Rudy rabbrividi, questa volta pero non per il freddo.
«Non e un fatto poi cosi strano», continuo Alde con la sua voce sottile e timida. «Se hai notato, sono le donne e i bambini quelli che vanno avanti. Se un carro si rompe, l’uomo si siede da una parte e comincia a lamentarsi e a disperarsi. La donna iniziera a spingere… facci caso qualche volta.»
«Si?», rispose Rudy, credendo che la giovane Regina volesse punzecchiarlo.
Lei gli lancio un’occhiata divertita.
«Sul serio Rudy», disse. «Le donne sono piu forti. Devono esserlo, per proteggere i bambini.»
Rudy ricordo la galleria di Karst, e lo svolazzare del vestito bianco di una ragazza che correva nella sala nell’oscurita.
«Humm…», mugugno sgarbatamente, e lei sorrise.
Altri bambini si raggrupparono intorno al fuoco. Erano gli orfani del campo che seguivano sempre l’esile ragazza che avevano eletto tacitamente loro bambinaia e che portava il piu piccolo di loro in braccio. Guardando quel gruppetto, Rudy si ricordo di quando aveva incontrato Alde e Medda quel giorno, sulla terrazza della villa a Karst.
Un nuovo pensiero gli attraverso la mente e si acciglio improvvisamente.
«Alde?»
Lei alzo gli occhi versandosi il latte sulle dita.
«Come fanno i Guerrieri del Buio a sapere chi e Tir?»
Le sopracciglia della donna si aggrottarono mentre cercava una risposta.
«Non lo so», rispose. «Lo sanno?»
«Si. Lo hanno seguito a Karst e prima di allora le cercavano a Gae. C’erano molti bambini nella villa a Karst; per quanto potevano saperne, avrebbe potuto essere uno qualunque di loro. Ma andarono dritti verso la sua stanza.»
Alde scosse la testa confusa, e i capelli le scivolarono sulle spalle.
«Bektis!», grido, vedendo la figura del Mago di Corte che attraversava il campo.
L’uomo si avvicino e le rivolse un inchino lezioso.
«La mia Signora comanda?»
Quelle due settimane di marcia dovevano essere state terribili per il Mago: come Alwir, era estremamente legato alla forma ed all’eleganza, ed anche adesso il suo abito grigio non aveva una piega di troppo.
Rudy si intromise.
«Come fanno i Guerrieri del Buio a sapere dove si trova Tir? Non hanno occhi, e non possono certo distinguerlo dagli altri bambini. Perche sanno che seguono lui e non un altro?»
Il Mago esito. Sembrava stesse dedicando al problema una profonda attenzione, ma Rudy penso che stesse solamente nascondendo il suo imbarazzo per essere stato messo in difficolta.
«I Guerrieri del Buio possiedono conoscenze al di la della comprensione umana,» disse infine.
«Forse meglio di me avrebbe potuto risponderti il mio Signore Ingold, se non avesse deciso ancora una volta di scomparire. Le origini delle nostre conoscenze del Buio…»
Rudy lo interruppe bruscamente.
«Se ho ben capito, i Guerrieri inseguono qualsiasi bambino che sia in una culla dorata, o sanno veramente chi e Tir? Se Alde andasse a piedi con il bambino in braccio come qualsiasi altra donna del campo, non sarebbe piu al sicuro che dentro il suo ricco carro?»
Bektis guardo stolidamente in avanti quasi stesse rimirandosi il naso. Quello straniero sporco e lacero aveva dato veramente prova di essere un Mago nato o era soltanto un presuntuoso?
«Forse», rispose altezzosamente. «Se al momento fossimo sotto la minaccia diretta del Buio. E stato notato che non si sono piu fatti vivi da quando abbiamo raggiunto luoghi piu alti…»
«Oh, andiamo! Hai visto benissimo quanto e servito essere in alto a Karst!»
«…e…», il Mago sembro quasi stridere come un topo, con un tono di voce isterico, «ho visto nel cristallo magico l’unico covo del Buio conosciuto tra queste montagne, e ti assicuro che e chiuso, come e sempre stato per secoli! Naturalmente la mia Signora puo fare cio che vuole ma, per ragioni di conforto e di salute, e in piu per questioni di rango e prestigio, dubito che il mio Signore Alwir le permettera di camminare seguendo il convoglio come una popolana qualsiasi.»
