Occidentale, oltre che nelle giungle e nei deserti di Alketch. La civilta fiori e porto i suoi frutti: la Stregoneria, l’arte, la moneta, la cultura… la guerra… Le registrazioni di quell’epoca sono cosi misere, da risultare quasi inesistenti: ne rimangono solamente pochi frammenti, polvere di cronache, specialmente nella Biblioteca di Quo. E il ridicolo ricordo di una civilta che raggiunse grandi altezze e ricchezza, e dove vi era sublime bellezza e saggezza insieme ad immonda decadenza, una societa che si imparento dapprima con la Stregoneria, poi con la Chiesa e con i grandi codici della legge civile.

«Sono del tutto certo» riprese Ingold dopo un istante di pausa, «che almeno un genere di tradizione esisteva allora riguardo ai Neri: in quella lingua esisteva un termine per indicarli. Sueg… Nero… Isueg… una forma arcaica rappresentata da una sola parola. Essi pero dovevano essere solo vaghe ombre che si agitavano minacciose oltre i confini di leggende ancora piu antiche: la paura sottile ed insidiosa di qualcosa di terribile… E, se mai ci fu una simile tradizione, nessuno la collego a quella delle Scale. Cosi essi rimasero inastati negli abissi del tempo, un antico mistero seppellito nel cuore stesso della civilizzazione.

«Non abbiamo nessuna documentazione attendibile della distruzione dell’antico mondo; sappiamo solo che accadde in poche settimane. Sappiamo anche che cosa colpi quegli antichi uomini: una folgore distruttrice di puro orrore. Ma l’orrore e la confusione furono cosi violenti da non lasciare alcuna traccia, nessun documento. Dal momento poi che la difesa contro i Neri implica generalmente l’uso del fuoco come arma, abbiamo sicuramente perso quel poco che avremmo potuto conoscere della loro venuta. Sappiamo soltanto che vennero… ma non sappiamo perche.

«Incapace di volare,» la voce dello Stregone si era fatta stanca, «il genere umano fuggi e si rinchiuse nei Torrioni fortificati dietro le cui massicce mura venne condotta una misera esistenza: strisciare di giorno e lavorare i campi, nascondersi di sera non appena calava il sole… Per trecento anni il Caos assoluto e il terrore l’hanno fatta da padroni sulla Terra, perche non si sapeva nulla del momento o del luogo dal quale il Nero sarebbe tornato. La civilta si sgretolo, e della sua grande luce, non rimasero altro che tizzoni fumanti.

«Poi,» Ingold spalanco le mani mostrandole vuote come fa un prestigiatore, «il Nero non venne piu! Se questo avvenne gradualmente o d’improvviso, non e dato saperlo perche, a quel tempo, soltanto poche persone erano abbastanza colte per tenere delle registrazioni precise. Dapprima piccoli villaggi sorsero al di fuori delle mura dei castelli, poi ne apparvero di nuovi sulle rovine delle antiche citta i cui nomi sono stati dimenticati con il passare degli anni. Ci furono guerre, cambiamenti, e tutto questo avvenne in un lungo lasso di tempo. Le vecchie storie e le canzoni via via furono dimenticate, e la tradizione sbiadi…»

«Tremila anni sono lunghi Gil. Tu, che sei una studiosa di storia, sapresti dirmi esattamente cosa avvenne tremila anni fa?»

Gil rimase un attimo ad inseguire con la memoria quello che sapeva delle antiche civilta. Maratona? Stonehenge? Le invasioni dell’Egitto da parte degli Hyksos?…

In quanto esperta del Medioevo, aveva solamente una pallida idea di cio che era avvenuto prima di Costantino. Cosa sembreranno queste cose ad uno come Joe Doakes — penso tra se — che non e mai stato all’Universita e che, tra l’altro, detesta la storia? Persino un avvenimento tragico e spaventoso come la Peste, che aveva pesantemente e violentemente inciso sulla civilta occidentale, era soltanto un nome per l’otto per cento della popolazione… e si trattava di cose avvenute appena seicento anni prima…

Ingold annui. Aveva raggiunto il suo scopo.

Gil si chiese come avesse fatto a sapere che si occupava di storia, ma lo Stregone riprese a parlare senza lasciarle il tempo di continuare a pensare.

«Per anni sono stato l’unico a sapere tutto, persino qualcosa dei racconti piu antichi che trattano dei Neri… Sono cosi venuto a conoscenza del fatto che i Neri non erano completamente svaniti. Anzi non erano nemmeno diminuiti di numero. Ho sentito anche cose che mi hanno indotto a credere nel loro ritorno. Il padre di Eldor mi mando in esilio per averne parlato: pensai che fosse di strette vedute perche l’allontanare me non avrebbe certo allontanato il pericolo, ma forse penso che io stessi mentendo per qualche mio tornaconto personale. Eldor invece mi credette. Senza i suoi preparativi, credo che saremmo stati di certo spazzati via la prima notte della loro ricomparsa!»

