caccia. Quando Bishop apparve, sollevarono i menti barbuti dai boccali, lo squadrarono e, dopo aver deciso che non li importunava, ritornarono a bere. C’erano poi un altro veterano dell’esercito, chiaramente fuori di testa, e, nel punto piu scuro del locale, il gorilla di Hirschorn, quello tutto muscoli che aveva parlato con Bishop all’aeroporto. Quando vide il pilota, non fece alcun gesto, ma si limito a sorridere dietro il bourbon. Gli brillavano gli occhi.

Quanto a Chris Wannamaker, era seduto a un tavolino in fondo, con un braccio appoggiato allo schienale della sedia e le gambe distese. Indossava i jeans, un cappello da cow-boy bianco e una maglietta tagliata che lasciava vedere il tatuaggio e i muscoli. Con lui c’erano un paio di ragazzoni che ridevano sonoramente. Uno di questi, Matt, era un altro pilota della North Country e quando vide Bishop si accaloro. «Ehi, Kennedy», urlo gesticolando nella sua direzione.

Chris invece si raggelo al solo sentirne il nome. Perse il sorriso e la baldanza e non gli stacco piu gli occhi di dosso. Bishop si fermo al banco, ordino una birra, si accese una sigaretta e poi raggiunse gli altri, sempre con gli occhi di Chris addosso.

Bishop prese una sedia e si uni al tavolino. Era appena stato con Kathleen, poco prima. Il sorriso che rivolse a Chris voleva dire: «Il mio cazzo e ancora bagnato di tua moglie». Bishop voleva farglielo capire in tutti i modi, per alimentare la sua rabbia. E in effetti Chris si arrabbio, senza sapere neanche perche, e guardando il sorrisetto del rivale bevve una lunga sorsata di birra. Bene, fu il pensiero di Bishop.

«Ehi, Kennedy», ripete Matt ancora piu forte, nelle orecchie dell’altro. Si sbracciava e urlava, chiaramente ubriaco. «Forse tu puoi aiutarci. L’articolo centoventuno del regolamento dice: ‘Cloche e bottiglia fanno famiglia’ o ‘Cloche e bottiglia perdi famiglia’?»

Matt e l’altro ragazzo ridevano come pazzi. Bishop accenno un sorriso.

«Nessun vero pilota dovrebbe maneggiare bottiglia e cloche nello stesso momento», disse il terzo ragazzo.

«Per lo meno non con la stessa mano», replico Matt.

E risero sempre piu forte, spingendosi indietro sulle sedie, battendo le mani sul tavolo. Ma non Chris, che rimase a fissare Bishop, a studiarne il sorriso, l’espressione amichevole, senza capire esattamente che cosa gli si volesse comunicare, senza capire che si trattava di sua moglie, o forse facendo finta di non capire.

«Mi sembra che sia a Chris che dovete rivolgervi», disse Bishop calmo. «E sicuramente un esperto in fatto di bottiglie e cloche.»

Ancora risate. «E vero», insistette Matt. «Ho sentito che il vecchio Hirschorn ti ha preso a calci in culo per questo.»

«E non penso, caro Chris, che abbia sprecato il suo tempo con te per niente», incalzo il terzo ragazzo.

«Sapete quali sono le tre cose piu inutili nella vita?» chiese Matt. «L’altitudine sopra, la pista dietro e…»

«… e le tette di una suora!» conclusero all’unisono i due.

«Ma la quarta e: chiedere a Chris di abbandonare la bottiglia», aggiunse Matt. «Si, e questa la quarta cosa piu inutile!»

Bishop guardo Chris. Pur con il rumore delle risate e la musica country che rimbombava nell’angusto ambiente, gli parve si udirne il respiro. Guardo oltre, verso il gorilla seduto nell’ombra: stesso gesto con il bicchiere, stessa espressione negli occhi. Tornando su Chris, si chiese quanto fosse ubriaco, e quanto fosse stupido.

«Si dice anche che l’altitudine fa diventare sobri», disse Bishop. «A diecimila piedi, anche un ubriaco si rende conto che non puo andare in picchiata.»

«Questo e certo», replico Matt.

«In genere e pero sua moglie a essere picchiata.»

Matt e il suo amico continuarono a ridere, troppo ubriachi per rendersi conto dell’uscita di Bishop. Stavano ancora ridendo quando Chris si alzo di scatto.

«Che cosa cazzo vorresti dire?» domando.

«Siediti, Chris, mi fai girare la testa», replico Matt.