Detto questo, il vecchio giro sui tacchi e si avvio verso il suo carro con il mantello di pelliccia che gli svolazzava dietro le spalle come un nuvolone.
Minalde si sedette in silenzio continuando a cullare il suo bambino sul petto come per proteggerlo da un invisibile pericolo. In lontananza gli giungevano i rumori del campo che si stava preparando ad un’altra giornata di marcia: si udiva il ragliare dei muli, il cigolio delle armature, e il sibilo dei fuochi che venivano spenti. Piu vicino si udirono voci rabbiose: da una parte quella controllata e tagliente come una sferzata di Alwir, dall’altra, il sibilare velenoso e secco del Vescovo Govannin.
Alde sospiro.
«Stanno ancora discutendo.» Bacio la fronte di Tir e poi controllo i suoi pannolini per avvolgerlo in uno strato caldo di coperte. Il mattino minacciava di essere molto freddo. «Dicono che dovremo raggiungere il Torrione stanotte», continuo, sussurrando per evitare che qualcun altro potesse udirla all’infuori dell’uomo in piedi accanto a lei. «Qualche volta ho avuto l’impressione di essere in viaggio da sempre e che non ci fosse un luogo dove giungere… Forse Bektis ha ragione.»
Rudy appoggio un gomito su un palo.
«Lo pensi veramente?»
Lei non rispose. Piu in la si udi uno sferragliare di catene ed il vociare delle Guardie che stavano bardando i buoi.
«Raggiungeremo il Torrione di giorno o dovremo camminare fin dopo il tramonto?»
Rudy guardo distrattamente le nuvole.
«Dopo il tramonto, credo», rispose lentamente.
Ingold si appoggio esausto ad un macigno con i gomiti contro le ginocchia. La sua voce risuono stanca e affaticata.
«Ho paura che non ce la faremo questa volta, mia cara.»
Gil nelle ultime ore era stata consapevole della poca importanza che aveva tutto il resto rispetto alla figura magra e scattante che le camminava davanti. Ingold sembrava instancabile, ma adesso anche lui dovette fermarsi. La ragazza annui, tergendosi il sudore dalla fronte.
La piccola cavita delle rocce dove avevano trovato rifugio non offriva protezione contro il freddo che aumentava, ma almeno offriva un po’ di riparo contro l’imperversare del vento. Avevano lottato contro quell’aria gelida per tutta la giornata ed ora si trovavano li con i mantelli laceri, e la pelle del volto che bruciava per le sferzate di quel respiro delle montagne che soffiava con la violenza selvaggia di un branco di lupi. Come se non bastasse, Gil poteva sentire l’addensarsi sopra di loro di una tempesta che si avvicinava proveniente dai ghiacciai delle vette piu alte. I primi fiocchi di neve farinosa li raggiunsero anche dentro il loro riparo improvvisato.
Era pomeriggio inoltrato. Non aveva alcuna speranza di raggiungere la Gola della Freccia prima del convoglio. Non avrebbero quindi potuto avvisare la gente se i Guerrieri del Buio avevano gia raggiunto il ponte.
Dopo qualche istante si riprese un poco e riusci a liberare la borraccia che teneva legata alla cintura. Svito il tappo e bevve un sorso di quel liquido che aveva il sapore di una limonata amara.
«Il Capitano del Torrione mi ha dato questo,» disse, passandola a Ingold.
Il Mago bevve.
«Sapevo che c’era una ragione fondamentale nello schema cosmico che giustificava la tua presenza in questo posto,» disse, e sorrise con la barba coperta di cristalli di ghiaccio. «Ora sono due le volte che mi hai salvato la vita.»
Tra le rocce sopra le loro teste il sibilo del vento era diventato ancora piu forte. Pareva un urlo freddo e acuto, ed una raffica di vento penetro nel rifugio. Gil si avvicino al Mago.
«Quanto siamo lontani dalla Gola della Freccia?»