CAPITOLO SECONDO

Anche se Alaspin attirava la sua parte di visitatori, pochi di questi erano turisti. La maggior parte erano scienziati per i quali il clima sgradevole rappresentava solo un insignificante ostacolo sulla strada delle grandi ricerche. Tuttavia, qui si trattava di un ostacolo consistente: nelle grandi savane dall'erba altissima e nelle fitte giungle che le circondavano, il clima cambiava poco da un mese all'altro. Esistevano solo due stagioni: quella umida e quella un po' meno umida.

Gli scienziati ci venivano per studiare le migliaia di templi e di rovine lasciate da un'avanzatissima civilta che era stata troppo timida persino per darsi un nome, e che veniva quindi chiamata “alaspiniana” in mancanza d'altro. Gli Alaspiniani avevano lasciato esaurienti descrizioni dei loro viaggi in quel settore dello spazio, ma praticamente nulla per quello che riguardava loro stessi. Eppure avevano scelto di vivere in primitive strutture di legno e pietra. Della loro scomparsa non si sapeva nulla, anche se la teoria del suicidio razziale aveva parecchi sostenitori. Era quasi come se, imbarazzati dalle loro numerose conquiste, avessero semplicemente deciso di scomparire circa settantamila anni prima. Altri invece sostenevano che dovevano essere emigrati, perche se davvero si fosse trattato di un suicidio di massa, si sarebbe trovato qualche resto.

Avevano dei corpi fragili, insistevano i sostenitori del suicidio. O forse cremazioni nella giungla. Non erano che supposizioni, impossibili da provare, che facevano discutere anche gli xenoarcheologi piu moderati, perche, tra i milioni di incisioni e registrazioni lasciate su piccoli cubi di metallo incisi al micromillesimo, non esisteva neppure una fotografia di un Alaspiniano. C'erano infinite immagini di piante, animali, paesaggi, strutture, ma nessuna che mostrasse l'aspetto della gente.

Era uno di quei mondi dove i Thranx si trovavano a loro agio piu dei loro compagni umani. Quel clima caldo umido era per loro come un fresco soffio dell'aria fumante di casa. Tutte le piu grandi installazioni permanenti di ricerca avevano personale thranx, mentre gli umani andavano e venivano molto in fretta, per racimolare frammenti di conoscenza da trasferire in pubblicazioni o tesi, prima di fuggire su mondi piu freschi e meno umidi.

Nelle regioni di frontiera, i cercatori di minerali erano molto piu numerosi degli scienziati. Alaspin possedeva molti minerali di valore, tuttavia coloro che si facevano chiamare cercatori, evitavano le ricche pianure alluvionali delle savane, preferendo scavare tra le innumerevoli rovine, dove gli scavi erano piu facili e i 'filoni' avevano una piu alta concentrazione; anzi, erano gia raffinati. Tra scienziati e cercatori esisteva un perpetuo stato di guerra non dichiarata.

Per coloro che erano impegnati nelle ricerche archeologiche, i cercatori erano profanatori di tombe e distruttori di una civilta e di un'eredita aliena ancora troppo avvolta nel mistero. Alcuni dei piu rapaci e incuranti esploratori non avrebbero esitato a fare a pezzi un edificio appena scoperto, per impossessarsi di un manufatto commerciabile, rendendo cosi inutile le ricerche di una intera area archeologica.

Al contrario, i poveri cercatori di minerali, che non avevano il sostegno delle grandi compagnie e sopravvivevano in quell'ambiente ostile grazie soprattutto alla loro abilita, si lamentavano del fatto che le autorita appoggiavano sempre le grandi fondazioni, mentre loro invece avevano gia localizzato piu rovine e insediamenti di quanti se ne sarebbero potuti studiare in mille anni. Insistevano che ogni nuovo sito da essi scoperto aggiungeva, invece di sottrarre, qualcosa alla somma della conoscenza scientifica.

In mezzo ai due, si muoveva un piccolo gruppo di ibridi riconosciuto tacitamente da ambo le parti, composto da individui solitari, che erano sia scienziati che cercatori, il cui desiderio di apprendere era in continua lotta con la cupidigia.

Poi c'erano quelli giunti su Alaspin per fare fortuna con altri mezzi: venivano per provvedere ai bisogni sia dei cercatori di minerali che degli scienziati, e lo facevano per denaro, naturalmente, dal momento che nessuno veniva su Alaspin per ragioni di salute. Il clima era infernale e le forme di vita indigene erano ostili.

