rovesciato il bicchiere. Sei forme giacevano inerti sul pavimento.

Harris si premette di nuovo il torace, segnalando «via libera» ai colleghi che aspettavano nella strada, un isolato piu in la.

Trovo l’interruttore che serviva ad aprire la porta e lo abbasso. Il meccanismo invisibile fece sparire lo schermo scorrevole, e lui sbircio fuori. Altri cinque Medlinesi giacevano a terra, privi di sensi. Un sesto arrivava di corsa all’estremita del lungo corridoio. «Che e successo?» grido. «Che avete? State male?»

Harris lo fisso e premette di nuovo la mano sul fianco. Il medlinese oltrepasso il limite dei dodici metri, poi indietreggio, ma senza rendersi conto di quello che stava accadendogli. Fece ancora alcuni passi, barcollando, poi cadde, andando a raggiungere i compagni sul fitto tappeto di velluto. Harris stacco la mano.

Dieci penso.

Dieci Medlinesi. Anzi, dodici, se all’autopsia i due giganti fossero risultati dei travestiti. Bel colpo. La decima parte delle forze medlinesi dislocate sul pianeta Terra eliminate in una sola volta.

Estrasse l’annientatore.

Lo guardo, sul palmo della mano, piccolo e mortale. Il grilletto non era che una strisciolina di metallo. Bastava togliere la sicura, tirarlo, puntare a casaccio in ogni direzione e guardare le vittime morire col cervello bruciato e le sinapsi ridotte in gelatina.

Ma la sua mano tremava.

Non sparo.

Si morse forte il labbro, digrigno i denti, alzo l’arma e s’impose di usarla. Ma non ci riusci. S’infurio con se stesso, impreco contro la propria vigliaccheria. Un Servo dello Spirito non poteva comportarsi cosi! Quegli esseri stesi sul pavimento erano Medlinesi, bestie in sembianze umane.

Uccidi! Uccidi! Uccidi!

Ma teneva l’annientatore senza stringerlo, senza agire. Sudando, mosse la mano sinistra e strappo la sicura dall’arma. Il dito si curvo intorno al grilletto. Alzo la pistola, prese di mira Beth, al petto. Chiuse gli occhi, e cerco di vederla mentalmente senza l’illusorio rivestimento di carne sintetica, di estrarne la realta medlinese, di rivelarla per quello che era: l’odioso mostro ossuto e dalla pelle ruvida che si nascondeva sotto la forma terrestre. Un muscolo tremo sulla sua guancia, mentre lui cercava di tirare il grilletto e distruggere la ragazza.

Poi una voce silenziosa gli mormoro, nel cervello: Non ci si poteva fidare di voi, dopo tutto, no? Eravate un traditore, un imbroglione e un bugiardo. Ma dovevamo lasciare che l’esperimento arrivasse fino a questo punto, per la tranquillita della nostra coscienza.

«Chi ha parlato?» anso Harris, guardandosi intorno freneticamente da ogni parte.

Io.

Era come se molte piume gli sfiorassero il cervello. «Dove siete?» chiese, terrorizzato. «Dove vi nascondete?»

Sono in questa stanza venne la risposta, tranquilla. Harris avrebbe voluto spaccarsi il cranio a meta per scoprire la fonte di quella voce.

Gettate via la pistola, Harris-Khiilom.

Lui esito. Le sue mani si mossero impercettibilmente verso il segnale di pericolo sepolto nel suo corpo. Ma anche quel movimento fu intercettato e interpretato.

No, non cercate di avvisare i vostri amici. Lasciate cadere la pistola e basta.

La pistola sguscio via di tra le dita, come se gli fosse stata strappata di mano. Rimbalzo qualche centimetro piu in la sul tappeto e rimase immobile.

Adesso spegnete il subsonico ordino la voce tranquilla. Lo trovo spiacevole.

Ubbidiente, Harris stacco il dispositivo. La sua mente era ferma in una strana stasi; non aveva piu il controllo della propria volonta. Il suo corpo pulsava, frustrato. Come potevano fargli questo? Lo avevano imprigionato nella sua stessa mente.

Le labbra faticarono a formare le parole.

«Chi siete, voi? Ditemi chi siete!»

