Carolli e vecchio e ingrigito proprio come la facciata della chiesa e, per quel che mi ricordo, ha sempre vissuto nel Burg. Era piu che probabile che lui ed Eddie DeChooch fossero amici e che DeChooch si fosse rivolto a lui per un consiglio.

Formulai una preghierina sperando che DeChooch si trovasse li, cosi avrei potuto arrestarlo. In chiesa sarebbe stata tutta un’altra faccenda. In una chiesa ci si puo rifugiare e chiedere asilo. E poi se mia madre avesse scoperto che avevo violato quel luogo sacro, sarebbero stati guai.

Andai alla porta di casa di Carolli e bussai. Nessuna risposta.

Il Luna si fece strada tra i cespugli e sbircio da una finestra. «Non vedo nessuno qui dentro, piccola.»

Ci voltammo entrambi verso la chiesa.

Maledizione. Probabilmente DeChooch si stava confessando. Mi perdoni, padre, perche ho fatto fuori Loretta Ricci.

«Okay» dissi «proviamo in chiesa.»

«Forse dovrei andare a casa e mettermi il super costume.»

«Non credo che sia adatto per una chiesa.»

«Non e abbastanza elegante?»

Aprii la porta della chiesa e strizzai gli occhi per vedere qualcosa nell’oscurita dell’interno. Nelle giornate di sole la chiesa splendeva della luce che filtrava dalle vetrate colorate. Nei giorni di pioggia diventava tetra e senza vita. Oggi il solo calore che trasmetteva era quello delle poche candele votive accese davanti alla Vergine Maria.

La chiesa sembrava vuota. Non si sentiva alcun mormorio provenire dai confessionali. Non c’era nessuno in preghiera. Solo le fiammelle delle candele accese e l’odore dell’incenso.

Stavo per andarmene quando udii qualcuno ridacchiare. Il suono veniva dall’altare.

«Ehi» dissi. «C’e nessuno?»

«Solo noi due cacasotto.»

La voce sembrava quella di DeChooch.

Io e il Luna percorremmo cautamente la navata e sbirciammo intorno all’altare. DeChooch e Carolli erano seduti a terra, con la schiena appoggiata all’altare, e bevevano una bottiglia di vino rosso. Accanto a loro, sul pavimento, ce n’era un’altra, vuota.

Il Luna li saluto con il segno della pace. «Fratelli» disse.

Padre Carolli gli rispose con lo stesso gesto e ripete il mantra. «Fratello.»

«Cosa vuoi?» domando DeChooch. «Non vedi che sono in chiesa?» «State bevendo!» «E una medicina. Sono depresso.»

«Devi seguirmi in tribunale cosi vengono restituiti i soldi della garanzia» dissi a DeChooch.

DeChooch fece una lunga sorsata dalla bottiglia e si asciugo la bocca col dorso della mano. «Sono in chiesa. Non puoi arrestarmi in chiesa. Dio si arrabbiera. E tu marcirai all’inferno.»

«E un comandamento» disse Carolli.

Il Luna sorrise. «Questi due sono ubriachi fradici.»

Frugai nella borsa e tirai fuori le manette.

«Aiuto, le manette» esclamo DeChooch. «Che paura.»

Gli chiusi un bracciale sul polso sinistro e feci per afferrargli l’altra mano. DeChooch estrasse una 9 millimetri dalla tasca del cappotto, disse a Carolli di tenere ferma l’estremita libera della catenella e ci sparo sopra un colpo. Entrambi strillarono quando la catena si spezzo e le loro braccia ossute furono percorse dalle onde d’urto.

«Ehi» dissi «quelle manette mi sono costate sessanta dollari.»

DeChooch socchiuse gli occhi e fisso il Luna. «Ci conosciamo?»

«Sono il Luna, amico. Mi hai visto a casa di Dougie.» Il Luna alzo la mano tenendo due dita ben strette. «Io e Dougie siamo cosi. Siamo una squadra.»

«Mi pareva di averti visto!» esclamo DeChooch. «Vi odio, tu e il tuo schifosissimo ladro di un socio. Avrei dovuto immaginare che Kruper non era da solo.»

