— Non con queste carcasse qui intorno! — disse la ragazza con voce tagliente, rimettendosi a posto il pagliaccetto. — Con cosa hai intenzione di riportarmi a casa?
— Con un elicottero che ho rubato a Heloise Ibsen — rispose secco Gaspard.
— Quella regina cannibale! Quel sultano in gonnella! Posso immaginare benissimo che razza di cestino per la carta straccia, sgargiante e sovraccarico, quella tua ex-amante disgustosamente ipertrofica puo considerare come un elicottero elegante — disse la ragazza in tono di assoluto disprezzo. — Bicolore, immagino?
Gaspard annui.
— Rifiniture cromate?
— Si.
— Un complicato frigorifero per i liquori e gli spuntini?
— Si.
— Un divano disgustosamente sibaritico, ricoperto di velluto e imbottito di gommapiuma, grande come un letto a tre piazze?
— Si.
— Finestrini attraverso i quali si puo vedere dall’esterno all’interno, ma non viceversa, per garantire la massima intimita?
— Si.
— Un pilota automatico, in modo che lo si possa regolare perche vada in direzione ovest senza doverci piu pensare?
— Si.
La signorina Bishop gli rivolse un sogghigno malizioso.
— E esattamente quello che speravo.
39
Quattro ore piu tardi, e quattrocentocinquanta chilometri al largo della costa, Zane Gort, che aveva appena salvato Mezza Pinta, individuo l’elicottero grigio e viola di Heloise Ibsen che puntava diritto verso occidente.
Il robot, che era un tipo pieno di risorse, riusci finalmente a farsi notare da Gaspard, lanciando vicino all’elicottero lenti missili sonori, dal lussuoso reattore privato a dieci posti che aveva requisito a un gruppo di deputati in vacanza, poiche aveva bisogno di un aereo piu veloce per le ultime fasi della sua multipla missione di salvataggio.
Poco dopo, quando l’elicottero della Ibsen, con il pilota automatico regolato per ritornare attraverso le azzurre leghe del Pacifico fino all’attico di Homer Hemingway, ebbe iniziato il suo volo solitario, Gaspard e la signorina Bishop, tutti e due rossi in viso, furono festeggiati a bordo dell’aereo da Flaxman, dalla signorina Blushes, da Mezza Pinta e da un deputato sperduto che si stava allegramente svegliando da un sonno alcolico nel bagagliaio.
Flaxman sembrava di ottimo umore, anche se un po’ nervoso, la signorina Blushes era loquace e inquisitiva, e altrettanto lo era Mezza Pinta: sul guscio argenteo dell’uovo c’erano macchie opache, come se fosse stato lentamente eroso da un acido.
Zane, che pensava alla svelta, informo tutti che aveva dato preventivamente istruzioni a Gaspard perche gli venisse incontro proprio in quel punto, in mezzo all’oceano: un gesto pieno di tatto di cui Gaspard e la signorina Bishop gli furono grati. E, come le fece osservare Gaspard in privato, se Zane non li avesse individuati, sarebbero arrivati a Samoa o almeno a Honolulu prima di rompere i legami della loro frenetica e reciproca ossessione somatica e prima di uscire dalla loro profonda euforia.
Successivamente, mentre l’aereo volava in un lussureggiante tramonto verso la California e l’oriente che si andava oscurando, Gaspard e la signorina Bishop raccontarono una versione
Flaxman chiese alla signorina Bishop se Gil Hart aveva mai spiegato per chi lavorasse o che cosa cercasse.
La ragazza rispose, con lo sguardo convenientemente abbassato: — Dalla sua prima aggressione, ha fatto capire molto chiaramente che cosa cercava. Ha lasciato che mi riprendessi dall’anestone, poi ha detto che aveva voglia di una bella zuffa. Oh, ha detto qualcosa di una fusione dell’Editrice Razzi con l’Editoriale Protone e di una vicepresidenza che doveva essere assegnata a lui, fra le dimostrazioni dell’efficienza del suo autocane e gli assalti alla mia virtu.
