L’armamento del vascello e le sentinelle dagli occhi d’aquila rendevano impossibile un attacco aereo. Dopo aver regolato l’aereo perche volasse in cerchio sulla Regina a una distanza di sette chilometri, Zane aveva messo alla prova la sua struttura resistente all’acqua lanciandosi in mare con un piccolo razzo da tuta spaziale dotato di serbatoi di riserva. Si era avvicinato alla sua meta saettando a nove metri sotto il livello dell’acqua, come una torpedine vivente. Arrivato alla Regina senza che nessuno si fosse accorto di lui, aveva praticato nella chiglia un foro di dimensioni accuratamente precalcolate e, approfittando dell’agitazione che questo aveva provocato a bordo, aveva abbandonato il suo motore a razzo per arrampicarsi in fretta lungo la fiancata, come un Nettuno metallico e sgocciolante incoronato di nero.

Il suo radiocolbacco gli aveva permesso di individuare in un attimo la cabina in cui l’abominevole Filippo Fenicchia stava facendo sgocciolare acido nitrico su Mezza Pinta (dopo aver girato il suo occhio TV perche potesse guardare lo spettacolo) nel tentativo di costringere il cervello a giurare, sull’onore di sua madre, che avrebbe aderito al Sindacato del Crimine come banco-memoria, congegno intimidatorio e superspia ad alto livello: La Garrota aveva cominciato a intuire possibilita d’impiego molto piu grandi per i cervelli in scatola, invece di limitarsi a ricattare una casa editrice di secondo piano.

— Mi aveva messo alle corde — intervenne Mezza Pinta. — Se avessi giurato, avrei dovuto mantenere la mia parola… in duecento anni si impara a farlo, o si impazzisce. Forse, sarebbe stata una esistenza interessante… mi ha detto, per esempio: “Pensa cosa proverebbe un traditore del Sindacato del Crimine se aprisse la valigia e dentro ci fossi tu, a guardarlo con il tuo occhio e a dirgli che e spacciato!” ma io continuavo a chiedermi quando avrei cominciato io, ad avere paura. Ero ostinato. E volevo fargli perdere tempo. L’acido non mi avrebbe fatto soffrire, vedete, mi avrebbe dato solo nuove sensazioni e forse nuove idee. Per un po’, almeno.

Nel momento in cui Zane aveva fatto irruzione nella cabina, il robot sarebbe stato paralizzato dal raggio cortocircuitante che il previdente Fenicchia gli aveva puntato contro, ma Zane aveva teso davanti a se una rete di rame che aveva agito come una gabbia di Faraday. Quando aveva visto le macchie provocate dall’acido sul guscio di Mezza Pinta, il robot aveva allungato una chela verso la base alcalina che La Garrota teneva pronta per neutralizzare l’acido e, gridando “Un criminale per un uovo!” aveva colpito con l’altra chela il viso grigio del gangster, spaccandogli meta dei denti e asportandogli un bel pezzo di guancia e di mento, meta del labbro superiore e la punta del naso.

Immediatamente, Zane aveva versato il neutralizzatore su Mezza Pinta, l’aveva raccolto, era passato in mezzo ai gangster paralizzati dalla catastrofe e si era ributtato in mare, nel punto dove aveva lasciato a galleggiare il suo motorino a razzo. Temendo che l’uovo non sarebbe stato in grado di resistere sott’acqua a causa della pressione, il robot era avanzato saettando proprio al di sotto della superficie, reggendo alto Mezza Pinta con una chela.

— Oh, ragazzi, che corsa! — intervenne l’uovo, poi aggiunse, meditabondo: — Potevo quasi sentire quell’acqua.

— Doveva essere veramente uno spettacolo straordinario — ammise Zane — se qualcuno dell’equipaggio avesse avuto il tempo di distrarsi dalle operazioni di salvataggio della Regina: un uovo d’argento che correva misteriosamente sulla cresta delle onde!

— No, non fatemi venire le convulsioni! — intervenne Flaxman, curvando le spalle e chiudendo gli occhi. — Scusate, Mezza Pinta.

Quando era giunto al limite del cerchio di sette chilometri, Zane aveva chiamato per radio la signorina Blushes e l’aveva guidata perche abbassasse l’apparecchio fin quasi al livello del mare: poi Flaxman gli aveva gettato una scala di corda. La prima cosa che il robot aveva fatto, appena salito a bordo, era stato avvitare una fontanella nuova a Mezza Pinta.

— Io non credo a quella storia delle otto ore — disse Mezza Pinta. — Ricordo benissimo che, quella volta che la bambinaia era in ritardo, avevamo fatto finta di svenire per spaventarla.

— Dimmi una cosa, Zane — chiese incuriosito Gaspard. — Cosa sarebbe successo se il tuo motore razzo si fosse guastato?

