in se stessa era abbastanza irresistibile. Eppure, c’era dell’altro che mi attirava verso di lei, una strana sensazione di parentela… la sensazione che, forse, noi due condividevamo qualche segreto dolore.

Con mia grande delusione, lui non rivelo altro ma disse:

«E ora lasciamola riposare. Avro bisogno di un po’ di tempo con lei al tramonto».

All’improvviso si chino inginocchiandosi ai piedi di lei, come un gentiluomo che fa una proposta di matrimonio a una donna (ancora il doloroso ricordo di Lucy!). Con delicatezza, sollevo l’inerte mano guantata della donna dal grembo, e se la premette sulle labbra con una tale pura e affettuosa devozione che io ne fui onestamente scioccato. La loro relazione era evidentemente qualcosa di piu che quella tra dottore e paziente.

La mia curiosita ne fu cosi stuzzicata che, quando uscimmo e il professore chiuse a chiave la pesante porta dietro di noi, gli domandai subito:

«Chi e?».

Lui guardo dritto davanti a se e sospiro:

«Gerda Van Helsing. Mia moglie».

Non avrei potuto essere piu stupefatto. Conoscevo il professore da piu di sette anni, da quando, per la prima volta, ero arrivato all’universita alla tenera eta di quindici anni. Una situazione difficile: si trattava della mia prima volta lontano da casa, ed ero talmente piu giovane degli altri ragazzi, da costituire continuamente il bersaglio di scherzi e derisioni (e non mi aiutava certo il fatto che sembrassi molto piu giovane della mia vera eta). Soltanto il professore seppe vedere al di la della mia immaturita, i miei talenti, e mi prese sotto la sua ala, paterna e professionale.

Eravamo molto vicini, forse perche io avevo perso mio padre precocemente ed ero contento di aver trovato un sostituto paterno; naturalmente, c’era anche il fatto che condividevamo la stessa passione per la medicina, e che lui vedeva in me molto di se stesso. Anche lui era stato un ragazzo prodigio che aveva conseguito la laurea in medicina a un’eta molto precoce; cosi, mi incoraggio molto a proseguire i miei studi medici, sebbene fossi circondato da uomini che erano quasi di dieci anni piu vecchi di me (il professore ha anche la licenza per esercitare l’avvocatura in Olanda ma lui, mestamente, ammette essersi trattato di un errore).

Durante i nostri anni di amicizia — e durante la mia breve visita di un giorno a casa sua — non l’ho mai udito (e nemmeno sua madre, se e per questo) parlare della sua famiglia, o di sua moglie. Difatti, ho sempre supposto che fosse scapolo. Non gli ho mai chiesto di farmi visitare la sua camera da letto.

«Professore», dissi a bassa voce, sebbene fossimo del tutto soli e oltre ogni possibilita di essere uditi da qualcuno, «che cosa sta accadendo? Ho l’impressione che la malattia di vostra moglie sia qualcosa di piu che una semplice catatonia. C’e qualcos’altro; mi sbaglio nel pensare che si tratti di qualcosa di metafisico? La signora Van Helsing sembra cosi giovane… eppure credo che non lo sia, che sia un’illusione».

Emise un sospiro di infinita stanchezza e tutta la sua allegria se ne ando completamente.

«Noi siamo entrambi uomini di scienza, John, educati a fidarci dei nostri occhi e della nostra logica per spiegare come opera il mondo, ma ci sono dei casi in cui la scienza moderna fallisce del tutto. Ci dobbiamo adattare e, come Democrito quando postulo l’atomo, dobbiamo accettare che esiste dell’altro in questo universo oltre quello che l’occhio o il cervello possono indagare». Si fermo e sembro considerare se dirmi tutto subito o no. Con mia delusione, apparentemente scelse la seconda ipotesi. «Con il tempo, mi spieghero meglio, ma il tramonto arrivera tra meno di due ore; prima di quel momento, devo curare Gerda».

«Prima», dissi, «dovete prendere un te come si deve».

Cosi gli feci strada e mangiammo insieme. Sembro profondamente preoccupato e non parlo piu di sua moglie o di sua madre, cosi non insistetti. Dopo di cio, scomparve nel giardino della cella e non ne usci fino alla cena. Di nuovo, fu stranamente silenzioso circa la ragione per cui si trovava qui. Stanotte non sono riuscito a dormire, e cosi mi sono alzato per scrivere questo: la mia mente continua a rimandarmi l’immagine del viso della signora Van Helsing. Perche mi perseguita tanto?

Il diario di Abraham Van Helsing

2 luglio. E stato un viaggio tranquillo, e sia Gerda che io abbiamo trascorso una notte calma. Sfortunatamente, ieri ho perso la mia opportunita per un’utile seduta di ipnosi: eravamo entrambi in viaggio nel momento in cui e piu ricettiva e, quando sono ritornato da lei piu tardi nel pomeriggio, non ha voluto parlare.

