avanti adesso che non puoi prendermi di sorpresa, bastardo fottuto.»
«Bene», replico Bishop calmo. «Vedo che sei pronto.»
«Fatti sotto e alzati. Combatti da uomo.»
Bishop sorseggio ancora una volta la birra, mentre il corpo di Chris era scosso da tremiti di tensione e rabbia.
Appoggio il bicchiere con studiata lentezza. «Combatto da uomo se ho un uomo davanti», disse.
Chris afferro una sedia e la porto in alto, pronto a romperla in testa all’avversario. Ma si ritrovo ancora una volta a terra, mugolante e con la faccia insanguinata. Bishop si era alzato girando su se stesso e aveva parato il colpo con un braccio. Poi con il gomito aveva colpito pesantemente la bocca di Chris mentre lo spingeva all’indietro, per farlo cadere. Quando lo vide a terra, gli assesto un calcio nello stomaco.
«Quello deve avergli fatto male», aveva osservato uno dei montanari, scuotendo la testa.
«Cristo, amico», disse il terzo ragazzo. «Smettila ora.»
Bishop prese la birra e bevve senza sedersi.
Il barista si sporse sul bancone e disse: «Ehi, mister, penso che tu possa ritenerti soddisfatto».
Bishop annui. «Lo sono.» Rimase in piedi di fianco a Chris, con la birra in mano. «Se devi dirmi qualcos’altro, sai dove trovarmi», aggiunse guardandolo.
Chris non rispose. Era piegato in due e si lamentava, tenendosi lo stomaco e sputando sangue. Bishop penso che quel pezzo di merda avrebbe picchiato la moglie per rivalersi dell’essere stato umiliato. Se la sarebbe presa con lei, ma lui non poteva farci niente. Purtroppo questa era la situazione. Bishop doveva screditare Chris davanti al gorilla, doveva far sapere a Hirschorn che lui era meglio dell’altro. E cosi aveva fatto. Se poi Chris andava a casa a prendersela con Kathleen, erano problemi suoi, tanto peggio, o almeno cosi Bishop pensava.
Pero… rimase ancora un momento a pensare a Kathleen e alle botte che probabilmente avrebbe preso. E senti ancora quel calore aspro dentro. L’idea che quel bestione la picchiasse lo turbava piu di quanto avrebbe voluto ammettere.
Giro il bicchiere e rovescio la birra rimasta in faccia a Chris. «Buona serata», disse.
Mentre usciva dal Clover Leaf, lancio un’ultima occhiata furtiva all’energumeno di Hirschorn. Era sempre nella medesima posizione, con il sorriso nascosto dietro il bourbon e gli occhi che sfavillavano.
24
«Non ci posso credere», borbotto l’ispettore Ketchum di malumore.
Weiss trasse un profondo respiro. «Aspetta e vedrai», replico.
E cosi aspettarono, il piccolo nero tutto nervi che s’agitava accanto al massiccio Weiss. Si trovavano nel negozio di monete rare di Seymour Hinckel, a North Beach. Era un esercizio piccolo, piacevolmente in penombra, pieno di vetrinette da esposizione. Ogni tanto vi entrava qualche collezionista che si chinava a osservare le monete rare esposte sul velluto nero. Ma in quel momento era deserto, fatta eccezione per Ketchum e Weiss. E il proprietario, Seymour Hinckel, tondo di corpo quanto di testa. Calvo, occhialuto, mite nei modi e leggermente ansimante. Era eccitato di essere coinvolto in un’azione di polizia. Tutti e tre stavano guardando la strada attraverso la vetrina.
«Be’?» disse Ketchum. «Sono qui, no? Sto aspettando.»
Weiss annui.
«E tu vuoi farmi credere che il tipo che ha ucciso Wally Spender sta per entrare da quella porta.»
«Esattamente.»
«Anche se si tratta di un parto della fantasia di Spender?»
Weiss si strinse nelle spalle. «E un’interfaccia.»
«Un’interfaccia?» incalzo Ketchum, scuotendo la testa. «Tutte stronzate.»
«Eccolo, sta arrivando», esclamo Seymour Hinckel in un soffio. Si agito inutilmente dietro al banco, sistemando il calendario da una parte e il blocco delle ricevute dall’altra, per poi spostarli di nuovo. Weiss alzo il mento, in attesa, e Ketchum sbuffo; del resto sbuffava sempre per ogni cosa. Tutti e tre stavano osservando l’uomo che aveva assassinato Wally Spender.
