attraverso la finestra, fino a quando si era trovato a sbattere contro la porta della camera da letto singhiozzando.

«E la fuori… E la fuori!»

Ingold, alle sue spalle, il volto pieno di cicatrici che si rifletteva sulla lama della spada, disse a bassa voce:

«Cosa ti aspettavi, Rudy? Degli esseri umani?»

Il fuoco stava gia bruciando. Gil aveva fatto un falo con i ramoscelli in mezzo al pavimento di cemento e stava tossendo, avvolta in una nuvola di fumo. Sul vecchio materasso, Tir fissava l’oscurita con gli occhi sgranati dal terrore, e guaiva come un cucciolo che avesse paura di abbaiare. Un altro bambino, forse, avrebbe gridato, ma le memorie ataviche che si agitavano nella mente inconsapevole del fanciullo, lo avvisavano che gridare o piangere ad alta voce voleva significare soltanto la morte!

Rudy si alzo cercando di scuotersi da quello spavento.

«Cosa faremo?», sussurro. «Potremmo uscire dalla porta posteriore e raggiungere la macchina…»

«Pensi di riuscire a metterla in moto?» Nella luce del fuoco, gli occhi di Ingold non si staccavano mai dalla porta. Mentre parlava, Rudy si accorse che le sue mani non abbandonavano neppure per un istante la lunga elsa della spada e tremavano, pronte a colpire. «Dubito che riusciremmo a raggiungere la macchina, in ogni caso. Quella “cosa” puo mutare forma e rimpicciolirsi quanto vuole…»

Rudy degluti, gelato dal terrore al vedere ancora quell’essere minuscolo, nascosto, ma capace di generare un’inspiegabile paura.

«Vuoi dire che puo mutare di dimensioni?»

«Oh, Si!» Con la spada stretta in pugno, Ingold si diresse a passi felpati verso la porta. «Il Popolo del Buio non e fatto di materia cosi come la intendiamo noi. Non e neppure del tutto visibile, e non sempre la sostanza di cui sono composti e formata da elementi conosciuti. Uno l’ho visto diventare grande come una casa — e non era piu largo di due mani unite — in pochi secondi…»

Rudy si asciugo le palme sudate sul tessuto dei jeans, tremando di paura e totalmente disorientato.

«Ma se non sono materiali…», balbetto, «cosa possiamo fare? Come possiamo combatterli?»

«Ci sono dei modi.» Le fiamme del falo creavano lunghe ombre rossastre sul mantello di Ingold che se ne stava in piedi, una mano fissa sulla maniglia della porta, l’altra stretta con forza intorno all’elsa della spada, la testa china per raccogliere il minimo fruscio. Dopo un istante, parlo di nuovo, e la sua voce era flebile, appena un sussurro. «Gil,» disse, «voglio che prendi Tir e lo metti tra il letto ed il muro. Rudy, quanto fuoco ci rimane?»

«Non molto. Quella era legna secca. Brucia troppo velocemente.»

Lo Stregone si allontano dalla porta senza pero distogliere la sua attenzione. La piccola stanza era piena di fumo, mentre il fuoco diminuiva sempre piu, lottando debolmente contro l’anello di ombre intrecciate che danzava sul soffitto e sulle pareti. Senza guardarsi indietro, Ingold tese una mano.

«Dammi il kerosene, Rudy.»

Senza battere ciglio, il ragazzo ubbidi.

Muovendosi piu velocemente, il vecchio ringuaino la lama con un unico gesto fluido, afferro la lattina svitandone il tappo, e getto un abbondante quantita di liquido sul legno secco della porta. Questa brillo di un giallo chiaro, il suo odore penetrante si sparse per la stanza unendosi al fumo, e quasi soffoco Gil che si era accoccolata contro la fredda parete di cemento stringendo a se il corpicino imbaccuccato di Tir che se ne stava immobile fra le sue braccia.

Nel frattempo, la luce della fiamma, da gialla che era, aveva assunto una sfumatura arancione scuro, mentre le ombre distorte provocate dagli spostamenti veloci e sicuri dello Stregone, ondeggiavano sulle pareti che rinchiudevano il gruppetto.

Ingold si avvicino al letto e verso il resto della lattina di kerosene sul materasso; l’odore violento e dolciastro del carburante quasi soffoco Gil che si trovava a poca distanza. Il vecchio poggio in un angolo la lattina vuota poi, con un movimento leggero, si giro ed estrasse di nuovo la sua spada, che era rimasta nel fodero per tutta la durata di quella operazione, ossia meno di quaranta secondi.