«Ed ora?», chiese Gil a bassa voce.

«Ora?» I segni della stanchezza erano pesantemente incisi sul volto dello Stregone adesso che la notte stava finendo. «Non possiamo fare altro che resistere nel Palazzo di Gae. Il nucleo principale dell’esercito, sotto il comando del Cancelliere del Regno, Alwir, il fratello della Regina, e stato mandato a Penambra, dove le incursioni hanno sortito gli effetti peggiori. Di sicuro essi ritorneranno in citta tra pochi giorni ma, a meno di un miracolo, sara troppo tardi per impedire una catastrofe. Ho cercato invano di mettermi in contatto con il Consiglio degli Stregoni nella Citta Nascosta di Quo, ma temo che anche loro adesso siano sotto assedio. Si sono ritirati dietro le difese del Potere e dell’Illusione ma, anche se spero ancora che riescano a resistere abbastanza a lungo da permettere a Lohiro di inviarci qualche aiuto, non vorrei che questa speranza possa mettere a repentaglio la vita dei miei amici. I difensori del Palazzo adesso hanno bisogno di me, Gil, ed anche se non posso fare molto, non tralascero nulla d’intentato pur di salvarli. E qui intervieni tu: per questo ho bisogno del tuo aiuto!»

La ragazza lo guardo senza capire.

«Cercando di ritardare la catastrofe, potro fare a meno di fuggire,» continuo Ingold col suo tono pacato, «ma ho bisogno di allontanare il figlio di Eldor dal mondo da cui provengo, ed e mio dovere portarlo in un luogo sicuro lontano dagli artigli del Buio, il che posso fare solo trasportandolo attraverso il Vuoto. Io pero posso transitare con una relativa facilita mentre, di norma, il passaggio provoca un trauma fisico piuttosto pesante in un adulto. Per un bambino di sei mesi, anche se sotto la mia protezione, potrebbe essere estremamente dannoso dover andare avanti e indietro nello stesso giorno. Dovro fermarmi per un poco nel tuo mondo, prima di poter tornare ancora in un luogo piu sicuro del mio, insieme a lui.»

Fuori della finestra cominciarono ad apparire le prime luci dell’alba.

Gil sorrise.

«Tu hai bisogno di un posto dove rifugiarti!»

«Certo. Ho bisogno pero di un posto isolato e senza troppe comodita, un posto dove trascorrere il tempo necessario in tranquillita. Ne conosci uno?»

«Potresti venire qui», propose Gil.

«No», disse Ingold scuotendo decisamente il capo.

«Perche?»

Lo Stregone esito prima di rispondere.

«E troppo pericoloso,» si lascio sfuggire alla fine. Si alzo dalla sedia e si diresse verso il rettangolo chiaro della finestra spingendo di lato la tenda e guardando giu nel cortile del palazzo. Il riflesso verde delle luci sull’acqua della piscina si rispecchio sul suo volto e sui segni delle tante battaglie affrontate dallo Stregone. «Troppe cose potrebbero accadere, e non ho molta fiducia nel destino, Gil. I miei poteri sono molto limitati nel tuo mondo; se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, non ho nessuna voglia di dover spiegare la mia presenza e quella del bambino alle autorita locali…»

Gil si fece immediatamente un quadro mentale di Ingold, vestito come un barbuto giocatore di qualche gioco di ruolo con la sua spada al fianco dinanzi a qualche panciuto poliziotto o, peggio, circondato da una pattuglia della Polizia Stradale. No, non era possibile rischiare un incontro del genere. Non adesso, e con quella posta in gioco!

«C’e un luogo dove si va di solito per cavalcare,» disse, dopo un attimo di riflessione.

«Si?»

Ingold torno indietro dalla finestra lasciando ricadere la tenda dietro di se.

«Una ragazza con la quale andavo a scuola vive vicino a Barstow: e nel deserto, nell’Est. Ho trascorso un paio di settimane la non piu di due estati orsono. Aveva qualche cavallo, e di solito cavalcavamo sulle colline nei dintorni. Ricordo che tra gli aranceti su una delle colline c’era una piccola capanna. Ci riparammo li un pomeriggio durante una tempesta. Non era granche, ma c’era acqua corrente ed una stufa a kerosene. Pero e isolata come hai chiesto.»

Ingold annui.

«Si», mormoro tra se. «Si: dovrebbe andare.»

«Io posso occuparmi del cibo e delle coperte», continuo la ragazza. «Dimmi soltanto quando ci andrai.»

«Non lo so ancora», rispose lo Stregone. «Ma faro in modo che tu lo sappia al momento opportuno.»

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