Non tutti gli scienziati erano sostenuti da qualche organizzazione legalmente riconosciuta. E non tutti i cercatori erano equipaggiati dei loro attrezzi da una grande compagnia o da un consorzio criminale. Quindi servivano magazzini, divertimenti sufficientemente semplici e allegri e strutture di supporto. Coloro che gestivano questi affari erano gli unici che si potevano davvero chiamare cittadini di Alaspin. Per la loro sopravvivenza dipendevano esclusivamente dal pianeta. La loro fortuna andava costruita in tempi lunghi, al contrario degli scienziati che sognavano la Grande Scoperta o dei cercatori che fantasticavano sul Gran Colpo, messo a segno nel prossimo tempio coperto di erbacce o nel prossimo torrente inesplorato.

E poi c'era Flinx.

Lui non apparteneva a nessuna di quelle classi riconosciute che sciamavano sulla superficie umida di Alaspin. Non era li per ricerche minerarie e neppure per studi scientifici, anche se d'abitudine studiava approfonditamente ogni cosa che incontrava. Quello che lo spingeva era la solitudine.

Gli scienziati pensavano che si trattasse di uno studente un po' particolare che lavorava ad una tesi. I cercatori invece, che riconoscevano un lupo solitario quando ne vedevano uno, lo consideravano dei loro. Chi altri se non un cercatore avrebbe potuto avere un drago volante alaspiniano, o un minidrago, se preferite, sempre appollaiato sulla spalla? Chi altri avrebbe scoraggiato ogni tentativo di conversazione o di presentazione? Non che il giovane dovesse darsi molto da fare per scoraggiarli. La presenza dell'orribile e letale animaletto teneva alla larga i curiosi.

Comunque, con quelli che erano tanto coraggiosi o ignoranti da affiancarlo per strada o nella sala da pranzo del piccolo albergo, lui rispondeva sempre con gentilezza: No, non era uno studente. E nemmeno un cercatore. Non lavorava neppure per una delle corporazioni di servizi del pianeta. Si trovava su Alaspin, ammetteva senza reticenze, per preparare il suo ritorno a casa. Al che, gli interlocutori invariabilmente si allontanavano piu perplessi di prima.

Flinx apprezzava moltissimo ogni persona che incontrava, sia coloro che gli facevano domande, che quelli che riconoscevano subito l'inconfondibile colore blu e rosa di Pip e si affrettavano ad allontanarsi quando lo vedevano arrivare. Piu invecchiava, piu trovava affascinante il genere umano. Fino a poco tempo prima, la sua immaturita gli aveva impedito di apprezzare l'unicita di quel composito organismo che era la razza umana.

In quanto ai Thranx, a modo loro erano altrettanto interessanti. Il loro sistema sociale era diverso da quello degli uomini. Anche se le due specie convivevano in perfetta armonia, avevano priorita e principi differenti. Si, stava davvero diventando uno studioso della gente, senza curarsi della taglia, della razza e di dove avevano lo scheletro. Questo era in parte dovuto al fatto che Flinx era alla ricerca di qualcuno simile a lui. Ma fino a quel momento non lo aveva trovato.

Mentre rifletteva, maneggiava un machete. Era uno straordinario strumento primitivo, niente piu di un pezzo di metallo affilato. Coltelli laser a buon mercato si trovavano in ogni magazzino di attrezzature di Mimmisompo, ma lui aveva preferito scegliere quell'anticaglia. Prendere la mira con un laser e premere il grilletto non procurava lo stesso senso di soddisfazione dato dal maneggiare la pesante lama. Il laser era silenzioso e preciso, con il machete, invece, si potevano annusare i progressi fatti aprendosi la strada tra steli verdi e purpurei e foglie ricche di venature. Inoltre la distruzione della flora fatta con il machete non lo turbava, perche sapeva che era solo temporanea. Nel giro di una settimana, il sentiero che stava aprendo in quel momento sarebbe scomparso, sommerso dalla nuova vegetazione.

Intorno a lui si ergevano alti alberi. Uno in particolare lo affascinava, aveva radici simili a contrafforti, quasi privo di tronco e ricoperto da festoni di epifite dai vividi fiori color carminio. Sciami di minuscoli insetti neri e azzurri si affollavano intorno ai fiori a forma di piccole trombe, si trattava di parenti a quattro ali dei lepidotteri terrestri che spingevano per avere la loro parte di nettare.

Creature assai meno decorative cercavano di morsicarlo attraverso gli stivali che affondavano per piu di tre centimetri nel fango grigiastro. Annusavano l'odore del sangue. Il repellente ad alta frequenza agganciato alla cintura teneva lontani la maggior parte dei vampiri; la camicia a maniche lunghe e i pantaloni erano impregnati di potenti antiferomoni, come pure il cappello a tesa larga. Fino a quel momento, gli odori e i suoni che egli emetteva avevano fatto si che non venisse punto.

Anche se non lo sapeva, il suo aspetto non era molto diverso da quello degli esploratori della giungla dei tempi antichi. Ma quegli uomini avrebbero ucciso per impossessarsi della chimica e dell'elettronica che teneva a

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