— Sarei andato a fondo — rispose il robot. — E sarei la ancora adesso, con Mezza Pinta fra le braccia e… se la mia struttura e il mio faro avessero resistito, starei contemplando le bellezze dei sedimenti marini e della vita negli abissi. O, piu probabilmente, conoscendomi bene, starei tentando di raggiungere a piedi la riva.

— Come volevasi dimostrare — disse il deputato sperduto, con la voce che cominciava a farsi piu spessa, mentre versava altro whisky nel bicchiere.

— Infatti, signore — fece eco Zane.

— Bene, ad ogni modo adesso puoi ritornare al tuo Progetto Elle con la coscienza tranquilla — gli disse Gaspard.

— E vero — ammise Zane con deludente brevita.

— Guardate, ecco la costa! — disse la signorina Blushes. — Le meravigliose luci di New Angeles, come un tappeto di stelle. Oh, mi sento romantica.

— Cos’e questo Progetto Elle? — chiese Flaxman a Zane. — Ha qualcosa a che vedere con l’Editrice Razzi?

— Si, signore, in un certo senso.

— Una delle pupe di Cullingham? — insistette Flaxman. — Sapete, sono preoccupato. Quella Ibsen puo ridurlo come una cavalletta morta, e allora saremmo costretti ad accollarci tutto il suo lavoro.

— No, non ha niente a che fare con il signor Cullingham — gli assicuro Zane. — Ma se non vi dispiace, preferirei non discuterne, per il momento.

— Un progetto indipendente, eh? — disse acutamente Flaxman. — Bene, tutto cio che vuole il nostro eroe… e credetemi, dico sul serio, Zane…

— Io conosco un segreto! — disse Mezza Pinta.

— Silenzio — disse Zane, e gli disinseri l’altoparlante.

40

Dopo aver lasciato il deputato sperduto impegnato a spiegare agli sbalorditi funzionari in che modo avesse pilotato l’aereo privato dal deserto di Mohave a un inferno di bisca oceanica (e ritorno) in stato di completo oscuramento alcolico, o al massimo con l’aiuto di alcune amichevoli allucinazioni, la troupe della Editrice Razzi torno a casa in tassi e scopri che la sede della casa editoriale era di nuovo a soqquadro, popolata soltanto da un Joe la Guardia stordito ed errabondo e da venti giocatori di pallaluna della Lega Giovanile in uniforme azzurra che sedevano rigidi sull’attenti nell’atrio.

Il piu grosso di tutti balzo in piedi e latro, rivolto a Flaxman: — Caro signore, noi siamo appassionati e fedeli seguaci della vostra collana dedicata agli Sport Interplanetari e alle Reclute Spaziali. La nostra squadra di pallaluna e stata prescelta dal Presidium dei Fan per…

— E magnifico, e splendido — grido Flaxman, scompigliando i capelli del ragazzo e guardandosi intanto in giro, come se si aspettasse di trovare grossi buchi nelle pareti dell’edificio. — Gaspard, comprate dei gelati per questi giovani eroi. Vi parlero piu tardi, ragazzi. Joe, svegliatevi e raccontatemi che cosa e successo. Signorina Bishop, telefonate alla Nursery. Zane, ispezionate i magazzini. Signorina Blushes, procuratemi un sigaro.

— Qui c’e stata una incursione spaventosa, e non c’e possibilita di errore, signor Flaxman — comincio malinconico Joe. — Un’incursione di agenti governativi. Sono entrati da tutte le porte e dal tetto. Un tipo grasso che gli altri chiamavano signor Mears mi aggredisce e fa: “Dove sono? Dove sono le cose che devono scrivere i libri?”. Cosi io gli mostro le tre teste d’uovo nell’ufficio di Cullingham. Lui ride sarcastico e dice: “Non intendevo questi. So tutto sul loro conto… sono irrimediabilmente idioti. Inoltre, come potrebbero fare il lavoro dei mulini-a- parole, piccoli come sono?”. E io dico: “Non sono idioti, sono cosi furbi che sono carogne. Parla, Ruggine”, dico e, mi credereste, quel matto di un uovo non ha voluto dire altro che “Gu-gu-gu”. Be’, dopo hanno cominciato a rovistare dappertutto, a cercare i mulini-a-parole nascosti. Hanno provato perfino le nostre grosse macchine da scrivere per vedere se scrivevano qualcosa da sole. Poi sono andati in Contabilita e hanno fatto a pezzi la vecchia calcolatrice. E per finire hanno sequestrato la mia pistola-puzzola… dicono che e un’arma dell’orrore, proibita in tutte le nazioni, bandita in perpetuo insieme alle pallottole di rame, ai proiettili dum-dum, alle baionette con i denti

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