mutando le sue sembianze in quelle di un uomo molto piu giovane. Nei suoi vestiti scuri poteva a malapena essere scorto, e Rudy continuava a sporgersi tentando di vedere qualcosa, affascinato com’era dal movimento vorticoso della lama e da quelli sinuosi della Cosa che cercava di afferrare lo Stregone.
Gil grido: «Il fuoco! Il fuoco!»
Quel suono pero non significava nulla per Rudy… fu il calore della torcia che continuava a bruciargli tra le mani a riportare il giovane alla realta.
Come svegliatosi da un sogno, si mosse, chiuse la porta, ed accese l’untuosa massa intrisa di kerosene con la sua torcia, ormai ridotta ad un piccolo tizzone ardente. La porta esplose in una palla di fuoco, bruciacchiando anche le sopracciglia del giovane, che si ritrasse istintivamente.
La Creatura dell’Oscurita, ora piu visibile come attraverso una lente cremisi, si contorse e serpeggio quasi fosse stata attraversata da una scarica dolorosa, mutando dimensione e levandosi alta verso il soffitto. Le fiamme intanto si erano gia sparse sulle pareti e stavano per raggiungere le grandi travi, secche come stoppie.
Le scintille punzecchiarono le mani ed il viso esposti di Rudy quando questi si getto attraverso un varco sul letto per raggiungere la parete dov’era appoggiata Gil.
Piovvero altre scintille che sfrigolarono sulla sostanza umida e viscida della creatura del Buio.
La stanza era diventata una fornace, accecante e soffocante; la luce sanguigna illuminava il corpo della creatura che volava qua e la cercando disperatamente una via d’uscita.
Intrappolata dal fuoco, si volto come un animale rabbioso e si scaglio contro Ingold, mentre la sua coda si allungava in un filo spinoso e tagliente per poi scattare in avanti e sferzare le mani ed il volto dello Stregone; contemporaneamente lo afferro con gli artigli, ma la lama non cesso per un attimo di staccare pezzi fumanti di materia da quel corpo, anche se il nemico era troppo grande e si muoveva troppo velocemente — pur in uno spazio cosi ristretto — per permettere a Ingold di mettere a segno un colpo mortale.
Schiacciati contro la parete, soffocati dal calore, e bruciacchiati dalla pioggia di scintille, Gil e Rudy si accorsero che Ingold veniva spinto costantemente verso l’angolo dove loro due si trovavano. Questi non poteva del resto fare nient’altro nel tentativo di mettersi tra la creatura ed il Principe.
Lo Stregone indietreggio, un passo alla volta, fino a che Gil non riusci a toccare la sua spalla allungando semplicemente le braccia. Ora alle fiamme si aggiunse anche l’acido che, sparso come sudore sul corpo della Bestia dell’Oscurita, si spandeva intorno ad ogni suo movimento.
Poi il Guerriero del Buio finto con gli artigli e con la coda evitando un colpo di spada per pochi centimetri, e si lancio con furia sullo Stregone. Nello stesso istante pero, Ingold si rifugio tra il materasso e la parete, in mezzo ai due ragazzi.
Per caso, o per una fortunata coincidenza, la stoffa imbevuta di kerosene si incendio, e creo un vero e proprio muro di fuoco che bruciacchio l’orlo della sua tunica, ma investi il Guerriero del Buio con un’ondata di calore ruggente.
Per un istante Gil fu consapevole solamente del pianto desolato ed irrefrenabile del bambino tra le sue braccia e di quell’inferno fumante, un vero olocausto di fiamme che ruggiva a pochi passi da lei.
Poi il muro di fuoco si gonfio, e la sagoma della Creatura apparve, distorta e fumante, ancora protesa nel tentativo di innalzarsi, per poi cadere morente dinanzi ai loro piedi.
Gil grido non appena il vento caldo e l’oscurita coprirono tutto; poi ogni cosa svani, e rimase soltanto un grigiore torpido dove non c’era posto per la luce e i colori, ma soltanto per il freddo…
CAPITOLO QUARTO
C’erano soltanto vento ed oscurita. Gil si mosse ed il suo corpo le rispose con migliaia di fitte dolorose mentre le sue ossa quasi gemevano per il freddo. Il movimento le fece salire lo stomaco in gola, e la ragazza si senti come se avesse nuotato nell’acqua gelida dopo un pasto abbondante: nausea, stanchezza e debolezza la stavano sopraffacendo.