Un membro di quella super-razza di cui voi trovate cosi difficile accettare l’esistenza.

Sgomento, Harris guardo Wrynn e sua moglie, stesi a terra. Tutti e due i giganti erano privi di sensi, immobili, e respiravano lentamente, con regolarita.

«Wrynn?» chiese con voce rauca. «Come puo funzionare la vostra mente se siete in stato d’incoscienza?»

Io non sono Wrynn fu la risposta.

«Non… Wrynn?»

No. Non sono Wrynn disse la voce, calma ma il figlio non ancora nato di Wrynn.

Harris si senti cadere piano verso il pavimento. Era proprio come se una mano invisibile gli avesse fatto piegare le ginocchia e poi lo avesse afferrato e seguito nella caduta.

Giacque li, a terra, gli occhi aperti, cosciente, ma senza la capacita ne la volonta di muoversi. Non poteva neppure azionare il segnale di pericolo. Chissa come, perfino il desiderio di chiamare aiuto gli era stato tolto. Soltanto nei recessi piu profondi del suo io ribollivano ancora paura e ribellione.

Col passare dei minuti le vittime del subsonico ripresero i sensi. Lentamente.

Per prima si sveglio Beth. Si sedette, si stiro e si stropiccio gli occhi con le mani. Poi si volto verso la forma inerte della moglie di Wrynn, e solo allora Harris vide che il ventre della gigantessa era delicatamente arrotondato.

«Avete corso un bel rischio, per dimostrare quello che volevate dimostrare!» disse Beth guardando la donna, priva di conoscenza.

Voi non correvate alcun pericolo fu la risposta.

Anche gli altri si svegliarono, mettendosi a sedere e stropicciandosi gli occhi. Harris li fissava, immobile. La testa gli martellava come se fosse stato colpito dal subsonico lui pure.

«E se aveste perso conoscenza anche voi?» chiese Beth, rivolta alla vita nascosta dentro la donna gigantesca. «Lui ci avrebbe ucciso. Era venuto per questo.»

Il subsonico non poteva farmi niente. Io sono al di fuori della sua portata.

Harris ritrovo finalmente la voce. «Quel… quel feto puo pensare e agire?» chiese, rauco.

Beth annui. «La prossima generazione. Raggiunge la facolta d’intendere e di volere mentre si trova ancora nell’utero. Al momento della nascita e completamente consapevole e in grado di difendersi: il corpo cerca di mettersi alla pari con la mente.»

«E io che credevo fosse tutta una menzogna!» esclamo Harris, confuso. «Tutta quella faccenda della super- razza. Una specie di trovata propagandistica.»

Si sentiva stordito. Tutti i valori in cui aveva creduto gli si erano sgretolati sotto gli occhi in un solo istante e non sarebbe stato facile sostituirli con la stessa rapidita.

«No» disse Beth. «Non era una storia. E neanche una trovata della… propaganda medlinese. E noi sapevamo che ci avreste tradito, quando vi abbiamo lasciato andare. Perlomeno cosi diceva Wrynn. Solo sono stata cosi ingenua da dubitarne.»

«Anche Wrynn ha facolta telepatiche?»

«Si, ma solo entro certi limiti. Puo soltanto ricevere delle impressioni. Non puo trasmettere telepaticamente agli altri, come suo figlio.»

«Se sapevate che vi avrei tradito, perche mi avete messo in liberta?»

«Be’, chiamiamolo un esperimento. Io speravo che cambiaste il vostro modo di pensare, se vi avessimo lasciato libero. Avevo una fede cieca in voi. Ma non siete cambiato.»

«No» disse Harris. La sua voce era incolore, senza vita. «Ero venuto qui per uccidervi.»

«L’abbiamo saputo nell’istante stesso in cui avete attraversato questa soglia. Wrynn ha captato le vostre intenzioni e suo figlio ce le ha trasmesse. Ma in voi c’era il seme della ribellione. Speravamo ancora di potervi convincere. Invece non ce l’abbiamo fatta. Non siete riuscito a liberarvi della vostra vecchia personalita darruuese.»

Harris chino la testa. Il segnale si rifece sentire nel suo corpo. Lui lo ignoro.

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