Il killer era alto, vita stretta, spalle larghe, pelle color caffellatte. Era il classico bell’uomo arrogante, consapevole del suo aspetto. Lo si capiva dal modo in cui bighellonava per la via, lanciando occhiate indiscrete a ogni donna che procedeva in direzione contraria. Risaliva la strada sul marciapiede opposto al loro e, raggiunto l’angolo di una fila di case in stile vittoriano, scese dal marciapiede per attraversare senza badare alle auto, come se il traffico si dovesse arrestare per lasciar passare uno bello come lui.
«Aspetta che gli sia alle spalle, poi muoviti», disse Weiss.
«Sara meglio che tu abbia pronta una buona spiegazione, dopo», sibilo Ketchum.
«Tu pensa a fermarlo quando io sono sulla porta.»
Ketchum stava per aggiungere qualcosa ma desistette, con un sospiro visibilmente irritato.
Il killer era arrivato al negozio. Weiss si stacco da Ketchum e finse di osservare una teca di dollari d’argento.
Quando la porta si apri, un campanello tintinno allegramente. Il killer, procedendo con disinvoltura anche in quello spazio angusto, supero le teche e raggiunse il bancone. Il proprietario tratteneva il respiro, gonfio come un pallone. Mentre s’avvicinava l’uomo esibi un sorriso ampio, tutto denti candidi, accattivante.
Ma Weiss era gia in posizione sulla porta e Ketchum gli si paro davanti, sventolandogli il distintivo sotto il naso.
«Carlos Rodriguez…» disse.
Non ebbe occasione di aggiungere altro. Il killer giro sui tacchi, deciso a battersela, ma Weiss era la ad aspettarlo. In un istante il killer impugno un coltello. Un altro istante dopo, Weiss lo aveva disarmato e Rodriguez si teneva il polso dolorante. Poi Weiss ebbe uno scatto di nervi. Lo schiaffo echeggio fragoroso nel negozietto e l’uomo fini contro un espositore di monete. Ketchum gli era gia addosso. Il poliziotto tutto nervi spinse il killer contro la vetrinetta, gli torse le braccia dietro la schiena e lo ammanetto.
«Congratulazioni», disse il poliziotto. «Sei fottuto a vita.»
Le manette si chiusero con uno scatto. Il killer era ancora bloccato contro la teca. Weiss lo osservava, dominando a fatica la sua rabbia. Poi trasse un profondo respiro. Richiuse il coltello a serramanico e lo tenne in una mano, mentre con l’altra si toccava distrattamente il lobo dell’orecchio. Seymour Hinckel osservava la scena da dietro le spalle di Ketchum. Era cosi eccitato da sembrare un palloncino sul punto di rimbalzare da una parte all’altra del negozio.
«Che cosa volete da me?» urlo Rodriguez. Erano le prime parole che riusciva a pronunciare.
«Chiudi quel cazzo di bocca», replico Ketchum. «Tutto quello che voglio sentire da te e ‘ahi’ quando ti do un pugno in testa.»
«Ma che cosa cazzo significa tutto questo…?»
Ketchum lo colpi.
«Ahi!»
«E vedi di moderare il tuo schifoso linguaggio quando parli con un fottuto ufficiale di polizia.»
«Ma non ho fatto niente.»
«Quindi questa sarebbe tutta una stronzata. Usa la testa,
«No, ve lo giuro, no», insistette Rodriguez.
«’No, ve lo giuro, no’ non e la risposta giusta», lo incalzo Ketchum. «Piuttosto: ‘Si, ve lo giuro, si’. E tu sei… ripeti con me adesso… uno sporco… assassino… di merda.»
A questo punto era giunto a destinazione il messaggio di terrore inviato dal cervello di Rodriguez ai suoi occhi, i quali si spalancarono al punto di occupare quasi meta del suo bel viso. Guardo disperatamente i tre uomini in cerca di comprensione, ma Weiss sembrava impassibile, Seymour Hinckel era quasi piu spaventato di lui e Ketchum era passato dall’espressione sarcastica che aveva di solito a quella minacciosa che assumeva di tanto in tanto. Il killer non aveva speranze.