Intorno alle sue braccia sembrava esserci una pesante pezza di velluto che la stringeva, e nella sua bocca dominava un gusto di erba e di terra, mentre riusciva a percepire una pesante puzza di fumo che proveniva dalla sua giacca e dai suoi capelli.
Tutt’intorno non c’era altro rumore che quello del vento.
Si rizzo a sedere piena di paura. Il fagotto tra le sue braccia che conteneva Tir era silenzioso. Sotto una pallida luce stellare si scorgevano i profili di alte colline che si stendevano in tutte le direzioni, aride, pietrose, desolate, e dalle quali spirava quel gelido vento del nord. Accanto a lei giaceva Ingold, il capo chino, una sagoma scura nell’oscurita se non fosse stato per la spada sguainata che rifletteva la luce sbiadita delle stelle. Poco piu in la, stava Rudy piegato in una posizione semi fetale, con la testa stretta tra le braccia.
«Stai bene?», chiese Gil.
La voce di Rudy risuono smorzata.
«Bene? Sto ancora cercando di capire se sono vivo e tutto intero!» Alzo la testa e le sopracciglia scure spiccarono sul suo viso pallido e teso. «Tu stai bene?»
La ragazza annui.
Rudy si guardo intorno.
«Cristo! Speravo che fosse stata tutta un’allucinazione… ma dove siamo finiti? Nella terra di Ingold… da qualunque parte provenga?»
«Certamente questa non e la California del Sud,» disse.
Rudy si drizzo in piedi, barcollando come se avesse bevuto e stesse per svenire accanto a lei.
«Il bambino?»
«Penso stia bene. Non voglio svegliarlo pero. Sta respirando…» La giovane strinse leggermente le dita sulla guancia morbida di Tir e, avvicinando le sue labbra alla bocca piccola e rosea, senti provenire un sottile filo di respiro. «Ingold ha detto che due Passaggi in ventiquattr’ore avrebbero potuto arrecargli seri danni.»
«Per come mi sento adesso, neanch’io penso di riuscire a sopravvivere ad un’altra esperienza del genere. Vediamo.» Rudy prese il bambino dalle braccia di Gil e lo cullo piano sentendo quanto fosse freddo il suo viso. «Faremmo meglio a svegliare Ingold. Questo posto ha una luna?»
«Dovrebbe averla,» disse Gil. «Le costellazioni sono le stesse: vedo l’Orsa Maggiore e, laggiu, Orione.»
«Strano!», rispose Rudy scostandosi i lunghi capelli dal viso. Il ragazzo si giro intorno per scrutare l’arido paesaggio. Le colline, una di fianco all’altra, si ammucchiavano verso una bassa catena di montagne piu a nord, dove un’altra parete di rocce solcata da lunghe strisce di neve si profilava alla luce delle stelle. Verso sud invece, una valle ondulata si spingeva lontano dalle rocce fino a un tratto piu scuro attraverso il quale si poteva scorgere il luccichio distante di un fiume.
«In qualsiasi inferno siamo caduti, faremmo meglio a raggiungere un luogo abitato, ed al piu presto. Se non troviamo qualcosa di familiare, ci troveremo davvero in un brutto guaio. Ehi!» Si volto verso Ingold che aveva cominciato a rialzarsi stringendo sempre, in un gesto istintivo, l’elsa della spada. «Come stai?»
«Bene adesso, e staro ancora meglio tra un po’…», rispose Ingold, calmo.
Ingold, ancora mezzo stordito, si stropiccio gli occhi.
«Sta bene il Principe?»
«Non lo so, credo sia svenuto…», rispose Gil con voce preoccupata.
Lo Stregone sospiro, striscio a terra fino a che raggiunse il bambino, e lo prese dalle braccia di Rudy. Ascolto il suo respiro e poi gli colpi delicatamente il volto con la sua mano coperta di cicatrici. Chiusi gli occhi, sembro meditare a lungo. Soltanto il gemito del vento rompeva il quel silenzio che li circondava, ma ognuno di loro sapeva che la notte, intorno, era viva e piena di pericoli.
Gil e Rudy erano entrambi consapevoli dell’abissale profondita del buio, come mai in vita loro. Nella California del Sud — la loro terra — le notti non erano mai cosi scure: c’era sempre un bagliore, le luci di qualche