self-service. Non posso assolutamente…

Senza chiedere il permesso, Flinx supero la barriera e fece scorrere le dita sulla tastiera. L'uomo sollevo lo sguardo su di lui.

— Non puo essere vero.

Per tutta risposta, Flinx premette il tasto di ESECUZIONE. La macchina registro la transazione. L'uomo emise un lungo sospiro.

— E adesso? Che cosa vuole che faccia?

— Vada a mangiare qualcosa, vada in bagno o magari telefoni a sua moglie.

— Non sono sposato — mormoro stralunato il funzionario.

— Allora telefoni a un amico.

— Gia, giusto.

Usci in fretta dall'ufficio e Flinx chiuse a chiave la porta dietro di lui.

— Che cosa hai fatto? — chiese Clarity scrutandolo.

— Ho preso in affitto le attrezzature. Vieni con me.

Lei lo segui. — Che razza di posto e questo? — File di casse e scatoloni riempivano piattaforme e scaffali nella grande stanza dietro l'ufficio.

— Vedrai. Sali qui. — La mise in posizione su di una piattaforma circolare.

— Che cosa vuoi fare? — Guardo diffidente la piattaforma e il macchinario accanto ad essa. — Confezionarmi un travestimento?

— Non proprio. — Si sedette di fronte ad un altro terminale e studio con attenzione la tastiera.

— E se ci trovano qui? — Flinx aveva continuato a studiare le apparecchiature per cinque minuti e Clarity stava diventando nervosa.

— Non ci troveranno qui — rispose in tono assente. — Stai ferma. — Sollevo le dita verso la tastiera.

Lei abbasso lo sguardo sorpresa. — Ehi, cosa…

— Ti ho detto di stare ferma.

Perplessa, ma fiduciosa, lei si immobilizzo. Non aveva altra scelta che fidarsi di lui.

Era una scatola molto elegante che normalmente veniva usata per trasportare piante tropicali esotiche. Il cilindro alto due metri era dipinto di verde e marrone, per adattarsi al contenuto, ed emanava anche un leggero profumo. Gli venne in mente che non le aveva chiesto se soffriva di claustrofobia, ma adesso era troppo tardi.

La macchina di imballaggio intesseva il contenitore da uno speciale materiale fibroso prodotto su Alaspin. L'alto contenuto di cellulosa permetteva all'aria di circolare liberamente e al tempo stesso schermava il contenuto dalle radiazioni, il che significava che avrebbe confuso anche eventuali rilevatori. Era anche a prova di suono. Come si conveniva al trasporto di costosa vegetazione tropicale, l'interno era abbondantemente imbottito. Aveva un sistema di repulsione incorporato alimentato da una batteria all'yttrilithium. Giroscopi programmati lo mantenevano perfettamente diritto, per proteggere i delicati petali della pianta all'interno. Come tocco finale, sull'involucro c'era scritto: PRODOTTO DI ALASPIN — FLORA SENSIBILE — NON APRIRE, MANEGGIARE CON CURA E NON CAPOVOLGERE.

— Spero che sia comodo — disse ad alta voce quando ebbe finito. Naturalmente non ebbe risposta. Clarity non poteva sentirlo, ne lui poteva sentire lei. L'aria all'interno del cilindro sarebbe stata un tantino calda ma, per quanto temporaneamente disagevole, la ragazza non correva il rischio di soffocare.

Mentre accompagnava il suo bagaglio personale attraverso i controlli di sicurezza, verifico di sottecchi tutte le possibili facce sospette. Nel salone d'attesa nessuno gli si avvicino, e nessuno tento di fermarlo quando guido il cilindro attraverso il corridoio di imbarco che fiancheggiava la navetta. Poi, con un leggero tocco ai repulsori del cilindro, lo isso nel piccolo vano di carico dello shuttle.

— Ce l'abbiamo quasi fatta — disse ad alta voce, anche se lei non poteva sentirlo.

Imparti istruzioni a voce al computer della navetta per il decollo e l'attracco, poi si sistemo nel sedile del pilota e attese. Una volta ricevuta l'autorizzazione al decollo dalle autorita portuali, lo shuttle si mise in posizione di lancio. Dopo pochi istanti, si precipito con un rombo giu dalla pista di decollo, acquistando velocita e ripiegando le ali nella posizione a delta mentre sorvolavano le prime erbe della palude. Minuscoli boccioli rosso scuro vibrarono al loro passaggio.