Che strano godere del lusso del poter dormire di notte! Prima di tutto, ho attentamente chiuso ogni cella, e ho messo un crocifisso sopra ogni porta e sopra la finestra di Gerda, oltre al piccolo medaglione di San Giorgio. Naturalmente, c’e una croce intorno al suo collo: su una grossa catena eguale alla mia, che ne lei ne un aggressore potrebbero rompere.

Per la prima volta in molte notti, ho dormito profondamente. Il comprendere che il peggio era gia passato — che Vlad e Zsuzsanna erano diventati all’improvviso piu forti ed erano fuggiti dal castello — stranamente, mi calmava. Non avevo null’altro di cui preoccuparmi.

Tranne che per John; lui e sempre stato, come sua madre, un sensitivo. Quando, ieri, l’ha fissata in faccia per la prima volta, temetti che avesse veramente compreso la verita… e che avevo fatto un errore fatale nel portare qui Gerda.

Poiche ho lavorato tutta la mia vita per risparmiare del dolore al ragazzo, e per proteggerlo dalle attenzioni dell’Impalatore. Volevo che avesse una vita normale, la vita che io e tutti i miei antenati non abbiamo potuto avere, la vita che fu tanto crudelmente negata al dolce, piccolo Jan.

E come fui preso dall’orrore e dalla commozione nell’udire che i suoi genitori adottivi gli avevano messo la versione inglese del nome del fratello defunto: John.

Nessuno lo sa tranne me… e mamma, che porto il bambino con se a Londra e lo diede alle persone migliori e piu gentili che conosceva le quali, da lungo tempo, non avevano avuto dei figli. Non fu mai detta loro la verita circa l’origine del bambino. Anche la povera Gerda non sa della sua esistenza poiche, durante la gravidanza e il parto, era completamente ignara delle condizioni del suo corpo, e io ho faticato molto perche Zsuzsanna e Vlad non ne venissero a conoscenza.

Ci sono riuscito? Non lo so; presto la domanda avra una risposta. Sono stato molto indeciso circa il fatto di venire qui ed esporlo al pericolo… Ma non venire a sorvegliarlo potrebbe essere anche piu pericoloso. E troppo vicino a Londra, ora che Vlad e diretto qui. Il mio solo legame con i Vampiri passa attraverso la mia povera moglie, che mi dice poco; in che altro modo posso essere sicuro che John sia al sicuro e che Vlad e Zsuzsanna non abbiano saputo qualcosa della sua esistenza?

Ma ieri, quando lo vidi guardare in volto sua madre, fui preso dall’orrore: come sono stato stupido a pensare che John, un sensitivo, non sapesse che stava guardando in uno specchio genetico? La somiglianza tra i due e cosi marcata: lo stesso naso, gli stessi occhi e mento, lo stesso colorito! Ma, nella mia disperata fretta, ho mancato di considerare questo problema.

Qualsiasi male gliene verra, e interamente colpa mia. Sto riflettendo sul fatto di andarcene… per amor suo.

Questa mattina, all’alba, c’e stato un cattivo presagio da parte di Gerda. Sotto ipnosi, il suo umore era gaio e in vena di chiacchiere. Alla domanda «Dove sei ora?», ha risposto: «In viaggio».

Questo mi ha confuso; il giorno prima, aveva espresso una furia appassionata e aveva detto: «E partito! Il bastardo e partito!». Poi non aveva voluto dire altro, tranne che descrivere la vista di grandi e solidi carri fuori del castello. Lo presi come un segno che Vlad aveva abbandonato Zsuzsanna.

Ma oggi, le notizie sono cambiate.

«In viaggio…», disse Gerda. «Sento il battere e lo sbuffare dei cavalli». Zsuzsanna, supposi, stava viaggiando nella sua bara in uno dei grandi carri. Ma, con mia sorpresa, Gerda continuo: «E un mattino chiaro, assolato; avevo dimenticato quant’e bella la campagna in estate. Sono triste nel lasciare la mia casa per sempre ma, nello stesso tempo, trabocco di gioia!».

Impossibile, naturalmente, per Zsuzsanna, guardare fuori alla luce del sole. Non capisco le parole riportate; ha forse capito che Gerda e sottoposta ogni giorno alle mie domande, e sta quindi cercando, intenzionalmente, di confondermi con false informazioni?

Ho preso precauzioni tali che ne dubito fortemente. I Vampiri sono effettivamente in viaggio. Posso solo supporre che Zsuzsanna pensasse che stava per essere abbandonata, ma che Vlad ha deciso, forse all’ultimo momento, di portarla in viaggio. La rapida descrizione del mattino non riesco a spiegarla.

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