«Ma senti che stronzata», mormoro Flake. «Di che parli, cazzone? Quale e-mail?»
«Senti, Flake, lascialo perdere, d’accordo», disse Goldmunsen. «Lo stai solo tormentando.»
«No, no, questa la voglio sentire», continuo Flake. «Vediamo fino a che punto ci crede stupidi. Kennedy ha mandato un’e-mail?»
Chris riusci a parlare un po’ piu forte. «Alla sua agenzia, l’agenzia Weiss. Lo giuro su Dio.»
«Ah si, lo giuri su Dio?» continuo Flake, ironico. «Te l’ha fatta vedere lui? L’hai vista con i tuoi occhi?»
«Sul suo portatile.»
«Sul portatile. Bene, e dov’e questo portatile? Su, faccelo vedere.»
Il terrore di Chris divenne ancora piu profondo, i suoi muscoli si trasformarono in gelatina. Perche non l’aveva preso? Come aveva potuto lasciarlo la? Che cosa credeva di fare? «Non ce l’ho, ma vedete, ho pensato che non…»
«Oh, hai pensato, vero? Hai pensato…» Flake rise. «Che cosa hai pensato? Hai pensato di poterci fare fessi con queste stronzate. Ma senti questo cretino. Non ci posso credere.»
«A che ora chiudera la cucina da Lucky?» si stava chiedendo Goldmunsen a voce alta.
«Come?» disse Flake, distratto. «Non lo so, alle dieci forse. Come cazzo faccio a saperlo. Lascia perdere Lucky, smettila di pensare con lo stomaco.»
«Adesso penso con lo stomaco», ribatte Goldmunsen. «Dammi da mangiare e riprendo a pensare col cervello.»
Superate le case, percorsero i pochi metri che li separavano dagli alberi. Passo dopo passo, Chris si avvicinava alla sua tomba, un sepolcro vastissimo, che lo aspettava per inghiottirlo. Continuava a blaterare la sua storia, ma non sapeva piu che cosa stesse dicendo. Nessuno lo ascoltava. La situazione continuava a precipitare, non riusciva a fermarla. Il suo sguardo saettava qua e la, e ovunque si posasse tutto appariva stranamente limpido e definito: gli alberi, i tronchi, i singoli rami. Il color indaco del cielo stellato. L’erba e i suoi stessi piedi. E poi, sotto una pallida luna argentea, un varco che si apriva nel bosco, in attesa di ingoiare lui. L’attacco di un sentiero. Il sentiero che portava sul luogo dell’esecuzione.
Arrivato li, Chris avrebbe voluto fermarsi, girarsi a combattere, cercare di scappare. Invece imbocco il sentiero senza fare resistenza, e la foresta parve richiudersi buia e fredda intorno a lui. La situazione continuava a precipitare, non riusciva a fermarla.
«E stata Kathleen», diceva in tono amaro, con voce rotta, con un rivolo di bava all’angolo della bocca e le lacrime agli occhi. «E stata mia moglie, proprio lei. Mi spiava, dovete credermi. Gli ha detto tutto. Ecco come lo ha saputo.»
«Qui va bene», disse Goldmunsen dopo un po’. «D’accordo, puoi fermarti.»
Chris obbedi, come ipnotizzato. Si fermo, in lacrime, con le possenti spalle abbassate, le braccia molli lungo i fianchi. Fra le lacrime vide il bosco, che gli sembrava cosi bello, cosi bello e vero… L’aria era fresca e tersa e la notte scura. Tutto cio che desiderava dalla vita, in quel momento, era un po’ di vita in piu. Le lacrime gli colavano sul volto, mentre aspettava il colpo nella nuca. «E andata a letto con lui, ecco cos’e successo. Capite, lui se l’e scopata e lei gli ha detto tutto, ecco come ha saputo, come si e intromesso. Per favore, vi prego…» Comincio a blaterare senza piu articolare le parole.
Udi lo scatto della Glock quando Goldmunsen mise il proiettile in canna. Chris si piscio addosso, inzuppando i jeans. Tremante, singhiozzava: «Per favore, per favore, ve lo giuro su Dio…»
«Aspetta un attimo, che cosa…?» mormoro Flake.
Goldmunsen punto la pistola alla nuca di Chris.
«Oh, oh, oh! Aspetta un momento. Hai sentito?»
«Sentito cosa?»
«Quello che ha appena detto. Ho sentito bene?»
«Non lo so, che cosa ha detto?» chiese Goldmunsen spazientito. «Ha detto: ‘Per favore, per favore’. Che cos’altro doveva dire?»
«No, no, no, aspetta un attimo», continuo Flake. «Kennedy si scopava sua moglie? E questo che ha detto?»
