fuoco soltanto fissando la legna… Che meraviglia se sapessi farlo anch’io…

Le parole di Ingold gli risuonarono improvvisamente in mente. Il Mago, nell’oscurita del cancello, fissava la fiamma che cresceva nel palmo della sua mano.

Tu sai cos’e e lo chiami con il suo vero nome…

Rudy fisso intensamente il piccolo mucchio di legna, le foglie secche ed i ramoscelli sparsi. Come avrebbe potuto accenderlo? Il suo vero nome… Forse era necessario conoscere il nome magico del fuoco. Ma, in qualsiasi modo lo avesse chiamato, il fuoco era sempre fuoco. Il suo odore, la sua luminosita, era sempre la stessa…

Penso a quale genere di odore si sarebbe potuto sviluppare da quei ramoscelli. Forse una sorta di aroma agrodolce… ed avrebbe emesso piccole scintille d’oro luminose e crepitanti, dal suono leggero e scoppiettante… Richiamo alla mente la forma, l’odore, e la luce, sforzando gli occhi ed il pensiero per scorgere fino all’ultimo il minuscolo mucchietto di legna nella grande oscurita.

Lentamente la stanza comincio a scomparire insieme alla consapevolezza della presenza di Alde accanto a lui, ed alla fredda presenza della morte che li aspettava fuori dalla porta. Ogni cosa sfumo diventando meno importante del fuoco: il fuoco ora era tutto quello che importava, e doveva scaturire per amore della Regina… Ora riusciva a vederlo, a sentirlo, a percepirne l’odore: sapeva come sarebbe esploso da quei ramoscelli!

Le foglie secche si agitarono ancora al vento. Da lontano riusciva a scorgere l’immagine di Alde che stringeva in bocca le nocche sbiancate delle dita senza emettere neanche un grido. Distaccato, scorse in un angolo della sua mente il fuoco, e percepi l’attimo nel quale le fiamme avrebbero cominciato a scoppiettare. Poteva vederlo, ma ancora non riusciva a toccarlo…

Si sentiva a suo agio, rilassato nella mente e nel corpo; segui la sua mente, e l’intera prospettiva del suo mondo si modifico. Ora il suo orizzonte si era ristretto alle foglie, alle loro forme secche, ai ramoscelli ed alla legna che poteva scorgere chiaramente nella totale oscurita della capanna. Apparvero minuscole scintille dorate simili a polvere di stelle… Senza muoversi, Rudy creo un ponte immaginario tra se ed il fuoco, e quel gesto fu semplice come quello di cogliere un fiore che cresca dall’altro lato di una staccionata.

Si udi un’improvviso crepitio e l’aria si riempi di piccole scintille d’oro mischiate al sentore agrodolce delle foglie secche che si incendiavano. Rudy si chino, ancora estraniato, calmo, chiedendosi se si trattasse di un’allucinazione. Era certo pero, nel chiederselo, che non si trattava di uno scherzo dell’immaginazione, e provvide a nutrire con ramoscelli il fuoco, un fuoco vero che un istante prima non esisteva.

La luce si diffuse rapida nella stanza gettando ombre allegre sul suo volto. Un tremolio danzante di trionfo si diffuse negli occhi di Alde nel momento in cui il giovane comincio a gettare sul fuoco rami sempre piu grossi.

Stava fissando le fiamme quando un pensiero improvviso lo colpi: Ci sono riuscito! Certo, ci sono riuscito! Il calore riscaldo le sue dita tremanti e raggiunse la fredda pelle delle mani e del viso. Il vento che fino a quel momento non aveva cessato di soffiare con intensita malvagia contro la porta, cesso e, di colpo, intorno al loro rifugio si diffuse una calma innaturale interrotta soltanto dalla pioggia che continuava a cadere.

La mente di Rudy si rallegro per quel trionfo. Sembrava che una parte del suo cervello stesse gridando: L’ho fatto io! L’ho fatto io! Ho chiamato il fuoco, e il fuoco e venuto!, mentre un’altra parte esclamava sorpresa: Non sarei mai stato capace di farlo…

Piu realisticamente, nel suo cuore comincio ad affermarsi la tranquilla consapevolezza, chiara e minuta come quella stessa fiamma, del ricordo del primo istante nel quale il fuoco aveva iniziato a crepitare tra le foglie secche confermandogli la sua capacita di chiamarlo.

Il giovane alzo lo sguardo e incontro gli occhi spaventati di Alde: erano spalancati per la paura, una paura mista a isteria, sollievo e terrore superstizioso, paura del Buio, del fuoco, di lui. Rudy scorse in quello sguardo il riflesso di quel suo nuovo potere, e capi come gli altri riuscivano a vederlo: alieno, terribile e misterioso. Alde non riusci ad esprimere a parole cio che i suoi occhi rivelavano, e Rudy non avrebbe saputo cosa risponderle. Per un momento rimasero a guardarsi alla luce delle fiamme, poi, con un sospiro violento, la ragazza si getto tra le braccia di Rudy singhiozzando e stringendolo come se fosse l’ultima speranza della sua vita.