«Fratello» disse il Luna.

DeChooch punto la pistola contro il Luna. «Vi credete intelligenti, vero? Pensate di potervi approfittare di un vecchio. Volete altri soldi… e a questo che mirate?»

Il Luna si tamburello la testa con le nocche. «Qui non cresce mica l’erba.»

«Lo voglio subito» disse DeChooch.

«E un piacere fare affari con te» rispose il Luna. «Di cosa stiamo parlando, per l’esattezza? Tostapane o super costume?»

«Stronzo» fece DeChooch. E premette il grilletto con l’intenzione di sparare al ginocchio del Luna, invece lo manco di una decina di centimetri e il proiettile schizzo sul pavimento.

«Diamine» disse Carolli, tenendosi le mani sulle orecchie «vuoi farmi diventare sordo. Metti via quella pistola.»

«La mettero via solo dopo che avra parlato» affermo DeChooch. «Ha qualcosa che mi appartiene.» DeChooch punto di nuovo la pistola e il Luna si catapulto via, lungo la navata.

Avrei voluto fare l’eroina e disarmare DeChooch. In realta ero paralizzata. Basta che qualcuno mi sventoli una pistola sotto il naso e io me la faccio sotto.

Eddie sparo un altro colpo che passo accanto al Luna e ando a scheggiare il fonte battesimale.

Carolli colpi DeChooch dietro la nuca con il palmo della mano. «Finiscila!»

Eddie barcollo in avanti e dalla pistola parti inavvertitamente un colpo che ando a infilarsi nel dipinto della crocifissione appeso sulla parete opposta.

Restammo tutti a bocca aperta. E ci facemmo tutti il segno della croce.

«Porcaccia miseria» fece Carolli. «Hai sparato a Gesu. Ti ci vorranno un bel po’ di avemarie per questo.»

«E stato un incidente» disse DeChooch. Guardo il dipinto di traverso. «In che punto l’ho colpito?»

«Al ginocchio.»

«Meno male» commento Eddie. «Almeno non era un colpo mortale.»

«Torniamo al fatto che devi presentarti in tribunale» dissi. «Mi faresti un enorme favore se venissi con me alla centrale di polizia per fissare una nuova udienza.»

«Accidenti, sei una vera rompipalle» disse DeChooch. «Quante volte te lo devo dire che… lascia perdere. Sono depresso. Non ci sto in prigione se sono depresso. Sei mai stata dentro?»

«Non proprio.»

«Be’, credimi, non e il posto ideale quando sei depresso. E comunque, devo fare una cosa.»

Stavo frugando nella mia borsa. Dovevo avere lo spray urticante da qualche parte. E probabilmente anche la scacciacani.

«E poi, ci sono delle persone che mi cercano, dei veri duri, non come te» disse DeChooch. «Se vengo rinchiuso in galera, trovarmi sara una passeggiata.»

«Ma io sono una dura!»

«Sei solo una dilettante, bellezza» affermo Eddie.

Tirai fuori una bomboletta di lacca per capelli, ma non riuscivo a trovare lo spray urticante. Dovevo organizzarmi meglio. Forse avrei dovuto mettere spray e scacciacani nella tasca con lo zip, ma poi avrei dovuto trovare un’altra sistemazione per gomme da masticare e mentine.

«Me ne vado» disse DeChooch. «E non provare a seguirmi altrimenti saro costretto a spararti.»

«Solo una domanda. Che cosa volevi dal Luna?»

«E una faccenda tra me e lui.»

DeChooch usci da una porta laterale, e io e Carolli rimanemmo a fissarlo mentre se ne andava.

«Ha appena fatto scappare un assassino» dissi a Carolli. «Se ne stava qui a bere con un assassino!»

«Macche. Choochy non e un assassino. Ci conosciamo da tanto. E una brava persona.»

«Ha cercato di sparare al Luna.»

«Si e agitato. Da quando ha avuto l’ictus, gli capita di agitarsi cosi.»

«Ha avuto un ictus?»

«Si, uno piccolo, quasi insignificante. Io ne ho avuti di peggiori.»

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