mostrarlo a Hirschorn, per metterlo in guardia e in cambio salvarsi la vita. Forse avrebbe anche potuto recuperare il suo lavoro di pilota. Sarebbe stato in gioco e non fuori…
Ma si accorse subito che il piano non era buono. Se avesse rubato il portatile, Kennedy se ne sarebbe accorto, si sarebbe sentito scoperto, avrebbe chiamato la polizia, quella vera, e rovinato tutto.
No. Doveva fermarsi un attimo e ragionare, anche se era molto spaventato. Non aveva bisogno del computer. Il messaggio non provava niente. Avrebbe anche potuto scriverlo lui stesso, per incastrare Kennedy. Hirschorn non era sciocco. Chris gli avrebbe parlato e poi lui avrebbe fatto i suoi controlli, avrebbe scoperto che era tutto vero. Doveva solo andare da lui il piu presto possibile. Subito.
Sempre sudando, col respiro affannoso, Chris ripose il computer nella borsa, dove lo aveva trovato. Guardo l’orologio e si accorse che erano quasi le cinque e mezzo. Kennedy sarebbe partito alle sei, dall’aeroporto, con Hirschorn. Se si affrettava, poteva anticiparli, dire tutto a Hirschorn e fare il salvatore della patria. Allora gli scagnozzi sarebbero andati a cercare Kennedy per portarlo via. In macchina.
Si fermo un istante, mentre il sudore gli colava a rivoli sulle guance, e in quell’istante i suoi occhi s’illuminarono come quelli di un bambino che stia per compiere una marachella. Kennedy gli aveva preso la moglie, il lavoro, il rispetto degli amici e, praticamente, la vita. Kennedy gli aveva tolto tutto quello che faceva di lui un uomo. E ora, proprio quando Kennedy pensava di essere in vantaggio, era tempo di rendergli la pariglia. Chris avrebbe detto a Hirschorn la verita e le cose avrebbero preso un’altra piega.
Doveva affrettarsi, perche Hirschorn non rispondeva piu alle sue telefonate. Doveva andare di persona all’aeroporto e arrivarci prima del decollo.
Si diresse verso la porta.
42
Il furgone di Chris si allontano dal quartiere proprio nel momento in cui la moto di Bishop imboccava la strada dall’altro capo.
Dopo aver parcheggiato accanto alla casa, Bishop smonto e raggiunse la porta di corsa. Non perse tempo a guardare verso l’altra abitazione, quella di Kathleen. Non si chiese nemmeno perche lei non fosse venuta all’appuntamento. Ci era andato solo perche lei gli aveva parlato di Hirschorn, per non rischiare di perdersi qualcosa di importante. Ma in effetti non ci aveva creduto molto; pensava invece che si trattasse di una manovra di Kathleen per cercare di farlo ritornare da lei. Quando non l’aveva vista, non si era molto preoccupato, e di certo ora non aveva tempo di pensarci. Doveva andare subito all’aeroporto, per scoprire che cosa stava macchinando Hirschorn.
Sali le scale rapidamente, due gradini alla volta, come aveva fatto Chris. Entro in camera e si avvicino alla borsa ancora posata, aperta, sul letto. Chiuse la cerniera, afferro i manici e si fermo a dare un’ultima occhiata alla stanza.
Ma aveva troppa fretta: non noto che qualcuno aveva frugato tra le sue cose, e non gli venne in mente che non aveva inviato l’ultimo messaggio per Weiss.
Si mise la borsa in spalla e nell’avviarsi alla porta spense il condizionatore.
Un minuto dopo, la motocicletta rombava sulla strada.
43
Chris arrivo per primo: fermo bruscamente il furgone davanti all’ingresso dell’hangar e salto giu. Le suole dei suoi stivali risuonarono pesanti sul cemento mentre raggiungeva a lunghi passi il bimotore parcheggiato all’interno.
Ray Gambling stava vicino all’aereo, in tuta da lavoro e chino sulla cappottatura aperta, una chiave inglese in mano. Un altro meccanico, Wilson Tubbs, era sdraiato dentro la cabina di pilotaggio, con i piedi che spuntavano dalla portiera.
