Disperato, Rodriguez sputo tutta la verita.

«Mi ha pagato per farlo! Lui, quello con la faccia da topo, non ci stava con la testa. Voleva morire e mi ha pagato per ucciderlo!»

25

Rodriguez stava ancora urlando quando lo spinsero a forza sul sedile posteriore della carretta di Ketchum.

«Ve lo giuro su Dio! Dovete credermi, mi ha pagato e mi ha spiegato come esattamente doveva avvenire il tutto. Mi disse che dovevo fingere che lui avesse violentato mia sorella. Era pazzo, vi dico!»

Ketchum sali al posto di guida. Avvio il motore mentre Weiss si accomodava al suo fianco. Le portiere arrugginite cigolarono, chiuse di scatto dai due uomini.

«D’accordo, Weiss», disse Ketchum. «Sentiamo. Come ci sei arrivato?»

La macchina si scosto dal marciapiede e imbocco direttamente la ripida discesa della collina. Weiss doveva alzare la testa per vedere il mare che brillava poco distante.

«Nessun altro aveva il movente», rispose con tono pacato.

«Ehi, gente, che cosa vi sto dicendo!» intervenne la voce di Rodriguez dal sedile posteriore. «Quello psicopatico mi ha pagato. Non sono andato a cercarlo; e venuto lui da me. Io me ne stavo buono buono al bar…»

«Per Dio», urlo Ketchum, e Rodriguez sobbalzo. «Stiamo cercando di parlare, qui davanti.»

«Volevo solo dire…»

«Non costringermi a fermare la macchina, intesi?» Ketchum si volto e punto il dito contro il killer. «Se mi costringi a scendere, giuro che ti spezzo le gambe.»

Rodriguez si zitti, in preda alla disperazione. Weiss, nel frattempo, stringeva gli occhi preoccupato fissando il parabrezza. Ma Ketchum si volto in tempo. Una vecchia cinese stava attraversando con un carretto carico di ortaggi. Ketchum si giro appena in tempo per evitarla.

«Pazza d’una puttana cinese», impreco, sforzandosi di mantenere il controllo dell’auto. «Dicevamo…?»

«Dicevamo che nessuno aveva un motivo per uccidere Spender», prosegui Weiss. «Sua madre aveva solo lui, quindi non e stata lei. E a nessun altro importava di lui. Non e stato neanche rapinato, quindi il movente non era questo. L’unico che avrebbe tratto vantaggio dalla sua morte era Spender stesso.»

«Lui stesso…» fece eco Ketchum. «E che cosa ne avrebbe ricavato?»

«Be’, l’avverarsi di un sogno.»

«Era completamente fuori», mormoro Rodriguez.

«Ehi», disse Ketchum, alzando un dito minaccioso davanti al retrovisore.

Weiss continuo: «Voleva che la storia che aveva tante volte vissuto nella sua immaginazione diventasse realta, anche se questo significava morire davvero. Doveva solo procurarsi qualcuno che interpretasse il fratello assetato di vendetta».

«Non era meglio se pagava qualcuno per interpretare la ragazza? Sarebbe stato molto piu divertente.»

«Ci ha provato, ma non ha funzionato.»

«Cilecca…?» chiese Ketchum. «Il suo coso…»

«Lo ha lasciato per strada. Non gli restava che questa seconda opzione. Si trattava di capire come avesse potuto attuarla. Gli Spender non avevano certo i quattrini per pagare un killer. Poi mi sono ricordato che, mentre ero nella stanza di Wally, avevo notato una collezione di monete da cui mancavano i pezzi di valore. Li per li ho creduto che non potesse permetterseli, ma dopo l’omicidio mi e venuto in mente che probabilmente li aveva venduti per assoldare il suo assassino.»

«Giuro che non finisco mai di stupirmi delle stronzate che la gente riesce a concepire», replico Ketchum.

