursi l’eleganza degli abiti e lo sfarzo dei mezzi di trasporto.
Dracula osservava con sguardo freddo e distaccato i preparativi e rispondeva con brevi gesti del capo o delle mani ai saluti degli ospiti.
La festa ebbe inizio nel corso della mattinata: la carne degli agnelli cotti alla brace si sposava perfettamente con i vini prelibati che Dracula aveva ordinato fossero serviti. Durante il pranzo il principe fu visto ancor piu cupo del solito: non parlo quasi con nessuno dei commensali, ma spesso si appartava per conferire con il comandante della sua guardia.
Terminato il banchetto, i bambini presero d’assalto i giochi che erano stati allestiti per loro, mentre gli adulti si abbandonarono alle danze, accompagnati dai musici che avevano allietato l’intera cerimonia.
Dracula non si uni a loro. I suoi occhi scuri scrutavano il profilo dei Carpazi oltre i quali il sole stava tramontando.
Fu sufficiente un segno della mano del principe per dare inizio alla vendetta pianificata con cura.
Gli uomini di Vlad uscirono dalla boscaglia che confinava con i giardini nei quali era in corso la festa. Tra lo stupore dei presenti si avventarono contro alcuni tra gli invitati. La guardia di Dracula pianto in profondita nel terreno dove, sino a poco prima, si erano svolte le danze, dei pali acuminati. Quindi vennero condotti dinanzi ai pali i nobili e i possidenti piu anziani di Tirgoviste, colpevoli di aver tradito il padre di Vlad e di aver fatto assassinare il fratello Mircea.
«Questa e la fine che ho preparato per voi: non solo mi avete privato dei piu cari affetti e ordito congiure contro la mia famiglia, ma avete riservato a mio fratello, il nobile Mircea, una morte atroce. Ora proverete anche voi cio che significa morire fra atroci tormenti, dopo essere stati beffati dal tradimento.»
Vlad abbasso una mano e i poveretti vennero conficcati sulle punte dei pali protese verso l’alto.
«Quanto a voi», continuo Dracula rivolto ai sudditi piu giovani che, assieme a donne e bambini, erano stati rinchiusi all’interno di un recinto sorvegliato dai soldati, «quanto a voi, la vostra colpa e quella della complicita e della mancanza di carattere che vi ha lasciati imperturbabili di fronte a crimini tanto brutali. Espierete i vostri peccati divenendo complici della mia imbattibilita: sara grazie alla vostra mano d’opera che edifichero la mia inespugnabile dimora. E ora, in marcia!»
Legati in catene l’uno all’altro, i nobili e i possidenti di Tirgoviste, con ancora indosso i loro vestiti migliori, si mossero simili a un serpente variopinto che si snoda per diverse centinaia di metri. Ai loro lati, la guardia personale di Dracula, composta da uomini tanto valorosi e abili quanto spietati, sorvegliava i prigionieri.
La lunga marcia verso Arges di quel corteo di persone fino a poco prima allegre e spensierate e improvvisamente gettate nella piu cupa disperazione era appena incominciata. Molti di loro morirono durante il cammino. Quelli che giunsero a destinazione lavorarono per anni trattati come animali per erigere, sopra un picco inaccessibile, il castello di Vlad Dracula. Inerpicandosi lungo un sentiero ripido che sfidava i fianchi della montagna i forzati costruirono, pietra dopo pietra, un rifugio inespugnabile: una fortezza maestosa e severa che nulla aveva a che vedere con il lusso e la comoda eleganza dei castelli transilvani dei boiari.
Da quella rocca Vlad III Dracula, voivoda di Valacchia, avrebbe messo in atto la seconda parte del suo piano: sbarrare il passo ai turchi invasori, a coloro che gli avevano fatto trascorrere l’infanzia e l’adolescenza in prigionia.
57
Settembre 2004
«Merda!» esclamo Deuville, gettando sul tavolo la comunicazione ufficiale con cui Cassandra Ziegler veniva sospesa dal servizio a tempo indeterminato in attesa dei risultati della commissione d’inchiesta. «Glakas non ha perso tempo, Cassandra. Mentre voi atterravate a New York, io ricevevo questa lettera. Mi immagino gia che cosa leggeremo domani: ‘Un alto funzionario del Federal Bureau of Investigation scorrazza in giro per il mondo con il Giusto in nome di Dio’. I giornali avranno di che parlare per mesi.»
Cassandra non pote far altro che allargare le braccia. Si sentiva completamente impotente.
Fu Oswald a parlare: «Comunque io sono certo che Deidra Blasey e il Giusto non siano la stessa persona.»
«Certo, dottor Breil, questa sarebbe la soluzione ideale ai nostri problemi», disse ancora il direttore dell’FBI. «Peccato che la CIA abbia collezionato prove che sembrano inconfutabili, prima tra tutte il fatto che la Blasey era sempre nelle vicinanze di tutti i luoghi dove sono avvenuti gli attentati del Giusto. Ha avuto modo anche lei di constatare quanto ormai si sia ridotto il numero dei sospettabili…»
«Ha utilizzato il termine corretto, Deuville: sospettabile. Ma da quando un sospettabile deve per forza essere colpevole? Fino a oggi abbiamo considerato solo la possibilita che il Giusto fosse da rintracciare tra i ranghi delle forze armate americane. E se invece non si trattasse di un militare? E nemmeno di un cittadino americano? Capite bene che il raggio delle ricerche si aprirebbe di nuovo. Inoltre sarebbe impossibile seguire ogni cittadino indagato nel corso dei suoi spostamenti.»
«Che cosa vuol dire con questo, Oswald?»
«Che e presto per fasciarci la testa.»
La segretaria personale di Deuville busso alla porta.
«Chiedo scusa, signori», disse la donna entrando nell’ufficio del direttore. «E arrivata questa lettera per lei, dottoressa Ziegler. Mi e stato detto di consegnargliela con la massima urgenza.»
Cassandra osservo l’anonima busta e l’indirizzo stampato nel carattere Times New Roman presente in ogni programma di scrittura. Ancor prima di aprirla aveva riconosciuto il mittente. L’unico particolare, non del tutto irrilevante, era che il sospettato numero uno, colonnello Deidra Blasey, in quel momento era rinchiuso in un carcere federale di massima sicurezza.
«Chissa dove ti trovi in questo istante, mentre io sto sgobbando per te, Oswald Breil», disse tra se Sara Terracini, seduta dinanzi allo schermo sin troppo familiare del suo computer…
Dal diario di Asher Breil, Bucarest, 1968.