cinque anni, in una comoda stanza. Nei primi tre anni chiese molti libri, il quarto anno chiese i Vangeli, il quinto anno non chiese piu nulla. La nostra situazione e la sua, intensificata mille volte. Come potete pensare che ci abbasseremmo a scrivere libri per voi, a escogitare combinazioni e variazioni dei vostri pruriti e dei vostri odi?

“La nostra solitudine e al di fuori della portata della vostra comprensione. Striscia, e rabbrividisce, e soffre eternamente. Trascende la vostra solitudine come la lenta morte per tortura trascende il caldo, roseo spegnersi per avvelenamento da barbiturici. Noi soffriamo questa solitudine e di tanto in tanto ricordiamo, senza affetto, lasciatemelo dire, l’uomo che ci ha messi in questa condizione, quell’inventore-chirurgo odiosamente geniale ed egomaniaco che voleva una biblioteca privata di trenta menti prigioniere con cui filosofeggiare, e il mondo che ci consegno alla notte eterna e che poi continuo barcollando, dondolando, aggrappandosi lungo la sua vecchia strada.

“Un tempo, quando avevo ancora un corpo, lessi un racconto di orrore soprannaturale scritto da Howard Philips Lovercraft, uno scrittore che mori purtroppo troppo presto per avere la possibilita di subire l’operazione di Divorzio Psico-Somatico, ma che puo darsi abbia ispirato a Daniel Zukertort tale invenzione. Questo racconto, Colui che sussurrava nel buio, era una fantasia su certi rosei mostri alati venuti da Plutone che mettevano i cervelli degli uomini in cilindri metallici, simili alle nostre uova di metallo. Voi siete quei mostri, voi, voi, voi. Ricordo come finiva quel racconto: si svolgeva una scena eccitante, ma soltanto alla fine di essa, il narratore si accorgeva che il suo amico piu caro l’aveva ascoltata, impotente, da una di quelle capsule di metallo. Poi ripensava al destino del suo amico che, ricordatelo, e anche il mio!… e tutto quello che riusciva a pensare era, cito testualmente: ‘…e per tutto questo tempo e stato in quel fresco cilindro lucente sullo scaffale… povero diavolo…’.

“La risposta e ancora No. Ora staccatemi, signorina Bishop, e riportatemi a casa”.

19

Anche nelle piu piccole cose, la vita ci culla soltanto per azzannarci poi con denti di tigre… o per percuoterci con una verga.

La piccola anticamera della Saggezza delle Eta era sembrato il posto piu polverosamente tranquillo del mondo, una stanza dimenticata dal tempo, ma quando quella sera Gaspard vi ritorno per la seconda volta per prelevare la signorina Bishop, una folle, vecchia figura usci da una porta, brandendo in direzione di Gaspard un lungo bastone d’ebano su cui erano intrecciati strettamente due serpenti straordinariamente realistici e urlando: — Avanti, cane d’un giornalista! Per Hathor, per Seth e per Bast dagli artigli neri, vattene!

L’essere era l’immagine sputata di Joe la Guardia, persino nei ciuffetti di peli arricciati al margine delle orecchie, salvo che stava eretto invece che curvo, aveva una barba bianca a punta che gli scendeva fino all’inguine e gli occhi cosi spalancati che la sclerotica venata di rosso era perfettamente visibile attorno alle iridi.

Inoltre, le sue urla ansimanti profumavano l’aria tutto intorno del fetore cadaverico di alcol che fosse stato filtrato attraverso l’obitorio del corpo umano.

La somiglianza facciale con Joe la Guardia era cosi grande che Gaspard, tenendo d’occhio l’ondeggiante caduceo, si preparo ad afferrare e a strappare la barba bianca per provarne la genuinita.

Ma proprio in quel momento la signorina Bishop arrivo, e spinse da parte il vecchio.

— Basta, Zangwell! — ordino in fretta, con le narici frementi. — Il signor Noot non e un cronista, Babbino; al giorno d’oggi tutto il lavoro giornalistico e svolto dai robot. Dovete stare in guardia contro di loro. E non rompete quel caduceo… mi avete sempre detto che e un pezzo da museo. Inoltre, andateci piano con il nettare… ricordatevi quanto volte vi ho trovato che tenevate a bada gli elefanti rosa e cacciavate i faraoni rosa fuori dalla Nursery. Avanti, signor Knut, andiamo. Questa sera ne ho fin qui della Saggezza. — E con il dorso della mano si tocco il mento minuto.