«Non lo so. Che cosa me ne frega? Posso andare avanti, adesso?»
«Aspetta un minuto.» Flake alzo una mano per impedire a Goldmunsen di sparare.
Il gorilla sgrano gli occhi. «Merda», impreco, scrollando la pistola. «Sto morendo di fame.»
«Ehi», disse Flake, alle spalle di Chris. «Tu, pezzo di merda, hai detto che Kennedy si scopava tua moglie? E questo che hai detto?»
Chris fece un gran sospiro e inizio a piangere piu forte, la bocca spalancata. Aspettando il colpo di grazia, fissava tra le lacrime il bosco, incantato dalla sua bellezza. I secondi gli sembravano lunghissimi e spero che ciascuno di essi diventasse infinito. «Si scopava mia moglie», mormoro con distacco, rispondendo a Flake senza neanche saperlo. «Ecco come ha saputo tutto. Cosi ha fatto.»
«Allora Kennedy e un investigatore privato e si scopa tua moglie, e lei gli spiffera tutto quello che vi dite tu e il signor Hirschorn! E questo che stai cercando di dirci?» chiese Flake piegandosi in avanti per ascoltare meglio. «Stai cercando di dirci questo?»
«Possiamo ancora salvare l’operazione», Chris continuava a balbettare. «Possiamo… e il signor Hirschorn sarebbe contento…»
«Ehi!» esclamo Flake, colpendo Chris con una botta sulla nuca.
Lui penso che fosse partito il colpo e urlo con quanto fiato aveva in gola, cadendo in avanti, sulle ginocchia, in lacrime. Si sorprese di non essere ancora morto e penso che gli avrebbero sparato ancora, finche tutto non fosse finito. Si auguro che facessero in fretta, prima di iniziare a provare dolore.
«Ehi», ripete Flake. Prese Chris per un orecchio e gli giro la faccia fino a incontrare il suo sguardo con quegli occhi da psicopatico. «Sto parlando con te, pezzo di merda. Ti sto facendo una domanda. Che cosa vuoi dire esattamente?»
Con la bocca aperta e la faccia imbambolata, bagnata dalle lacrime, Chris fisso il volto contorto del killer e, dopo qualche istante, capi. Flake lo stava ascoltando! Lo ascoltava e lui era ancora vivo! Lo guardo con la riconoscenza di un bambino verso la mamma.
«Si, e vero», urlo fra le lacrime, fino a coprire il canto delle cicale. «Kathleen e Kennedy… Lui e un investigatore privato.»
«E se la fa con tua moglie?»
«Se la faceva, e lei mi spiava quando parlavo con Hirschorn e gli riferiva tutto. Ho visto un’e-mail, sul suo computer. Era indirizzata alla Weiss Investigations di San Francisco. C’era scritto che io ero fuori e che adesso lui era entrato nel gioco, e che avrebbe scoperto tutto sull’operazione.»
Flake ci mise qualche secondo ad assimilare l’informazione. Poi, con uno spintone, mando Chris lungo disteso per terra, e il pilota si copri il capo con le braccia. «Vi prego, non fatelo, non fatelo», disse. «Posso darvi una mano, giuro. Posso salvare l’operazione. Per favore.»
Flake lo guardava, irritato ma attento. Poi, in uno scatto d’ira, gli diede un calcio nella coscia.
«Merda!» urlo.
Goldmunsen abbasso l’arma, esasperato, battendo la canna sulla gamba. «Non mi dirai che adesso credi a tutte queste stronzate?» chiese.
Flake aveva lo sguardo fisso a terra e le mani sui fianchi. «Merda, merda, merda.»
«Il signor Hirschorn ha fatto controllare Kennedy», insisteva Goldmunsen. «Si e assicurato che fosse pulito.»
«Hai sentito questo qui? Dice che Kennedy si scopava sua moglie», ribatte Flake.
«E allora? Che cosa significa? Che senso ha tutto questo? Avrebbe detto qualsiasi cosa per salvarsi.»
«Ma non quello, non che qualcuno si scopava sua moglie. Uno non dice queste cose. Tu lo diresti?»
«Ma dai!» Goldmunsen indico il povero Chris, piangente a terra. «Guardalo!»
Flake gli lancio un’occhiata di disgusto. «Non lo avrebbe comunque detto, che un altro gli scopava la moglie. Non e nella natura umana. Non te la inventi, una cosa cosi.»
Goldmunsen alzo le braccia al cielo. «Cristo, e adesso che cosa cazzo facciamo?»
Flake dava calci al terreno con la punta della scarpa. «Be’», disse. «Di sicuro puoi scordarti di andare da Lucky, stasera.»