«Che sorpresa», disse in tono piu mite. «Un investigatore privato con una coscienza.»
«In effetti… sono nuovo del mestiere», risposi.
«Capisco. Comunque, siamo davanti a un bel problema.»
«Mi ascolti, lei sembra una persona per bene, padre. Io non voglio distruggerle l’esistenza, ma non posso neanche far andare in prigione il mio cliente.»
«E perche? Ha sparato a una persona.»
«Lo so, ma… e un cliente», dissi quasi dispiaciuto.
«Capisco.»
Una folata di vento freddo ci raggiunse e io mi infilai le mani in tasca, incurvando le spalle. Lo guardai. Teneva gli occhi rivolti lontano, come se stesse contemplando l’arrivo della catastrofe. Aveva un aspetto nobile, in quel momento. Nobile e triste.
«Non ha preso in considerazione l’idea di ritrattare?» riuscii finalmente a dire.
«Che cosa significa?»
«Be’, forse non ha visto quello che dice di aver visto. Forse non ne e cosi sicuro, non puo testimoniare.»
Aveva capito, naturalmente. Alzo il mento e sorrise. «Vuole che menta per salvarmi. Che lasci andare quel delinquente per salvare me stesso.»
«Senza offesa, reverendo, ma lei ha gia mentito.»
Mi guardo, sempre sorridendo. Penso che dopotutto, se non mi sono sbagliato, avesse pieta di me. Un giovanotto invischiato in una faccenda piu grande di lui. «Qualche volta puo essere necessario variare leggermente la verita. In ogni caso, non l’ho fatto per proteggere me stesso, anche se non mi aspetto che lei mi creda. Ci sono tante persone che dipendono da me, dal lavoro che faccio. E molte altre che sarebbero danneggiate dallo scandalo, anche se non c’entrano.»
«Capisco», dissi. Avevo davanti agli occhi i bambini poveri che aiutava, e suo fratello, il governatore: sarebbero affondati tutti, insieme a lui. Non c’erano speranze.
Colse l’espressione che probabilmente avevo sul volto e rise mentre mi diceva: «Che cosa vuole che le dica? Penso che sia lei a dover decidere».
«Fantastico, bell’aiuto, da un prete.»
«Lei e cattolico?»
«No.»
«Oh, allora e in un bel guaio.»
Risi anch’io, pur senza convinzione. Spinsi le mani piu a fondo nelle tasche, guardando le nuvole riflesse sulla superficie dell’acqua.
«Quanti anni ha?» mi domando.
«Ventidue», risposi.
«Poco piu di un bambino.»
Non ebbi il coraggio di protestare; ero solo contento che ne Weiss, ne Bishop mi vedessero in quel momento.
Il prete allungo un braccio e mi afferro la spalla. «Questo pero posso dirglielo: lei e migliore di quel che crede. Una soluzione la trovera.»
Lo vidi dirigersi a lunghi passi verso il parcheggio, sotto quel cielo sempre piu scuro.
Grandioso, pensai. «Merda», dissi.
40
Erano le cinque del pomeriggio e Jim Bishop — l’uomo che Chris e Kathleen Wannamaker conoscevano come Frank Kennedy — era ancora in casa. L’attesa aveva fiaccato i nervi di Chris, che non si sentiva per niente bene.
«Dannazione», impreco guardando fuori dalla finestra per scorgere qualche movimento di Bishop. «Dobbiamo farlo uscire. Se e un poliziotto, devo scoprirlo.»
Kathleen, seduta sul letto dietro di lui, non rispose. Ma, dopo aver riflettuto un attimo, prese il telefono e compose un numero. Chris senti il telefono squillare nella casa accanto.
«Sono Kathleen», senti che la moglie diceva. «Devo parlarti.»
Chris si ritrasse. La figura di Kennedy era apparsa nel vano della finestra dell’altra casa, con il telefono in mano, lo sguardo rivolto verso di loro.
«No», stava dicendo Kathleen. «Ti devo parlare di Hirschorn, di Chris e Hirschorn. E importante, non posso dirtelo per telefono. Ci vediamo fra dieci minuti davanti al K-mart, al centro commerciale River. Fai in fretta, ti prego.»
Riattacco la cornetta e si alzo per raggiungere Chris, ma lui le fece segno di stare indietro. «Non avvicinarti, sta guardando da questa parte», disse.
Kennedy aveva messo giu il telefono ma era ancora alla finestra. «Vedra il furgone», sussurro Chris, molto piano, come se l’altro potesse sentirlo. «Vedra il furgone e capira che sei qui.»
Kathleen parlo con voce piu alta. «Sa che prendo l’autobus, quando non ci sei. A volte ci vado addirittura a piedi, al centro commerciale.»
«Sta facendo qualcosa.»
Kennedy si era ritratto dalla finestra ed era sparito nella stanza buia. Passo un lungo minuto, poi Chris, eccitato, disse: «Guarda! Sta funzionando. Ecco che se ne va».
Kathleen era seduta sul letto e guardava il pavimento, ancora coperto di fazzoletti bagnati del suo pianto. Ora pero non aveva piu lacrime, solo amarezza e rabbia. Kennedy, umiliandola, l’aveva resa cosi. Voleva fargli del male, come lui ne aveva fatto a lei.
«Se ne va, se ne va», sussurro Chris, con aria di trionfo.
Kathleen udi Kennedy che avviava la motocicletta e partiva. Il rombo del motore divento sempre piu debole a mano a mano che si allontanava. Poi scomparve.
«Vai», disse a voce alta al marito. «Tornera in fretta, quando si accorgera che non ci sono. Perquisisci la casa, le chiavi sono nella mia borsa in cucina.»
Chris le obbedi, affrettandosi. Kathleen senti che scendeva le scale e si sedette, nella penombra, con lo sguardo fisso sul pavimento, sui fazzoletti.
Vaffanculo, Frank, penso.
41
Era pomeriggio inoltrato, ma il caldo era opprimente. Nonostante avesse solo attraversato il prato fino alla porta della casa a fianco, Chris era completamente sudato. Aveva il volto lucido e la maglietta grigia gli si era appiccicata al petto e alla schiena.
Entro con le chiavi di Kathleen e sali subito le scale, superando i gradini a due per volta. Quando entro nella camera da letto ansimava e colava sudore.
Il condizionatore era ancora acceso; cio significava che Kennedy sarebbe rientrato presto. Il cigolio dell’apparecchio rendeva Chris nervoso e gli prosciugava la gola. Non lo avrebbe mai ammesso, neanche con se stesso, ma l’idea di affrontare un’altra volta Kennedy lo faceva letteralmente tremare. Doveva fare in fretta, prima che tornasse.
Esamino la stanza con lo sguardo. Era abbastanza buio, ma adesso un raggio di sole entrava dalla finestra e formava un disegno sul pavimento. Cosi, Chris vide la borsa da viaggio di Kennedy sul letto, chiaramente piena. Quindi, penso, stava per andarsene.
Chris si avvicino e apri la cerniera lampo. Gli sembrava che mancasse l’aria, gli pareva di soffocare, forse per la paura, ma si sforzo di continuare. Gocce di sudore caddero sui vestiti di Kennedy. Cerco fra gli indumenti,