— Ts-ts — disse la signorina Blushes, sfiorando la mano della ragazza. — E bello che voi l’abbiate preservata — aggiunse con una sfumatura lievemente ironica che poteva esistere semplicemente nell’immaginazione della signorina Bishop.
— Sono gli strumenti di violenza privi di mente come gli autocani che procurano una cattiva reputazione ai robot — osservo prosaicamente Zane.
Dopo aver lanciato il segnale a Gaspard, Zane aveva proseguito per novanta chilometri sul deserto, prima di scoprire che il Segnale Tre veniva da un villaggio abbandonato, dove Flaxman era tenuto prigioniero dalla banda di robot autori capeggiata da Cain Brinks. Avvicinandosi in una cortina fumogena grigia che simulava un banco di nuvole basse, il robot d’acciaio azzurro li aveva colti di sorpresa e aveva inchiodato i Giovani Robot Arrabbiati con raggi cortocircuitanti prima che potessero impugnare le armi. Prima di allontanarsi insieme a Flaxman, aveva dedicato alcuni preziosi minuti a ridurre forzatamente, con metodi tecnologicamente difficili da neutralizzare, il livello d’energia dei bricconi metallici, tanto ai fini dell’attivita criminale quanto a quelli della creativita letteraria.
— Ehi — obietto la signorina Bishop — mi pareva che aveste detto che cambiare i circuiti di un robot era il peggior reato del mondo… qualcosa in cui non avreste mai voluto immischiarvi.
— C’e un’enorme differenza tra l’alterare la mente di un uomo o di un robot (turbando le sue idee e modificando i suoi principi), e il limitarsi a renderla pigra, il che e precisamente cio che ho fatto — osservo Zane. — A molta gente piace essere pigra. Anche ai robot. Pensateci bene.
La mossa successiva di Zane era stata requisire l’aereo privato (a bordo del quale i legislatori in vacanza si stavano sbronzando) sul campo d’atterraggio di una localita alla moda, nel deserto. — E stato un bene che l’abbiate prelevato voi — osservo il deputato smarrito. — Ricordo che i miei colleghi litigavano per decidere chi avrebbe pilotato fino a Parigi, in Francia, per reclutare qualche pupa e per prendere dell’assenzio, se la festa avesse cominciato a diventare noiosa.
Il Segnale Quattro aveva guidato Zane e Flaxman a ovest, sopra una grande tenuta in montagna, ricca di prati e punteggiata di querce e di bianche statue di ninfe inseguite da ermafroditi, dove un branco di cervi addomesticati si era dato alla fuga davanti agli sbuffi dei reattori che portavano l’apparecchio verso l’atterraggio. Una grande casa bianca dalle colonne scanalate si era rivelata come il rifugio della Gente di Penna (e della sua organizzazione terroristica, i Figli della Sibilla) e come la prigione in cui era rinchiusa la signorina Blushes.
— Si, quei giovani perversamente affascinanti mi hanno indotto a seguirli — confesso la rosea robicchia. — Mi avevano promesso che avrei potuto censurare le loro poesie e scrivere racconti morali per le robicchie appena costruite. Sono stati molto simpatici, anche se non hanno mantenuto tutte le loro promesse… mi hanno mostrato lane di sfumature che non credevo neppure esistessero e nel frattempo hanno curato il mio lavoro a maglia e hanno parlato sempre con me. Ma quelle vecchie signore! — Il suo alluminio anodizzato rabbrividi. — Nient’altro che libidine della carne e un flusso di parole sconce. E fumavano la pipa! Volevo che Zane le imbavagliasse con i loro gioielli brillantati, ma lui e di animo troppo gentile. — Lo guardo teneramente attraverso la cabina imbottita dell’aereo, il cui pavimento era coperto di pozze di liquore versato e di salatini sbriciolati.
Il Segnale Cinque (Mezza Pinta, per processo di eliminazione) aveva portato Zane, Flaxman e la signorina Blushes in mezzo al Pacifico, oltre l’ultimo campo di alghe purpuree, la dove un vascello dall’aspetto sinistro solcava le onde solitarie al di la del limite delle acque territoriali: era il battello-bisca, dotato di armi pesanti,