Clarity si era preoccupata senza motivo. Chiunque fossero coloro che l'avevano rapita, erano certo pieni di risorse, ma non erano onnipotenti. Si alzo e aggrappandosi alle maniglie in assenza di gravita si spinse verso il vano di carico nella parte posteriore. Era arrivato il momento di disimballare il passeggero.

La donna in piedi davanti a lui era molto alta ed estremamente graziosa… troppo, per l'uomo dalla faccia insipida che era entrato con lei. Una coppia stranamente assortita, ma molto educata, persino deferente.

— Ha detto che c'era una donna con lui? Una donna giovane? — La donna alta indossava un'uniforme della guardia portuale.

— Si. — Quella risposta sembro eccitare molto entrambi, anche se fecero un grosso sforzo per non dimostrarlo. L'impiegato non riusciva ancora a capire chi dei due comandasse. — Perche? C'e qualche problema? — L'ammontare della bustarella che aveva ricevuto dal suo precedente visitatore gli pesava ancora sulla coscienza.

— No, nessun problema — disse il giovane sottovoce. — Vogliamo solo fare un paio di domande alla ragazza.

— Chiedo scusa. — Una matrona con un abito sgargiante rosa e giallo e un cesto di piante sotto il braccio, entro dalla porta. — Ho delle radici fresche di maniga che vorrei spedire oggi a Tasc…

La donna alta dai capelli biondi le si paro dinnanzi. — Spiacente. Questo ufficio e chiuso.

L'impiegato dietro il banco sbatte le palpebre. — Chiuso? No, siamo aperti fino alle sei.

— E chiuso — ripete la bionda senza voltarsi.

— Ma lui ha appena detto… — comincio la matrona.

La donna si chino, punto una mano sul petto della vecchia e spinse. La matrona barcollo all'indietro, mantenendo a stento l'equilibrio e spalanco la bocca per la sorpresa.

— Be', se siete chiusi, siete chiusi! — Giro su se stessa e usci quasi di corsa dall'ufficio.

— Ehi, aspetti un minuto! — esclamo l'impiegato alzandosi dalla sedia. — Gli affari ufficiali del porto sono una cosa, ma…

— Non ci vorra molto. — Il giovane gli si avvicino mentre la sua compagna chiudeva silenziosamente la porta a chiave. — E faremo molto piu in fretta se lei collaborera.

— Certo che collaborero — rispose irritato l'impiegato, — ma non c'e bisogno di chiudere l'ufficio!

— Le domande vengono comprese molto meglio quando non subiscono interruzioni — disse la bionda.

Che voce meravigliosa, penso l'impiegato fissandola. Tutto in lei era stupendo… tranne il suo atteggiamento. E le guardie portuali erano conosciute per la loro educazione.

— Forse — disse all'improvviso l'impiegato, — farei meglio a fare una telefonata e a controllare, prima di rispondere ad altre domande. — Si sporse per azionare il comunicatore inserito nel terminale.

Con due lunghi passi, la bionda gli fu accanto e gli strinse il polso con le dita. — Forse — disse a bassa voce, — sarebbe meglio di no.

L'uomo cerco di sottrarsi alla stretta, ma era come se avesse il polso legato con fil di ferro. Cerco di calmarsi. Tutto cio che quella gente voleva erano delle informazioni e chi era lui per negargliele? C'era la porta posteriore, ma quando la donna gli lascio il polso, gli venne in mente che forse spiccare la corsa per raggiungerla non era una buona idea. Perche rovinarsi la giornata e magari anche piu di quello solo per salvaguardare la riservatezza di un estraneo?

— Va bene. — Torno a sedere sulla seggiola. — Avanti, fate pure le domande.

— Grazie — disse il giovanotto. La sua palpebra sinistra aveva un visibile tic. — Le persone a cui stiamo dando la caccia stanno cercando di rovinare un intero mondo. Lei non vuole che accada una cosa simile, vero?

— Certo che no. Quale cittadino benpensante potrebbe volere una cosa simile?

Il tic si attenuo, ma senza scomparire del tutto. — Vedi? — si rivolse alla bionda. — Te l'avevo detto che sarebbe andato bene.

— Continuo a pensare che avremmo dovuto fare nell'altro modo, ma… — scrollo le spalle, — … facciamo in fretta.

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