Ritorno nel centro della stanza, a pochi passi dal falo morente che si era ripiegato su se stesso in un mucchietto di cenere e tizzoni ancora rosseggianti. Non appena l’oscurita comincio a diffondersi piu rapidamente, la pallida luce che sembrava originata dalla lama della spada sembro aumentare, tanto da far risaltare il viso dello Stregone e le cicatrici che lo riempivano. Disse a bassa voce:

«Non abbiate paura.»

Se si trattasse di un incantesimo o della forza della sua personalita, Gil non avrebbe saputo dirlo, ma senti diminuire improvvisamente la sua apprensione, e la paura che l’agghiacciava cedette il posto ad una sorta di torpore freddo ed al tempo stesso limpido.

Rudy si riscosse invece dall’immobilita nella quale si era congelato, afferro l’ultimo dei ramoscelli che ancora giaceva sul pavimento e lo accese sui resti del falo.

L’oscurita scese nella stanza riempiendola; piu pesante del buio era pero il silenzio che regnava intorno. In quell’assenza di suoni, Gil percepi dei movimenti quasi impercettibili nella sala attigua: sembrava una sorta di graffiare chitinoso quasi che qualcosa di assolutamente misterioso tentasse di avanzare attraverso il buio.

Sentiva il cuore di Tir battere con forza contro il suo petto poi, di colpo, un vento gelido penetro attraverso le fessure della porta trasformando il sudore sul suo viso in un velo ghiacciato. In quel preciso istante riconobbe l’odore aspro, acidulo, e sanguigno, del Buio!

La voce di Ingold echeggio acuta dalle ombre.

«Rudy!», disse. «Prendi quella torcia e mettiti accanto alla porta. Non aver paura, e quando entra la creatura, voglio che tu chiuda la porta dietro di lei e dia fuoco al kerosene. Pensi di riuscire a farlo?»

Svuotato di energie, ma freddo e cosciente di quanto lo attendeva, Rudy sussurro:

«Si, certo!»

Col pezzo di legno acceso, passo cautamente dietro lo Stregone. Appena raggiunta la sua posizione, avverti la presenza di quella cosa: una creatura che viveva negli incubi piu inconfessabili, capace di generare paura in chiunque.

La senti bussare alla porta, dolcemente. Graffio il legno scheggiato appena al di sopra dei suoi occhi e Rudy comprese che entrando sarebbe passata davanti a lui — se non si fosse invece girata verso la persona piu vicina — a brevissima distanza dal suo viso. D’altro canto, e il pensiero gli attraverso fugacemente la mente, se fosse passata davanti a lui, nulla avrebbe potuto impedirgli di fuggire attraverso la porta aperta e correre verso la macchina.

C’erano troppe incognite pero: la macchina avrebbe potuto non partire; la creatura, dopo essersi soddisfatta con Ingold e Gil, avrebbe anche potuto inseguirlo… No! Bisognava finirla qui ed ora con il Popolo del Buio, con quell’osceno intruso che strisciava nel mondo dolce e caldo di quella notte californiana!

Tormentato dai suoi pensieri, Rudy rimase li, nell’oscurita accanto alla porta, una torcia fumante in mano, in attesa…

L’ultimo bagliore delle fiamme stava ormai svanendo, e l’unica luce nella stanza era rimasta quella della torcia di Rudy e della spada lucente di Ingold che lo Stregone teneva dritta davanti a se, mentre i suoi occhi brillavano di una magica luminosita come quelli di un vecchio lupo. Intorno non si udiva altro che il frusciare degli abiti ed il singhiozzare delle fiamme che si andavano spegnendo e sparpagliandosi. Il vento che spirava gelido attraverso le fessure della porta sembro arrestarsi e svanire.

Nel medesimo istante nel quale la porta si apriva, Ingold avanzo con la spada che luccicava in un arco di fuoco per affrontare l’ondata dell’Oscurita. Rudy colse appena l’aspetto della forma ondeggiante dell’Ombra: l’enorme bocca famelica contornata di tentacoli squamosi che avanzava coprendo il pavimento con una melma fumante.

Quasi si fosse liberato da un incantesimo, Tir inizio a piangere, ed il suono della sua voce disperata penetro nella mente di Rudy come la punta di un ago.

La spada intanto volteggiava spargendo fuoco: la creatura si ritrasse con un movimento stranamente agile per quella massa frusciante, e la sua coda di serpente sfioro le spalle di Rudy mentre si snodava in una sferzata di oscurita. La Cosa riempi la stanza come una nuvola, ed il suo buio copri tutto, mentre il suo corpo osceno e gonfio sembrava crescere e pulsare quasi fosse un unico, livido, organo limaccioso. La coda schiocco e riusci a raggiungere la gola di Ingold producendovi un taglio profondo. Lo Stregone riusci ad attutire il colpo e si ritrasse

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