«Ho scoperto di quali monete si trattava e ho fatto un po’ di telefonate ai negozi specializzati. Cosi ho trovato Hinckel e, con mia sorpresa, ho saputo che Spender non aveva venduto personalmente le monete, l’aveva lasciato fare al suo assassino, non e vero, Carlos?» Lancio un’occhiata dietro di se. «Come sono andate le cose? Spender ti ha detto che le monete avrebbero acquistato valore se le tenevi per un po’.»

«Gia», rispose Rodriguez con tono rassegnato.

«Ci sono, ci sono», disse Ketchum. Guardo il ragazzo attraverso il retrovisore. «Ti dice di tenerle e tu invece, da bravo imbecille, per quanto tempo resisti? Quarantotto ore?»

«Volevo essere sicuro che fossero buone. Come potevo saperlo?» e la parole si persero in una sequela di oscenita.

«Cosi», prosegui Weiss, «Hinckel si fa dare i dati per la vendita da Carlos, che lascia un indirizzo falso, ma il vero numero di cellulare.»

«Perche e stupido», incalzo Ketchum.

«Esatto. Cosi, una volta individuato Hinckel, gli ho chiesto di richiamare Carlos e dirgli che si era sbagliato nel valutare una moneta, e gli doveva ancora circa duemila dollari.»

«Ed eccolo qui», disse Ketchum con un sorriso soddisfatto. «Che cosa te ne pare, Carlos? L’unico motivo per cui sei stato preso e che sei un pezzo di merda imbecille. Questo dovrebbe farti stare meglio quando marcirai in prigione.»

A quel punto tacquero, ognuno immerso nei suoi pensieri. Al termine della discesa, l’auto fece una specie di salto prima di imboccare la successiva salita, che era quasi verticale. Sul parabrezza apparve un cielo azzurro e una candida nuvola illuminata dal sole.

Poi Ketchum ridacchio fra se e se prima di dire: «Sai, mi piace questa storia. Il Topo sogna di violentare una ragazza inventata e assolda questo cazzone qui dietro per realizzare il suo sogno. Che ne pensi, Carlos? In fin dei conti, come assassino esistevi solo in quanto prodotto della fantasia della tua vittima. Ora che lui e morto, tu scompari». Ridacchio ancora, con un suono cupo. «Sei un’interfaccia, amico, ecco che cosa sei.»

Weiss si volto verso Ketchum, con la solita espressione grave in faccia. Lascio passare un momento, poi disse: «Ketchum, devo parlare con mister Falsa Identita».

La risatina di Ketchum si soffoco in gola. «Che cosa cavolo stai dicendo?»

«Whip Pomeroy, e in fretta anche. Devo parlargli prima possibile.»

L’ispettore lancio un’occhiata di sbieco al suo vecchio amico, al suo unico amico. «Mi prendi in giro?» Ma l’espressione di Weiss non cambio. «E in custodia chissa dove. Come diavolo faccio a portarti da lui?»

La macchina si fermo in precario equilibrio in cima alla salita. Davanti a loro passo un tram che si staglio contro il cielo, scampanellando. Ketchum ne approfitto per guardare Weiss negli occhi. L’espressione di quest’ultimo era immutata: sempre quello sguardo grave, stanco del mondo.

Ketchum ritorno a fissare la strada, scuotendo la testa disgustato.

«Non ci posso credere», sospiro.

26

Il mattino dopo, quando Weiss entro, avevo i piedi appoggiati sulla scrivania e il Chronicle aperto davanti a me.

«Ti pago per questo?» lo sentii dire.

«Non proprio.» Chiusi rumorosamente il giornale e abbassai i piedi. «Comunque stavo leggendo le sue eroiche imprese.»

«Vorrai dire le tue imprese, non le mie.»

«Mie? In che senso?»

«Nel caso della vergine spagnola, il killer… era proprio come hai detto tu: un’interfaccia. Esisteva pur non essendo reale.»

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