Chris li raggiunse in fretta e afferro Ray prima che questi avesse il tempo di alzare gli occhi e riconoscerlo. Lo spinse indietro contro la cassettiera porta-attrezzi, le cui ruote erano bloccate. Ray gemette nell’urtare con la spina dorsale un cassetto aperto, e indietreggio inciampando mentre il cassetto si chiudeva. Chris gli tolse la chiave inglese dalle mani e lo minaccio, urlando. «Dov’e Hirschorn?»
«Oddio, Chris… Oh Gesu…»
«Non fare la commedia con me, pezzo di merda. Sei tu che l’hai chiamato, Kennedy. L’hai messo dietro a mia moglie. Dovrei ammazzarti subito!» Chris alzo l’attrezzo come per colpire.
«Io non…»
«Kennedy l’hai chiamato tu, vero? E tutta opera tua.»
Tubbs, il meccanico, si era accorto solo in quel momento di quello che stava accadendo e stava cercando di uscire dall’aereo.
Ray si mise una mano sul petto. «Te lo giuro su Dio, Chris», balbettava. «Te lo giuro…»
«Dannazione, dov’e?» urlo Chris. «Dov’e Hirschorn? Che aereo deve prendere?»
«Ti prego, Chris, te lo giuro…»
«Ehi!» Era Tubbs, un ragazzo di circa trent’anni, basso ma svelto e reattivo. Era riuscito a svincolarsi dall’aereo e si trovava alle spalle di Chris. Gli afferro il polso e cerco di fargli mollare la chiave inglese. «Che cosa diavolo stai…»
Chris libero il braccio dalla presa e assesto una gomitata sul naso a Tubbs, che venne spinto contro l’aeroplano. Cadde seduto sul cemento e poi si sdraio sul fianco, le mani sul viso insanguinato.
Chris brandiva ancora la chiave inglese sopra la testa di Ray. «Dimmi dov’e o ti spacco la testa in due.»
«Chris, io…»
Dietro di loro si udi uno stridore di pneumatici. Chris si giro per guardare fuori dall’hangar.
E questa volta furono i suoi occhi a riempirsi di terrore. Sul piazzale c’era la BMW nera degli uomini di Hirschorn, che probabilmente lo avevano seguito fin li, dopo essersi appostati vicino a casa. Goldmunsen e Flake si stavano affrettando a scendere dalla macchina. L’espressione minacciosa sul volto di Chris si era tramutata in sgomento. Il suo urlo divenne un lamento e gli si secco in gola.
«Oddio», esclamo.
Lascio andare Ray, che torno a urtare la cassettiera. La chiave inglese cadde rumorosamente a terra. E in un secondo Chris era scomparso, schizzato via. Stava correndo verso il suo furgone.
Nel piazzale Goldmunsen, il gorilla, lo vide e caccio un urlo. Flake, il piccoletto, assunse l’espressione di un segugio che punta la preda e inizio a correre.
Chris aveva ormai la mano sulla portiera del passeggero quando, attraverso il finestrino, vide Flake che correva verso di lui, seguito da Goldmunsen. Erano a cinque passi. Stavano cercando la pistola sotto la giacca.
Non c’era il tempo per salire in macchina. Chris si blocco, ruoto sui talloni e torno a correre verso l’hangar.
Ray non si era mosso, paralizzato dalla paura. Quando vide Chris venirgli addosso come un treno in corsa, si appiatti contro l’aereo.
Chris lo supero guardandosi alle spalle per vedere dov’erano i suoi inseguitori, e per tale ragione si accorse troppo tardi della cassettiera degli attrezzi. Vi ando a sbattere con violenza e uno spigolo lo colpi allo stomaco, togliendogli il respiro. Nonostante le ruote fossero bloccate, la cassettiera s’inclino e si rovescio, rovinando fragorosamente a terra mentre Chris, senza fiato, barcollava nella direzione opposta e cadeva battendo malamente una spalla sul cemento.
Da quella posizione, vide Flake precipitarsi verso di lui. Lancio un grido acuto, come quello di una donna, e annaspo finche non riusci ad alzarsi, riprendendo la corsa frenetica verso la porticina dall’altra parte dell’hangar.