«Rilassati», prosegui Bishop. «Stiamo scherzando.»

«Si, si, e tutto uno scherzo», aggiunse il terzo ragazzo. «Siediti.»

«Non ti azzardare a riparlare di mia moglie», continuo Chris, mentre si risedeva. Bishop capi che non era poi cosi ubriaco. «E smettila di ronzarle intorno», sibilo. «Vedi di smetterla.»

Bishop lascio cadere a terra il mozzicone e lo spense sotto il tacco. «Be’, qualcuno dovra pur farlo.»

Era troppo. Era veramente troppo. Chris si levo di nuovo e disse: «Alzati!»

«Dai Chris, dacci un taglio», disse Matt, cercando di minimizzare. «Sta solo scherzando.»

«Tu stanne fuori», incalzo Chris. «E tu, alza il culo.»

«Perche dovrei?» rispose Bishop con una cordialita irritante. «Sto ancora bevendo…»

Chris afferro Bishop per la maglietta e lo fece alzare bruscamente. Ancor prima di essere in piedi, Bishop colpi Chris alla gola. Il pilota strabuzzo gli occhi, mentre il cappello volava via. Cadde al suolo, senza fiato.

Bishop torno a sedersi. «… una fottuta birra», concluse.

Bevve un sorso mentre Chris, a terra, si alzava appoggiandosi su un ginocchio e una mano, mentre con l’altra si teneva la gola cercando di respirare, con la lingua fuori.

Matt accenno un’altra risata ma, vedendolo in quelle condizioni, tacque e si rivolse a Bishop.

«Cristo, Kennedy, l’hai colpito alla gola.»

«Davvero?» rispose Bishop, e bevve un altro sorso.

Al bancone, i due montanari avevano girato gli sgabelli per godersi la scena, che sembrava divertirli molto. Si scambiavano occhiate significative ed emettevano brevi suoni di approvazione. L’altro avventore si era defilato senza farsi notare e il gorilla di Hirschorn nascondeva ancora il sorriso dietro il bicchiere.

Il barista era un gigante con la testa pelata e una massa di muscoli coperti di tatuaggi. Anche lui osservava lo spettacolo, asciugando i bicchieri.

«Non fatemi venire di la, signorine», disse, sovrastando la musica con una profonda voce rauca e baritonale.

Chris era quasi riuscito a rialzarsi, appoggiandosi allo schienale della sedia. Bishop sorseggiava la birra con aria soddisfatta.

«Sai, Chris, ho una teoria», disse a voce alta. «La vuoi sapere? La mia teoria e che la mano dura con le donne ce l’hanno quelli con il cazzo moscio.» Guardo Chris con aria di complicita, mentre finalmente riusciva ad alzarsi. «Questa e la mia idea. Tu che ne pensi?»

Chris si massaggio la gola, nel tentativo di normalizzare il respiro. «Maledetto figlio di puttana. Potevi ammazzarmi.»

«Certo, avrei potuto farlo due volte», rispose Bishop. «Una volta quando mi hai messo le mani addosso e la seconda quando eri a terra a fare quei versi patetici.»

A quelle parole, il barista rise di gusto, accompagnato dall’approvazione dei due montanari.

La faccia di Chris, gia rossa per il colpo ricevuto, stava diventando viola di rabbia, ma l’uomo era ancora troppo debole per reagire. Punto l’indice contro Bishop.

«Hai la lingua troppo lunga, bastardo», disse. «Faresti meglio a ricordare che ho degli amici in citta. Se li chiamo, sono guai.»

Bishop scopri i denti, senza voltarsi verso il gorilla nell’angolo. Sapeva che li stava guardando, che i suoi occhi brillavano. E sapeva che aveva sentito la stupida minaccia di Chris.

«Davvero?»

«Puoi scommetterci il culo», continuo Chris.

Bishop estrasse un quarto di dollaro dalla tasca dei jeans e lo lancio a Chris. La monetina colpi l’uomo sul petto e cadde a terra.

«Chiamali, allora.»

«Okay, Kennedy», disse Matt. «Penso che possa bastare. Beviamoci sopra da buoni amici.»

Ma Bishop non aveva certo intenzione di smetterla. Non ancora, almeno. «Ma si, che siamo amici», disse. «Io sono amico di tutti. Persino di un leccaculo, codardo, manesco pezzo di merda come lui.»

«Ehi, non male», rise il barista.

Chris si dimentico della gola e delle sue condizioni: era troppo infuriato. «Fatti sotto», urlo rauco. «Vieni

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