Magia, terrore e morte erano scomparsi, e la tensione si ruppe con quello shock fisico. Il giovane abbraccio la Regina con tanta forza da farla gemere, e nascose il volto tra i suoi folti capelli scuri. Alla fine si sedettero ancora ansimanti, e si avvolsero nei loro mantelli mentre il fuoco continuava la sua danza di ombre tra le basse travature del tetto.

Dopo poco Alde si addormento, mentre Rudy rimase sveglio con la spada a portata di mano, fissando il fuoco e pensando al passato e al futuro, finche la pioggia cesso e giunse l’alba.

«Secondo te e questo il modo di combattere?» La voce di Gnift echeggio come uno squillo di tromba e con la stessa forza dell’acciaio della sua spada dall’impugnatura consumata. «Colpiscilo! Colpiscilo!»

Il Falcone di Ghiaccio, armato di un sottile bastone di legno, studio il suo avversario, una robusta Guardia che stringeva tra le mani una pesante canna di bambu, un’arma capace di ferire — se usata con perizia — quanto una vera lama.

Il giovane Capitano era stato colpito alle mani ed al volto. Rudy, seduto al bordo del campo, stava tremando, e noto che Gil, vicino a lui, stava invece osservando il combattimento con vivo interesse. Sembrava che avesse gia preso parte ad una seduta di esercitazioni e ne fosse uscita malconcia.

Ragazza testarda, penso. Dovranno ammazzarla prima di riuscire a farla rinunciare!

«Attaccalo, stupido vigliacco!», grido ancora Gnift. «Non devi farci l’amore!»

Il contendente piu alto vacillo, e il Falcone di Ghiaccio si giro per abbandonare lo spiazzo. Gnift, esasperato, avanzo verso di lui, lo afferro per la tunica e lo spinse di nuovo verso il suo avversario. Il risultato fu un combattimento sanguinoso, doloroso, e che regalo soltanto fatica alle due Guardie.

«Uno di questi giorni, qualcuno dara una lezione a quel piccolo bastardo!», mormoro Rudy tra se.

«A Gnift!» Gil alzo le sopracciglia con stupore divertito. «Stai fresco!»

Rudy ricordo Gnift che si esercitava con Tomec Tirkenson, il Capo di Gettlesand, la sera precedente verso il tramonto, e ripenso alle sue parole. Forse Gil aveva ragione…

Stettero ancora un po’ a guardare, seduti vicini sul quadrato di terra ai bordi del campo d’addestramento improvvisato. Intorno era stato piantato il campo per trascorrere la notte.

Presto sarebbe giunta l’ora del rancio, e sarebbero state distribuite le solite, misere razioni. Poi sarebbero stati accesi i fuochi.

Gil sembro a Rudy stanca ed esausta, ridotta ad un’ombra esile, quasi asessuata, con la lunga capigliatura nera ora tutta arruffata. Sapeva che, oltre a marciare e ad espletare i doveri di Guardia, si addestrava ogni notte nonostante il poco cibo e la ferita al braccio non ancora cicatrizzata, quasi avesse deliberatamente deciso di sfinirsi.

Il vento soffiava dalle montagne e spazzava il campo come la marea montante. Le cime sopra di loro cominciarono ad oscurarsi: erano un vero e proprio muro roccioso che si ergeva enorme ad occidente. Proprio quel mattino erano transitati per un incrocio dove si ergeva una grande croce di pietra, e li avevano preso il sentiero che conduceva direttamente al Passo di Sarda. All’ombra delle colline il freddo era diventato piu intenso, e la sensazione di gelo era accresciuta dall’assenza di abitazioni e di uomini.

Nella pallida luce del crepuscolo, il Falcone di Ghiaccio continuava a resistere, schivando i colpi di spada del suo avversario. Il sudore gli bagnava il viso pallido, e gli occhi offuscati rivelavano i primi segni di stanchezza. Sputando maledizioni ed ingiurie, Gnift giro intorno ai guerrieri fino a che venne a trovarsi alle spalle del Capitano. Lo sgambetto con un movimento rapido. Il Falcone di Ghiaccio cadde, ed il suo avversario gli si lancio addosso senza mollarlo un secondo. Ci fu una visione confusa di gambe e braccia che si aggrovigliavano. Il piu giovane schivo un colpo di spada rispondendo con un pugno secco al ventre della grossa Guardia. Il colpo la catapulto a terra dove giacque nel fango. Il giovane Capitano si rialzo stringendo in pugno entrambe le spade. Gnift non perse l’occasione per ricominciare ad urlare.

«Quando metti giu il tuo uomo, fa qualcosa. Non prendergli la spada per poi rimanere in piedi come uno sciocco. Se lo facessi…»

Rudy era rimasto impressionato da quest’ultima mossa.

«Tutti i guerrieri devono farlo?», sussurro. «Anche le Guardie di Alwir e le truppe della Chiesa?»

«Il metodo e lo stesso,» rispose Ingold. «Gnift pero e il piu severo, e le Guardie hanno la reputazione di

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