Gaspard la segui, obbediente, chiedendosi quanto dovesse essere delizioso avere una ragazza, specialmente una cosi delicatamente morbida, con il corpo pieno di saggezza ma con la testa assolutamente vuota.

— Non credo che Zangwell dovra mai scacciare veramente qualche cronista — disse la ragazza con un rapido sorriso ironico. — Ma si ricorda che suo nonno lo faceva. Joe la Guardia? Oh, lui e Babbino sono gemelli. Gli Zangwell sono i soldati privati della famiglia Flaxman da intere generazioni. Non lo sapevate?

— Non sapevo neppure il cognome di Joe — disse Gaspard. — In quanto a questo, non sapevo neppure che esistessero piu dei soldati privati, al mondo. Come e possibile, poi, che intere generazioni restino al servizio di qualcuno?

La ragazza lo guardo con freddezza.

— E possibile, quando vi sono molto danaro e uno scopo, come il Trust dei Cervelli, che sopravvive a una generazione. Uno scopo al quale ci si puo dedicare interamente.

— E voi provenite da una famiglia che si e dedicata a questo scopo? — s’informo Gaspard. Ma la ragazza rispose:

— Non parliamo di me. Ne ho abbastanza anche di me stessa.

— L’ho chiesto soltanto perche siete straordinariamente carina per essere una bambinaia.

— Quale sara il secondo approccio? — chiese di rimando la ragazza. — Mi direte che devo mettere a profitto il mio viso e la mia figura diventando una scrittrice?

— No — disse giudiziosamente Gaspard. — Forse una stellina dello stereo, mai una scrittrice. Per quel mestiere, anche la ragazza piu dolce deve aver l’aria di portare biancheria sudicia.

La notte, fuori, era buia, se si eccettuava il bagliore roseo nel cielo che si levava dal resto di New Angeles da pochi edifici, come la Saggezza delle Eta, che avevano una conduttura elettrica ausiliaria. Forse il governo pensava che, se non vi fosse stata luce sul Viale del Lettorato, il pubblico avrebbe dimenticato la distruzione dei mulini-a-parole e l’attribuzione delle responsabilita per quell’avvenimento.

— Kaput — disse Gaspard. — Credete che i cervelli rifiuteranno veramente l’offerta di Flaxman?

— Sentite — disse con voce stridente la ragazza — la loro prima risposta e sempre no. Poi cominciano a esitare e a meditare, e… — Si interruppe. — Vi avevo detto che non volevo parlare della Saggezza, signor Gnuit.

— Chiamatemi Gaspard — disse lui. — E voi come vi chiamate di nome, fra parentesi? — E poiche lei non rispose, disse, con un sospiro. — Va bene, vi chiamero Nurse, e pensero a voi come al Vescovo di Ferro.

Un automatassi con i fari rossi e azzurri e una cupola che emanava un chiarore giallo avanzo, strisciando come un gigantesco scarafaggio tropicale. Gaspard fischio e quello si avvicino stancamente al marciapiedi.

La sommita e il fianco del carapace d’argento opaco si sollevarono ; la coppia sali e la portiera si richiuse su di loro. Gaspard diede l’indirizzo di un mangiatorio e l’automatassi si avvio, seguendo ciecamente una linea magnetizzata sul fondo gommato.

— Non andiamo alla Parola? — chiese la ragazza. — Credevo che tutti gli scrittori mangiassero alla Parola.

Gaspard annui. — Ma ormai io sono classificato come crumiro. La Parola e in pratica il quartier generale del sindacato.

— Essere classificato come crumiro e diverso da esserlo in realta? — si informo la ragazza. — Oh, scusatemi. Non ho opinioni in proposito, in nessun senso, io non mi occupo di sindacati.

— Fa lo stesso: il nostro lavoro e molto simile — le disse Gaspard. — Io sono… be’, ero… un meccanico dei mulini-a-parole. Mi occupavo di un gigante che produceva una prosa molto piu elegante ed eccitante di quella che puo scrivere qualunque uomo, eppure dovevo trattarlo come qualsiasi altra macchina nonrobotica… questo automatassi, diciamo. Mentre voi avete una stanza piena di geni in scatola e dovete trattarli come bambini. Abbiamo qualcosa in comune, Nurse.

— Smettetela di cercare di addolcirmi per poi farmi qualche proposta — insorse la ragazza. — Non ho mai saputo che gli scrittori fossero i meccanici dei mulini-a-parole.

— Non lo sono — ammise Gaspard, — ma per lo meno io ero piu meccanico di tutti gli scrittori che conoscevo. Osservavo sempre i veri meccanici quando si occupavano della manutenzione del mio mulino e una

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